Cari lettori di Thriller Storici e dintorni, bentrovati all’appuntamento più atteso, ma anche più temuto, di tutto il mese: le novità in uscita per il mese di febbraio. Pronti a segnare e rimpinguare le vostre wish list? E allora, eccovi serviti.
Il Quarto e il Quinto
Luca Vanoli
In uscita il 1 febbraio
Capodimonte, settembre 1659. Don Bonifacio, curato del paese, si è assopito nel confessionale della sua chiesa quando la voce di una donna misteriosa gli annuncia che lo spirito di una fanciulla ha preso possesso della sua volontà e la indurrà a commettere azioni tremende contro suo padre…
Stato Pontificio, un mese dopo: la vita dell’avvocato Tullio Corbet scorre tranquilla nella città di Bologna, quando l’amico di lunga data, il gesuita Padre Seàn, giunge a portagli una convocazione urgente da Roma; dopo quattro anni, la Curia Pontificia ha di nuovo bisogno dei loro servigi: intende inviarli a investigare – con discrezione – su un caso bizzarro: il conte di Capodimonte, sta esercitando pressione sul pontefice affinché acconsenta a sottomettere la sua primogenita, Bianca, a un esorcismo. In seguito ad alcuni incidenti, si è persuaso che l’anima della figlia sia caduta sotto il controllo dello spirito di Beatrice Cenci, la ‘vergine’ parricida, tornata a reclamar vendetta per l’ingiusta condanna a morte subita sessant’anni prima in Roma.
Giunti a Capodimonte, in fermento per le imminenti nozze del fratello del conte, i due investigatori saranno avvolti da un’atmosfera fredda e cupa: tra i membri della grande famiglia del conte albergano inquietudine, tristezza, rancore e disprezzo.
Ben presto, nonostante la presenza dei legati pontifici, i timori del conte diverranno realtà, e tutto sembrerà accusare proprio Bianca, la ‘fanciulla posseduta’.
Ma Corbet, per nulla convinto della sua colpevolezza, sfiderà l’ira del conte e della Curia pontificia per dimostrare la sua innocenza, assumendo il ruolo di avvocato difensore in un durissimo processo criminale, davanti a un tribunale criminale determinato ad usare ogni mezzo consentito per giungere alla sentenza ‘più giusta’.
Sparta e Atene. Autoritarismo e democrazia
Eva Cantarella
Einaudi
In libreria il 2 febbraio
Una rilettura appassionante della rivalità tra due potenze del mondo antico che, nel corso dei secoli, sono diventate punti di riferimento per filosofi, politici, sociologi e rivoluzionari.
Due città che, ancora oggi, rappresentano modelli di Stato ideali e contrapposti. Da un lato un ordinamento democratico, innovativo, aperto agli scambi e al commercio; dall’altro un mondo chiuso, conservatore, ispirato a valori di tipo militare in nome dei quali i cittadini accettavano con orgoglio le restrizioni delle libertà individuali. È cosí che sono sempre state descritte Sparta e Atene, ma come distinguere la realtà dalla rappresentazione?
Dopotutto le due poleis erano nate dalla stessa cultura, parlavano la stessa lingua, onoravano gli stessi dei.
Avevano combattuto fianco a fianco contro un comune nemico, i Persiani, prima di trasformarsi da alleate in nemiche.
Partendo dal racconto di questo antagonismo, con un’attenzione speciale alle istituzioni sociali oltre che politiche – in particolare alla formazione del cittadino e alla condizione femminile –, Eva Cantarella approda al «riuso», operato da parte della cultura occidentale, di due sistemi che, di volta in volta, sono stati invocati tanto da chi aspirava a fondare uno Stato democratico, tanto da chi voleva dar vita a uno Stato autoritario, totalitario, tirannico.
Giudei
Gaia Servadio
Bompiani
In libreria il 3 febbraio
Febbraio 1903. Aaron e Samuele, cugini e amici, vagabondano in calesse per la Lucchesia. Il loro idolo si chiama Giacomo Puccini; Samuele è un impresario musicalteatrale; Aaron un fresco ingegnere. Ed è proprio in Puccini, sotto l’Isotta Fraschini che gli si è ribaltata addosso durante un’allegra fuga con l’amante di turno, che s’imbattono; sono loro a dare l’allarme. Cose che potevano succedere nell’Italia di allora. Aaron si sposerà con Rebecca (matrimonio combinato); tra discussioni su Verdi, Wagner e Puccini due modi di essere ebrei – i borghesi di Torino, irrimediabilmente marroni; gli agiati provinciali marchigiani – s’incrociano. Zia Ester e il soprano Drusilla, la casa delle Torrette col suo giardino, la piccola Giovanna e la sua mamma putativa Sara, l’artistico Elia, Miriam che amava i libri, l’affettuosa Kate e il suo Cielo; una guerra e poi l’altra, e in mezzo le leggi razziali, nuove famiglie, nuovi bambini, il fronte, la fuga, le perdite. Reinventarsi una vita, ritrovarsi; e poi il mondo nuovo, il mito degli Stati Uniti e quello di Israele, la ricostruzione, il boom, gli anni del terrorismo.
I misteri dei celti. Miti, riti, credenze e leggende
Stefano Mayorca
De Vecchi
In libreria il 3 febbraio
Un viaggio alle radici del pensiero celtico, delle sue origini e del mito che accompagna la cultura di questa civiltà straordinaria, regno incontrastato di fate, sacerdotesse, maghi.
Argomenti trattati: Il rito segreto dei druidi Dee, druide e il culto della Dea Madre – Le feste magiche dei Celti – Le divinità maschili dei Celti – Gli animali sacri ai Celti – Il segreto della divinazione – La venerazione degli oggetti naturali – Religione, credenze, miti – Fate, gnomi e altre creature: il magico mondo dei Celti
Scritta da uno dei massimi esperti di queste tematiche, l’opera accende la fantasia con l’aura di mistero che circonda il magico mondo dei Celti. Dove e come vivevano? Chi erano i druidi e quali arcani poteri possedevano? Quale rapporto li legava alla Natura? Che tipo di divinità veneravano e quale sentimento religioso orientava le loro vite? Queste sono solo alcune delle domande che trovano risposta nel volume; inoltre, l’autore ci dimostra che le forze che presiedono al druidismo e alla magia celtica sono ancora vive e interagenti con l’epoca attuale. Scopriamo così che le nostre conoscenze e il nostro modo di rapportarci con la Natura e il mondo circostante sono il risultato di una fusione di più culture, e che il sapere dei Celti è presente in noi più di quanto possiamo immaginare.
Dante di Shakespeare
Rita Monaldi, Francesco Sorti
Solferino Editore
In libreria il 4 febbraio
Tutto soggiace alla falce del Tempo, che ruba le cose care all’uomo. Solo nella poesia si può crearle di nuovo. All’alba del XXI secolo, dopo un sonno pluricentenario, viene ritrovato e battuto all’asta a Vienna il dramma perduto di Shakespeare: una trilogia teatrale su Dante Alighieri. Si scopre così che, per riuscire nell’impresa impossibile di raccontare il Sommo Poeta e la sua Divina Commedia, ci voleva il Sommo Drammaturgo: il genio di Stratford ha narrato l’intera vita di Dante intrecciandola con la trama del suo capolavoro, con le immagini sconvolgenti di Inferno, Purgatorio e Paradiso. Vedremo in scena l’infanzia e la giovinezza del Poeta, la morte della madre, l’incontro con Beatrice, i rovesci famigliari e politici, le tentazioni del sesso, la scoperta dell’amicizia con Guido Cavalcanti e della filosofia con i compagni di studi dell’Ateneo bolognese. Sulle assi del palcoscenico si susseguiranno avventure e disavventure, tradimenti, lotte, e soprattutto incubi e visioni: perché Dante, marchiato da un male oscuro, deve lottare con stati di alterazione e allucinazioni, chiave narrativa della Commedia, le cui scene balenano come una trama occulta nel corso travagliato della sua vita. Uno spettacolo vertiginoso, che strappa alle tenebre del passato dettagli e personaggi misconosciuti eppure decisivi e regala svolte inaspettate, in cui la vivida ricostruzione storica si fa intreccio appassionante, mescolando con successo stili e suggestioni tra il Trecento, l’epoca elisabettiana e i giorni nostri. Un’opera che riesce nell’impresa di restituirci Dante Alighieri in tutta la sua umanità, controcorrente.
Il fuoco dell’odio
Gianni Donati
Bookabook
In libreria il 4 febbraio
È il 1615 e nel sud della Corsica infiammano le rivolte del popolo, ormai stremato dalle continue vessazioni dei feudatari. L’odio e l’insofferenza, che serpeggiano tra i villaggi, non impediscono il sorgere di un amore inaspettato tra un prete ribelle e una giovane popolana. Un’unione clandestina che costringe l’uomo a lasciare l’isola per rifugiarsi a Roma, sotto la protezione del marchese Vincenzo Giustiniani. Quattro secoli dopo, un bibliotecario e due studentesse ripercorrono gli stessi luoghi, teatro dei tumultuosi eventi del passato, rivivendo affascinanti suggestioni e ritrovandosi di fronte a un enigmatico quadro del Seicento, che sembra celare un antico segreto.
Lady Montagu e il dragomanno. Viaggio avventuroso alle origini dei vaccini
Maria Teresa Giaveri
Neri Pozza
In libreria il 4 febbraio
«Un esperimento praticato da donne ignoranti». Così, nella Londra del 1721, viene accolta la proposta, avanzata da una dama elegantissima e intraprendente, Lady Mary Wortley Montagu, di immunizzarsi dal virus letale del vaiolo infettandosi preventivamente con una dose attenuata del morbo. Moglie dell’ambasciatore inglese a Costantinopoli, Lady Montagu ha appreso durante il soggiorno in Turchia l’esistenza di quel mezzo per sfuggire al flagello le cui ricorrenti epidemie decimano da secoli le popolazioni. Ma è una pratica bizzarra, in uso fra contadine sul confine settentrionale della Grecia; nemmeno l’avallo di due medici prestigiosi provenienti dall’Università di Padova era riuscita a farla accettare. Vuole però il caso che uno dei due medici sia anche il primo dragomanno – cioè il traduttore ufficiale – in servizio presso l’ambasciata britannica; collabora con la famiglia Montagu come interprete, come medico e anche come esperto di lingue e costumi dell’impero ottomano. Colta, curiosa e poliglotta, Lady Montagu conversa con lui in italiano, e apprende molto di più che qualche bel verso di poesia locale… E vuole il caso che anni dopo, tornata a Londra, l’ex-ambasciatrice descriva la pratica e le rassicuranti statistiche relative a quell’«esperimento» alle amiche più care, fra cui la principessa del Galles. Fiduciosa nel giudizio della cara Mary, preoccupata per i figli minacciati dall’epidemia, quest’ultima riesce a convincere il sovrano a far sperimentare il metodo e poi a farlo applicare agli eredi della famiglia reale. Comincia così, in Inghilterra e nelle colonie inglesi, poi fra imperi e staterelli europei la lunga e avvincente battaglia intorno al principio che il primo dragomanno a Costantinopoli aveva battezzato dell’«inoculazione». Illuministi francesi e inquisitori bostoniani, accademici altezzosi e oscuri medici preoccupati del bene pubblico, grandi sovrani e matematici stregati dal calcolo delle probabilità battaglieranno per decenni pro e contro un metodo di prevenzione enigmaticamente funzionale, che si tradurrà infine nella pratica della vaccinazione. Nelle pagine di questo libro, Maria Teresa Giaveri ricostruisce la storia di questa contesa come in un libro d’avventure, in cui non le peripezie di un naufrago o le temerarie imprese di una schiera armata sono al centro della narrazione, ma «le avventure di un’idea – idea bizzarra, sconvolgente, eppure salvifica».
Adesso splendi
Susie Orman Schnall
Feltrinelli
In libreria il 4 febbraio
New York, 1939. La fiera mondiale più grande e sfarzosa di sempre sta per cominciare, inaugurata da Roosevelt in persona, e Vivi Holden ha l’occasione per splendere. Dopo una lunga gavetta a Los Angeles come aspirante attrice, sempre eclissata da starlette più raccomandate e spregiudicate di lei, sarà la stella dell’Aquacade, lo spettacolo di nuoto sincronizzato più atteso della manifestazione. Poco importa che Vivi non sia Esther Williams e che non sappia come danzare e sorridere sott’acqua senza annegare: è decisa a non farsi sfuggire la sua grande occasione. Anche Maxine Roth, aspirante giornalista, ha sogni di gloria: scrivere per «The New York Times». Il suo professore, però, aveva altri piani per lei e le ha procurato uno stage nel giornale che si occupa di pubblicare il programma della fiera. Maxine dovrà trovare il modo per farsi comunque notare. Le due ragazze si conoscono nella sfavillante e inarrestabile New York, mentre lottano per farsi largo in un mondo dominato da pregiudizi, segreti e uomini che pretendono di avere il controllo delle loro vite. L’amicizia farà emergere il meglio di loro, ricordando a entrambe di non smettere mai di lottare per ciò che più conta e che le farà davvero splendere.
Le donne di Dante
Marco Santagata
Il Mulino
In libreria il 4 febbraio
Da settecento anni la stella di Dante continua a brillare alta nel firmamento degli «spiriti magni» del nostro paese e della cultura occidentale. Con piglio magistrale, Marco Santagata racconta il grande poeta fiorentino attraverso le donne che egli conobbe di persona o di cui sentì parlare, e che ne accompagnarono l’intero cammino. Si avvia così un autentico carosello di figure femminili: donne di famiglia, dalla madre Bella alla moglie Gemma Donati e alla figlia Antonia, che si farà monaca col nome di Beatrice; donne amate, prima fra tutte il suo amore giovanile, la Bice Portinari trasfigurata nella Beatrice della «Vita Nova» e del «Convivio», e poi angelicata nel Paradiso; infine le dame e le gentildonne del tempo, come Francesca da Rimini e Pia de’ Tolomei, che pure trovano voce nelle cantiche della «Commedia». Lasciamoci allora guidare da parole e immagini alla scoperta anche delle zone d’ombra della biografia del poeta e vedremo dipanarsi uno straordinario, fitto garbuglio di vita vissuta e creazione letteraria.
Claudio. Il primo imperatore gallico di Roma
Raffaele Bene
Santelli editore
In libreria il 4 febbraio
L’imperatore Claudio è stato bersagliato dalla critica in quanto la tradizione storiografica ci ha consegnato un ritratto di un uomo debole, sopraffatto dalla sue due donne: Messalina e Agrippina minore. Tacito racconta addirittura come lo zio di Caligola sia stato proclamato imperatore mentre si trovava sotto a un letto, tremante di paura. In realtà, Flavio Giuseppe ci dice tutt’altro, affermando che nella congiura che pose fine alla vita del Figlio di Germanico, Claudio c’entrasse e come, avendo anche ricoperto un ruolo tutt’altro che ininfluente. Personalità complessa, una sorta di Dottor Jekyll e Mr Hyde di Roma, afflitto da poliomielite acuta da bambino, amante della cultura, la personalità di Claudio risulta essere molto complessa e, per questo, terribilmente affascinante. Rivalutare il suo operato senza condizionamenti “tacitiani” è il modo migliore per comprendere l’importanza che il fratello di Germanico ha avuto nella gloriosa storia romana.
Un perfetto gentiluomo
Natasha Solomons
Neri Pozza
In libreria il 4 febbraio
Jack Rosenblum ha un sogno. Da quando lui e sua moglie Sadie, ebrei tedeschi in fuga dalla Germania nazista, sono sbarcati a Harwich, nell’agosto del 1937, non c’è nulla che desideri di più che diventare un perfetto cittadino britannico. Un metro e sessantuno di pura tenacia, Jack non è come gli altri rifugiati, che nella maggioranza dei casi si accontentano di formare i loro shtetl all’interno della grande città. Sebbene sia d’accordo con i suoi vicini nel pensare che il ruolo dell’ebreo sia quello di non farsi notare, è stanco di essere diverso. E poi, a differenza di Sadie, incapace di adattarsi alla nuova vita, gli inglesi e le loro eccentricità gli piacciono e vuole a tutti i costi essere uno di loro. Per farlo, si affida con cieca fiducia all’opuscolo che gli è stato consegnato al suo arrivo in Inghilterra, “Informazioni utili e consigli amichevoli per il profugo”, a cui, giorno dopo giorno, aggiunge di suo pugno tutto ciò che apprende. Ora, dopo anni di studio e scrupolosa osservanza delle regole, Jack ha soddisfatto quasi tutti i requisiti della lista: indossa l’abito giusto, possiede l’automobile adatta a un gentiluomo inglese e la casa in una zona verdeggiante della città. Il suo cappello proviene da Lock di St James’s Street, e lui non manca di dare sempre l’angolazione giusta alla tesa. Pranza tre volte alla settimana nei migliori ristoranti cittadini e porta sua moglie al Covent Garden e alla Wigmore Hall. Resta un solo punto sulla lista, una cosa di fondamentale importanza: un gentleman inglese deve essere membro di un golf club. L’iscrizione a un golf club sembra, però, un’impresa altamente proibitiva, come la ricostruzione di Gerusalemme o la preparazione di un perfetto panino alla carne salata. Nessun golf club inglese pare, infatti, disposto ad accettare un profugo ebreo tra i suoi membri. Jack Rosenblum, tuttavia, è tenace fino all’ostinazione, e non sarà un rifiuto a mettere fine al suo sogno. Romanzo con cui l’autrice de I Goldbaum fece il suo esordio sulla scena letteraria mondiale, Un perfetto gentiluomo narra, con le armi dello humour e dell’ironia, delle peripezie di un “gentleman” ebreo nel cuore della vecchia Inghilterra.
La presa di Singapore
James Gordon Farrell
Neri Pozza
In libreria il 4 febbraio
Singapore, 1937. Walter Blackett, president dell’illustre casa mercantile Blackett and Webb Limited, fino a qualche tempo fa non poteva certo lamentarsi della sua vita, condotta sempre nel segno della tranquillità e di una crescente fortuna. Al punto tale che, nei due decenni dopo la Grande Guerra, solo un paio di volte qualcosa ha osato turbare il placido equilibrio della sua esistenza. Si trattava, però, di piccolo questioni, faccende di nessun peso. Nulla, insomma, che potesse essere accostato alle gravose circostanze in cui si ritrova a vivere ora. Saranno i tempi moderni, ma tanto per cominciare Joan, la figlia maggiore, frequenta solo giovani pretendenti del tutto inadatti a lei e alla sua condizione. Un’attitudine intollerabile per un uomo come Walter Blackett, che non può certo lasciare che le figlie convolino a nozze con un avventuriero qualsiasi. Norma vorrebbe che la figlia del presidente della Blackett and Webb Limited sposasse qualcuno che abbia il suo stesso rango all’interno della Colonia. Il figlio di Mr Webb, il suo socio in affari, ad esempio. Peccato che anche per il ragazzo di Webb non sembra valere più alcuna norma: il rampollo è cresciuto con strambe idee progressiste sull’alimentazione e l’istruzione e, anziché affiancare il padre nella conduzione della casa mercantile, lavora per la Società delle Nazioni. Per giunta, con il passare degli anni, lo stesso Mr Webb dà segno di inesplicabili stramberie. Ha preso l’abitudine di potare le rose in giardino completamente nudo e di recente ha anche iniziato a invitare a casa sua giovani cinesi di entrambi i sessi «per modellare il fisico» per mezzo di sessioni di allenamento e ginnastica. Per fortuna gli affari vanno a gonfie vele. La guerra, e la corsa dei governi inglese e americano all’accaparramento di scorte per affrontare un eventuale crollo delle forniture, ha portato la domanda di gomma a livelli mai visti. Certo, gli scioperi dell’ultimo decennio hanno cambiato il volto della Malesia Britannica e ancora scuotono il paese. Ma chi potrebbe lontanamente supporre che il glorioso Impero britannico, con i suoi stabili confini tra classi e nazioni, possa correre un qualche pericolo?
Maestre d’amore. Giulietta, Ofelia, Desdemona e le altre
Nadia Fusini
Einaudi
In libreria il 9 febbraio
Questo libro è una danza. Danzano una danza d’amore i personaggi di Shakespeare, danzano la filologia e la scrittura con gli affreschi di una Londra early modern pennellata con felicità ed esattezza, danza il lettore, che entra ed esce nelle tragedie e nelle commedie di Shakespeare come fossero scene della vita. Danzano Giulietta, Ofelia, Cleopatra, Desdemona e le altre «maestre d’amore» evocate da Nadia Fusini per intrecciare a nostro beneficio il racconto, rinnovato e antico, dell’«ambiguità scandalosa dell’amore».
Nessuna scrittrice come Fusini sa fare della materia shakespeariana un’autentica guida per il cuore moderno e i suoi affanni. Questo libro è una danza. Danzano una danza d’amore i personaggi di Shakespeare, danzano la filologia e la scrittura con gli affreschi di una Londra early modern pennellata con felicità ed esattezza, danzano le parole con i giochi delle parole, danza il lettore, che entra ed esce nelle tragedie e nelle commedie di Shakespeare come fossero scene della vita, anche se è consapevole nello stesso istante di vivere la gioia della letteratura, senza sosta dentro e fuori dagli intrecci e dalle trame per vedere che ne fa la letteratura della vita. «La donna è l’ora della verità per un uomo; non c’è niente di piú vero. Scrivo questo libro per dimostrare la verità di tali parole», dice Nadia Fusini al lettore e alla lettrice, chiamati in causa spessissimo nelle pagine con domande che sono inviti alla danza della conversazione: «… del resto non è forse vero che in amore siamo tutti attori? Tra gli amanti chi riceve di piú? Chi spende di meno? In amore, non è osservabile il paradosso secondo il quale chi piú dà, non diventa piú povero? … Che il godimento sessuale in sé e per sé non crei un rapporto con l’altro, lo sanno bene Antonio e Cleopatra. Non è proprio qui la tristezza del coito?» Questo è un libro sull’amore prima ancora che un libro sulla letteratura, e Giulietta, Ofelia, Desdemona, Cleopatra, la Bisbetica, perfino Jill e Jack, ci raccontano quale fu l’«immensa novità» con cui Shakespeare, la mente e il corpo di Shakespeare, pensarono il femminile e il maschile all’inizio dell’epoca moderna. Forse aiutati in parte dal fatto che a teatro i ruoli femminili dovessero essere interpretati da giovani attori, forse per l’usanza del cross-dressing che imperversava nella Londra dell’epoca, la mente e il corpo di Shakespeare ci parlano di un corpo d’amore che non è «né femmina, né maschio, ma femmina e maschio insieme», ci dicono che «per vivere, che è la stessa cosa che amare, bisogna disobbedire», che le donne vivono «l’avventura eroica di amare in una concezione paritaria della differenza». Ci parlano insomma dell’«ambiguità scandalosa dell’amore». E alla fine di tanto eros , al lettore sembra di scoprire di nuovo a che cosa serva per davvero la letteratura: non a imparare a vivere, ma a vivere. Una questione di etica.
Il diritto dei lupi
Stefano De Bellis, Edgardo Fiorillo
Einaudi
In libreria il 9 febbraio
Cicerone al suo primo processo importante e un ex centurione alle prese con un’indagine sporca. Tra il legal thriller e l’hard boiled, un romanzo pieno di suspense in una Roma antica che, come oggi New York o Londra, è innanzitutto una capitale del mondo. Chi ha ordinato il massacro al Fodero del gladio, un nuovo bordello di lusso nel cuore malfamato di Roma? Il principale sospettato è Marco Garrulo, detto Mezzo Asse – unico superstite alla carneficina e proprietario del locale – che però è scomparso. A dargli la caccia sono in molti: fra questi, per incarico del futuro triumviro Marco Licinio Crasso, che ha iniziato la sua scalata sociale, il veterano Tito Annio, aiutato da un gallo romano enorme, con il cuore d’oro, e da un vecchio commilitone consumato dai ricordi e dal vino. Negli stessi giorni Cecilia Metella, influente matrona, chiede al giovane Cicerone di difendere un suo protetto, Sesto Roscio, dall’accusa di parricidio. Una causa delicata non solo per la gravità dell’imputazione, ma per gli interessi e le lotte di potere che si nascondono nelle pieghe del caso. Su entrambe le vicende, che si riveleranno legate, incombe l’ombra di Silla, il Dictator, i cui nemici sono sempre più inquieti. E se per arrivare alla verità Tito dovrà affrontare risse, agguati, complicazioni sentimentali, donne determinate e memorabili sbronze, Cicerone scoprirà invece che in gioco, nel foro, non c’è soltanto il destino di Sesto, ma anche il suo. E forse la sopravvivenza della Repubblica.
La moda della vacanza. Luoghi e storie 1860-1939
Alessandro Martini, Maurizio Francesconi
Einaudi
In libreria il 9 febbraio
L’Orient Express e i suoi passeggeri con passaporto diplomatico, il Lido di Venezia con i capanni sulla spiaggia, le architetture coloniali, Monte Carlo, gli abiti dei piú grandi couturiers, il maharaja di Indore, i primi sci, il lungomare di Brighton, le acque di Vichy, i musicisti e gli scrittori, le teste coronate e la café society.
E, ancora, il Train Bleu che corre verso la Costa Azzurra, il Bund di Shanghai, il fumoir del transatlantico Normandie decorato con i pannelli in lacca dorata di Jean Dunand, Lawrence d’Arabia, Marienbad, il Raffles Hotel di Singapore, la marinière di Coco Chanel, Gor´kij e Lenin che giocano a scacchi a Capri…
Sono solo alcuni dei protagonisti di queste pagine che raccontano il trionfo del turismo tra Otto e Novecento attraverso l’architettura e la moda.
Dal secondo Ottocento e fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale uno sciame di turisti percorre in lungo e in largo l’Europa, e poi buona parte del globo, in carrozza, in treno, in automobile, in transatlantico e in dirigibile. Teste coronate e membri dell’alta società, artisti, scrittori, dandy, spie e avventurieri si danno appuntamento in casinò e grand hotel, spiagge e terme, promenade e ristoranti alla ricerca del medesimo, rassicurante e riconoscibile comfort: a Biarritz come a Luxor, a Baden-Baden come a Singapore. Dove alloggiano, come si divertono? Che cosa indossano sulle spiagge lungo la Manica, durante l’inverno mite di Nizza o l’estate di Ostenda?
Quali abiti si inventano per i nuovi sport invernali, a St Moritz o a Megève, e quali per le escursioni nell’afa dell’Estremo Oriente?
L’ombra di Dio. Selim il sultano, il suo Impero ottomano e la creazione del mondo moderno
Alan Mikhail
Einaudi
In libreria il 9 febbraio
Nei primi anni del 1500, l’onnipotente sultano Selīm I, con l’aiuto della madre, l’abile Gulbahar, triplicò il territorio dell’Impero ottomano, proiettandolo sulla scena mondiale.
Dopo secoli di occultamento della storia islamica da parte degli europei, Alan Mikhail assegna all’Impero ottomano e all’Islam un ruolo centrale nella storia moderna, ridefinendo eventi cruciali come i viaggi di Cristoforo Colombo (origine di una nuova crociata che assimilava i nativi americani ai «mori»), la Riforma protestante, lo schiavismo e la drammatica conquista ottomana del Medio Oriente e del Nordafrica.
Attingendo a fonti mai prima d’ora esaminate (turche, arabe, spagnole, italiane, francesi), scritto in modo coinvolgente, l’innovativo resoconto di Mikhail riporta in vita il sultano Selīm e la sua epoca, mostrandoci quanto la storia dell’Europa e dell’America sia strettamente intrecciata con quella del mondo islamico.
Dobbiamo molto agli ottomani. E solo Selīm, «l’ombra di Dio sulla Terra», può raccontarci per intero questa storia.
«La vita del sultano ottomano Selīm I, raccontata dal talentuoso storico Alan Mikhail, è una storia sorprendente ed emozionante, degna del Trono di Spade.
Attraverso un groviglio di intrighi di palazzo, guerre, fratricidi e in virtù di un’astuzia machiavellica, Selīm ascese dall’anonimato ai vertici del potere».
Stephen Greenblatt
Il ballo delle pazze
Victoria Mas
E/O
In libreria il 10 febbraio
Fine Ottocento. Nel famoso ospedale psichiatrico della Salpêtrière, diretto dall’illustre dottor Charcot (uno dei maestri di Freud), prende piede uno strano esperimento: un ballo in maschera dove la Parigi-bene può “incontrare” e vedere le pazienti del manicomio al suono dei valzer e delle polka. Parigi, 1885. A fine Ottocento l’ospedale della Salpêtrière è né più né meno che un manicomio femminile. Certo, le internate non sono più tenute in catene come nel Seicento, vengono chiamate “isteriche” e curate con l’ipnosi dall’illustre dottor Charcot, ma sono comunque strettamente sorvegliate, tagliate fuori da ogni contatto con l’esterno e sottoposte a esperimenti azzardati e impietosi. Alla Salpêtrière si entra e non si esce. In realtà buona parte delle cosiddette alienate sono donne scomode, rifiutate, che le loro famiglie abbandonano in ospedale per sbarazzarsene. Alla Salpêtrière si incontrano: Louise, adolescente figlia del popolo, finita lì in seguito a terribili vicissitudini che hanno sconvolto la sua giovane vita; Eugénie, signorina di buona famiglia allontanata dai suoi perché troppo bizzarra e anticonformista; Geneviève, la capoinfermiera rigida e severa, convinta della superiorità della scienza su tutto. E poi c’è Thérèse, la decana delle internate, molto più saggia che pazza, una specie di madre per le più giovani. Benché molto diverse, tutte hanno chiara una cosa: la loro sorte è stata decisa dagli uomini, dallo strapotere che gli uomini hanno sulle donne. A sconvolgere e trasformare la loro vita sarà il “ballo delle pazze”, ossia il ballo mascherato che si tiene ogni anno alla Salpêtrière e a cui viene invitata la crème di Parigi. In quell’occasione, mascherarsi farà cadere le maschere…
Numa Pompilio. Il figlio dei numi. Il secondo re
Franco Forte, Flavia Imperi, Beppe Roncari
Mondadori
In libreria il 16 febbraio
753 a.C., 21 aprile. Una notte di tempesta squarcia con fulmini e lampi il cielo dell’antica città sabina di Cures, nella data dedicata alla celebrazione del sacro rito dei Parilia . Mentre, a poca distanza da lì, Roma viene fondata sul sangue dei gemelli, nel tempio della dea Feronia viene deposto un neonato, un “figlio dei numi”. Il piccolo Numa Pompilio – adottato dalla regina Mezia e istruito dall’etrusco Hirpino – si rivela presto un bambino prodigio, destinato a una sorte gloriosa, ma il mistero delle sue origini continua a tormentarlo. Sarà una profezia a indicargli la via per indagare il passato e schiudere il futuro; una via che passa attraverso la riscoperta di culti dimenticati e a volte feroci, e attraverso l’amore per una sfuggente, bellissima fanciulla: Egeria, una camena, creatura che i latini credono una ninfa dei boschi. In un mondo primigenio in cui i sacrifici umani convivono con sogni rivelatori, tra boschi popolati di sacerdoti lupi e dee immortali, Roma sta per diventare la Città Eterna. Ma per farlo ha bisogno di superare l’eredità cruenta di Romolo e abbracciare un nuovo ordinamento religioso e civile: sarà proprio Numa Pompilio, il re saggio, a darle quelle leggi, costruendo un ponte tra gli dei e gli uomini che garantirà all’Urbe il più lungo periodo di pace della sua storia.
Tullo Ostilio. Il lupo di Roma. Il terzo re
Mina Alfieri, Scilla Bonfiglioli, Franco Forte
Mondadori
In libreria il 16 febbraio
Tullo non ama gli dei. Non capisce l’ostinazione con cui il suo re, Numa Pompilio, li onora e li compiace con feste e preghiere. Come se i numi, quegli esseri oscuri e capricciosi, fossero lì per ascoltare le richieste degli uomini. Le sue, di sicuro, non le hanno mai esaudite, neanche il giorno in cui hanno lasciato morire Clara, la sua splendida moglie, una ragazza in boccio che faceva invidia alle ninfe. No, Roma non ha bisogno di sacrifici e orazioni; ciò che le serve è un sovrano che pensi al popolo, non a Giove. Un condottiero che renda l’Urbe sempre più forte, rispettata, temuta, perché nessuno osi attaccare i suoi cittadini. E quando, al funerale stesso di Numa, il popolo lo acclama come Lupo di Roma, suo terzo re, Tullo sa che la guerra e la conquista saranno l’unico scopo della sua esistenza. Perché Tullo Ostilio è un uomo feroce, infelice e tormentato dai fantasmi del passato, dai sensi di colpa per la morte di Clara. Ma è anche un monarca che ama intensamente il suo popolo, e a quella gente, alla sua potenza, consacra la vita. Le città vicine cadono sotto la straordinaria abilità dei guerrieri romani; anche l’odiata Alba Longa, la città fondata dal figlio di Enea, patria di Romolo, viene distrutta. Rimane da combattere la battaglia più temeraria: quella contro gli dei.
Sacri guerrieri. La straordinaria storia delle crociate
Jonathan Phillips
Mondadori
In libreria il 16 febbraio
Cristianesimo contro islam. Sangue e polvere. Arsura abbacinante, sfregare aspro di metallo su metallo: sono queste le immagini che il termine «crociate» richiama. Ma una simile visione non esaurisce la verità storica. Il presente libro esplora il conflitto di fede e cultura alla base delle crociate, mettendone al contempo in luce i molteplici, a volte contraddittori, aspetti. Grazie alla testimonianza di fonti coeve scritte – cronache, canzoni, sermoni, resoconti finanziari, trattati eccetera –, ma anche iconografiche e archeologiche, Jonathan Phillips rievoca personaggi ed eventi noti e meno noti, dall’epico scontro tra Riccardo Cuor di Leone e il Saladino alla crociata dei Bambini, dalla regina Melisenda allo scomunicato imperatore Federico II che conquistò Gerusalemme senza colpo ferire. Indaga le motivazioni che muovevano, da una parte e dall’altra, la guerra santa, il legame con il codice cavalleresco e la perdurante, sorprendente eredità lasciata dalle crociate al mondo occidentale.
Il sesto comandamento
Anna-Vera Sullam
SEM
In libreria il 18 febbraio
Venezia, 1940. L’Italia è entrata in guerra da quattro mesi, troppo pochi perché si sentano i morsi della fame, troppi per chi aveva creduto che sarebbe durata qualche settimana. Ma ciò che brucia alla Comunità ebraica della città sono le leggi razziali che hanno sconvolto l’esistenza di tutti i suoi membri. È per questo che hanno acquistato un edificio che possa ospitare alunni e professori a cui il regime impedisce di frequentare le scuole pubbliche. Ma proprio lì, nella biblioteca, un pomeriggio, il segretario scopre il cadavere di Ida Forti, professoressa di lettere antiche, uccisa da un colpo in testa inferto con una statuetta del Duce. È l’inizio di un’indagine che viene affidata al vicequestore Gigli, il quale ha una gran fretta di concluderla, tanto che in tempi brevissimi annuncia il nome dell’assassino. Ma la soluzione del caso non convince il suo sottoposto, il maresciallo Russo. Sarà lui a condurre un’inchiesta parallela che porterà alla luce segreti e misteri, fino al sorprendente finale.
Il gesto nel Medioevo
Jean-Claude Schmitt
Editori Laterza
In libreria il 18 febbraio
Lungi dall’essere istintivo ed estemporaneo, il gesto è qualcosa di assai complesso perché pieno di storia. Fare una ‘storia del gesto’ vuol dire, infatti, occuparsi delle relazioni sociali, elemento costitutivo della società umana. Pur mutando e trasformandosi di epoca in epoca, la gestualità intesa come ‘uso sociale del corpo’ trasmette un codice di valori e di significati preciso e duraturo, che il grande storico Jean-Claude Schmitt ci aiuta a riconoscere e a comprendere con grande ricchezza di esemplificazioni concrete. Un libro sorprendente che ci fa entrare nella tradizione culturale della tarda Antichità e del Medioevo, intrecciando storia sociale, storia della cultura e della mentalità, antropologia storica, sociologia, semiotica teatrale.
La battaglia del Leone di Venezia
Giulio Castelli
Newton Compton editori
In libreria il 18 febbraio
Venezia, 1644. Marco Civran è il giovane figlio di un mercante veneziano, sempre per mare a caccia di avventure. Suo padre vorrebbe che imparasse a far di conto, a calcolare le distanze e i denari, ma Marco ha ben altro per la testa: si è invaghito di Thea, la sorella di un amico greco, e ha intenzione di corteggiarla. L’occasione si presenta quando Thea si imbarca alla volta di Creta per raggiungere una zia: durante il viaggio Marco fa di tutto per conoscerla meglio. I suoi piani sono però interrotti quando, dalla nave, i due assistono a una cruenta battaglia nel mare Egeo tra le galee cristiane dei Cavalieri di Malta e una piccola flotta ottomana, che viene sopraffatta. Marco non lo sa ancora, ma quello spettacolo è solo un’avvisaglia delle imprese che lo attendono in futuro. Perché ben presto gli ottomani arriveranno a minacciare i possedimenti della Serenissima, mettendo a repentaglio tutto ciò che ha di più caro…
I pittori maledetti
Alessandro Moriccioni
Newton Compton Editori
In libreria il 18 febbraio
Da Michelangelo a Van Gogh, da Caravaggio a Edvard Munch, da Frida Kahlo a Jackson Pollock: gli artisti folli, psicotici e infelici che hanno cambiato la storia
C’è l’artista geniale che ha commesso azioni gravi durante la propria vita macchiandosi di sanguinosi delitti; c’è quello di cui si conosce poco a livello biografico ma che ha lasciato opere incredibili caratterizzate da una sorta di follia onirica; c’è chi si è affidato all’uso di alcol e sostanze stupefacenti per creare la propria arte; chi ha subito stupro e ha dipinto la propria rabbia repressa; quello che è finito in manicomio; quello accusato dopo la morte di essere un assassino e di aver inserito nei quadri dettagli dei suoi crimini. Le biografie di tutti gli artisti che hanno mostrato il loro estro in comportamenti eccessivi o fuori dagli schemi raccontano l’arte da un punto di vista diverso, meno “ordinario”. Una storia dell’arte, dunque, presentata attraverso il filtro distorto della follia intesa in senso ampio. Pazzia sì, ma anche irrequietezza, disagio psichico e sociale, ribellione al sistema. Sono forse questi gli elementi indispensabili per fare di un artista un genio?
I ritratti degli uomini e delle donne che hanno unito un grande talento a una vita sregolata o fuori dagli schemi
I Visconti. Il potere feroce
Daniela Pizzagalli
Bur
In libreria il 20 febbraio
354, 11 ottobre: c’è tutta Milano assiepata nella piazza delle cattedrali. Da pochi giorni è morto l’arcivescovo Giovanni Visconti, che ha ampliato il potere della sua dinastia fino a limiti impensabili, e oggi gli succedono i tre nipoti: Matteo II, Bernabò e Galeazzo II. Saranno loro i protagonisti del nuovo capitolo della saga viscontea nella seconda metà del Trecento. Anni violenti, devastati da guerre e pandemie, in balia di fazioni in lotta per il potere e di condottieri mercenari che si contendono l’Italia palmo a palmo tra sanguinose battaglie, tradimenti e spietati intrighi. Questo secondo volume arriva fino al 1385, alla morte di Bernabò, imprigionato e fatto avvelenare dal nipote e genero Gian Galeazzo: un racconto che dalle fonti originali ritrae personaggi spregiudicati, ambivalenti, dal fascino perverso. L’autrice, storica di vasta esperienza, con vivacità narrativa trasforma quelle antiche vicende in una serie appassionante per i lettori degli anni Duemila.
Carlo Magno. Il ritratto del re e dell’imperatore
Janet L. Nelson
Mondadori
In libreria il 23 febbraio
Il meraviglioso libro di Janet L. Nelson raccoglie tutto ciò che sappiamo su Carlo Magno e riesce in modo incomparabile a creare un senso di affinità e vicinanza con un personaggio storico le cui gesta non saranno mai dimenticate. Carlo I, noto con l’appellativo di «Magno», è stato senz’altro una delle figure più straordinarie che abbiano mai governato un vasto impero europeo. Proclamatosi consapevolmente non solo «re dei Franchi», ma nuovo «imperatore» del Sacro Romano Impero, fu un uomo capace di imprese eccezionali. Per i successori e posteri non è stato facile raccoglierne l’eredità, nel corso dei secoli più volte reinterpretata, copiata, sovvertita. La sua figura è stata celebrata anche in tempi moderni da sovrani e ideologi, come il Kaiser Guglielmo II e Adolf Hitler, e dopo la seconda guerra mondiale è stata reinventata come icona dell’attuale Europa. Ma dietro al mito c’è una vita e un uomo, che oggi Janet L. Nelson, nota studiosa dell’età medievale, dopo un attento lavoro sulle fonti riporta alla luce come mai prima d’ora. Accostandosi a questo personaggio da angolature inconsuete e seguendone l’intero percorso di vita fin dalla prima infanzia, l’autrice lascia che a parlare siano i documenti coevi – testimonianze di contemporanei che ci consentono di avanzare ipotesi sulle sue opinioni e motivazioni – e gli stessi diplomi reali, fonti insospettabili di simboli e metafore che possono essere decifrati. L’accuratezza delle ricerche, che non tralascia la vasta produzione storiografica esistente, svela il ritratto di un governante spinto da un’energia fisica fuori dal comune e da una formidabile curiosità intellettuale, una personalità complessa, «un signore della guerra, un uomo di pace e un giudice» che promise «per ciascuno la legge e la giustizia», un difensore della Chiesa romana, ma soprattutto un uomo in carne e ossa, che ebbe numerose mogli e concubine, e generò almeno diciannove figli, uno dei quali complottò persino per ucciderlo.
Come Roma insegna
Valerio Massimo Manfredi,Fabio E. Manfredi
Libreria Pienogiorno
In libreria il 24 febbraio
Consapevole che «la storia è un moto complesso che può cedere al caos», in questo libro Valerio Massimo Manfredi rilegge, con la collaborazione del figlio Fabio, le vicende dell’antica Roma – dalle pandemie al razzismo, dalla corruzione all’innovazione: per illuminare il presente, immaginare il futuro e scacciare il buio.