Articolo a cura di Renato Carlo Miradoli
Se un certo Giovanni XXIII fino al 1947, nella cronologia ufficiale della Santa Sede, era al secolo tale Baldassarre Cossa (1410 – 1414) il Papa del Concilio di Costanza, e in seguito e tutt’oggi, invece, Angelo Roncalli (1958 – 1963) il Papa Buono, l’uomo del Concilio vaticano II si può, anzi, si deve dubitare della storia (che studiamo e amiamo come avventura dell’umanità proprio per questo!).
Mai come in questo periodo (e se state seguendo il dibattito in punta di diritto canonico e di dottrina, lo saprete bene); mai come in questo periodo, dicevo, il volume di Mario Prignano, Antipapi, Una storia della Chiesa, Laterza 2024, può essere per voi di grande interesse.
Ci riferiamo alle recenti polemiche sull’abdicazione di Benedetto XVI – Ratzinger che non sarebbe valida e, conseguentemente, alla presunta non legittima elezione di Francesco – Bergoglio. Chi volesse saperne di più, ascolti l’intervento di padre Giorgio Maria Farè dell’ordine dei carmelitani scalzi, scomunicato in seguito a questa polemica, che ha animato la discussione interna al mondo cattolico, e non.
Se, al di là di queste polemiche, spesso fatte per fare clickbait come si dice oggi, sul tema, ciò di cui siete a caccia è una lettura piacevole e un saggio ben documentato, non mancate di procurarvi in libreria il volume colto e profondo, nonché appassionante e appassionato di Prignano.
Rimandando alla recensione del medesimo volume, uscita sull’edizione in carta sul Corriere della Sera del 24 settembre u.s. a firma di Paolo Mieli (molto più degno autore di chi scrive qui), e a quella di Avvenire di cui, al contrario e per fortuna posso riportare un link, ci è gradito anche il poter dire la nostra su Antipapi di Prignano.
Il quale, dotto conoscitore di una bibliografia interessante sull’argomento, ripercorre la storia della Chiesa da un punto di vista molto particolare: che è, appunto, quello dei cosiddetti antipapi, cioè di coloro i quali, secondo una prima definizione di massima si sono posti in aperta opposizione alla gerarchia petrina, a propria volta, definita ufficialmente come legittima.
Le curiosità emerse, nonché le riflessioni più approfondite, ci offrono la possibilità di riconsiderare le interpretazioni del comportamento di alcuni, confermando in chi scrive la necessità continua di dubitare di un’unica visione dei fatti storici come assodata: ed essa è sempre bisognosa di una revisione continua; al limite estremo di poter affermare che (se qualcuno ha avuto l’avventura di leggere i nostri romanzi o contributi vari, conosce la nostra opinione) dell’avvenimento, o dello stesso fatto, si potrebbe arrivare a dubitare relativamente alle diverse e spesso opposte descrizioni di esso, per non dire dell’avvenimento stesso.
Un esempio fra i molti possibili (la lista degli Antipapi ammonta a una trentina di personaggi) è quello di Baldassarre Cossa, partenopeo di origine e passato alla storia con il nome di Giovanni XXIII: in questo contributo appare illuminato da una luce diversa da quella della tradizione. Avete capito bene Giovanni XXIII – Baldassarre Cossa (1410 – 1414), e non Giovanni XXIII – Angelo Roncalli (1958 – 1963): cioè, il Papa Buono, l’uomo del Concilio vaticano II, bensì quello del Concilio di Costanza (successore di Alessandro V – Pietro Filardo, milanese ed eletto a Pisa nel 1409): Giovanni XXIII cui andrebbe il merito, spesso non riconosciuto, come di autentico continuatore della linea di successione in co-presenza di ben tre Papi: egli stesso, dunque, in compagnia di Benedetto XIII ad Avignone e di Gregorio XII a Roma.
Lo stesso Prignano, di cui stiamo parlando qui, è autore di una monografia su Baldassarre Cossa, da chi scrive non ancora letta, in lista di attesa stile servizio sanitario italiano, per dir così, ma ci impegniamo a correre ai ripari quanto prima, e vi faremo sapere.
Ma torniamo agli Antipapi. Il periodo più interessante, preso in esame, è quello compreso appunto fra il 1309 e il 1418, cioè dall’inizio della cosiddetta cattività avignonese e la celebrazione del concilio di Costanza per risolvere lo Scisma d’Occidente di cui dicevamo; ed è per gli storici un momento della storia davvero goloso: interpretazioni giuridiche, lotte politiche, dibattiti teologici: e se offre confusione per un verso, per l’altro fornisce grande interesse per capire i segreti meccanismi della Storia.
Il dibattito, infatti, tutto tecnico-istituzionale, ci fa riflettere sul solito concetto di Storia: «Ma ce la farò a capire come sono andate le cose?», facendoci sognare, quasi fossimo all’interno di un romanzo di avventura (aspetto questo che ci fa amare la Storia come tale: l’avventura, cioè, dell’umanità!).
Facciamo un esempio e vi vogliamo far riflettere sul livello di confusione esistente nell’epoca presa in esame (non raccontato dal Prignano, ma noto a chi scrive): per sanare la quale ed evitare di confondere i fedeli in presenza di tre Papi, si arrivò a dire durante la celebrazione della Messa: «Oremus pro eo qui verus Papa est!».
Ma è invece ancora il Prignano a fare un’osservazione alla pagina 165 del suo volume a consentirci di riflettere a partire dalla considerazione che tiene conto del dramma sociale e culturale in cui versavano gli uomini di un periodo in cui la religione era, fra le preoccupazioni, la maggiore (e che, per converso, richiama l’attualità di cui dicevo all’inizio senza che chi scrive qui prenda posizione alcuna); e cito: «Mai prima di allora due Pontefici erano stati eletti, uno dopo l’altro, dallo stesso collegio di cardinali». Egli si riferisce qui al secondo conclave del 1378 per l’elezione di Roberto di Ginevra, il quale avrebbe assunto il nome di Clemente VII e che riprenderà possesso della sede di Avignone, creando nei fatti lo scisma d’Occidente in competizione con Urbano VI romano.
Oggi la religione conta (nel bene e nel male) meno di zero nella nostra società moderna, ma all’epoca un fatto simile giunse come uno sconquasso nelle coscienze di tutti, dovendo i tutti, a partire dai loro governanti e Re, decidere da che parte stare, contesi fra un Papa di Roma e uno di Avignone. Vi risparmio le angosce appunto dei fedeli che non sapevano più molto bene per quale dei due pregare, e arrivando a trovarsi nel 1409 persino in presenza di un terzo Pontefice eletto nel concilio di Pisa.
Gli inglesi parlano di food for thought per dire come un fatto, o una riflessione, aiuti a pensare, se teniamo conto che Prignano arriva a riferire ancora qualcosa davvero interessante: non è vero che la lista ufficiale dei Papi prodotta dall’Annuario Pontificio, fonte autorevole per la ricostruzione della linea dei Successori dell’Apostolo Pietro, sia quella vera e di riferimento.
Volete un esempio? Dobbiamo tornare allora a Baldassarre Cossa. Il quale viene escluso nel 1947 dalla lista dell’Annuario, e il fatto provoca un certo disagio quando nel 1958 Angelo Giuseppe Roncalli scelse il nome di Giovanni (e il numero della lista con quel nome a quel punto non poteva che essere XXIII!), mentre il predecessore di lui, Alessandro V, anch’egli passato alla storia come un antipapa nel 1409, restò nella lista degli Alessandri, e il famigerato Rodrigo Borgia fu eletto nel 1492 con il nome, guardate un po’!, di Alessandro VI!
Va ancora aggiunta la chicca definitiva per cui fu proprio Cossa a legittimamente convocare a Costanza nel 1414 il concilio ecumenico che avrebbe dovuto sanare l’obbrobrio dello scisma di tre Papi, i quali si sarebbero dovuti dimettere (fra cui egli stesso), di fronte a un nuovo eletto (e unico!) Papa, nella persona di Martino V.
Quindi, riassumendo un Papa legittimo convoca un Concilio legittimo che lo dichiarerà dopo qualche tempo… illegittimo: vedete perché leggere un tale saggio storico rischia di appassionare il lettore più di un romanzo di avventura?
Concludiamo (ma solo per ora: aspettate che legga il volume di Prignano su Baldassarre Cossa e riprenderemo): vi lasciamo, dunque, con la speranza e l’intima soddisfazione di avervi incuriositi.
Buona lettura.
Renato Carlo Miradoli