Narrativa recensioni

La morte di Penelope – Maria Grazia Ciani

Trama
La storia si svolge a Itaca, il tempo è quello del mito; ogni notte la tela, come una quinta teatrale, unisce e separa, incessantemente. Più ossessione che pazienza. Tre personaggi si muovono in questo romanzo di Maria Grazia Ciani. Penelope, Antinoo e Ulisse. Non ombre, ma corpi. Corpi che esitano. Penelope è rimasta, Antinoo è arrivato, Ulisse è tornato. Penelope l’ha aspettato. Ma l’attesa, più che un tempo, si è rivelata uno spazio, e lo spazio è stato occupato da Antinoo, principe e pretendente. Che cosa succede quando l’ospite si sostituisce all’atteso? Che cosa accade ai miti, a Penelope e Ulisse, e a noi? Dell’uomo Ulisse sappiamo molto, della donna Penelope – che se ne sta, impenetrabile e irraggiungibile, a guardia della fedeltà coniugale – assai meno. Eppure, quando Ulisse parte, lei non ha nemmeno vent’anni, e come tutti, a un certo punto, dovrà pure aver cercato un sorriso… Riprendendo e ampliando una versione narrata da Apollodoro, Maria Grazia Ciani, grecista e traduttrice dell’Odissea, ci regala una Penelope inedita e segreta, attraverso il volto, i gesti e il desiderio di una delle figure più celebri e affascinanti della mitologia.

Recensione a cura di Maria Marques

Là dove il mito diventa parte della nostra cultura, di quelle radici profonde cha hanno accompagnato nel corso dei secoli la cultura occidentale, alcuni nomi risuonano ancora carichi di echi ricchi di caratteristiche che li hanno resi immortali. Tra questi personaggi, Penelope è legata all’immagine di donna fedele, l’archetipo di colei che attende, che conserva il focolare, che nasconde il suo animo, i suoi pensieri. Penelope… Penelope che attende, che tesse la tela, nascosta nelle sue stanze. Penelope che vigila, Penelope che custodisce, Penelope che guarda senza vedere i Proci che attendono una sua scelta, fedele a quel marito che è disperso da vent’anni. Penelope paradigma di assoluta fedeltà, contrapposta alla cugina Elena. Una , la donna cui affidare e affidarsi, non bella ma dotata di quel particolare fascino che si accende nei suoi gesti, nella sua arguzia e nella sua intelligenza, l’altra al contrario, splendida, abbagliante ma sfuggente, come metallo fuso.

Furba. Furba sì, mai ingenua o impacciata.  Una sorta di compensazione per un’apparenza modesta. Che però non m’impediva di affascinare, a mio modo, con la parola e di conquistare con l’astuzia, gli uomini.

 L’Odissea è il romanzo dell’epopea di Ulisse, e anche i miti successivi non si allontanano da questi binari narrativi. L’autrice di questo breve ma intenso racconto, Maria Grazia Ciani esplora i miti collegati al poema omerico e si sofferma tra i tanti, su uno riportato dallo Pseudo Apollodoro, come spiega lei stessa nelle pagine finali: “Dicono alcuni che Penelope fu sedotta da Antinoo…Altri dicono che fu uccisa da Odisseo a causa di Anfinomo, perché era stata sedotta da lui”.

Agganciandosi a queste poche righe, la fantasia dell’autrice crea una storia su una donna che finalmente si svela agli occhi del lettore moderno, dapprima imbarazzata ma nel suo raccontarsi, nel suo presentarsi come donna che attende il ritorno di un marito che ricorda vagamente.  

Penelope che emerge dalle pagine è una donna di assoluta autenticità a differenza di quella cristallizzata nel mito. Il rapporto con il marito raccontato dalla sua voce, assume mille sfumature diverse:

Ci siamo incontrati. Ci siamo intesi. E’ stato amore? Anche. Ma soprattutto complicità, intesa reciproca. Un raro accordo di mente e anima che lasciava a ognuno il suo spazio, la sua autonomia.

Tra Penelope e Ulisse c’è forse un embrione di sentimento che si traduce immediatamente nel dovere di perpetuare la stirpe e poi forse in una possibilità che si frantuma con l’inizio della guerra di Troia.

Il tempo per Penelope si ferma, si ferma nella banalità del quotidiano, nel figlio da crescere, nei riti della tessitura. Infine il ricordo si stempera sempre più, le necessità cambiano e quando irrompono i Proci a turbare le acque stagnanti in cui vive Penelope,lo sguardo azzurrino di Antinoo incomincerà a seminare domande.

Il libro si basa su un alternarsi di confessioni che Penelope e Antinoo raccontano a se stessi. Un dialogo, senza parole, basato tutto sugli sguardi, si gioca tra questi due protagonisti in un crescendo di curiosità di emozioni, senza mai sfiorarsi. Non c’è possibilità di un incontro, solo piccoli fugaci momenti di cogliere l’altro, indagare, chiedersi, ma mille occhi li osservano senza vedere nulla, senza cogliere che cosa accade tra loro. E, cosa accadrebbe se qualcuno cogliesse quell’unico istante in cui Penelope lascerà cadere la sua proverbiale riservatezza e il suo sguardo urlerà il dolore che la voce non può esprimere?

 Io questa donna velata la amo davvero, questa donna che ci tiene in pugno. La misteriosa, l’inafferrabile. È lei il mio regno.

Maria Grazia Ciani, valente grecista e traduttrice dell’Odissea, da voce finalmente a Penelope lasciandola libera di esprimersi in un mondo in cui poco è lasciato alle donne. Il racconto si sviluppa in un crescendo che segue l’evoluzione della regina, che si aggira nel gineceo, che scende nel megaron in una piena consapevolezza del ruolo che deve interpretare e di quello che vorrebbe.

Il racconto omerico lascia ancora oggi spazio a innumerevoli riflessioni nella disarmante raffinatezza dei suoi personaggi, i cui nomi continuano a echeggiare nei secoli. Poche pagine per raccontare e concentrare una storia che è la storia di ognuno di noi, di una crescita personale, di aprire gli occhi sui propri bisogni che, sono sempre uguali nell’animo umano, nonostante il trascorrere dei secoli, anche se colti con sfumature diverse.

Un libro che rientra nei “dintorni” di Tsd, in quei miti che oggi si rileggono in chiave moderna, destando sempre un senso di stupore per come continuino a raccontare mondi ancora vividi. Il dialogo alternato tra Penelope e Antinoo, diventa perciò il dialogo dell’uomo, alla perenne ricerca di quel qualcosa che lo renda felice. Per arrivare a questo tuttavia , bisogna rinascere, scoprendo i propri bisogni e finalmente se stessi.

Voglio rifare il mio bagaglio interiore e riappropriarmi della mia persona. Una seconda possibilità. Sono ancora in tempo.

Editore: Marsilio (11 gennaio 2021)
Copertina flessibile: 96 pagine
ISBN-10: 8829706809
ISBN-13: 978-8829706808
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