Narrativa recensioni

Caravaggio assassino – Roberto Ciai con Marco Lazzeri

Recensione a cura di Roberto Orsi

Caravaggio è senza ombra di dubbio uno degli artisti rinascimentali tra i più controversi del panorama storico. Michelangelo Merisi, questo il suo vero nome, giunge a Roma giovanissimo “senza denari e pessimamente vestito” per lasciarla pochi anni più tardi, nel 1606. Innovatore e creatore passionale, tra i più irrequieti dello scenario artistico del suo tempo, Caravaggio fu “l’autore dell’arte cristiana più potentemente fisica mai creata”. Di lui si narra che girasse “da un gioco di palla all’altro, molto incline a duellare e a far baruffe”, un cervello particolare e stravagante, difficile da avvicinare e che per natura cercava la compagnia di altri animi inquieti come lui.

La sua arte restituisce tutto il turbamento dell’animo: i giochi di chiaro scuro, la luce che illumina le scene, i colori vividi e contrapposti, i volti tirati, rigidi e sofferenti. Caravaggio ha lasciato un’impronta indelebile nel firmamento del nostro patrimonio artistico.

Dal carattere turbolento e passionale, il Merisi fu costretto a lasciare l’Urbe per sfuggire a condanna certa dopo una rissa finita male. Su questo episodio si basa l’ultimo romanzo di Roberto Ciai con Marco Lazzeri. I due autori, che hanno abituato i lettori ai romanzi storici ambientati nella città eterna, raccontano, in forma romanzata, la vicenda del duello tra Caravaggio e Ranuccio Tomassoni, duello in cui quest’ultimo perse la vita.

Si tratta di una delle macchie più importanti nella vita di Michelangelo Merisi, un avvenimento che ne segnò l’esistenza, costretto a fuggire da Roma improvvisamente, braccato dagli sgherri dei Tomassoni e dalla giustizia che avrebbe potuto condurlo al patibolo. In questo romanzo riviviamo le vicende in una sorta di parallelismo tra il racconto di Caravaggio all’indomani della fuga, e il punto di vista di Lucifero Bencivenne uno degli scagnozzi della famiglia Tomassoni, incaricato dal fratello della vittima, Gian Francesco, di ritrovare l’artista per una atroce vendetta.

“Se è un assassino”. Lucifero non sapeva smettere di pensare a quelle parole. Che senso avevano? Forse si trattava solo del dubbio di un vecchio che ormai non si fidava più dei propri occhi.

Lucifero, un bravaccio con un passato difficile alle spalle, ha fin da subito più di un dubbio sulla colpevolezza del Caravaggio. Seguendo le piste tracciate dai testimoni oculari e dalle prove raccolte, si rende presto conto che la ferita inferta da Caravaggio non era poi così grave da riuscire a uccidere un uomo se soccorso nei modi e nei tempi giusti. Ranuccio, ferito all’inguine da un colpo di pugnale, viene trasportato nella bottega del cerusico Spezzaferro. La ferita non è troppo profonda, eppure il Tomassoni non riesce a salvarsi. Come è possibile? È questa la domanda che assilla le notti di Lucifero.

C’erano forse motivazioni nascoste dietro la morte di Ranuccio? Possibile che un banale pretesto come una scommessa al gioco delle carte, potesse portare a tale epilogo brutale?

La ricerca della verità apre nuovi scenari sulla vita di Caravaggio, su quella delle famiglie più in vista della Roma dei primi anni del XVII secolo. I Tomassoni padroneggiano il quartiere di Campo Marzio, spalleggiati dai Farnese, famiglia di grande trazione anche ecclesiastica. Caravaggio è protetto, invece, dalla famiglia Colonna, un’altra tra le più potenti dinastie del tempo. La scena si allarga quindi a relazioni diplomatiche e di convenienza che coinvolgono gli uomini più in vista di Roma.

Una Roma sorniona quanto elegante, spregiudicata quanto maledetta, fa da scenografia a un romanzo che non perde mai il suo ritmo iniziale.

Questa era Roma nei primi anni del nuovo secolo. Bella e cadavere, incanto e merda, fabbrica dell’ozio della carne data a presa per soldi o per disperazione. Col presagio del nuovo, ma ancora piena di contraddizioni. Di quella Roma, Campo Marzio era il polmone.

Nel corso dell’indagine il lettore assiste a una parabola evolutiva del personaggio di Lucifero Bencivenne, uomo tutto d’un pezzo, deciso e coerente nei suoi principi cardine di vita. Allo stesso tempo c’è spazio per analizzare l’arte del Caravaggio, la grande capacità comunicativa e la forza delle immagini. Il dipinto di Giuditta e Oloferne risulta avere un ruolo chiave nella vicenda, dal punto di vista narrativo quanto di quello immaginifico:

 “La protagonista assoluta era la morte assieme all’amore e al suo inverso, che a essa conducono. La vastità della morte, una bocca che nulla restituisce di quanto ingoia.

“La disperazione veniva allo scoperto mostrando un uomo solo, senza certezze, eternamente in bilico tra ira, istinto cupo, indole capace di rabbia cieca, ma anche crepacuore e nostalgia.”

Ne risulta un uomo, il Caravaggio, tormentato dal suo stesso essere, fagocitato dalla sua arte e dalla sua visione della vita e della morte. La ricostruzione dei due autori pone sul piatto della bilancia altre considerazioni legate alle faide tra i personaggi del romanzo, riconducendo lo scontro a un livello materiale e di potere. Un piacevolissimo romanzo tra luci e ombre di uno degli artisti più incredibili della Storia.

Pro

Scrittura fluida e con alcuni passaggi artistici di ottimo livello. Dialoghi perfettamente calati nel contesto di riferimento.

Contro

Nulla da segnalare nel momento in cui si è consci, approcciando la lettura, di essere di fronte a un romanzo su una vicenda che non è mai stata davvero chiara.

Caravaggio assassino – Edizione cartacea
Caravaggio assassino – Edizione e-book

Trama

Roma, maggio 1606. Dopo una velenosa partita a carte, il ruffiano Ranuccio Tomassoni affronta in duello Michelangelo Merisi, conosciuto come Caravaggio. Ranuccio viene ferito e, nonostante l’intervento di un cerusico, muore dissanguato tra le braccia del fratello Gian Francesco, mentre Caravaggio, ferito a sua volta, si dà alla fuga. Gian Francesco governa da padrone assoluto Campo Marzio ed esige una vendetta feroce. Affida al birro Lucifero Bencivenne l’incarico di rintracciare il pittore, che sembra scomparso nel nulla. Attraverso le maglie oscure e impenetrabili della Città Eterna, le indagini di Lucifero portano inaspettatamente alla luce attriti e faide interne alla famiglia Tomassoni, storie di sangue e di carne. Un dubbio si fa strada nella sua mente: e se Caravaggio fosse innocente? In una Roma meravigliosa e decadente, nella quale l’arte di chiese e palazzi si mescola alla miseria e alla criminalità dei quartieri infami, si scatena una violentissima caccia all’uomo che vede contrapporsi due tra le famiglie più potenti della città, i Farnese e i Colonna; una caccia all’uomo in cui le ragioni del potere potrebbero prevalere sulla giustizia. Luci e ombre si mescolano nell’arte e nella vita di Caravaggio. Ma fin dove si possono spingere le ombre?

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