Trama
Una misteriosa e potente confraternita è la custode dell’ultima sacra reliquia della crocifissione di Cristo, portata in Italia da un cavaliere crociato due secoli prima. Celestino V, il papa eremita, che si dimette dopo solo cinque mesi dalla sua elezione e il suo successore che lo fa arrestare e (forse) uccidere. La Confraternita indaga sulla morte di Celestino V e invia un confratello a cercare le prove del suo assassinio per chieder l’intervento di Filippo il Bello. All’interno dell’Ordine dei Francescani si crea il movimento degli Spirituali, sorto dalle teorie di Gioacchino da Fiore un secolo prima, e sostenuto da Jacopone da Todi. Il nuovo pontefice scioglie il movimento, lo fa dichiarare eretico e fa radere al suolo la città dei cardinali Colonna che avevano appoggiato gli Spirituali.
Recensione a cura di Roberto Orsi
Quel ferro sembrava vivo e penitente, era come se implorasse il perdono per aver trapassato, senza colpa, la carne imperiale, causa di un supplizio atroce su Colui che umano non era, ma che umano si era fatto per amore.
Piero Didio con questo suo romanzo ci porta nel
centro Italia alla fine del XIII Secolo. In quel tempo la Chiesa cattolica affronta uno dei periodi più difficili della sua storia millenaria. È l’
epoca di Papa Celestino V, il papa eremita che rinunciò al soglio pontificio, dopo soli cinque mesi dall’elezione.
Celestino, al secolo Pietro da Morrone, venne scelto dai cardinali in conclave proprio per la sua predisposizione verso una Chiesa più genuina e vicina agli ideali degli insegnamenti di Gesù Cristo che l’avevano ispirata fin dal principio. Sono gli anni in cui si sviluppano correnti di pensiero che vogliono riportare sulla retta via l’istituzione della Chiesa cattolica, ormai soggiogata dalle velleità del potere temporale.
Sulla scia degli insegnamenti di San Francesco d’Assisi si assiste alla nascita di ordini come quello degli Spirituali e l’Ordine dei Frati Minori.
In tutta Europa si sviluppano correnti religiose e filosofiche come quelle degli albigesi e dei catari.
Movimenti e pensieri che si discostano in modo deciso da una Chiesa Cattolica che è diventato più che mai un regno materiale e terreno, e non spirituale e divino.
Papa Celestino V però, rinuncia alla sua carica dopo appena cinque mesi di pontificato e al suo posto viene eletto
Papa Bonifacio VIII, un uomo diametralmente opposto rispetto al predecessore. Un vero e proprio regnante, uomo politico e fine stratega anche militare l’Anagnino, così definito per via della città d’origine, salì sul trono di Pietro come un imperatore. Quanto di più lontano ci possa essere dagli ideali Cristiani della “prima ora”. Jacopone da Todi, uno dei personaggi reali presenti all’interno del personaggio, in una delle sue laudi lo definì addirittura un “novello Anti-Cristo”.
L’Anagnino salì al soglio di Pietro dopo appena dieci giorni dall’abdicazione e fu grande sventura per il mondo, meglio sarebbe stato se il glorioso trono fosse rimasto vacante.
In questo contesto si incastona il racconto di Piero Didio, con
protagonista il Priore della Confraternita del Sacro Chiodo. Una Confraternita, nata dalla fantasia dell’autore, che da duecento anni ha il compito di proteggere una delle più importanti reliquie della Cristianità: uno dei chiodi della crocifissione di Gesù Cristo.
Chiuso nella cella in cui è stato imprigionato, l’ultimo Priore (per tutto il romanzo viene identificato così, senza mai svelarne il nome) riporta le memorie degli avvenimenti su un diario che lascerà ai posteri.
La Confraternita è avvolta da un’aurea di mistero: tutti ne conoscono l’esistenza e la missione, ma
nessuno conosce l’identità dei sette membri che la compongono. Eletti in gran segreto, essi stessi non conoscono chi si cela sotto i mantelli dei compagni, ad eccezione del Priore che li ha scelti. I personaggi esterni alla Confraternita possono parlare con il Priore, nascosto sotto il cappuccio del proprio saio e celato dalla grata del confessionale.
L’appartenenza alla Confraternita, nascosta anche alla propria famiglia, è una scelta di vita che sovente comporta rinunce importanti, sacrifici in nome di un ideale a cui si è votata la propria esistenza. E all’epoca del romanzo il Priore si trova a fronteggiare una delle situazioni più gravi.
Come potevo immaginare quella sera quanta grazia, ma anche quante avversità, si sarebbe riversata su di me e sulla mia famiglia per quell’investitura mai cercata e mai sperata eppure giunta inattesa e gradita come una pioggia d’estate che rinfresca e disseta la terra esausta, e rinverdisce le foglie e l’erba riarsa.
Il potere e il fascino emanato dalle antiche reliquie conduce l’uomo a gesti scellerati e imprevedibili. Anche Bonifacio VIII non ne è esente e si scaglia contro la città dove il Sacro Chiodo è protetto dalla Confraternita, per ottenerlo. Particolare la scelta dell’autore, anche in questo caso, di non dare un nome alla città, riferendosi ad essa come
la “città dei Colonna”, la famiglia di cardinali invisa al Pontefice Anagnino, con cui gli scontri non si limitarono solo alle sedi ecclesiastiche.
La contrapposizione con il Papa si fa sempre più dura. La Confraternita è vicina agli ideali degli Spirituali che hanno appoggiato attraverso Jacopone da Todi e i Cardinali Colonna al tempo di Celestino V. Lo scontro passa sul piano militare, con un assedio da parte dell’esercito Papale che costringerà alla fame la città dei Colonna e porterà il Priore ad una decisione drastica, come mai era accaduto in duecento anni di storia della Confraternita.
I giochi di potere, le astuzie diplomatiche, gli intrighi e gli intrallazzi, la prepotenza e l’arroganza, la collusione coi potenti e il disprezzo dei più poveri.
Il Priore, pur nello sconforto di una situazione tragica, non perde la fede, non rinuncia al giuramento che ha prestato anni prima dimostrando una grande forza di volontà e determinazione. L’autore è bravo a inserire nel contesto del romanzo alcuni passaggi del pensiero filosofico dei grandi pensatori del passato, come Gioacchino da Fiore e Jacopone da Todi. Bello il passaggio relativo al libero arbitrio, caratteristica principale dell’essere umano, che lo rende fallibile e imperfetto rispetto a Dio. Un concetto che anche qui su TSD abbiamo già visto in vari articoli, l’ultimo dei quali è
questo di Armando Comi con il pensiero di Sant’Agostino e l’origine del male.
Una produzione self che reputo di buona riuscita anche se rivedibile, forse, in alcuni passaggi. Piero Didio ha il merito di scrivere in modo molto chiaro, un racconto verosimile, inserito in un contesto reale, tra realtà e fantasia, senza trascendere in nulla di ultra-terreno, e quando si tratta di sacre reliquie questo rischio è molto alto.
Copertina flessibile: 260 pagine
Editore: Youcanprint (1 giugno 2014)
Collana: Narrativa
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8891145106
ISBN-13: 978-8891145109
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