Trama
Federico I, imperatore, re di Germania, Italia, Borgogna. Per alcuni, un monarca universale, conosciuto e amato anche nel più profondo dell’Asia, scomparso da martire alle crociate; un sovrano leggendario, morto, come Artù, soltanto in apparenza, addormentato in una montagna in attesa di ridestarsi. Per altri, lo scomunicato che lacera la Chiesa con uno scisma, il tiranno che rade al suolo le città italiane. Chi era in realtà Federico I, detto il Barbarossa, quali erano i tempi in cui visse e agì, quali i costumi, le tradizioni della sua corte? In questa biografia la figura dell’imperatore, spogliata di ogni leggenda, rivive inquadrata nella realtà del suo tempo, nella sua umanità, nella sua quotidianità, nella sua verità, lontana, difficile da affermare e definire come è di molte verità.
Recensione a cura di Maria Rita Truglio
Due parole serpeggiano nella mia testa a fine lettura:
Dominium Mundi, ovvero l’idea che il Barbarossa aveva del proprio impero. E voglio rifletterla su questo scritto di Cardini per far capire quanto di globale ci sia in questo viaggio letterario.
Una vera e propria vetrina del XII secolo si para davanti al lettore, spettatore del susseguirsi degli eventi, dispiegando un ampio sguardo ai personaggi che hanno preceduto e vissuto la figura di Federico.
Nuove invenzioni agricole, prime università, commerci intensificati, fanno da cornice ad una Germania non proprio stabile politicamente.
Il Barbarossa non è ancora nato e vari avvenimenti stanno preparandogli il terreno per diventare
uno degli imperatori più importanti del Medioevo.
Era, quello, un tempo che aveva certo le sue notti: e non poche, come rifletteva Bernardo di Clairvoux. Ma era anche una fulgida alba mediterranea: una fresca, fiorente primavera
Sotto l’ala dello zio Corrado III, allora imperatore, comincia a toccare con mano l’ambiente reale , partecipando alla sua prima crociata, che se anche si conclude amaramente, sarà probabilmente fautrice di quelli che saranno i suoi ideali futuri e che lo porteranno a vari scontri anche col papato.
Quei guerrieri tedeschi così fieri e coraggiosi nell’assalto, persero la testa: nobili e cavalieri balzarono in sella e ingloriosamente si dettero con il loro re alla fuga
Imperatore, re dei re, tutto doveva essere sotto il suo controllo.
Il Papa non faceva eccezione. E l’accento è posto particolarmente su questo suo lato psicologico.
Questa sua mentalità continentale con uno sguardo al passato del
diritto romano lo fa apparire quasi un rivoluzionario. Ritornare all’antico per eliminare il vecchio.
Saccheggia e rade al suolo città italiane già proiettate al futuro, quello dei comuni. Ma lui non transige forse non comprendendone la “modernità” o forse comprendendo fin troppo bene il pericolo nei confronti del suo dominio. Ed è proprio in queste azioni che conoscerà le sue sconfitte più cocenti.
Le linee importanti di tale disegno possono essere riassunte in tre punti: alto senso della giustizia […]; chiara presa di coscienza che le istituzioni territoriali e feudali che ormai si dividevano il regno di Germania non potevano venir messe da parte[…]; comprensione della necessità di creare , ampliare, rafforzare un Kronland, un territorio della corona[…]
Azioni che hanno cambiato non solo il profilo tedesco ma anche quello italiano. Nel settentrione italico, ad esempio , città prima nemiche uniscono le forze per combatterlo portando alla nascita della
Lega Lombarda.
Un testo impegnativo e molto accurato questo di Franco Cardini ma di assoluta facile comprensione in cui non mancano episodi curiosi che mettono alla luce altre peculiarità di questa figura. La cosa che colpisce è l’immagine solitaria che ne viene fuori. Vita straordinaria, mai noiosa in apparenza, ma molto vuota per altri aspetti. Sicuramente il prezzo da pagare per un ruolo di tale calibro.
Lo si potrebbe definire un nomade; mai una dimora fissa, sempre in sella al suo cavallo pronto a disegnare il suo impero. E a questo proposito è interessante da parte dell’autore, sottolineare anche questo suo modo di essere:
“La strada. Sempre e soprattutto la strada. E’ la grande protagonista del XII secolo” scrive nel penultimo capitolo.
Quel che chiedeva al re di Germania era di adempiere a un dovere, non di concedere favori
Amato e odiato, in circa quarant’anni di regno è riuscito a ricostruire tutta la mappa politica tedesca e a tenere sotto controllo quella italiana.
Essere stato appieno un uomo del suo secolo, un plasmatore del suo secolo; e quindi essere passato con esso. Questo è il ruolo di Federico, questo il suo posto nella storia
Tutto questo naturalmente è solo una parte di ciò che l’autore porta alla luce.
Spoglia e mette in mostra le vicende annesse al re e non, con una ricostruzione storica che man mano assume sempre più fascino.
Come l’aura di mistero che ancora oggi circonda la morte di Federico. Perde la vita il 10 Giugno 1190 in quella che sarà la sua ultima crociata. Si dice che annegò in un fiume le cui acque
“a malapena arrivavano ai suoi fianchi” per citare il cronista arabo Ibn Al-Athir. Ma questa è solo una delle ipotesi più accreditate. Una vita gloriosa e una morte miserabile potremmo dire: in realtà da qui cominciò a nascere il mito.
Ma a questo punto Federico Barbarossa era già entrato nel mito: e il vecchio ciclo leggendario del “nuovo Federico” che attende il giorno del risveglio gli veniva ormai attribuito
Pagine dense di storia che chiudono un secolo per prepararsi al nuovo.
Federico il Barbarossa è il nostro traghettatore e in questo viaggio ci intrattiene raccontandoci la sua vita. E lo fa attraverso la penna di Franco Cardini.
Copertina flessibile: 456 pagine
Editore: Mondadori; 1 edizione (19 febbraio 2018)
Collana: Oscar storia
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8804678291
ISBN-13: 978-8804678298
Link di acquisto cartaceo: Il Barbarossa. Vita, trionfi e illusioni di Federico I imperatoreChe ne pensi di questo articolo? | |
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