Recensione a cura di Sabrina Poggi
So British!
Nel villaggio inglese di Silverstream, vive la tranquilla Miss Buncle: zitella, non particolarmente brillante, non particolarmente attraente, un po’ sciatta nel vestire.
La vita a Silvestream scorre tranquilla, senza eventi sensazionali. Gli abitanti incarnano perfettamente quelli che gli stereotipi e i romanzi, soprattutto i gialli della Golden Age, ci hanno insegnato ad associare al tipico villaggio inglese: la matrona che si ritiene una gran signora e tiranneggia il marito, il militare in pensione, la vedova che affitta stanze, le rispettabili signorine che decidono di dividere le spese vivendo insieme, l’aspirante scrittore che si comporta da despota con i familiari, il medico condotto, l’ambiziosa con mire matrimoniali verso il ricco curato (che forse così ricco non è) e così via.
“Non c’era molto altro da fare a Silverstream oltre che dormire.”
Ma un vero e proprio terremoto si abbatte su questa calma, persino un po’ noiosa comunità. Per racimolare qualche soldo in un periodo di ristrettezze economiche, trovando piuttosto scomoda l’alternativa di allevare galline, Miss Buncle decide di scrivere un libro in cui, non essendo dotata di particolare fantasia, descrive ciò che conosce bene: la vita a Silvestream, ribattezzata nel testo Copperfield. Gli abitanti del villaggio, celati sotto nomi di fantasia, sono i protagonisti del libro, che sottolinea impietosamente le loro manie e difetti. Ma il tocco da maestro è l’apparizione, nella seconda parte del libro, di un misterioso suonatore di flauto che scatena una serie di azioni e reazioni portando lo scompiglio generale, risvegliando gli istinti e i desideri dei protagonisti. La moglie trascurata dal marito fugge con il figlio della vicina, le due signorine partono per Samarcanda, il militare in pensione si decide a dichiararsi alla vedova e così via.
Contro le stesse aspettative dell’autrice, l’editore Abbott trova sensazionale il libro e, pur non capendo se si tratti di un’opera scritta con malizioso ingegno o con assoluta ingenuità, decide di pubblicarlo con il titolo “Il disturbatore della quiete pubblica” a nome di un misterioso John Smith.
“Quant’erano stupidi i lettori! Proprio come pecore… pensò Mr. Abbott assonnato… una segue l’altra, trascurano un libro o ne comprano un altro solo perché altri lo stanno comprando, anche se non hanno la minima idea di che cosa manchi a uno e che cosa abbia in più l’altro.”
Ben presto le copie del libro iniziano a circolare e raggiungono Silvestream. Come il misterioso pifferaio, è il libro stesso a diventare un catalizzatore, in quanto gli abitanti del villaggio non tardano a riconoscersi nei protagonisti del romanzo. Offesi e turbati, si scatenano alla ricerca dell’autore, non arrivando però mai a sospettare della scialba Miss Buncle. Si susseguono riunioni di cospiratori, scene di isterismo, rappresaglie ai limiti della legalità.
D’altra parte, c’è anche chi, traendo ispirazione e coraggio proprio dal libro, decide di prendere le redini della propria vita, dichiarandosi all’amata o partendo per un viaggio in fondo davvero desiderato.
In tutto questo marasma, grazie al denaro guadagnato con le vendite della sua opera, esce dal suo bozzolo e prova l’ebbrezza di scegliere nuovi abiti e nuove acconciature, aiutata dai saggi consigli della giovanissima ma sveglia Miss Carter, confinata a Silverstream a casa della zia per trascorrere un periodo di convalescenza. Continua intanto a scrivere un secondo episodio, sempre ambientato a Copperfield e con gli stessi protagonisti, ma quasi alla fine si ritrova a corto di ispirazione. Sarà proprio il bonario e piacevole editore a darle il consiglio giusto, per un finale a sorpresa che finirà per passare dalla carta stampata alla realtà.
“Mr. Abbott non aveva mai letto prima d’ora un romanzo che parlasse di una donna che aveva scritto un romanzo su una donna che aveva scritto un romanzo – era come una cifra decimale periodica, pensò, o forse più come una prospettiva di specchi tipo quelli usati dai sarti, in cui la donna e il suo romanzo si riflettevano l’uno nell’altro all’infinito.”
Si tratta di un romanzo davvero piacevole, con personaggi ben caratterizzati, divertenti senza essere macchiettistici. Ho scelto di non illustrare troppo dettagliatamente la trama, proprio per non rovinare il piacere di una divertente e gradevole lettura, che mi ha fatto iniziare bene e con il sorriso il nuovo anno.
Trama
Miss Barbara Buncle sembra di mezza età anche se ha trent’anni, veste in modo orribile e conduce un’esistenza di sconfinata virtù e altrettanto sconfinata noia. Siamo nei primi anni ’30 del Novecento e la crisi economica si fa sentire; così un giorno Miss Buncle si accorge che la sua rendita si sta assottigliando e che, per andare avanti, deve inventarsi qualcosa. Per esempio scrivere un libro: non ha una grande immaginazione, ma intorno a lei c’è una folla di personaggi bell’e pronta. E così Miss Buncle si mette a osservare gli abitanti del villaggio, riportandone sulla carta, con assoluta schiettezza, vizi e virtù. Quando il libro viene pubblicato – a firma di John Smith – e diventa un bestseller, gli abitanti di Rivargenton si rendono conto di essere dentro un romanzo che porta allo scoperto la loro vera natura. Scatta allora la caccia al misterioso John Smith e per Miss Buncle tutto diventa molto difficile.