Trama
Caterina da Broni, governante, prostituta, avventuriera e strega. Caterina è una bambina strana per il suo tempo, sa addirittura leggere grazie al padre maestro. Rimasta incinta a tredici anni in seguito a una violenza, va in sposa a un uomo che non è chi dice di essere. Ma invece di rassegnarsi a un destino di schiavitù, sceglie di fuggire.
La sua intera vita diventa così una picaresca ricerca del proprio posto nel mondo, attraverso un territorio lombardo intriso di acque e brume, dove la vita è scandita dallo scorrere del Po. La sua strada la porta da una locanda assai equivoca a una raffinata bottega di tipografi e poi alla «corte» di un capitano di ventura, fino ad arrivare a Milano, la grande città dominata dagli spagnoli, teatro di intrighi e lotte per il potere.
Qui, l’accusa di aver «affatturato» l’anziano gentiluomo da cui è a servizio la conduce in prigione. La pena è il rogo: così muore una strega e Caterina è convinta di esserlo, di aver venduto l’anima al diavolo per poter sopravvivere. A eseguire la sentenza è chiamato Salem, celebre boia, un uomo bellissimo e tormentato: su quella pira lui rischia di perdere qualcosa di molto importante, che non sapeva di possedere.
Sensuale, inquieta, spietata, tenera e decisa, Caterina da Broni è la protagonista autentica di uno dei più famosi processi alle streghe che la storia abbia tramandato. In questo romanzo prende vita come eroina modernissima, in una narrazione scintillante di ricerca storica, ricostruzione d’epoca, racconto di eventi che si susseguono con ritmo incalzante. Mentre attraversa, ribelle, il suo tempo, sul suo cammino aleggia una domanda: qual è il confine tra giustizia e delitto?
Recensione a cura di Maria Marques
Ne sapeva, povera Angela, ma è mancata troppo presto per insegnarti e sua sorella Babi è capace solo di pregare i santi che la maggior parte delle volte non hanno tempo per queste cose da povere donne.
Come ci si libera dalla ripetuta violenza del signorotto del paese? Con un nodo, realizzato durante la messa, in un momento preciso, con un nastro del farsetto di velluto di lui e uno decisamente meno bello, del vestito della festa della vittima, ripetendo il proprio desiderio, perché tra donne ci si aiuta e, se si è streghe, si arriva persino là dove la giustizia non può giungere.
La vita di Caterina Medici, meglio nota come la strega di Broni, si svolge tra la fine del Cinquecento e i primi anni del Seicento. Anni non facili per una donna sola che deve contare solo sulle proprie forze per sopravvivere. Caterina è forte e il suo animo non vacilla perché, sin da quando era ragazzina, è stata costretta a diventarlo. Lei, quasi bambina, ha messo al mondo un figlio cui ha dovuto rinunciare e, con la reputazione a pezzi, accetta di sposare un forestiero, un reduce della battaglia di Lepanto, ammantato da un’aura da eroe, simile ai paladini dell’Orlando furioso, libro su cui il padre le ha insegnato a leggere e scrivere. Caterina lascia il suo paese natio, i pochi legami famigliari rimasti, investendo in questo rapporto tutta la sua ingenuità e il desiderio di essere amata, scoprendo invece sulla sua pelle quanto possono essere false le persone. Avviata alla prostituzione dallo stesso marito, quando si presenterà la prima occasione di fuga, Caterina la coglierà al volo, senza pensarci due volte, tentando di lasciarsi alle spalle una vita che non voleva e cercando di ricostruirsene un’altra.
Da quel momento in poi la sua esistenza sarà costellata da un continuo peregrinare di paese in paese alla ricerca di stabilità, di un lavoro, di una casa in cui fermarsi. Il destino non sarà benevolo con lei, la costringerà ogni volta ad adattarsi a situazioni nuove a nuovi lavori e incontri ma Caterina affronterà tutto questo a testa alta, con un ingenuo e seducente ottimismo, mascherando il timore e la solitudine, godendo di fugaci momenti di amore e, illudendosi di aver trovato finalmente una sistemazione in altri.
I suoi averi si contano sulle dita di una mano e stanno racchiusi in un piccolo fagotto che si fa presto a chiudere per sfuggire al marito creduto morto o al malintenzionato di turno. Caterina è un nessuno, si confonde nella nebbia, un’esistenza sfumata, ai margini di tutto, persino di una famiglia e dei propri figli, sfuggente come il Po, il fiume che la accompagna silenzioso nei suoi spostamenti, sfiorando le terre senza mai fermarsi con le sue acque. Caterina vuole la stabilità, desidera un tetto sulla testa, ne ha bisogno e per questo accetta persino l’impensabile di divenire concubina di un capitano cui darà due figlie, ma anche questa si rivelerà un’altra illusione. Nuovamente costretta ad andarsene giungerà nel suo peregrinare a Milano, non è più giovane, ma nel suo sguardo c’è sempre un misto di candore seducente che non passa inosservato.
Un’altra voce intreccia il suo racconto con quello della strega ed è quella di Salem Mazzalegora, bello come un dio, discendente di una famiglia di maestri di giustizia. Se la vita della protagonista è scandita dalle peregrinazioni e dall’instabilità, quella di Salem al contrario, procede rapida su una via larga e piana, in cui il giovane si distingue per intelligenza e capacità:
Non devi studiare soltanto la lingua e il latino, ma anche l’anatomia…Noi dobbiamo essere come cerusici, e conoscere bene i segreti del corpo umano e sviluppare una manualità da chirurgo .
Salem cresce con la consapevolezza di amministrare la giustizia e il suo aspetto stempera il buio che circonda la sua attività, ma un incontro incrina il suo mondo perfetto, il suo sguardo incrocerà quello di una giovane artista in cui leggerà tutto l’orrore che lo circonda.
Marina Marazza intreccia abilmente i due piani narrativi, portandoli a fondersi in un’alternanza di luce e ombre che servono a enfatizzare il periodo storico che fa da sfondo alla vicenda. Caterina è una luce che si nasconde in una Milano descritta abilmente dalla penna dell’autrice sotto il dominio degli spagnoli. Una Milano buia, che neanche le candele, accese a profusione nelle dimore patrizie o i velluti ricamati d’oro riescono a respingere, un’ombra scura permea le case e gli animi che giocano abilmente con le vite altrui come fossero marionette. Salem è un’ombra spruzzata d’oro che spegne le vite con la certezza di applicare la giustizia, con una lievità e maestria che il suo aspetto tende a far dimenticare e, il suo esatto opposto, sarà la giovane artista che con la sua abilità tenderà a regalare l’immortalità a chiunque ne chiederà i suoi servigi. Vita e morte, luci e ombre che s’intrecciano in un romanzo che cattura l’attenzione del lettore. Un romanzo in cui i personaggi di fantasia interagiscono con quelli storici creando un intreccio così abile in cui a fatica si distinguono gli uni dagli altri. Due cuori di refe e un nodo di piume s’intrecciano con gli intenti politici che distorcono la giustizia che si piega alle esigenze della classe dirigente:
Abbiamo bisogno di qualche cosa di esemplare. Non vogliamo che sua eccellenza il governatore debba scrivere di nuovo ai suoi referenti per dire che qui a Milano le streghe sono fuori controllo…
Caterina è strega confessa e non solo, è convinta veramente di esserlo, con quel suo modo ingenuo ma attraente di raccontare a se stessa e al lettore, cui si rivolge in prima persona, la sua esistenza che nulla ha di eccezionale, ma è ammantata di normalità e nella sua solitudine il desiderio di essere ricordata emerge come un lieve alito di vento:
Chissà chi di me avrebbe conservato memoria. Non avevo fatto niente di memorabile, io.
Formato: Formato Kindle
Dimensioni file: 2566 KB
Lunghezza stampa: 457
Editore: Solferino (28 maggio 2020)
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