Narrativa recensioni

La pergamena dei segreti – G. L. Barone

Trama Roma, 1763. La città è avvolta da neve e gelo come non avveniva da decenni. La popolazione è ridotta alla fame a causa di una lunga carestia e l’alba di ogni giorno restituisce cadaveri assiderati. Una mattina di gennaio, però, sui gradini di un palazzo nei pressi del Palatino viene ritrovato il corpo di un ecclesiastico eccellente: il cardinale Girolamo Colonna di Sciarra, camerlengo di Santa Romana Chiesa. Tutto farebbe pensare a una morte naturale, ma il bargello del Governatore, incaricato del caso, la pensa diversamente. Indagando sugli affari del cardinale, emergono rapporti poco chiari con Donato Aldobrandini di Carpi, cardinale protettore del Monte della Pietà. Ma aver ficcato il naso nei conti della neonata banca vaticana mette il funzionario pontificio in pericolo di vita. Costretto a fuggire, viene soccorso dalla baronessa d’Acoz, che grazie all’aiuto dell’Alchimista, un truffatore conosciuto in tutte le terre italiche, proverà a tirarlo fuori dai guai. Le forze in gioco sono però così potenti che della vicenda comincia a interessarsi anche il Sant’Uffizio. C’è qualcosa di poco chiaro nelle attività dell’enigmatica nobildonna. Qualcosa di cui il pontefice stesso deve essere informato… Recensione a cura di Roberto Orsi
Se esistesse un libro con la storia della tua vita, leggeresti il finale?
Una domanda abbastanza ricorrente, chi tra di noi non si è mai posto delle domande sulla fine. Voi leggereste il finale del libro della vostra vita se esistesse? Una domanda a cui è davvero difficile dare una risposta. È questo il fulcro attorno a cui ruotano le vicende del nuovo lavoro di G.L. Barone che è tornato in libreria con “La pergamena dei segreti” atteso sequel de “L’alchimista di Venezia” . Anche in questo caso l’autore lascia un’impronta decisa e riconoscibile sul suo lavoro. Ritroviamo gli stessi protagonisti della vicenda raccontata nel primo libro, ma questa volta su uno sfondo diverso ma altrettanto affascinante. Se nel primo capitolo della saga ci si aggira tra le calli veneziane, in questo nuovo libro è la grande storia di Roma a fare da corollario alle vicende dell’alchimista. Il finale de “L’alchimista di Venezia” aveva lasciato presagire una possibile nuova avventura dalla penna di G.L. Barone con gli stessi protagonisti e così è stato. Il nuovo romanzo si apre proprio dove l’altro si era concluso. E il prologo alza il sipario su un’azione dinamica dal ritmo forsennato come l’autore ci ha abituato nei suoi libri: un misterioso prigioniero incappucciato, seduto su una bissona a otto remi, è in procinto di essere tradotto dai birri di Venezia ai Piombi, il carcere più famoso dell’antica Venezia. Ma con un assalto preciso e tempestivo un gruppo di ignoti ben armati, riesce a liberarlo lasciando una scia di sangue tra i canali. L’impatto “cinematografico”, l’azione che entra nel vivo già dalle prime pagine, che avvinghia il lettore facendolo immediatamente entrare nella storia. La stessa cosa che è avvenuta alla lettura del primo capitolo de “L’alchimista di Venezia”. Sono quei passaggi in cui pensi “ecco lo stile dell’autore, l’ho riconosciuto”. Con un salto in avanti di diciotto mesi inizia l’avventura romana in cui il bargello della compagnia di città del governatore, Costante Altieri, si trova a indagare sulla misteriosa morte del Camerlengo Girolamo Colonna di Sciarra. Il camerlengo viene ritrovato senza vita sulle scale di un palazzo romano dove viveva Madama Brigida, una honesta, una prostituta che riceveva i propri clienti nella sua abitazione. Ma il camerlengo non è l’unica vittima sulla scena del delitto. Anche la stessa Madama Brigida e il suo ultimo cliente vengono trovati senza vita. Le indagini del bargello accendono subito i riflettori sullo stato pontificio e su quella che a tutti gli effetti in quegli anni può essere considerata come la rivoluzione finanziaria più importante del mondo economico. Barone, forte anche della sua esperienza e delle conoscenze in campo bancario, accosta il thriller storico a quello finanziario. Gli interessi economici sono leve che azionano da sempre meccanismi loschi e sotterfugi in nome della ricchezza e del conseguente potere che ne deriva.
Datemi il controllo di una moneta e me ne frego di chi fa le leggi.
Di certo non ne erano esenti la curia e lo stato pontificio di metà 1700 di cui troviamo degni esponenti in questo romanzo. Tra tutti spicca sicuramente il cardinal protettore del Sacro Monte di Pietà, Donato Aldobrandini di Carpi. Una figura nata dalla fantasia dell’autore ma sicuramente aderente alla realtà di quello che doveva essere il suo corrispettivo nel ruolo, in quell’epoca. Arguto, sfrontato, cinico e disposto a tutto pur di accaparrarsi nuove ricchezze per il suo banco finanziario che gestisce come un moderno istituto finanziario. Le losche trame all’ombra della cupola più famosa del mondo si intrecciano con quelle che hanno portato Annika, la contessa D’Aumale, ed Eliardo de Broglie, alias Filippo Salazar l’Alchimista, da Venezia a Roma. Ed ecco che torniamo alla domanda che ha aperto questa recensione. Un tema che ricorre fin dal primo libro e viene riproposto al lettore. Siamo veramente liberi nelle scelte che compiamo nella nostra vita? Esiste il destino? E se sì, cos’è?
Il destino. Che strana incognita, il destino. Qualcuno lo chiamava semplicemente “l’imponderabile”, una forza implacabile talmente potente che rendeva vano ogni sforzo per aggirarla.
E se ci fosse un modo di predire il futuro? Ma non leggendo gli astri o i fondi di caffè, bensì attraverso un processo matematico scientifico. Uno dei principi della fisica è “ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria”. Se applicassimo questo concetto alle scelte dell’essere umano potremmo dire “a ogni azione corrisponde una reazione”, semplicemente. Da qui il ruolo fondamentale giocato dallalbero delle decisioni, cioè la capacità di prevedere le conseguenze delle azioni di ognuno di noi. Attraverso calcoli matematici di probabilità, associati a variabili esterne, le possibili ricadute di una scelta vengono vagliate e valutate al fine di anticipare le mosse successive delle altre persone coinvolte.
La scienza del calcolo è superiore a tutte le altre scienze e i princìpi delle matematiche sono alla base di tutto.
Un tipo di studio che Barone fa risalire fino ai tempi degli antichi greci, e nello specifico a un allievo della scuola pitagorica, Archita di Taras. Un filosofo greco realmente esistito intorno al IV Secolo a.C., considerato il fondatore della meccanica scientifica. Dove si ferma la realtà ed entra la fantasia dell’autore? È Barone stesso a spiegarlo alla fine del libro e non è mio compito per non rovinare il piacere della lettura a chiunque deciderà di leggere questi due romanzi. Le incursioni nell’Antica Grecia prima e nell’Antica Roma spaccano la frenesia del racconto settecentesco, dando al lettore ulteriori nozioni sulle origini dell’enigma.
Chiunque provenendo da qualunque altra parte del mondo conosciuto, sarebbe rimasto senza fiato: il foro, il tempio di Castore, le ville, i colonnati, i capitelli, i tetti rossi che luccicavano al sole invernale… tutto era studiato per stupire.
Una descrizione della Roma di Gaio Giulio Cesare che sicuramente rimane valida per tutti i secoli a venire. Descrizioni accurate delle vie e i palazzi d’epoca, così come della struttura organizzativa e amministrativa delle due principali città che fanno da scenografia, Roma e Venezia, impreziosiscono un thriller sì d’avventura ma che non manca di presentare temi tanto profondi quanto attuali. Menzione speciale per il piccolo cameo nella parte finale del libro, con alcune scene ambientate nella baia del silenzio di Sestri Levante in provincia di Genova, dove nell’Ottobre del 2019 nell’ambito della rassegna “Libri in baia” ho avuto il piacere di chiacchierare con G.L. Barone de “L’alchimista di Venezia”. L’autore, rimasto folgorato dalla bellezza della baia, aveva promesso di portare anche lì i suoi protagonisti e ha mantenuto la parola. Un gesto che avvicina ancora di più l’autore e le sue storie a quella dimensione umana e sociale che i libri dovrebbero sempre avere. Copertina flessibile: 352 pagine Editore: Newton Compton Editori (12 marzo 2020) Collana: Nuova narrativa Newton Lingua: Italiano ISBN-10: 8822738225 ISBN-13: 978-8822738226 Link di acquisto cartaceo: La pergamena dei segreti Link di acquisto ebook: La pergamena dei segreti
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