Recensione a cura di Costanza Marzucchi
Con grande piacere, oggi desidero presentarvi il romanzo Costanza di Rachel Blackmore, pubblicato dalla Newton Compton Editori, un romanzo dalle caratteristiche interessanti, a cominciare dalla copertina.
La casa editrice ha scelto un’immagine per nulla banale come presentazione di questa storia. Su uno sfondo giallo, l’editore ha riprodotto una decorazione che richiama i motivi a grottesche di carattere rinascimentale e barocco. All’interno di questo sfondo, è riprodotta una scultura. Si tratta del busto di Costanza Piccolomini Bonarelli di Gian Lorenzo Bernini, attualmente esposta al Museo del Bargello di Firenze. Il soggetto di questa opera d’arte è la protagonista del romanzo, una donna che gettò non poco scandalo in vita a seguito di una vicenda che l’autrice ricostruisce in modo dettagliato e originale. Nel 1638, Costanza Piccolomini, moglie dello scultore Matteo Bonarelli e amante di Gian Lorenzo Bernini, viene aggredita da un uomo che le sfregia il volto. Successivamente, in seguito a una denuncia anonima, la donna viene condotta nella Domus Pia de Urbe, un monastero dove sono recluse le donne perdute o accusate di adulterio. Il mandante dell’aggressione è Gian Lorenzo Bernini che vuole così punire la donna con la pena riservata alle prostitute, ovvero la deturpazione del volto. Lo stesso volto che l’ha resa celebre in tutta Roma, ma quali sono i passi che hanno condotto uno dei più grandi artisti del Seicento ad una simile vicenda?

Rachel Blackmore ricostruisce le dinamiche della vicenda con un romanzo che affronta il tema della condizione femminile narrando la storia della celebre musa del Bernini, dagli eventi precedenti all’incontro con il grande artista. Assistiamo quindi alla presentazione di Costanza Piccolomini.
Siamo al mondo per avere bambini, mandare avanti la casa e tenere in ordine noi stesse, e causare meno guai possibile, senza dare grattacapi ai mariti. Questo è il patto. In cambio, loro ci trattano con affetto. Cos’altro ci occorre, nella vita?
Il mondo di Costanza ruota attorno al suo ruolo di moglie. Ha una vita serena che non la soddisfa, una serie di gioie a metà che la lasciano incompleta. Questo contrasto latente emerge dall’interazione della protagonista con le donne del quartiere, dalla matrigna Tiberia alla sua amica Giuliana, che incarna la donna ideale fino alle sue tragiche conseguenze. Giuliana, completamente asservita al suo ruolo di moglie, si piega passivamente all’egoismo del marito, anche se questo significa l’annientamento del proprio corpo. La figura di Giuliana rappresenta il prototipo di donna ideale: donna prolifica, madre esemplare e sposa sottomessa, a cui fa da contraltare uno sposo non altrettanto onorevole.
L’incontro tra Costanza e Gian Lorenzo Bernini avviene per caso ma entrambi sono colpiti l’uno dall’altra. Bernini è l’uomo più influente di Roma, capace di elevare e distruggere chiunque a suo piacimento. Quest’ultimo resta colpito dalla protagonista, così diversa dalle donne che ha conosciuto fino a questo momento.
La giovane con il fuoco dentro e la pelle come il marmo. Gli è piaciuta la totale mancanza di astuzia e di sofistica, così comuni tra le donne raffinate della sua cerchia. E’affascinante. Innocente. Per la verità, più ci riflette, più si convince che Costanza sia interessante proprio per la capacità che ha di esistere nel momento, senza badare a ciò che pensano gli altri di lei. Ritiene che siano ben poche le donne rimaste a Roma che osino presentarsi per come sono davvero, senza calcolare prima come lusingare e dissimulare.
E’ un incontro fatale. Tanto Bernini, quanto Costanza restano colpiti l’uno dall’altra. Bernini, travolto dalla passione che gli suscita la vista della donna, la trascina nel suo mondo, tentando di plasmarla come se fosse un novello Pigmalione.
La particolarità della protagonista, così estranea al suo ambiente, spinge Bernini ad attirarla nella sua cerchia, spinto da un desiderio al quale non riesce a resistere e che affascina inizialmente la stessa Costanza Piccolomini la quale, per la prima volta, si sente amata come una persona. Bernini soddisfa il suo desiderio di uscire dai limiti della sua condizione di donna rispettabile. L’autrice descrive con precisione l’evoluzione del rapporto tra i due. Inizialmente platonico e votato al desiderio di rendere più raffinata la protagonista, si traduce piano piano in una vera e propria storia d’amore. Ma si tratta di un rapporto sbilanciato, nel quale Costanza si adegua ai desideri del Bernini, assecondando le sue esigenze di uomo e artista. Il culmine di questa situazione è la nascita del busto omonimo dell’artista, che concretizza con la sua arte il sentimento totalizzante che lo porta a desiderare di possedere questa donna.

Questo ritratto di Costanza sarà suo soltanto, e vi lavorerà da solo. Sarà l’espressione definitiva del desiderio e dell’amore. Come Dante perseguiva la perfezione, così lui, Bernini, darà a Costanza tutta la vitalità di una donna viva, fatta di carne, che respira.
La scultura è un capolavoro…ma è anche l’immagine impietosa di un amore dai contorni sinistri. Per la prima volta una donna sposata posa per un artista, un gesto degno di una prostituta, ma non di una sposa onorevole nella Roma seicentesca. Sarà la conferma di questo legame, ma anche una rivelazione per Costanza. Il suo rapporto di fiducia e di appagamento con l’artista entreranno in crisi: cosa vede Bernini in lei? Una donna da amare o un oggetto con cui dare corpo al suo estro artistico? Tale sconcerto si traduce in una forma di disagio che nasce dalla consapevolezza che il suo amante ha agito per puro egoismo e dalla vergogna che le riversa addosso il suo ambiente.
Non ho dato il mio consenso, non ho accettato che fosse messa al mondo questa versione di me. Non voglio che gli uomini mi guardino in questo modo, come se li stessi invitando tutti ad entrare. Come se fossi di loro proprietà. Come se non fossi niente di più che un pietrificato frammento di passione.
Essere ridotta a espressione dell’arte del Cavaliere Bernini svela alla protagonista la natura del suo rapporto con il potente amante, elemento che tuttavia non le permette di uscire da questa relazione. L’illusione di aver scoperto finalmente un amore fondato anche sulla passione svanisce nel momento in cui Costanza si rende conto che il sentimento di Bernini non contempla la possibilità di non essere il centro attorno al quale deve ruotare il rapporto. Malgrado si tratti di un sentimento intenso, tutto deve ruotare attorno al soddisfacimento dei desideri di Bernini. L’autrice è molto brava nel definire la fragilità delle fondamenta del legame tra i due personaggi ma a complicare ulteriormente la situazione interviene un terzo personaggio: Luigi Bernini, fratello di Gian Lorenzo. Luigi subisce la popolarità ed il successo del fratello maggiore, nonché capofamiglia, e decide di vendicarsi su quest’ultimo attraverso la donna di cui è innamorato. Questo piano avrà conseguenze devastanti sulla figura di Costanza che sarà colei che pagherà il prezzo più alto.
Nella narrazione di questa vicenda, basata sulle fonti dell’epoca, l’autrice pone una particolare attenzione alla situazione della protagonista. L’amore di Gian Lorenzo non la protegge dal dolore e dall’umiliazione ma, al contrario, contribuisce a trascinarla in una discesa dalla quale è difficile emergere. Colui che le aveva fatto provare la passione in una vita vuota è anche il primo a non crederle nel momento del bisogno. Questa parte è probabilmente la più drammatica di tutto il romanzo perché mette in evidenza l’illusione di questo rapporto, basato sull’accentramento delle attenzioni della protagonista attorno alla figura del grande artista. Il declino e la caduta di Costanza, la sua condanna sociale, sarà però l’occasione per riemergere dal baratro nel quale è caduta. Laddove dovrebbe esserci pena e pentimento, troverà delle persone fidate che la risolleveranno nel suo momento più buio.

Ci dicono che siamo fragili e deboli, che abbiamo bisogno di essere controllate. E quindi noi ci sottomettiamo. Ci rendiamo prigioniere. Queste mura? Questa pena? Non è questo a tenerci in catene, Costanza. È sottomettendoci agli uomini che ci creiamo una prigione con le nostre stesse mani.
In linea generale, il romanzo si pone in linea con quella narrativa di storie di riscatto di figure femminili e di riflessione sulla condizione della donna nel tempo ma l’autrice non si limita a narrare pedissequamente la storia dell’amante del Bernini, descrivendo una mera cronaca dei fatti. Il rispetto delle fonti storiche è ineccepibile, oltre che varia e numerosa, come dimostra la bibliografia finale. La storia di Costanza, stando alle parole dell’autrice, vuole essere un simbolo che descrive le dinamiche di coppia dell’amore malato, dello stalking e del femminicidio. L’intero romanzo vuole essere un’esemplificazione di questa tematica, calata però all’interno della Roma seicentesca. La scelta è interessante, in linea con alcune delle modalità più recenti di approccio al genere storico, ma non mi ha convinto pienamente, poiché a volte sembra che il messaggio che l’autrice vuole trasmettere travalichi la narrazione stessa. Soprattutto nella parte finale, sembra quasi che la storia nasca in funzione della volontà di trasmettere il messaggio dell’autrice, e tale impressione pare trovare una conferma nella postfazione. Il lettore esigente potrebbe non apprezzare questa scelta, abbastanza diffusa nella narrazione recente. Tale linea è comunque fortemente contenuta dal rigore utilizzato dall’autrice che, pur volendo comunicare una tematica attuale come la violenza sulle donne, mantiene tutti i dati storici, con qualche licenza laddove manchino le informazioni.
In conclusione, Costanza è un libro che trasmette un forte messaggio ed è effettivamente un ottimo prodotto nel panorama editoriale recente. Per le sue caratteristiche, mi sento di consigliarne la lettura a coloro che raramente leggono i romanzi storici. L’interpretazione attualizzante dell’autrice può avvicinare coloro che hanno minor familiarità con il genere, e credo comunque che sia un buon risultato.
PRO
La scelta della copertina
La solidità della trama
L’aderenza alle fonti
CONTRO
Nessuno

Costanza -Edizione e-book
Trama
Desiderio e tradimento. Arte e libertà
Roma. 1636. Le strade acciottolate ronzano di pettegolezzi e peccato. Costanza Piccolomini è una rispettabile giovane moglie, finché non si imbatte in Gian Lorenzo Bernini, il famoso scultore dagli occhi neri come la pece e un’indole tenebrosa. Dal momento in cui i loro sguardi si incrociano, nasce un’attrazione fatale. Il loro amore segreto brucia di una passione che li consuma. Ma con ogni bacio rubato e incontro proibito la reputazione di Costanza è a rischio. Nel frattempo Bernini ha un desiderio molto pericoloso: vuole rendere Costanza immortale. Giura di possederla non solo nel corpo e nell’anima, ma anche nell’arte. Quando Bernini mostra al mondo il busto in marmo di Costanza, il suo ruolo di amante diventa palese, segnando la fine della loro relazione e l’inizio di uno scandalo che scuoterà la società romana. Per Bernini distruggere Costanza è preferibile a lasciarla andare.
Tradita. Abbandonata. Bandita. Questa sarebbe dovuta essere la fine della storia di Costanza. Ma lei non è una donna ordinaria: dalle ceneri risorgerà…
Per tutti è stata una musa, una seduttrice, una donna perduta. Questa è la sua storia.
«Ma in lui c’è qualcos’altro. Quel volto imperscrutabile nasconde un’inquietudine profonda, una brama oscura che non riesco a comprendere. Perché Lorenzo possiede fama e ingegno. Cos’altro potrebbe desiderare? “Signora”. Mi porge la mano. “Lorenzo Bernini”. Come se non sapessi chi è.»