Recensione a cura di Roberto Orsi
Carmine Mari, autore che abbiamo imparato ad apprezzare in diverse occasioni su queste pagine, fa il suo esordio con la nuova Casa Editrice, di recente fondazione, “Il piroscafo edizioni”. Anche questa volta l’autore non lascia la sua zona di confort dal punto di vista geografico, con un nuovo romanzo ambientato in terra salernitana, ma portando il lettore direttamente nel 1084. Dopo l’avventura de “Il regolo imperfetto” (di cui potete leggere la recensione qui), con “L’alfiere d’Oriente” Mari ritorna in quel medioevo affascinante quanto spietato e crudele.

Sono gli anni del potere di Roberto Il Guiscardo, condottiero normanno soprannominato addirittura “Terror Mundi”, Terrore del Mondo. Valoroso comandante militare, si narra che lasciò la Normandia con un seguito di appena cinque cavalieri e trenta fanti avventurieri, giungendo in terra longobarda dove si mise a capo di una banda di predoni. Sceso nel sud della nostra penisola Roberto Il Guiscardo, con le sue grandi conquiste sul campo, venne investito del titolo di Duca di Puglia e Calabria e Signore di Sicilia.
I normanni al principio dell’XI secolo ottennero incarichi militari da parte dei signori longobardi, impegnati nella loro continua diatriba con i bizantini dell’impero romano d’oriente. Le loro ricchezze crebbero nel giro di poche decadi, ottenendo sempre più potere e territori da gestire. Al tempo narrato nel romanzo, Salerno è la capitale del ducato e Roberto ha impalmato la seconda moglie Sichelgaita, principessa longobarda.

Il conflitto con l’impero romano d’oriente e il basileus Alessio Comneno è ancora in una situazione di stallo. Le mire di Roberto il Guiscardo verso oriente sono palesi, così come la volontà dell’imperatore di tornare in possesso dei territori del ducato di Puglia e Calabria. Salerno è una “polveriera”. Congiure, complotti e doppiogioco sono ingredienti ordinari della vita di ogni giorno.
“Niente poteva garantirgli che sarebbe sopravvissuto a quella notte; una pugnalata nella schiena, un colpo gobbo tirato con furbizia e la lama di una bastarda che gli apriva il cranio. Poteva fare affidamento solo sul coraggio, sui suoi compagni e sulla buona sorte. In fondo, la morte arriva per tutti prima o poi, si consolò.”

Riccardo di Salerno è il protagonista del romanzo. Quale Cavaliere al servizio di Boemondo Hauteville, primogenito di Roberto il Guiscardo, Riccardo si trova in quel di Salerno insieme a Simone di Bisanzio, mercante e ambasciatore di oriente, latore di una missiva fondamentale per gli equilibri politici del territorio. L’obiettivo è stringere un’alleanza tra le truppe normanne e la fazione ostile al basileus Alessio, per rovesciarne le sorti a Costantinopoli.
Ma nella città di Salerno è tutta una cospirazione: le fazioni in campo sembrano non essere chiare fino al termine della narrazione. I protagonisti tramano nell’ombra dei vicoli oscuri della città, tra locande e lupanari mal frequentati. Riccardo e Simone sono coinvolti nelle trame di potere, in una congiura che risale ormai a diversi anni prima.
Sono tanti i personaggi coinvolti nella vicenda: tra loro, oltre ai duchi già menzionati, la medichessa magistra Trotula e la sua ancella Tassia che esercita un certo fascino su Riccardo. A corte la famiglia dei Rateprandi, con la madre Liutgarda, la figlia Gisla e il figlio Lotario, che nascondono più di un segreto inconfessabile.
“Sembra che una maledizione si accanisse contro quelle donne…”

Le trame disegnate da Carmine Mari hanno la capacità di confondere le acque rendendole torbide e non permettendo alcuna visuale cristallina sul fondale del racconto. L’obiettivo è quello di lasciare più piste aperte e percorribili, più soluzioni e motivazioni in campo, con il lettore che segue le elucubrazioni di Riccardo e Simone alla ricerca dei colpevoli degli omicidi che si susseguono alla corte del Guiscardo.
L’atmosfera del tempo è ricreata perfettamente dalle parole di Carmine Mari che dimostra, ancora una volta, di sapersi destreggiare nelle diverse epoche affrontate. La storia di Salerno e della Campania gli appartengono, sapersi destreggiare tra le tante fazioni del periodo non è cosa facile, e denota uno studio approfondito delle dinamiche politiche del tempo.
“L’impero di Alessio cadrà presto e se noi resteremo a guardare, non ci saranno più patriarcati da riunire, né chiese e né santi da venerare, ma nuovi martiri da piangere e quella terra sarà persa per sempre”
Il romanzo esalta i valori di fedeltà, lealtà e conferma dei propri ideali, tra lotte di potere e intrighi mortali, con descrizioni accurate degli ambienti in cui si muovono i personaggi, soprattutto per quanto riguarda le usanze del tempo, i banchetti e i pasti consumati; Il tutto impreziosito dalla presenza di diversi termini in latino che arricchiscono l’esperienza di lettura.
Si procede nella lettura cercando la soluzione finale, il colpevole principale, che forse non sarà mai veramente svelato.
“Congiure, omicidi e tradimenti erano le armi più usate per conquistare il potere: Babilonia non poteva essere peggiore di Costantinopoli.”
Pro
La capacità di ricreare le atmosfere del tempo e lo studio approfondito delle relazioni del tempo tra i personaggi appartenenti alle diverse dinastie e famiglie7
Contro
Forse troppi intrighi e alcuni passaggi che lasciano il lettore un attimo disorientato nel comprendere lo scacchiere disegnato dall’autore.
Trama
Salerno, 1084. Riccardo del Principato, cavaliere normanno e consigliere del potente Boemondo di Hauteville, si trova al centro di intrighi politici e faide familiari. Incaricato di proteggere il mercante Simone da Bisanzio, portatore di una proposta di alleanza tra Normanni e la fazione ostile al basileus dell’impero romano d’Oriente, Riccardo deve navigare tra rivalità pericolose, tradimenti e segreti nascosti. Alla corte del granduca Roberto il Guiscardo, un’oscura cospirazione prende forma: Goffredo di Troia, un mercenario dal passato ambiguo, trama contro il granduca, sfruttando le ambizioni dei suoi figli. Intanto, la giovane Gisla, allieva della medichessa Trotula, si trova coinvolta in un intrigo mortale che cambierà il destino del suo casato. Tra amori proibiti, lotte di potere e vendette personali, Riccardo dovrà svelare i piani dei nemici prima che la rivolta scoppi, minacciando di far crollare i sogni di unificazione di Boemondo e del Guiscardo.