Recensione a cura di Luigia Amico
Leonarda Cianciulli, passata alla storia come “La saponificatrice di Correggio”, una donna che si è macchiata di un terribile delitto: avrebbe ucciso e letteralmente trasformato in sapone e dolcetti vari tre donne. Avrebbe…il condizionale è d’obbligo. Tre donne scomparse e mai ritrovate e quando gli occhi vengono puntati su Leonarda, lei si dichiara unica colpevole. Sarà condannata e trascorrerà il resto della sua vita reclusa in un manicomio criminale.
Leonarda è senza dubbio una figura controversa e sotto alcuni aspetti inquietante, oserei dire disturbante, almeno ai miei occhi. Conosciuta all’epoca come moglie e madre amorevole, ma passata alla storia come una efferata serial killer. Ha sofferto nella sua vita Leonarda, la perdita di un figlio è un dolore indescrivibile, figuriamoci per lei che ha dovuto affidare alla signora Morte innumerevoli figli. Ed è proprio in nome dell’amore materno che la Cianciulli decide di uccidere, almeno secondo il suo dire. Ma quanto c’è di vero nelle sue parole raccolte in un memoriale la cui autenticità è messa in dubbio e a cui attinge anche l’autrice? Perché confessare un delitto così aberrante ben sapendo a cosa sarebbe andata incontro?
Ma soprattutto, quale è il confine che separa la realtà dalla leggenda? Già, leggenda…sappiamo bene quanto poco basti a infiocchettare per bene una storia apparentemente banale per restituire un racconto dai colori lovecraftiani.
Francesca Mogavero nel suo romanzo, che vuole essere una sorta di biografia, prova a fare chiarezza su una vicenda che ha sollevato molteplici discussioni e da cui ne esce colpevole, anche senza prove attendibili, una donna che sicuramente ha sofferto molto nella sua vita e che probabilmente da queste sofferenze ne è uscita perdente fin dall’inizio. L’autrice porta a termine un lavoro di scrittura sopraffino, il suo intento è quello di analizzare minuziosamente la personalità e la psicologia, forse disturbata, di Leonarda tratteggiando con grande capacità possibili emozioni, sensazioni e soprattutto scavando con meticolosità tra archivi, scritti, interviste e atti processuali al fine di restituire una almeno labile verità.
“L’aspetto più importante e interessante è scavare nelle ragioni, sondare quanto la bugia si sia radicata, fino a diventare autoconvinzione. Perché Leonarda, attingendo al suo bagaglio folklorico e al suo interesse per la materia, ha messo su questo teatrino da tregenda?”
Non è un lavoro semplice, come detto prima non è così immediato distinguere e separare la realtà dalla leggenda che ormai ha avvolto come un mantello la figura della Cianciulli, le dicerie sono varie e molteplici e la probabilità di imboccare strade errate durante il percorso è molto alta.
In cosa si distingue lo scritto della Mogavero dagli altri? Sicuramente la particolarità della sua scrittura, la sua penna affronta una tematica così difficile e terribile con una prosa dai tratti fiabeschi, non è cosa semplice alternare Storia e fiaba ma lei riesce in questo escamotage magnificamente. Fiaba, magia, occulto, pratiche divinatorie, processi, accuse…non manca nulla nella vita di Leonarda, nulla o quasi…manca quella verità che potrebbe condannarla alle fiamme dell’inferno per sempre o ripulire la sua immagine.
“Addentriamoci allora in questa foresta di sangue e inganni, di orchesse e martiri nostrane, in un ‘c’era una volta’ non troppo lontano -qualcuno, la Cianciulli, l’ha incontrata e ancora ne ricorda la voce, le mani.”
Cosa resta di questa lettura? Emozioni contrastanti, dubbi, tristezza e in base a come si decide di affrontare la verità, o la leggenda, un velo compassionevole ci accompagnerà anche dopo aver voltato l’ultima pagina.
“Cosa è reale e cosa è leggenda? Come distinguere, se anche i documenti ufficiali riportano confessioni ai limiti dell’incredibile? Come estrapolare un nucleo quanto più possibile vicino alla verità? Questo è il problema principale…”
Pro
Sicuramente lo stile di scrittura, personalmente ne sono rimasta affascinata anche se non è così immediato empatizzare con una penna particolare.
Contro
Alcune digressioni presenti all’interno del romanzo mi hanno rallentato ma, ragionandoci a mente fredda, mi rendo conto che erano essenziali al fine di entrare completamente nella mente di Leonarda.
Trama
La vicenda della Saponificatrice di Correggio è ormai talmente celebre da essere entrata nella leggenda: Leonarda Cianciulli, massaia di mezza età con un marito e quattro figli, dopo aver brutalmente ucciso tre donne, ne avrebbe fatto, a sua detta, saponi profumati e torte da offrire a vicini e familiari. Ma quanto è realtà, e quanto terribile invenzione della stessa Leonarda? I fatti sono noti: tra il 18 dicembre 1939 e il 30 novembre 1940 le vittime spariscono dalla cittadina emiliana; i loro corpi non verranno mai ritrovati. Tutti i sospetti portano a Cianciulli, che si dichiara unica colpevole: morirà in un manicomio giudiziario. E le torte? E il sapone? Quanto è verità, e quanto abile menzogna intessuta dalla protagonista di questa fiaba nera? Chi è, veramente, Leonarda Cianciulli? Una criminale o una folle? Una mamma generosa o un’assassina sanguinaria? Francesca Mogavero ripercorre la storia della Saponificatrice con un taglio inedito, inframmezzando una narrazione serrata e perturbante a stralci del Memoriale scritto da Leonarda stessa. Attenzione, perché il calderone sta bollendo. Non resta che guardarci dentro.