Recensione a cura di Donatella Palli
Chi fu veramente il conte Carlo di Rudio di Belluno, naturalizzato Charles De Rudio, morto a Pasadena, Los Angeles nel 1910?
“Fu senza dubbio un uomo d’azione, in grado di sconfiggere anche la morte che fu al suo fianco per tutta la sua esistenza senza mai riuscire a ghermirlo, pur essendo stata da lui costantemente sfidata oltre ogni ragionevole limite”

Questa è la storia del nostro Risorgimento ma non come abbiamo appreso dai libri di storia bensì dalla voce di un protagonista di quegli anni che, come tanti altri giovanissimi, fu ammaliato dalla prospettiva di liberare l’Italia dal giogo straniero ed unificarla e in questa grande avventura, tanti persero la vita.
Pisso dà voce al suo protagonista che racconta in prima persona.
Belluno, Regno Lombardo – Veneto 1847
Il Conte Ercole Placido di Rudio e la sua famiglia mal sopportano la dominazione austriaca e i due figli Achille e Carlo, ascoltando i sermoni patriottici di don Sebastiano Barozzi, s’infiammano sognando di cacciare gli invasori dalla loro terra.
Hanno Quindici e sedici anni e, secondo la tradizione, andranno al collegio militare di San Luca a Milano.
Milano 1848
È un anno di grande fermento e tutti i regnanti concedono la Costituzione dalla Sicilia di Ferdinando II di Borbone, alla Toscana di Leopoldo II, al Piemonte di Carlo Alberto, a Pio IX .
Fa eccezione il regno lombardo – veneto ma a Milano è forte la disobbedienza civile che sfocerà poi in una vera e propria rivolta.
“Da gennaio i milanesi avevano iniziato le proteste non comprando le sigarette, né il lotto, disertando la Scala se c’erano cantanti austriaci”
I cadetti sono confinati in caserma ma in una delle loro uscite per sedare le proteste, Carlo ed Achille uccidono un austriaco che stava stuprando una donna e devono fuggire da Milano.
Inizia così la loro vita di fuggiaschi.

I due ragazzi si recano a Venezia a sostenere la Repubblica veneziana di Daniele Manin. Le alterne vicende della guerra permettono agli austriaci di riconquistare i territori perduti e il fratello Achille viene ucciso in combattimento.
Nonostante il lutto Carlo decide di tornare a combattere a Venezia :
“Credo che ognuno di noi abbia un futuro già scritto e che non si possa cambiare. Quando la morte vorrà portarmi con sé, mi troverà preparato, ma sino a quel momento non mi lascerò condizionare dai timori”
Repubblica romana 1849
Il suo carattere irruente gli rende difficile obbedire agli ordini e lascerà Venezia per Roma. Combatte con Garibaldi per la Repubblica romana. Pio IX davanti ai disordini fa marcia indietro, ritira la Costituzione e fugge a Gaeta
“Quelli che si sono proclamati repubblicani liberali non hanno esitato a recidere la carotide del mio primo ministro, a uccidere monsignor Palma, il mio segretario, a puntare i cannoni contro la mia residenza. Assassini dovrebbero chiamarsi null’altro che assassini“
L’intervento francese fa fallire la Repubblica e Carlo con molti compagni viene arrestato ma riesce a fuggire e si reca a Genova.
“Genova ospitava un ingente numero di rivoluzionari mazziniani repubblicani ricercati dalle polizie europee“
Il giovane s’ imbarca per l’America su un veliero che commercia con la Cina ma L’Old Sinner fa naufragio e i sopravvissuti approdano a Cartagena, un’isola spagnola.
Di Rudio decide di ritornare a piedi in Italia con un amico; si fingono monaci e sopravvivono fermandosi nei conventi a chiedere asilo.
Belluno/Londra 1851-57
Carlo è tornato finalmente a Belluno dalla famiglia.

Nel frattempo Luigi Napoleone nella notte tra il primo e il due dicembre, con un colpo di stato, si fa incoronare Imperatore dei francesi.
Da questo momento in poi la vita di Carlo di Rudio diventa ancor più rocambolesca: si unisce ai mazziniani, gli viene dato un passaporto falso, sarà Carlo Moretti, negoziante di seta e dovrà rilevare l’ubicazione delle guarnigioni austriache nel lombardo – veneto. L’insurrezione mazziniana però fallisce e i fuggiaschi vengono arrestati. Il nostro decide di andare esule a Londra.
Ovunque trova sostegno presso i tanti giovani che vivono all’estero.
Si adatta ai lavori più umili, si sposa con Elisa Booth e avranno un figlio, Hercules.
La passione rivoluzionaria non si placa, i metodi mazziniani non convincono i patrioti: bisogna tentare un’azione politica eclatante e sono in quattro Italiani a partecipare ad un attentato a Napoleone III (reo di aver fatto fallire la Repubblica romana) davanti all‘Opéra di Parigi.
“Davanti a noi, con la sua forma massiccia, che occupava quattromila metri quadrati e concedeva un posto a sedere a quasi duemila spettatori, si ergeva il gioiello dell’architetto Francois Debret “
Sventato l’attentato che provoca indici morti e più di centocinquanta feriti i congiurati vengono arrestati e Carlo viene mandato ai lavori forzati all’isola del diavolo nella Gujana francese, da lì riesce a fuggire remando su dei tronchi d’albero e arriva nella Gujana inglese; liberato può ritornare a Londra dove aveva lasciato moglie e figlio.
Londra 1860
In contatto con Mazzini, esule a Londra, viene a sapere che si sta preparando la tanto agognata unificazione ma sarà con Vittorio Emanuele, re d’Italia:
“Devo fermarli in tempo. Il motto del grande condottiero ( Garibaldi ) Italia e Vittorio Emanuele, non corrisponde agli ideali dei nostri affiliati (…) un’Italia governata dalla dinastia sabauda era qualcosa per me e per lui inconcepibile”
Londra 1864
Invece è proprio quello che avviene e Carlo con un biglietto di terza classe, offertogli da Mazzini, emigra per gli Stati Uniti. Quando arriva trova la guerra di Secessione e, non avendo una professione, decide di arruolarsi volontario nell’esercito dell’Unione. Finita la guerra e ricongiuntosi con la famiglia, viene inviato nei punti caldi del Paese, dove si costruiscono le strade ferrate a contrastare gli Indiani .
Kansas e North Dakota 1873/1876
“Il compito che mi attendeva sarebbe stato rischioso, perché i pellerossa non combattevano con tattiche tradizionali, ma si battevano sovvertendo ogni logica(..) L’uomo bianco li aveva esasperati a tal punto che si errano trovati addirittura a sfregiare e mutilare i corpi dei soldati uccisi”
Little Big Horn, 17 maggio 1876
L’avventurosa carriera di Carlo di Rudio non poteva non concludersi con la sua partecipazione alla battaglia di Little Big Horn, per sua fortuna, in una posizione un po’ defilata che gli permette, anche questa volta, di cavarsela. Con Custer erano periti 225 soldati e una decina di ufficiali.

Si spegne a settantotto anni nel 1910 nella sua patria d’adozione.
“Una cosa è certa: nessuno come lui può vantare, in tutta la storia d’Italia, un bagaglio di vicende eroiche, di avventure, di azioni ardimentose, di eventi scellerati e di intermezzi tanto spettacolari da sembrare quasi inverosimili”
PRO
La storia del Risorgimento come non l’abbiamo mai studiata con i protagonisti in carne ed ossa, le loro paure, i loro dubbi ma non è mai venuta loro meno la determinazione di volere un’Italia unita e libera dallo straniero.
CONTRO
Non c’è niente da dire, un eroe, forse non gli piacerebbe l’Italia odierna.

Trama
Romanzo storico incentrato sulla figura del conte bellunese Carlo Di Rudio, vissuto durante il Risorgimento e autore di imprese che appaiono inverosimili. La morte gli è stata sempre vicino senza però mai riuscire a ghermirlo, pur avendo rischiato ben oltre i limiti dell’umana comprensione. Fortuna e casualità l’hanno aiutato ma il conte Carlo Di Rudio non avrebbe mai potuto impersonare altri ruoli se non quello del protagonista assoluto.