recensioni Saggistica

Gli anni d’oro della dinastia Florio – Serena Lo Pilato e Silvia Maira

Recensione a cura di Roberto Orsi

“Addio al mondo, ai ricordi del passato, a un sogno mai sognato, a un attimo d’amore mai più ritornerà” – Vecchio Frac di Domenico Modugno.

Inizio dalla fine. Anche se riavvolgere il nastro di una storia incredibile come quella della dinastia Florio è un’impresa non da poco. Le parole di Domenico Modugno nella sua famosissima “Vecchio frac” sono una dedica a un amico, un personaggio che chiude il sipario sulla storia della famiglia Florio. All’indomani della morte di Raimondo Lanza di Trabia, membro acquisito della famiglia Florio, una morte che lascia ancora oggi più di un dubbio sulla sua dinamica mai davvero accertata, il cantautore pugliese, tra i più celebri della nostra Storia musicale, scrive una ballata che sembra una linea di confine tra il mondo precedente e quello attuale. È la chiusura di un’epoca fatta di vecchi nobili, di dandy e di gattopardi, un mondo che non tornerà più. Un mondo a cui sono appartenuti di diritto gli esponenti della famiglia Florio.

Le due giovani autrici Serena Lo Pilato e Silvia Maira si sono cimentate nella scrittura di questo saggio dedicato alla dinastia Florio, riportandone la storia completa, durata circa un secolo e mezzo e iniziata grazie ai due cognati Paolo Florio e Paolo Barbaro che nel 1793 si trasferiscono dal paese di origine, Bagnara Calabra, a Palermo dove rilevano una bottega di spezie che in pochi anni acquisì numerosi clienti, tra cui addirittura la regina Margherita. 

È l’inizio di una ascesa dirompente che vede i Florio diventare uno dei punti di riferimento dell’imprenditoria siciliana e non solo.

“Ci sentivamo davvero sovrani tra i sovrani: Palermo ai nostri piedi e un tramonto che nessun posto del mondo si può permettere, col sole alle spalle che carica d’oro e di blu ogni cosa tutt’intorno”.

“Con gli occhi di Franca” – Salvatore Requirez

Le ricchezze si accumulano nelle case della famiglia, grazie alla lungimiranza e lo spirito imprenditoriale di personaggi come Paolo, Vincenzo e Ignazio Senior. Gli investimenti si diversificano nel corso degli anni, dal commercio delle spezie all’acquisizione della tonnara di Favignana, dall’apertura del baglio per la produzione del vino Marsala, alla creazione della flotta mercantile più importante del Paese, la Navigazione Generale Italiana NGI, nata dalla fusione della “Flotte Riunite Florio” e la Compagnia Rubattino di Genova.

Vincenzo Florio – Ignazio Florio Senior – Ignazio Florio Junior

All’inizio della loro ascesa i Florio non peccano di presunzione, vivono una vita agiata ma mai sopra le righe.

“Lo stile di vita dei Florio non era quello dei Gattopardi. Conducevano una vita sobria. Non organizzavano feste da ballo e la famiglia non si concedeva grosse mondanità.”

Al contrario di quanto faranno invece Ignazio Junior e la moglie Franca, al principio del XX secolo, dopo già un secolo di storia della dinastia, in una condizione economia non più florida come al principio. Da più parti si sollevano ancora gli scudi contro la vita dissoluta condotta dalla coppia che portò allo sperpero di denaro, tra feste sontuose, gioco d’azzardo e investimenti senza alcun ritorno reale.

La verità, come descritto sapientemente dalle autrici, non è mai univoca, ma si permea di più motivazioni. Non può essere solamente colpa della condotta di Ignazio Junior e della moglie Franca se la famiglia Florio dovette a mano a mano cedere il passo a nuove realtà imprenditoriali e perdere il potere accumulato dai predecessori. Fu un processo lento e graduale, dettato da più fattori, il primo dei quali fu probabilmente l’unificazione del Regno d’Italia, le scelte politico-economiche dettate dai vari governi centrali e le nuove dinamiche commerciali di un mondo in piena espansione, con introduzioni tecnologiche continue e una corsa all’ammodernamento non sempre facile da seguire.

“Eleganti palazzi e sontuose ville dallo stile inconfondibile furono le dimore dei Florio. Da Palermo a Favignana, i Florio hanno ospitato nelle loro case personaggi illustri, organizzato eleganti party e hanno vissuto la loro intensa e travagliata vita, costellata da grandi successi economici e imprenditoriali e da immensi dolori sul piano personale e familiare.”

Le due autrici suddividono questo saggio in capitoli che affrontano vari temi della storia della famiglia. Viene raccontata l’origine della realtà imprenditoriale Florio, gli investimenti nel mondo della navigazione, la produzione del Marsala con la concorrenza prima e la collaborazione poi con le compagnie inglesi Woodhouse e Ingham (particolare l’aneddoto sulla nascita del vino Marsala, che lasciamo al lettore il piacere di scoprire). Non manca un capitolo intero dedicato alla creazione della corsa automobilista “Targa Florio” voluta da Vincenzo Florio, fratello di Ignazio Junior.

“La targa Florio non fu solo un evento sportivo di altissimo livello, ma qualcosa di più. Entrava nella vita e nelle case dei siciliani, ne animava le giornate. C’era attesa e trepidazione.”

Una delle corse più antiche della penisola che attrasse case automobilistiche da tutta Europa e i piloti più in voga del momento. Un evento che si tradusse in poco tempo in qualcosa di più di una corsa di auto, bensì una passerella di livello internazionale per la città di Palermo e per la Sicilia intera.

“Qualcuno ha paragonato i Florio, in particolare Ignazio e Franca, ai Medici di Firenze: come quest’ultimi favorirono lo sviluppo e il diffondersi del Rinascimento, così i Florio favorirono lo sviluppo e il diffondersi della Belle Époque a Palermo.”

Come ben sottolineato nella prefazione al saggio, scritta da Salvatore Requirez, esistono tanti modi di descrivere la storia di una famiglia come quella dei Florio. Tanti i romanzi pubblicati negli ultimi anni, così come una serie televisiva trasmessa sulla Rai, le due autrici hanno scelto una narrazione oggettiva, più asettica e senza inclinazioni di parte. Una descrizione asciutta, nel senso buono del termine, delle gesta degli uomini e delle donne Florio che contribuirono a segnare un’epoca.

I Florio furono un tassello fondamentale nella crescita e lo sviluppo del tessuto economico siciliano e dell’intera penisola. Importante fu il loro contributo nella conoscenza all’estero del nostro Paese e delle sue potenzialità. Come ogni saga famigliare ebbe un andamento a parabola che raggiunto il punto di apice ebbe un ineluttabile declino dettato dal contesto storico in cui si muoveva. La loro fine segna la fine di un’epoca che non va dimenticata, di cui ancora esistono testimonianze fondamentali come questo saggio che ha la grande capacità di raccogliere tutte le informazioni più importanti sulla dinastia, impreziosito da immagini di repertorio e documentali che ne permettono un maggiore apprezzamento.

Gli anni d’oro della dinastia Florio – Edizione cartacea
Gli anni d’oro della dinastia Florio – Edizione e-book

Descrizione

Gli anni d’oro della dinastia Florio ripercorre le tappe salienti della vita dei personaggi illustri di una famiglia che ha dato lustro alla Sicilia, in particolare a Palermo, Marsala e Favignana. Originari di Bagnara Calabra, Paolo fu il primo Florio a stabilirsi a Palermo, dove avviò una fiorente bottega in via dei Materassai, nota per la vendita di spezie e chinino, e frequentata anche dalla regina Carolina di Borbone. Il leo bibens, emblema della famiglia Florio, divenne presto noto in tutto il mondo. La loro crescita economica straordinaria è testimoniata dalla flotta delle navi Florio, che solcarono anche gli oceani, dalla produzione vinicola di grande successo, dall’industria del tonno, dalla fonderia Oretea, dalla produzione di ceramiche con il marchio Florio, e molto altro ancora. I Florio non solo hanno lasciato un segno indelebile dal punto di vista economico, ma anche culturale. Sono stati artefici della straordinaria fioritura culturale che Palermo visse durante la Belle Époque. Nelle ville sontuose ed eleganti, simbolo del Liberty e dell’Art Nuveau a Palermo, ospitarono illustri personaggi provenienti da tutto il mondo: re, regine, imperatori, zar e zarine. La storia dei Florio è quella di una famiglia borghese che ascese al rango aristocratico, rivaleggiando con le famiglie reali. Dai fratelli Paolo e Ignazio Florio a Vincenzo Serior, il genio creativo che fu il motore della ricchezza familiare, da Ignazio Florio Senior a Ignazio Florio Junior e sua moglie Franca Florio, indiscussi protagonisti della Belle Époque a Palermo, da Vincenzo III, ideatore della celebre Targa Florio, a Raimondo Lanza di Trabia, noto come un principe irrequieto, da Giulia Florio, figlia di Ignazio e Franca, che con il marito Achille Belloso Afan De Rivera Costaguti aprì la casa di piazza Mattei a Roma alle famiglie ebree durante il nazifascismo, salvandole da una morte certa, fino a Costanza Afan De Rivera, recentemente scomparsa. La storia dei Florio dimostra che il denaro non garantisce la felicità. La loro vicenda è stata segnata da grandi successi imprenditoriali, ma anche da profondi dolori e lutti. L’impero economico dei Florio, che prosperò per un secolo, subì un tracollo dovuto a varie ragioni, entrando così nella leggenda insieme alla famiglia e al loro simbolo, il leo bibens. «È un viaggio stimolante questo libro, dicevo, lungo e affascinante dove le autrici accompagnano il lettore alla scoperta di quanto non deve essere dimenticato, confuso o abbandonato. Un tassello prezioso per la sopravvivenza di una memoria storica corretta che si giovi di riferimenti validati e sinceri.» Salvatore Requirez

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