Recensione a cura di Roberto Orsi
“La miniera era un luogo malvagio, ormai ne era convinto.”
Sogni di libertà, tradimenti, inganni, amicizie spezzate e ritrovate. Sono tanti gli ingredienti che Luca Nesler propone al lettore in questo suo romanzo storico “Catene d’argento”.
Siamo agli albori del XVI secolo, tra la Baviera meridionale e il nord est italiano, territori di confine dominati da montagne e foreste. Alex Mainlich è un giovane stalliere a servizio del Sig. Lienhart Dreyling e di suo figlio Thomas. Con lui anche il padre Heinrich Manlich che, rimasto vedovo anni prima, ha deciso di abbandonare la vita precedente per garantire un futuro sereno e stabile a sé stesso e al figlioletto.

La vita nella tenuta dei Dreyling non è delle migliori. Alex cresce tra le prepotenze del padrone di casa il Sig. Lienhart e i dispetti del figlio Thomas che sembra aver ereditato il carattere del padre.
“Quell’uomo orribile avrebbe potuto fare qualsiasi sforzo per sembrare amichevole, ma non lo sarebbe mai parso.”
La sua migliore amica risponde al nome di Hilda, una giovane costretta come lui al servizio dei Dreyling a svolgere una vita che non le appartiene fino in fondo. La svolta alle loro esistenze avviene a seguito di un tragico evento. I due vengono accusati dell’omicidio di Thomas Dreyling con cui non sono mai andati d’amore e d’accordo. L’unica possibilità di salvezza è la fuga e la ricerca di una nuova vita.
Sarà Melchior Katzbeck, proprietario di miniere sui monti altoatesini, in visita nella tenuta dei Dreyling, a suggerire loro di farsi una nuova vita lontano da quella casa. I due, accompagnati dal padre di Alex, Heinrich, non hanno alcun dubbio e si mettono in viaggio verso le montagne.
Il Sig. Katzebeck li convince a lavorare nella sua miniera all’estrazione di piombo e argento. La destinazione è un piccolo villaggio minerario: San Martino di Monteneve, nella Val Passiria. Una perla incastonata tra le montagne che ancora oggi è meta turistica per gli appassionati con i rifugi alpini, i locali espositivi e le visite alle gallerie minerarie ormai abbandonate ma visitabili.

“Ancora non riusciva a capire come si fossero risolti a stare lì, in cima a un monte spoglio che puzzava di letame, circondati da centinaia di uomini sinistri come demoni, a scavare gallerie nella roccia buia con la profondità di un capello al giorno. Una follia”
Il lavoro in miniera è molto diverso da quello di stalliere nelle proprietà dei Dreyling ma Alex per la prima volta sente odore di libertà, la possibilità di guadagnare e affrancarsi dalla servitù. L’incontro con Elsa, aiutante del macellaio di paese a cui accudisce i maiali, gli permetterà di conoscere un nuovo sentimento oltre a rafforzare la convinzione di volere una propria indipendenza e prendersi cura di qualcuno.
Le giornate, e le pagine del libro, scorrono alternando il punto di vista dei tanti personaggi che si affacciano sulla scena. La famiglia Katzbeck è una delle diverse famiglie di proprietari minerari del villaggio. Con Melchior, lo zio Ulrich Palauser, uomo scontroso e dal cuore duro, che deve seguire gli ordini del nipote, ma con l’ambizione un giorno di potersi definire padrone a tutti gli effetti.
In forte competizione con la famiglia Katzbeck troviamo i Tannauer, nella figura di Sebastian Tannauer. I contrasti tra le due famiglie e le due imprese sono molto forti. Inganni, soprusi, violenze, denunce anonime e complotti popolano le pagine del romanzo, in continui capovolgimenti di fronte, tra alleanze e amicizie che si trasformano in inimicizie in un batter d’occhio.
E in tutto questo, il Sig. Dreyling non ha dimenticato la morte del figlio e il suo proposito di vendetta contro coloro che ritiene responsabili dell’omicidio.
“Che il destino delle donne fosse davvero pagare per il peccato di Eva, come diceva il reverendo Walther? Soffrire assieme a Cristo per il male del mondo e redimere anche quei maschi, che, dopotutto, non erano tanto forti nella sofferenza.”
L’autore ambienta il suo romanzo nei luoghi che conosce molto bene. Le descrizioni dei paesaggi e dei luoghi in cui si muovono i protagonisti non sono eccessive, anzi lasciano molto più spazio all’azione, i dialoghi e i sentimenti dei personaggi.

Sono ben definite le parabole dei protagonisti Alex e Hilda, così come quella di Elsa e di Jakob, giovane garzone al servizio dei Katzbeck. Gli anziani del paese sono duri, quasi inscalfibili come la roccia che da anni scavano all’interno della montagna; covano sentimenti di vendetta e ripicca nei confronti dei nemici. È come se la miniera fosse entrata dentro di loro, finiscono per assomigliare a ciò che li ha sostentati per tutta la vita.
I giovani del romanzo hanno invece sogni di libertà, di emancipazione e di una nuova vita migliore di quella già vissuta. Quando si trovano in giochi troppo pericolosi, trovano la forza e la tenacia della ribellione. Mentre il passato insegue, il futuro sfugge.

Catene d’argento – Edizione e-book
Trama
Primavera 1505. Alex è un giovane stalliere che sogna la libertà. Un giorno, assieme a Hilda, serva nella stessa casa, vede morire il figlio del padrone. I ragazzi devono fuggire per non essere accusati di omicidio e uccisi a loro volta.
Il rifugio ideale viene loro indicato da Melchior Katzbeck, un imprenditore minerario tirolese in visita al palazzo che si offre di nasconderli a Monteneve, la miniera più alta d’Europa nell’odierno Alto Adige.
Il lavoro nel buio delle gallerie sembra un nascondiglio perfetto, ma non si può fuggire a lungo dai guai.