Personaggi Storici

“I Medici” – la serie TV: le considerazioni di un appassionato

Dite quello che volete. Possiamo passare anni a discutere sulla perfetta aderenza del vestito disegnato dai vari registi che si sono alternati alla conduzione delle tre stagioni in onda sulla RAI. E non arriveremmo mai a un verdetto univoco. Da che mondo è mondo è così: lo abbiamo apprezzato anche in questa ultima stagione, la volontà del popolo cambia, muta, le idee divergono sotto ogni genere e aspetto della nostra vita. Se lo sport nazionale preferito è quello di criticare, dalla formazione messa in campo dal C.T. ai mondiali fino alla preparazione della carbonara di Antonino Cannavacciuolo, non poteva essere diversamente quando si tratta di fedeltà agli avvenimenti reali. Io ho adorato questa serie che rende giustizia a una delle famiglie più importanti della nostra Storia. Una famiglia di banchieri che ha reso grande Firenze e non solo. Lorenzo fu un ago della bilancia che seppe tenere in equilibrio la politica della nostra penisola con le sue grandissime doti diplomatiche e strategiche. Mentre scrivo queste poche righe, di getto, spontanee, il sottofondo è il capolavoro di Paolo Buonvino e Skin “Reinassance” che ci ha accompagnato come sigla in ogni puntata. Non ho usato la parola capolavoro a caso: se prima ho detto che la serie tv è un vestito tagliato sulla storia reale, questa sigla è il tocco dello stilista che rende inconfondibile il suo operato. Queste note hanno avuto la capacità di entrare nell’anima, predisponendola alle immagini che subito dopo avrebbero visto. Non era un compito banale, ci sono riusciti al meglio. https://www.youtube.com/watch?v=TETgHZf6ho0http:// Possiamo stare qui a raccontarci tutte le incongruenze della serie, ne abbiamo e ne hanno parlato in tanti. Ma ci serve davvero farlo? Chi davvero ama la Storia sa interpretarle e sa capirne il significato. Ho concluso da pochi minuti di rivedere l’ultima puntata della serie e non mi vergogno nel dirvi che le lacrime sono arrivate. Hanno fatto capolino e le ho trattenute a stento, perchè gli ultimi cinque minuti racchiudono il messaggio di tutte le stagioni e forse uno dei significati più importanti della Storia, quella con la S maiuscola. Un momento di estasi, una sorta di catarsi. Mi sono ritrovato per un attimo indietro nel tempo, come se abbandonassi questo luogo e questo momento per trovarmi al cospetto della bellezza. L’unione di musica, immagini di opere d’arte, volti, espressioni, architettura fiorentina e soprattutto parole dei protagonisti, racchiude tutta la potenza di questa serie tv e di quello che fu il primo periodo rinascimentale. “Separare l’arte da Dio è una menzogna. Quello che è stato a Firenze difficilmente verrà dimenticato”. Sono queste le parole di Lorenzo sul letto di morte. In poche frasi è racchiusa l’essenza di una stagione artistica che non vide pari nel corso dei Secoli. L’illuminazione e la commozione di Botticelli davanti alla sua Nascita di Venere comunicano al cuore dello spettatore più di mille parole. La realizzazione di qualcosa che si avvicina al divino, senza presunzione, senza volersi sostituire a Dio. La rappresentazione dell’uomo, nella sua misura, nel suo essere stato creato a immagine e somiglianza di Dio Padre, tocca le corde più sensibili del nostro animo. Non posso immaginare cosa deve essere stato per uomini di quel tempo trovarsi davanti a certi immensi capolavori, se ancora oggi ci sorprendiamo con una lacrima, o forse più di una, nel contemplarli. Questo è ciò che rimane alla fine di questi episodi, potenti e toccanti, con una recitazione che nel corso delle stagioni è a mio parere migliorata a dismisura, raggiungendo una espressività in alcuni personaggi davvero degna di nota. La bellezza del nostro paese e della nostra Storia va glorificata e portata a conoscenza di quante più persone possibile, siano esse italiane o straniere. E se questi progetti aiutano a riscoprirne le mille sfaccettature e ciò che uomini semplici come noi hanno potuto immaginare e realizzare, allora teniamoci ben strette queste produzioni, chiedendo a gran voce che non si interrompano. Roberto Orsi
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