Articolo a cura di Maria Marques
Questa volta, nella ricerca di antiche biblioteche ricche di libri rari e preziosi, Tsd vi porta in Irlanda, a Dublino, per visitare quella del Trinity College.
La prima università di Dublino fu fondata nel 1311 e durante la riforma protestante, conobbe un periodo di decadenza. Nel 1592 un gruppo di cittadini ottenne, grazie a un permesso della regina Elisabetta I, l’autorizzazione a costruire il Trinity College sulle rovine di un precedente complesso monastico agostiniano di All Hallows.
Inizialmente l’ingresso al college fu riservato soltanto ai protestanti, ma dal 1793 vi furono ammessi anche studenti cattolici. Nei successivi cinquant’anni la comunità del College crebbe progressivamente, si acquisirono nuovi possedimenti, terreni e soprattutto, cosa che riguarda il nostro viaggio, s’iniziarono ad acquistare o ricevere in dono, i volumi che compongono l’immensa biblioteca tuttora esistente.
La storia della biblioteca è strettamente legata a quella del College, come la storia di quest’ultimo a quella irlandese così, per alterne vicende, accadde persino che nel 1641 il rettore fosse costretto a fuggire in esilio e, addirittura che nel 1689 l’università fosse evacuata e trasformata in caserma.
Nel 1661, grazie Henry Jones, la biblioteca acquisì un manoscritto famoso,
il libro di Kells. Altro benefattore fu James Ussher (1625-1656), arcivescovo di Armagh che donò la sua biblioteca che comprendeva diverse migliaia di libri e manoscritti.
Nel XVIII secolo grazie ad un periodo di pace, l’università tornò a fiorire e trasse benefici anche dall’ascesa politica del movimento protestante che favorì l’istituzione con fondi e nuove concessioni.
La biblioteca attualmente occupa vari edifici alcuni dislocati nel campus, altri al di fuori, il più antico è noto come “la Vecchia Biblioteca” e fu realizzato dall’architetto Thomas Burgh. La costruzione dell’edificio iniziò nel 1712 e terminò soltanto nel 1732.
La sala principale, conosciuta come “Long Room” è veramente scenografica: lunga 64 metri e larga 12, in origine aveva un soffitto piatto a intonaco, una galleria aperta e gli scaffali per i libri erano posti solo al piano inferiore.
Quando nel 1801, la biblioteca divenne un “deposito legale”, titolo che prevedeva che gli editori d’Irlanda dovessero depositare gratuitamente una copia di tutte le loro pubblicazioni, lo spazio andò rapidamente riducendosi, tanto che
nel 1860, gli architetti Deane e Woodward, progettarono di alzare il tetto, in modo da ottenere il soffitto a botte e poter collocare degli scaffali anche nella galleria.
Sopra le nicchie tra gli scaffali furono posti i nomi dei vari benefattori, mentre lungo ciascun lato della sala, al livello inferiore, una preziosa collezione di busti di marmo, commissionati nel 1743 allo scultore fiammingo Peter Scheemakers, ricorda: Omero, Platone, Aristotele, Newton, cui poi si aggiunse quello dedicato a Jonathan Swift ad opera di Luis François Roubiliac.
Tra le donazioni ricevute dalla biblioteca del Trinity, sono da ricordare quella di Hendrik Baron Fagel, ministro dei Paesi Bassi che nel 1802 donò una collezione di vedute e carte topografiche e quella di del bibliofilo Henry George Quin, che nel 1865 donò oltre un centinaio di testi per la maggior parte in latino e in italiano.
Vogliamo scoprire adesso quali meraviglie si nascondono sugli scaffali della biblioteca o protetti da teche di cristallo?
Partiamo dal fiore all’occhiello: “
Il libro di Kells”.
Noto anche come “Grande Evangeliario di San Columba”, è un manoscritto miniato, realizzato da monaci irlandesi intorno all’anno 800. Deve il suo nome alla località di Kells, in Irlanda, dove sorgeva una fiorente abbazia e dove il libro fu custodito per una buona parte del Medioevo. L’abbazia, fu fondata all’inizio del IX secolo, in piena epoca d’invasioni vichinghe, da monaci originari dell’Abbazia di Iona, situata nelle isole Ebridi, vicino alle coste scozzesi. San Columba, che fu l’evangelizzatore della Scozia, aveva fatto dell’abbazia di Iona, nel VI secolo, il suo centro principale. Quando le incursioni vichinghe si fecero sempre più numerose, l’isola di Iona si rivelò troppo vulnerabile e la maggior parte dei monaci si trasferì a Kells, che divenne il nuovo centro delle comunità fondate da Columba.
Il libro contiene il testo dei quattro Vangeli in latino e le pagine sono corredate da illustrazioni e miniature così riccamente colorate e raffinate, da farlo annoverare tra le più importanti opere d’arte dell’epoca. Il testo è scritto, con inchiostri di colore differente e si riconoscono le calligrafie di tre amanuensi .
- L’Evangelario di Durrow è un codice miniato, proveniente dal monastero irlandese omonimo. Opera di un unico amanuense, fu composto intorno alla seconda metà del VII secolo, forse intorno al 680 o nella stessa Irlanda o nell’isola di Iona e contiene i quattro Vangeli nell’edizione latina della vulgata.
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Il Libro di Armagh, è un libro miniato scritto principalmente in latino, realizzato nello scriptorium del monastero situato nel nord dell’Irlanda. Il libro contiene il Nuovo Testamento, è datato nell’anno 807 e riporta al suo interno i nomi dell’amanuense, Ferdomnach, e dell’abate che ne diresse la redazione, Torbach. Include anche numerosi scritti sulla vita di San Patrizio, che secondo la tradizione fondò il monastero.
- Il Libro di Dimma, un evangeliario da tasca dell’VIII secolo, proveniente dall’abbazia irlandese di Roscrea. Oltre i quattro Vangeli contiene le istruzioni per l’unzione e la comunione degli infermi.
- Il Codex Usserianus Primus, risalente al VI o VII secolo e contiene, sebbene danneggiato e con un’unica decorazione, i Vangeli
Il Libro di Leinster, un antico manoscritto medievale in lingua gaelica, redatto tra il 1151 e il 1224 che fu il primo testo a tramandare la storia dei giochi di Tailtean, delle gare sportive in onore della dea Tailte, giochi la cui origine si fa risalire al 632 a.C. e terminarono nel 1168, con l’invasione normanna dell’Irlanda.
Il Codex Montfortianus, redatto in lingua greca, risale al XVI o XV secolo e raccoglie il Nuovo Testamento. Erasmo da Rotterdam si avvalse proprio di questo Codex per compilare la terza edizione de “Novum Instrumentum omne” del 1522.
Una delle poche copie superstiti della proclamazione della Repubblica d’Irlanda del 1916.
Il Dublin Virginal Manuscript, una importante antologia di musica per tastiere. Non si conosce lo strumento per cui fu redatto, inoltre il manoscritto non è datato e i trenta pezzi musicali non hanno nessun titolo, tranne uno attribuito a Mastyre Taylere.Quattro pezzi sono arrangiamenti di canzoni e danze popolari presenti in altri manoscritti e grazie a essi e ad altre evidenze stilistiche si fa risalire al 1570 circa.
A proposito di musica… la biblioteca del Trinity custodisce anche un’arpa che è non solo il simbolo nazionale dell’Irlanda, ma anche della famosa birra Guinness. Questo strumento musicale si narra appartenesse a Brian Ború, che fu il primo re dell’isola dal 1002 al 1014 ma l’arpa, sebbene antica, risale al XIV- XV secolo.
Ultima annotazione, prima di lasciarvi per un nuovo viaggio, qualora non siate ancora convinti di questa istituzione che vanta un patrimonio che si aggira sui 4,5 milioni di libri e che solo nella Long Room ospita oltre 200mila volumi, vi suggerisco di curiosare il sito della biblioteca, perché una buona parte dei manoscritti che vi ho appena accennato e altri che ho omesso, sono stati digitalizzati. Vi assicuro, che la vista delle miniature e delle pagine vergate a mano, vi lascerà sicuramente senza fiato.
https://en.wikipedia.org/wiki/Library_of_Trinity_College_Dublin
http://www.primaedizione.net/bibliofilia/la-biblioteca-del-trinity-college-di-dublino/
https://www.tcd.ie/library/early-irish-mss/
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