Un appuntamento tanto temuto quanto atteso! Armatevi di carta e penna perché in questa seconda parte della nostra rubrica ne vedrete delle belle…
Dio mi deve chiedere perdono. La storia di Luciano Battiston un ragazzo di campagna deportato a Mauthausen
Alessandro Fantin
Nuovadimensione
In libreria il 17 gennaio
Un ragazzo di provincia ignaro delle dinamiche politiche e sociali viene deportato nei lager nazisti. Si salva grazie all’amicizia e alla forza di resistenza. Luciano Battiston è un ventunenne della campagna pordenonese quando viene arrestato nel 1945 durante un rastrellamento notturno. Torturato dai fascisti della “Banda Vettorini” e condannato a morte dal tribunale tedesco, viene graziato e deportato a Mauthausen il 7 febbraio con il numero di matricola 126625. Affronta i 186 scalini della “Scala della Morte” e tutte le mansioni più massacranti. Sopravvive all’inferno del lager grazie a un compaesano, Luigi “Vigi” Belluz, ritrovato nel campo. Luciano e Vigi fanno un patto: “O via tutti e due o a casa tutti e due”; i due amici dividono tutto, persino l’aria che respirano. Giunto allo stremo delle forze e a un passo dal forno crematorio, Luciano viene liberato dalle truppe americane il 6 maggio 1945. I due compaesani sopravvissuti tornano a casa a piedi, affrontando molte avversità lungo il percorso. La confessione toccante di Luciano è stata raccolta dal nipote Alessandro, un passaggio di testimone per tramandare ciò che è stato e scongiurare i rigurgiti di nazifascismo.
Il numero sul tuo braccio è blu come i tuoi occhi
Eva Umlauf
Newton Compton Editori
In libreria il 17 gennaio
Il 3 novembre 1944, una bambina di nome Eva fu marchiata come prigioniera ad Auschwitz con il numero A-26959. Svenne tra le braccia di sua madre, ma sopravvisse al dolore del tatuaggio e a innumerevoli altri shock. Non aveva ancora compiuto due anni. Era nata a Novaky, Slovacchia, in un campo di lavoro per ebrei. Al momento della liberazione, il 27 gennaio 1945, sua madre Agnes era incinta della seconda figlia; Eva era malnutrita e soffriva di diverse malattie. «Si dimentichi della bimba, non sopravviverà», dissero i medici ad Agnes. Ma Eva sopravvive e, cresciuta con una madre che, come molti scampati all’inferno, non parla mai delle atrocità subite, cerca risposte che nessuno può darle. Soffre di frequenti malanni, e gli orrori spesso riaffiorano alla sua memoria in forma di incubi. Finché l’incontro con altri sopravvissuti all’Olocausto, tra cui il futuro marito Jakob, le dà l’opportunità di vivere la sua identità ebraica e di ricostruire i pezzi della sua infanzia perduta.
Quando imparammo la paura. Vita di Laura Geiringer sopravvissuta ad Auschwitz
Frediano Sessi
Marsilio
In libreria il 17 gennaio
Il giorno e l’ora della liberazione dai campi di concentramento vengono spesso raccontati e rappresentati come un ritorno alla vita e la fine di atroci sofferenze. Non è stato così per molti dei prigionieri dei Lager, tanto meno per le poche donne scampate all’orrore. E non è stato così per Laura Geiringer, unica sopravvissuta della sua famiglia, tornata a casa con la consapevolezza di dover impiegare tutte le sue forze per ricominciare a vivere. La vergogna e il disgusto per quanto subito la spingono a tacere: chi le crederebbe? A chi parlare dei tremendi esperimenti che il professor Carl Clauberg conduceva sui corpi delle donne ad Auschwitz? Chi non aveva esperienza del Lager non poteva capire, forse non sarebbe nemmeno riuscito ad ascoltare. Unico sfogo per sfuggire al ricordo delle abiezioni di Birkenau è il diario di memorie a cui affida i suoi pensieri. Grazie a quelle parole, a nuovi documenti e a testimonianze inedite, Frediano Sessi ricostruisce la tragica storia di Laura e della sua famiglia, dalla serenità dell’infanzia all’ignominia delle leggi razziali; dalla tentata fuga a Gruaro alla detenzione a Venezia; dal tragico trasferimento ad Auschwitz sul medesimo convoglio di Primo Levi al tentativo di riprendere, dopo la liberazione, un’impossibile normalità. Accanto alle storie sia degli aguzzini sia delle compagne che con lei hanno condiviso torture e vessazioni, emerge con forza in queste pagine il desiderio di resistere con ogni mezzo a quel male assoluto.
Impronte di gatto. Nell’arte, nella letteratura, nella vita dell’uomo
Detlef Bluhm
Corbaccio
In libreria il 17 gennaio
Un’analisi a trecentosessanta gradi del felino domestico e delle… impronte che lascia nel mondo. Le prime testimonianze del rapporto tra uomo e gatto risalgono almeno al 9000 a.C. e da allora si è sviluppata una storia straordinaria, che ha portato i gatti a ricoprire diversi ruoli, spesso in contraddizione tra loro. Il gatto è stato adorato e odiato, accolto e cacciato, è stato considerato divino o demoniaco, in virtù del suo stesso carattere: indipendente, altezzoso, sornione, impertinente, ma anche regale, furbo, affascinante e buffo allo stesso tempo. Così è stato divinizzato dagli egizi, sfruttato dai romani, demonizzato nel medioevo, comunque amato in tutte le epoche. Impronte di gatti si trovano in tutte le forme artistiche e l’autore le segue con passione nella pittura, nella letteratura, nel cinema e nella musica, dando vita a una serie di aneddoti curiosi e spassosi, scritti con tale abilità che sembra di veder balzare i protagonisti dalla pagina. Una vera storia dei gatti e del loro rapporto con l’uomo, divertente e completa, per tutti gli amanti di questo animale che non vogliono fermarsi a una conoscenza superficiale del loro amico felino.
La giustizia, tra vita e morte. Clitemnestra, Medea, Circe
Luciano Violante
Lindau
In libreria il 17 gennaio
Sono tre celebri figure del mito a raccontare le loro vicende nei monologhi che compongono il volume di Luciano Violante: Clitemnestra, la regina di Micene, sorella di Elena e moglie di Agamennone, comandante supremo dell’armata greca nella guerra di Troia; Medea, principessa della Colchide e sventurata compagna di Giasone nell’avventura del vello d’oro, e Circe, la dea figlia di un titano e di una ninfa, che trattiene Ulisse per un anno sulla sua isola. Rese immortali dall’Odissea e dai grandi autori della tragedia greca, ispiratrici di molte opere antiche e moderne, esse sono diventate simboli del male. Sono state ingannate e hanno scelto la vendetta, tramando e uccidendo. «A sorriso avrebbe corrisposto sorriso. A dolci parole avrebbero corrisposto dolci parole. Tappeto a tappeto. Inganno a inganno. Lama tagliente a lama tagliente. E morte a morte». È però un’altra la prospettiva da cui Luciano Violante ripercorre le loro storie. A fare da filo conduttore è la giustizia, intesa non come definizione delle ragioni, dei torti e delle responsabilità, ma come misura delle relazioni umane, all’interno delle quali i comportamenti sono giudicati alla luce del contesto storico che li ha provocati. Le tre donne possono così diventare simboli positivi. Ma l’incalzante ritmo dei versi sollecita anche il lettore a guardare, attraverso quelle vicende remote, il nostro presente, cogliendone le laceranti e disumane contraddizioni.
Risorgimento. Una guerra alla Chiesa in nome dell’Italia?
Angela Pellicciari
Cantagalli
In libreria il 17 gennaio
Squadra e compasso al lavoro hanno originato, spesso in nome della scienza e della ragione, il terrore prima in Francia poi in tutta Europa. Dopo la caduta di Napoleone era difficile continuare a combattere la fede in nome della ragione e della scienza, così si è scelto di farlo in nome del sentimento. Il sentimento, in politica, si chiama nazionalismo. Nazionalismo in Italia? Difficile da credere. Eravamo sì divisi in vari Stati, ma eravamo tutti cattolici, le nostre classi dirigenti parlavano la stessa lingua, la nostra cultura, la cultura della bellezza, era riconosciuta, apprezzata ed invidiata in tutto il mondo. Il Bel Paese era dotato ovunque di un fitto reticolo di scuole e di opere di carità, non avevamo partecipato a nessuna spartizione coloniale, il papa aveva un’autorità indiscussa, riconosciuta in tutto il mondo. Eppure, in nome del sentimento patriottico, in nome del progresso e della morale, siamo riusciti a promuovere un’unificazione dettata dagli interessi delle logge e dei loro paesi di riferimento. In nome del nazionalismo l’Italia si è trasformata in una colonia e la nostra popolazione è stata costretta ad un’emigrazione di massa.
Sacre ossa. Storie di reliquie, santi e pellegrini
Federico Canaccini
LaTerza
In libreria il 17 gennaio
La polvere del mantello di san Martino, il dentino da latte di Gesù Bambino, migliaia e migliaia di frammenti della Vera Croce recuperata da sant’Elena: se scorriamo l’elenco delle innumerevoli reliquie conservate nei nostri santuari e nelle nostre chiese, non possiamo trattenere lo stupore e l’ironia per una ‘tipica’ testimonianza della superstizione e dell’oscurantismo medievale. Ma se quello delle reliquie può apparire un mondo esclusivamente connesso con l’aspetto devozionale, con la fede e con l’esaltazione del sacro, esplorare le storie a loro legate ci conduce in un inedito mondo fatto di viaggi avventurosi, raggiri, contese teologiche, battaglie campali e rapporti di potere secolari. Basta ricordare l’importanza che hanno per Venezia e Bari le reliquie di san Marco e san Nicola, rispettivamente trafugate da Alessandria d’Egitto e da Myra. Sono storie che vedono protagonisti non solo santi e uomini di Chiesa, ma anche sovrani, condottieri, donne straordinarie, nobili e personaggi minori come pirati, ladri, abili millantatori e tanta povera gente in buona fede. Inseguendo queste storie il lettore sarà trasportato dal palazzo imperiale di Costantinopoli a ciò che resta del Calvario presso Gerusalemme, dal cuore dell’Arabia alla brumosa Britannia, dalle abbazie ai palazzi reali, dalle piccole pievi rurali fino alle cattedrali delle più grandi città d’Europa.
Cenere
Grazia Deledda
EdUp
In libreria il 17 gennaio
Pubblicato in origine a puntate nel 1903, i protagonisti dal destino tormentato, tipici delle storie della Deledda, questa volta sono la ragazza madre olì che abbandona il figlio Anania, nato da una relazione extraconiugale, tormentato per tutta la vita dal desiderio di ritrovare la madre. L’ambientazione sarda anche qui non fa solo da sfondo ma incarna un universo antropologico complesso e incredibilmente realistico dove viene fuori tutto il verismo dell’autrice. Una società misogina in cui si consuma l’eterno dramma dell’esistere. Romanzo illustrato dagli allievi di disegno. Le opere selezionate fanno parte di un progetto di recupero di classici della letteratura con la partecipazione di allievi di disegno delle Università Popolari italiane. In questo caso dell’UPTER di Roma.
L’età delle rivoluzioni. Progresso e rabbia da 1600 ai giorni nostri
Fareed Zakaria
Mondadori
In libreria il 21 gennaio
Viviamo tempi rivoluzionari. Ovunque si guardi, si riscontrano mutamenti radicali e forse irreversibili. L’assetto internazionale degli ultimi trent’anni si è dissolto e nuovi protagonisti – in particolare la Cina e la Russia – si sono affacciati sulla scena geopolitica minacciandone gli equilibri e la stabilità in nome di un diverso ordine mondiale. All’interno delle nazioni, i populismi sembrano minare il progetto liberale e le fondamenta stesse della democrazia. Sul piano economico, alcuni effetti deleteri della globalizzazione hanno messo in discussione il generale consenso attorno al libero mercato, mentre la rivoluzione digitale, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, sta delineando scenari sconosciuti e inquietanti. Dopo decenni di apertura, cooperazione e integrazione, il risorgere dei nazionalismi e l’antagonismo tra le grandi potenze, nonché il conflitto esistenziale tra paesi democratici e autocrazie, lasciano presagire un futuro denso di incognite. Nonostante l’ampiezza e la simultaneità di queste trasformazioni, la nostra non è certo la prima epoca rivoluzionaria della storia. Altre rivoluzioni, in passato, hanno travolto società e istituzioni, ordinamenti politici e sistemi economici: quella liberale dei Paesi Bassi del XVII secolo, che ha creato la politica così come oggi la conosciamo, la Rivoluzione francese, con i suoi ideali di libertà, uguaglianza e fraternità, ma anche con la sua eredità di sangue, la rivoluzione industriale, che ha plasmato il mondo in cui viviamo. Secondo l’analista politico Fareed Zakaria – per «Foreign Policy» uno dei «dieci pensatori globali» più importanti dell’ultimo decennio – queste rivoluzioni sono rilevanti perché possono aiutarci a capire i cambiamenti in atto. Infatti, se a ogni progresso corrisponde una battuta d’arresto, se a ogni azione segue una reazione, oggi il rischio più grande che possiamo correre è quello di vedere compromessa l’idea di libertà che da almeno quattro secoli rappresenta il cuore dell’Occidente. Affrontare l’era delle rivoluzioni impedendo che le lancette della democrazia tornino indietro è la sfida che ci attende.
Storia di Tova. La bambina di Auschwitz
Tova Friedman
Newton Compton Editori
In libreria il 21 gennaio
Tova Friedman aveva solo cinque anni quando è stata internata ad Auschwitz insieme a sua madre, e ne aveva quasi dodici quando è partita per gli Stati Uniti per iniziare una nuova vita. Dalla devastazione del ghetto ebraico polacco in cui ha vissuto i primi anni ai giorni terribili nel campo di concentramento, fino all’arrivo dei russi nel 1945, la sua è una storia di grande coraggio, resilienza e speranza. Dopo averla raccontata nel bestseller La bambina di Auschwitz, Tova ha deciso di rivolgersi ai lettori più giovani con questa preziosa edizione illustrata, che include un inquadramento storico sulla seconda guerra mondiale e sull’Olocausto e una sezione di domande e risposte. L’incredibile memoir di una delle più giovani deportate ad Auschwitz, tra i pochissimi ebrei a essere usciti vivi dalle camere a gas.
Son qui: m’ammazzi: i personaggi maschili nella letteratura italiana
Francesco Piccolo
Einaudi
In libreria il 21 gennaio
«In questi libri tutti fanno la guerra, si incazzano, diventano furiosi, litigano, sono gelosi, minacciosi, e usano la forza in modo esplicito, picchiando, violentando. Ma sono anche violenti in modo piú moderno, quindi occultato, passivo: sono lamentosi e recriminatori, e finiscono per soffocare le donne in altro modo. Il racconto semplicemente corrisponde a quello che siamo (stati)».
Un saggio d’autore, inaspettato e personale. Francesco Piccolo rilegge tredici capolavori che, con i loro protagonisti, sono entrati nelle nostre vite e hanno segnato in maniera indelebile il nostro immaginario, contribuendo a legittimare il mito della maschilità e la cultura virile.
Se l’impressione che abbiamo degli uomini è che siano potenti, arroganti, violenti, egoisti e famelici, allora, di questi uomini, ve ne sarà traccia anche nelle opere chiave della nostra letteratura, quelle che hanno in qualche modo contribuito a consolidare una certa idea di maschio. A partire dalle fondamenta, dalla settima novella dell’ottava giornata del Decameron, in cui Boccaccio mette in scena la spietata vendetta del giovane scolaro Rinieri, che sbeffeggiato e rifiutato da una avvenente vedova la punisce facendo in modo che non possa piú vantare la propria avvenenza. La morale: se si ferisce il maschio non è pena affatto ingiusta essere sfregiate a vita. Come non pensare al nostro presente. E come non pensarci leggendo delle peripezie matrimoniali di Zeno di cui scrive Svevo. Zeno Cosini, arrogante e fragile al tempo stesso, irrazionale che si finge ponderato, ma soprattutto, come ogni uomo che si rispetti, tarlato dal desiderio, che una volta piantato in testa non schioda piú e fa compiere i gesti piú sciocchi e sconsiderati. E poi ancora l’innominato di Manzoni, il Principe di Salina di Tomasi di Lampedusa, ‘Ntoni di Verga, l’Antonio di Brancati, il Milton di Fenoglio e altri maschi, tutti sempre uguali a sé stessi, vigliacchi e furiosi, gelosi e violenti, al centro di romanzi che hanno costruito il canone della letteratura italiana. Perché chi siamo ha a che fare con la famiglia, l’educazione, il mondo dove si cresce, ma anche con i libri che si sono letti.
Il carnevale di Nizza e altri racconti
Irène Némirovsky
Adelphi
In libreria il 21 gennaio
La scoperta delle prime opere di Irène Némirovsky, scritte quando l’autrice era ancora giovanissima, è stata una vera e propria rivelazione per il mondo letterario. In questi racconti ritroviamo già tutti i tratti distintivi del suo stile inconfondibile: una capacità di penetrare nell’animo umano che lascia senza fiato, una sensibilità acuta per le sfumature psicologiche dei personaggi e una straordinaria maestria nel descrivere le emozioni più complesse. A soli trent’anni, era capace di esplorare con empatia e precisione sentimenti universali come la nostalgia degli amori perduti, il rimpianto per le vite non vissute, l’angoscia della solitudine e le ferite lasciate dall’ambizione frustrata. Le sue prime opere includono racconti di grande varietà e intensità, dalle ironiche “scenette” di due giovani attrici in cerca di un ricco benefattore, ai “film parlati”, narrazioni vivide e strutturate con cura cinematografica. Racconti come “Colazione in settembre” e “Le sponde felici” si distinguono per la loro delicatezza, mentre “I fumi del vino” impressiona per il suo dramma intenso. Ogni storia, diversa e unica, rivela la genialità di Némirovsky, capace di trasmettere emozioni profonde e di tratteggiare ritratti umani con uno stile sorprendente. Questa raccolta di opere giovanili, “Racconti”, svela il genio precoce di un’autrice destinata a lasciare un segno indelebile nella letteratura.
Di spalle a questo mondo
Wanda Marasco
Neri Pozza
In libreria il 21 gennaio
Se è vero che ogni esistenza viene al mondo per incarnare un dramma, quello di Ferdinando Palasciano e di sua moglie Olga Pavlova Vavilova è tra i più dolenti e irriducibili: è il dramma dell’imperfezione. Fin da bambino Ferdinando ha odiato la morte al punto da fare della salvezza la sua ossessione di medico. Ma una vocazione così grande, scontrandosi con le iniquità subite, non può che fallire e trovare casa nella follia. Olga, nella sua infanzia a Rostov, ha dovuto misurarsi proprio con l’alienazione materna, quintessenza di Storia e fragilità. Unico scampo da essa la fuga, frenata da una radice nascosta sotto la neve e dalla zoppia, che diventa destino e comunione con l’imperfetto. Ma si può vivere a un passo dall’ideale? Ferdinando, dal buio della sua ratio opacizzata, continuerà a salvare asini e pupi; mentre Olga, pur guarita dalla scienza e dall’amore di Ferdinando, tornerà a claudicare. Voi non credete che quando ci spezziamo è per sempre? La domanda che Olga rivolge al pittore Edoardo Dalbono è sintesi di una irreparabilità e di una caduta che restano perenni.
In questo romanzo fatto di luci e ombre, in cui la storia individuale è sapientemente innestata in quella collettiva, Wanda Marasco raggiunge il culmine assoluto di un affondo nell’umano che da Il genio dell’abbandono non smette di abbagliare e di sorprendere. Ogni frase, ogni parola è sapienza e cura. E la cura – come scrive l’autrice – è quasi tutto.
Il frutto più raro. La scoperta della vaniglia
Gaëlle Bélem
E/O
In libreria il 22 gennaio
Nel XIX secolo, nella colonia francese dell’isola di Bourbon (oggi Réunion), nasce Edmond, un ragazzo creolo figlio di schiavi. Orfano dalla nascita, viene accolto e cresciuto dal colono francese Ferréol, un botanico vedovo e appassionato di orchidee, che gli trasmette l’amore per le piante. Nella tenuta di Ferréol, Edmond si accontenta di lavorare come giardiniere, nutrendo in segreto il desiderio di seguire le orme del padrone e osservandolo attentamente nel suo lavoro, per raccoglierne gli insegnamenti. Il suo destino sembra segnato, ma Edmond ha un talento e una determinazione capaci di sfidare la sorte e, a dodici anni, fa una scoperta straordinaria che cambia per sempre il destino dell’isola. Nel 1841 scopre un metodo per impollinare manualmente la pianta di vaniglia, un’impresa mai riuscita a nessuno prima di lui. La scoperta di Edmond è rivoluzionaria e scuote le fondamenta sociali ed economiche della colonia francese, rendendo finalmente possibile la produzione su larga scala di vaniglia che, ancora oggi, è il simbolo della Réunion. Nonostante l’impatto epocale della sua scoperta, la vita di Edmond non prende però la piega che ci si aspetta. Resta uno schiavo, privo del riconoscimento per il suo talento e, anche dopo l’abolizione della schiavitù, il suo futuro è tutt’altro che promettente. Attraverso la storia di Edmond, raccontata con ironia e passione, Gaëlle Bélem ricostruisce quella di La Réunion, dall’arrivo dei primi coloni europei al decreto del 1848 che pose fine alla schiavitù. Una storia dolce e amara, che celebra il coraggio di chi osa sfidare il proprio destino.
La donna dal cappotto verde
Edith Bruck
La nave di Teseo
In libreria il 21 gennaio
Lea Linder, scrittrice in crisi di ispirazione e traduttrice, vive a Roma con il marito, un poeta solitario molto legato a lei. La sua esistenza tranquilla viene turbata da un incontro casuale. Mentre è in coda dal panettiere, Lea viene avvicinata da un’anziana signora che la riconosce come “la piccola Lea di Auschwitz” e poi si dilegua rapidamente tra i passanti, quasi inconsistente come la sua apparizione. Raggelata da quella sorta di visione, Lea cerca di ricostruirne l’identità: era una semplice compagna di sventura nel Lager o forse una Kapo? E cosa vuole adesso? Da quel momento, il desiderio di ritrovare quella donna, confrontarsi con lei e sanare la ferita di quell’incontro, diventa per Lea un’ossessione. In un romanzo senza sconti, Edith Bruck si interroga sul tema della memoria e della testimonianza, ma anche sul dilemma tra il rancore del ricordo e il sollievo del perdono.
La chiave delle ombre
Susan Stokes-Chapman
Neri Pozza
In libreria il 21 gennaio
Meirionydd, 1783. Henry Talbot è un celebre chirurgo londinese, costretto da uno scandalo ad abbandonare la città per uno sperduto villaggio del Galles più profondo. A offrirgli un salvifico per quanto degradante posto di lavoro è Lord Julian Tresilian, del maniero di Plas Helyg. Tresilian, a differenza di tutti coloro che Talbot ha incontrato fin lì, persone chiuse nell’asprezza di una lingua impenetrabile, parla un inglese perfetto ma si muove a fatica, consumato da un pallore estremo, e all’occhio clinico di Talbot sembra bruciare le ultime energie prima della morte. Il compito ufficiale di Talbot, tuttavia, non è occuparsi di lui ma della cugina del Lord, la vera proprietaria del maniero, che tutti dicono pazza, e di sua figlia Linette. Linette Tresilian è a sua volta una donna “insolita”. Orfana di padre, a ormai ventisei anni non ha particolare talento né interesse per la musica, la danza o il ricamo, meno che mai per il matrimonio. Passa invece tutto il suo tempo a difendere i diritti dei fittavoli, esercitando la sua lingua tagliente e manifestando una pericolosa indipendenza.
Anche nel villaggio non mancano le stranezze: i locali sembrano preda di credenze, miti e folklore al punto da avversare, apertamente e violentemente, l’arrivo del medico e dei suoi metodi scientifici. Così, quando Talbot scopre che il suo predecessore è morto in circostanze misteriose, forse addirittura di paura, decide di andare fino in fondo. L’unica a poterlo aiutare però sembra proprio Linette, la sola di cui gli abitanti del villaggio si fidino davvero. Linette che forse ha ereditato la malattia della madre. Linette che sospetta qualcosa si stia agitando nell’ombra, qualcosa che ha a che fare col grimorio che Julian conserva nella libreria…
Fotografare la Shoah: Comprendere le immagini della distruzione degli ebrei
Laura Fontana
Einaudi
In libreria il 21 gennaio
Questo volume è un racconto polifonico della Shoah e una riflessione su come comprendiamo le immagini storiche. Per questo, nella selezione delle fotografie l’autrice ha privilegiato quelle che le sono sembrate piú significative, originali e pertinenti a comporre una narrazione che si dipana come una partitura a piú voci, adottando il metodo dell’approccio integrato; cosí sono prese in considerazione prospettive diverse, cioè i punti di vista dei soggetti della storia, tenendo distinti i ruoli, le responsabilità e i margini di azione, i destini. Alcune immagini presenti nel libro sono molto note, già viste e riviste, ma forse non interpretate con sufficiente esaustività anche per una sovraesposizione mediatica che nel tempo ne ha accentuato il valore simbolico a discapito di quello storico; molte altre invece sono pressoché sconosciute o inedite nel panorama italiano, fatto salvo per la cerchia degli addetti ai lavori. Si svelano cosí i retroscena degli scatti che riguardano i soggetti fotografati, i fotografi e ogni altra persona presente sulla scena, per meglio comprendere le relazioni che intercorrono tra ognuno, gli ambiti di azione e responsabilità. È una questione importante, soprattutto se si considera che la storia della Shoah è narrata quasi esclusivamente dal punto di vista dei persecutori nazisti, utilizzando le loro rappresentazioni, a discapito di fonti che potrebbero arricchire il racconto, sovvertendo interpretazioni comuni frutto di un uso disinvolto e superficiale delle immagini nella divulgazione pubblica.
La fine del Terzo Reich. Germania 1944-45
Ian Kershaw
Bompiani
In libreria il 22 gennaio
“Mentre, all’inizio del 1945, si profilava la disastrosa sconfitta, si sentivano qualche volta i tedeschi dire che ‘avrebbero preterito una tine con orrore a un orrore senza tine. E una ‘fine con orrore’ fu senza dubbio ciò che sperimentarono. L’autodistruzione provocata dal perseverare nella lotta fino al limite estremo, fino a subire una quasi totale devastazione e una completa occupazione da parte dei nemici, è estremamente rara. Eppure è questo che la Germania fece nel 1945. Perché? Si è tentati di dare una risposta semplice: Hitler rifiutò in maniera irremovibile di prendere in esame qualsiasi ipotesi di resa, per cui non c’era alternativa al continuare a combattere. Questa risposta suscita però altri interrogativi. E affrontarli non si può se non esaminando le strutture del potere e i modi di pensare imperanti nella Germania mentre la catastrofe stava inghiottendo il paese nel 1944-45. Quello che questo libro cerca di fare.” (Ian Kershaw)
La ragazza che inseguì la libertà
Angela Petch
Newton Compton Editori
In libreria il 24 gennaio
Urbino, 1940. Mentre i fascisti marciano attraverso le piazze acciottolate e oltre gli edifici in pietra della sua amata città, le peggiori paure della ventenne Devora diventano realtà. Insieme ai suoi genitori ebrei e ai fratellini gemelli, viene strappata da tutto ciò che ama e mandata in un campo di internamento in Toscana. Quando il suo amico d’infanzia Luigi offre loro una miracolosa possibilità di fuga, non se lo fanno ripetere due volte. Devora, però, è costretta a fare una scelta straziante che la separerà dai propri cari. Lontana dagli affetti, senza sapere se siano vivi o morti, a Devora non resta che unirsi assieme a Luigi alla Resistenza italiana e alla lotta per la libertà. Fingendosi una cameriera, va a servizio da un comandante tedesco nella speranza di raccogliere informazioni segrete e preziose. Un giorno, però, origlia una conversazione che potrebbe cambiare ogni cosa… Devora è più in pericolo che mai? E la sua famiglia sarà mai riunita o la guerra li dividerà per sempre?
Il Serenissimo bastardo: Il figlio del doge che volle farsi re
Pieralvise Zorzi
Neri Pozza
In libreria il 24 gennaio
Nel secolo più splendido ma anche più tormentato per la Repubblica di Venezia, appare sulla scena un personaggio degno di un romanzo d’avventura. È Alvise, il più ambizioso e spregiudicato dei quattro figli naturali del grande doge Andrea Gritti. Vive a Costantinopoli, dove accumula enormi ricchezze conquistando la fiducia del gran visir Ibrahim e del sultano Solimano il Magnifico, fino a diventare il numero tre alla corte turca. In questa posizione gioca il ruolo di agente del Consiglio dei Dieci nell’alleanza segreta tra Venezia e la Sublime Porta contro Carlo v, in una pericolosa partita tra la Serenissima, l’Impero ottomano e il Sacro Romano Impero. In un eccesso di onnipotenza mira al trono di Ungheria, finendo però barbaramente trucidato a un passo dalla meta.
Personaggio fondamentale nello scenario politico della prima metà del Cinquecento, Alvise Gritti fu amato da pochi, temuto da molti, odiato dagli Asburgo, quasi dimenticato al giorno d’oggi. Questo libro fa riemergere tra luci e ombre la sua appassionante quanto breve vita e gli intrighi orditi dalle potenze rinascimentali: una narrazione avvincente e accuratamente documentata. Un aitante gentiluomo, vestito riccamente alla turca, viene ammesso alla vista del sultano e, non appena è davanti al padiscià, crolla a terra come morto. Il sultano gli intima: «Alzati!» Al che il gentiluomo: «Signore, non ti meravigliare che mi sia occorso questo accidente, perché così come il sole ha possanza in sé, che volendo l’uomo mirarlo gli si abbarbagliano gli occhi, ancora di più è la vista della vostra Altezza». Da questo momento messer Alvise entra nelle grazie della figura più alta della Sublime Porta
Il custode delle luci di Auschwitz
Naphtali Brezniak
Newton Compton Editori
In libreria il 24 gennaio
Quando Moshe Brezniak scende dal treno ad Auschwitz, è chiaro che la sua vita non sarà mai più la stessa. È chiaro anche che, per difenderla, dovrà resistere con ogni fibra del suo corpo e della sua anima. Moshe lo sa. Sa che, se vuole sopravvivere, deve evitare di essere assegnato ai lavori più pesanti, quelli a cui viene destinata la maggior parte degli uomini come lui, giovani e senza difetti fisici. Così, dà via l’ultimo dei suoi beni in cambio di un lavoro come elettricista. Quella posizione all’interno di una delle fabbriche di Auschwitz gli offre libertà che pochi hanno nel campo, e lui è determinato a usarle per aiutare gli altri. Ma con l’opportunità arriva il pericolo. E quella di portare luce ad Auschwitz, mentre lotta ogni giorno per sopravvivere, potrebbe rivelarsi per Moshe una missione impossibile…
Auschwitz. La vera storia
Andrea Frediani
Newton Compton Editori
In libreria il 24 gennaio
La storia della nascita e dello sviluppo di uno dei luoghi simbolo dell’Olocausto e dell’orrore nazista
Auschwitz non nasce da un giorno all’altro, senza alcuna avvisaglia. Al contrario, è il punto di arrivo di un percorso che inizia nel momento stesso in cui il nazismo prende il potere, istituendo campi di concentramento dapprima per gli avversari politici e poi per gli emarginati sociali, ai quali si affianca una politica razziale sempre più esasperata. Il programma di eutanasia è un altro balzo in avanti verso l’orrore, che con la guerra non conosce più ostacoli né limiti. Durante il conflitto, l’intera gerarchia delle SS lavora costantemente per creare il campo totale, che soddisfi i requisiti per internare un numero sempre maggiore di prigionieri, sfruttarne la forza lavoro per l’industria bellica, ed eliminare subito chiunque non risulti utile. Dai primi esperimenti con i detenuti sovietici fino allo sterminio degli ebrei ungheresi, nell’arco di un triennio Auschwitz affina sempre di più le sue capacità assassine, fino a diventare l’unico lager in grado di mettere in pratica, e su ampia scala, tutti i sistemi escogitati dai nazisti per la “soluzione finale”: l’omicidio di massa mediante privazioni, lavoro coatto e camere a gas.
Il fondaco dei libri
Michele Catozzi
Tea
In libreria il 24 gennaio
Un misterioso delitto tra collezionisti di libri e bibliofili: una nuova indagine per il commissario Aldani. Aprile 2015. Venezia si appresta a celebrare il cinquecentenario della morte di uno dei suoi «figli adottivi» più famosi: Aldo Manuzio, uno dei fondatori dell’editoria moderna. Tra le varie manifestazioni, nelle sale dell’ex monastero di San Giorgio Maggiore si sta aprendo un convegno internazionale di studi sull’arte di Manuzio, il cui momento più atteso dovrebbe essere il disvelamento di un raro esemplare del suo capolavoro tipografico, l’ Hypnerotomachia Poliphili, stampato a Venezia nel 1499 e comparso misteriosamente sul mercato librario. A rovinare la festa, proprio il commissario Aldani, che impone la temporanea interruzione dei lavori per annunciare l’avvio di un’indagine di Polizia della massima urgenza. Uno dei maggiori esperti di edizioni aldine, un professore tedesco che si trovava in città allo scopo di intervenire al convegno, è stato infatti ritrovato cadavere. Si tratta di omicidio premeditato? Di una rapina finita male? O di una pura, e tragica, fatalità? Aldani e la sua squadra faticano nella ricerca di informazioni utili e piste valide, in un’indagine che li vede addentrarsi in un ambiente a loro molto estraneo e ostico. Tra accademici, antiquari, collezionisti e bibliofili, sarà necessario l’aiuto di nuovi e inaspettati collaboratori, perché Aldani possa districarsi tra mille sospetti e bugie e, non tralasciando alcun particolare, dare un senso a ogni cosa…
1940. Il grande esodo della letteratura in fuga da Hitler
Uwe Wittstock
Marsilio
In libreria il 24 gennaio
Tra maggio e giugno del 1940, l’esercito nazista marcia su Parigi, costringendo a una fuga precipitosa otto milioni di persone. È un vero e proprio esodo, che coinvolge anche gli esuli austriaci e tedeschi che in Francia credevano di aver trovato un rifugio sicuro dalla minaccia hitleriana nel 1933. La Gestapo si mette subito sulle tracce di Hannah Arendt, Walter Benjamin, Heinrich Mann, Franz Werfel, e di tanti dissidenti che dovranno nuovamente scappare. I loro destini e quelli di altri scrittori e artisti, nonché di centinaia di profughi meno noti, convergeranno nel 1940 a Marsiglia. Qui Benjamin affiderà copia del suo ultimo saggio ad Arendt, nella speranza che almeno i suoi scritti possano sopravvivergli. Qui riparerà Max Ernst, evaso dai campi di internamento che il governo francese ha predisposto per i potenziali nemici stranieri. Ed è qui che Varian Fry, un giornalista poco più che trentenne venuto da New York, metterà a rischio la propria vita per far uscire clandestinamente dal paese i perseguitati. Con stile avvincente e ritmo serrato, Uwe Wittstock ricostruisce l’odissea di artisti e intellettuali alla conquista della libertà e riporta alla luce la figura e l’operato di Fry e delle persone straordinarie che riunì intorno a sé per trarli in salvo. Restituendo voce e profondità a queste vite, l’autore racconta come dalla disperazione possa nascere un incredibile coraggio e come, anche nei tempi più bui, ci siano stati «donne e uomini che hanno saputo tenere alto il vessillo dell’umanità».
Terra di neve e cenere
Petra Rautiainen
Marsilio
In libreria il 24 gennaio
Nel 1947, quando la guerra è ormai alle spalle, Inkeri raggiunge una piccola città della Lapponia finlandese per documentare con le sue foto la ricostruzione della zona. Ufficialmente, deve mettere insieme un reportage per un giornale della capitale, ma il suo vero obiettivo è un altro. Più personale. Quel lungo viaggio da Helsinki a Enontekiö, nel profondo Nord del paese, ripercorre in realtà le tracce del marito di cui non ha più notizie: quello è l’ultimo posto dove Kaarlo è stato visto prima di scomparire. Molte risposte alle sue domande potrebbero trovarsi in un diario. Contiene le parole di un soldato che, chiamato come interprete, ha registrato gli eventi dell’ultimo anno di guerra e sembra fornire un punto di partenza per risolvere finalmente il mistero che avvolge il destino di Kaarlo, e non solo. Ma sarà l’incontro con una ragazzina sami e la sua comunità ad aprirle davvero gli occhi. Giorno dopo giorno, in quel paesaggio polare di grande bellezza, i ricordi di un popolo che abita le terre artiche da sempre porteranno alla luce fatti sconvolgenti, storie taciute di oppressione e di sopravvivenza. In un racconto potente e profondamente poetico, dove ognuno dei protagonisti porta con sé un segreto fino alla fine, Inkeri si trova ad affrontare le verità scomode del passato, in cerca di una possibilità per ricomporre le ingiustizie.
Eroine della libertà. Nove donne ebree che hanno fatto la Storia, da Gracia Mendes a Golda Meir, da Hedy Lamarr a Rita Levi-Montalcini
Elisabetta Fiorito
Il Sole 24 ore
In libreria il 24 gennaio
Nove donne ebree, vissute in epoche e luoghi diversi, prendono la parola una dopo l’altra e si raccontano. Da Myriam – unico personaggio immaginario -, una donna del Ghetto di Roma, che assiste al rogo di Giordano Bruno, si passa all’avventurosa vita di Gracia Mendes, per ritrovarci nella prigione di Anna Del Monte nella Casa dei Catecumeni, di nuovo a Roma. L’epoca dell’emancipazione si apre con Amelia Pincherle Rosselli, prima drammaturga italiana; Hedy Lamarr, diva del Cinema della Hollywood degli anni d’oro e inventrice; Rita Levi-Montalcini, premio Nobel per la Medicina. Il dopoguerra viene invece raffigurato attraverso Ada Sereni, organizzatrice dell’immigrazione clandestina degli ebrei sopravvissuti alla Shoah, e da Golda Meir, artefice della fondazione dello Stato d’Israele. La guerra dei Sei Giorni porta alla cacciata degli ebrei dai paesi arabi ed è così che Magda, una donna comune, arriva a Roma. Tutte insieme le loro vite tracciano l’epopea ebraica e femminile nel corso dei secoli e formano un mosaico di storie ed esperienze straordinarie, accomunate dalla tenacia e della fierezza che gli ha permesso di salvare vite, affrontare persecuzioni, tragedie e pregiudizi di ogni genere e le rende oggi, ai nostri occhi, luminose testimoni di coraggio e di libertà.
La croce. Kristin Lavransdatter (Vol. 3)
Sigrid Undset
Utopia Editore
In libreria il 24 gennaio
Nella Norvegia medievale, il matrimonio tra Erlend e Kristin è minacciato da vicissitudini economiche e politiche. Quando la coppia, assieme ai numerosi figli, si trasferisce a Jørundgård, nella tenuta paterna della donna, la tensione tra Erlend e il cognato Simon, un tempo innamorato di Kristin e ora compagno di sua sorella, sfocia in una lite di famiglia che causa la separazione tra la protagonista e il marito. L’amore è forte, ma i caratteri restano incompatibili e così, tra discussioni e tentativi di riavvicinamento, ingiurie e chiarimenti, la vita trascorre su un uomo e una donna che si sentono sempre più distanti dalla gioventù. A mano a mano che attorno a lei le persone più care vengono a mancare, Kristin si isola dal mondo, rasserenata dalla fede. Ormai anziana e stanca, decide di chiudersi in convento. Quando la peste inizia a mietere vittime, si adopera per aiutare gli ammalati, nella speranza di ottenere il perdono per una vita piena di errori e peccati. A cent’anni dall’uscita in Norvegia e a pochi mesi dalla ripubblicazione dei primi due capitoli in Italia, torna in una nuova traduzione il terzo volume della trilogia che valse a Sigrid Undset il premio Nobel, uno dei capolavori della letteratura mondiale.
I fantasmi di Whitechapel
Francesco Cheynet
Lucio Schina
In libreria il 24 gennaio
Londra, 31 dicembre 1888. Sono trascorsi quasi due mesi dall’ultimo omicidio di Whitechapel e la vita, a Londra, sta tornando lentamente alla normalità. In attesa di brindare all’arrivo del nuovo anno, Dorian Bayley si gode il tepore del camino insieme a sua moglie Victoria; quando sente bussare con insistenza alla porta di casa e va ad aprire, però, l’ispettore si trova davanti un giovane agente di polizia che, ansimando, lo informa di un omicidio appena avvenuto all’interno di un’abitazione, nel cuore dell’aristocratico quartiere di Chelsea. Giunto sulla scena del crimine, Dorian è costretto a prendere atto dell’inumana ferocia con la quale ha agito l’assassino.
Quando, due giorni dopo, viene fatta recapitare una strana lettera all’agenzia di stampa Central News, su Londra si riaffaccia lo spettro del più sanguinario serial killer della storia: Jack lo squartatore.
Le sorelle di Shakespeare
Ramie Targoff
Mondadori
In libreria il 28 gennaio
Nel saggio Una stanza tutta per sé, Virginia Woolf rifletteva sulle ragioni per cui, nel corso dei secoli, le donne avevano scritto pochissimo rispetto agli uomini. Sua la celebre affermazione: «Se vuole scrivere romanzi una donna deve avere del denaro e una stanza tutta per sé». Woolf aggiungeva anche che se mai fosse esistita una sorella di Shakespeare, dotata dello stesso genio del fratello, sarebbe sicuramente andata incontro a un destino tragico: impazzita, uccisa o condannata a concludere «i suoi giorni in qualche capanna solitaria un po’ fuori del villaggio, per metà strega, per metà maga, temuta e derisa». Eppure, almeno in parte, Woolf si sbagliava. Nel 1929, quando pubblicò il suo saggio, conosceva infatti poco o nulla delle potenti opere letterarie scritte, e in molti casi pubblicate, da un ristretto gruppo di donne, che, coeve di Shakespeare, facevano ciò che Woolf riteneva impossibile: scrivevano opere poetiche, storiche, religiose e drammatiche, in un’epoca in cui nessuna donna era incoraggiata a farlo. Tra loro, Anne Clifford, un’aristocratica cresciuta tra i privilegi che, dopo essere stata esclusa dall’eredità di uno dei più vasti patrimoni d’Inghilterra, intraprese una battaglia testamentaria arrivando a scontrarsi con gli uomini più potenti del regno e la documentò nei suoi numerosi diari. Mary Sidney, costretta a sposare un uomo molto più grande di lei, ma che non smise mai di approfondire i suoi studi umanistici e fece, in parte insieme al celebre fratello Philip, un’ottima traduzione in versi del Libro dei Salmi. Aemilia Lanyer, proveniente da una famiglia di musicisti veneziani alla corte della regina Elisabetta I, fu la prima donna inglese a pubblicare una raccolta di poesie originali, uscita nel 1611. Elizabeth Cary, la prima donna, invece, a pubblicare una tragedia originale in lingua inglese. Sono loro le quattro «sorelle di Shakespeare» che la studiosa Ramie Targoff ha deciso di raccontare in questo libro. Intrecciandone le tormentate vite con le opere, Targoff restituisce loro la voce che meritano, tessendo un affascinante racconto. Le protagoniste sono donne senza legami di sangue fra loro, ma che hanno condiviso, oltre che una passione, il coraggio di essere se stesse. Nella vita come, soprattutto, nella letteratura
Architetti dell’anima. Da Vienna al mondo. Il secolo della psicoanalisi
Steve Ayan
Feltrinelli
In libreria il 28 gennaio
1900. In un piccolo studio della capitale dell’impero austroungarico Sigmund Freud mette a punto l’interpretazione dei sogni. È la nascita della psicoanalisi: l’uomo scopre l’esistenza dell’inconscio e nulla sarà come prima.
Il grande affresco di Architetti dell’anima prende inizio proprio nella Vienna fin de siècle e racconta la storia di come menti visionarie – Freud, Jung e Adler, solo per citarne alcune – svilupparono la teoria che, forse più di ogni altra, è diventata un pilastro della civiltà occidentale nel secolo scorso, indagando la parte sommersa della psiche e liberando così l’uomo dai suoi demoni repressi.
Sono anche molti altri gli straordinari protagonisti di questa storia: Melanie Klein, Anna Freud, Wilhelm Reich, Aaron Beck, Carl Rogers e John B. Watson, geniali figure che con le loro intuizioni, e le loro pratiche, hanno posto al centro delle loro indagini e ricerche domande fondamentali: cos’è una persona? Dove inizia la nevrosi? Il desiderio sessuale è davvero la fonte di ogni azione umana? Come possono essere superati traumi, ansia e depressione? Qual è, in ultimo, il significato della vita?
Steve Ayan cattura abilmente il sentimento di un’epoca – tracciando, con il suo racconto vivido e appassionato, il quadro di un secolo travagliato e solcato dal dubbio e in cui diverse concezioni dell’umanità competevano tra loro – e ci riporta al punto di partenza di un sapere che ancora cento anni dopo continua a plasmare la nostra vita quotidiana e il modo in cui vediamo noi stessi. Il Novecento è stato il secolo della psicoanalisi, la teoria che ha contribuito a liberare l’uomo dall’angoscia. Steve Ayan esplora le radici della psicoterapia in modo chiaro, appassionato e accessibile, componendo un avvincente racconto a più voci.
Il condottiero di Camelot
Bernard Cornwell
Longanesi
In libreria il 28 gennaio
Il re guerriero ha instaurato la pace. Ma quanto durerà? In seguito a una cruenta battaglia da cui è uscito vincitore, Artù sembra aver finalmente unito l’intera Britannia in un solo regno. Il nemico dichiarato del suo esercito adesso è rappresentato dai sassoni che minacciano il Paese. Nel frattempo Merlino dà inizio alla ricerca dei sacri tesori del dio Bel, in grado di infondere in Artù la forza degli antichi dei della Britannia in vista di un’ultima, decisiva battaglia. L’impresa è ardua e la pace conquistata a fatica si rivela fragile: tra gli alleati emergono pericolose rivalità che potrebbero sgretolare il sottile equilibrio imposto dal leggendario guerriero, mentre gli uomini che gli sono più vicini sembrano sul punto di tradirlo. Assediato dai nemici, Artù dovrà ancora una volta dare prova della sua forza e del suo coraggio per realizzare il sogno dell’idilliaca Camelot. Con il secondo episodio della saga di Excalibur dopo “Il re d’inverno”, il maestro del romanzo storico Bernard Cornwell riscrive la leggenda arturiana intrecciando sapientemente mito, storia e battaglie spettacolari.
Lady MacBeth
Isabelle Schuler
HarperCollins
In libreria il 28 gennaio
Figlia di un re spodestato. Discendente di potenti druidi. Destinata a prendere il suo posto nella storia. Scozia, intorno all’anno Mille. Durante la celebrazione di Imbolc, le donne cantano invocando la dea Brighde, mentre il vento ne trasporta le voci che riecheggiano sull’acqua scura. Gruoch osserva le loro danze sfrenate rabbrividendo, ma lei è troppo giovane per prendere parte al rito. È proprio in quel momento che la nonna le svela la profezia che cambierà la sua intera esistenza. Un giorno diventerà regina di Alba e potrà reclamare le terre dei suoi antenati. Come sua nonna e sua madre, Gruoch appartiene a una lunga stirpe di druidi, ma i tempi non sono più quelli in cui i Pitti regnavano sulle terre scozzesi, ora re guidati dalla nuova religione hanno preso il potere, spodestando la sua famiglia. Cresciuta consapevole del posto delle donne nel mondo, la giovane non è però disposta a essere solo moglie di re, lei tesserà le trame della storia e suggellerà il suo destino. Una volta raggiunta la corte reale di Scone come promessa sposa dell’erede eletto Duncan, proprio quando è prossima all’avverarsi della profezia, Gruoch è costretta a fuggire. La speranza di diventare regina sembra ormai persa. Trovandosi alla mercé di un potente nemico, deve sopravvivere ed è disposta a tutto. Abile manipolatrice e più che mai determinata a ottenere il potere che le spetta, è pronta a difendere il suo futuro con ogni mezzo. È così che diventa Lady Macbeth. Isabelle Schuler reimmagina la figura della regina scozzese realmente esistita e che ha ispirato uno dei personaggi più famosi di Shakespeare. Una donna odiata da sempre, ma che adesso ci racconta in prima persona una storia che non conosciamo, un’epopea storica di grande impatto, tra ambizione femminile, potere, desiderio, odio e vendetta.
Sarai con me domani?
Claire Deya
Rizzoli
In libreria il 28 gennaio
È il 1945, è quasi estate, quasi tempo di pace. La Francia del sud è stata liberata ma le ferite della guerra sono ancora aperte e il terreno è pieno di insidie: sotto la sabbia della Costa Azzurra, milioni di mine inesplose intrappolano la riviera. Vincent Devailly, fuggito da un campo di prigionia in Germania, si è unito al gruppo di volontari francesi e prigionieri tedeschi che, gomito a gomito, battono le spiagge devastate per individuare e disinnescare gli ordigni: uomini come Fabien, partigiano della prima ora tormentato da un’ossessione tenace, o come Lukas, detenuto tedesco innamorato della Francia, di Baudelaire e dei poeti surrealisti. Armati di coraggio o disperazione, senza mappe né equipaggiamenti, questi artificieri procedono alla cieca, tastando la sabbia con la punta delle baionette e rischiando di saltare in aria a ogni passo. Vincent si è fatto arruolare nella squadra perché ha scoperto che lì, tra i prigionieri tedeschi, qualcuno potrebbe sapere cos’è successo ad Ariane, la donna che ama e ha amato fino alla follia e di cui ha perso le tracce da due anni – da quando, come raccontava lei nelle sue lettere, si è allontanata dalla fattoria di famiglia perché minacciata da un ufficiale nazista di stanza nel vicino castello di Eyguières. Sarà allora l’aiuto di un compagno sminatore a riaccendere una speranza nel cuore di Vincent, sopravvissuto alla guerra ma incapace di tornare a vivere senza prima conoscere la verità su Ariane.
I romanzi di Claudine
Colette
Mondadori
In libreria il 28 gennaio
«Dovreste buttar giù su carta qualche ricordo di scuola. Non abbiate paura dei dettagli piccanti, potrei forse trarne partito»: così, attorno al 1895, Henri Gauthier-Villars, noto come Willy, invitava la giovane moglie Gabrielle Colette a fornirgli il materiale per dei romanzetti erotici. Ne usciranno quattro, tra il 1900 e il 1903: Claudine a scuola, Claudine a Parigi, Claudine si sposa e Claudine se ne va. Clamorosi successi commerciali, questi romanzi-scandalo per eccellenza del Novecento vedono come protagonista la selvatica Claudine, fanciulla e poi giovane donna di spregiudicata sensualità, impegnata a districarsi tra amori saffici e uomini viziosi. Al di là delle presunte scabrosità cui pure devono la fama, contribuirono a diffondere l’immagine di una femminilità nuova, aperta al piacere e non sottomessa al volere maschile né alle convenzioni della società borghese. Ma soprattutto si rivelano opera di raffinata letteratura, capolavori di una scrittura dalla precisione inflessibile e dal vigore balzachiano.
Nel laboratorio di Marie Curie. Come la scoperta del radio ha illuminato la strada alle donne della scienza
Dava Sobel
Rizzoli
In libreria il 28 gennaio
«Ancora oggi, a quasi un secolo dalla sua morte, Marie Curie rimane l’unica scienziata donna che la maggior parte delle persone sa nominare» scrive Dava Sobel all’inizio di questa luminosa biografia. Nelle foto di gruppo scattate ai maggiori convegni scientifici internazionali, per decenni quello di Marie Curie è stato il solo volto femminile. È stata la prima donna a ricevere un Nobel (per la Fisica, vinto con il marito Pierre nel 1903) e la prima persona in assoluto a vincerne due (nel 1911 le fu assegnato quello per la Chimica). La strada per giungere fino a lì, però, non è stata certo agevole per Maria Salomea Sklodowska, sin da quando fu costretta a lasciare la nativa Varsavia per trasferirsi in Francia e potersi iscrivere all’università. A Parigi conobbe il grande amore, il fisico e matematico Pierre Curie, con cui per tanti anni condivise ricerche e traguardi. E, dopo la sua prematura scomparsa, prese il suo posto come docente di fisica alla Sorbona e come direttrice del laboratorio Curie. Crebbe da sola due figlie brillanti, strinse un’amicizia speciale con Albert Einstein e altri luminari della fisica del XX secolo e, durante la Prima guerra mondiale, si adoperò come radiologa al fronte, pattugliando i campi di battaglia a bordo di vetture speciali dotate di apparecchiature a raggi X, soprannominate “”petites Curie””. Una mente così brillante non poteva fare a meno di attirare numerose giovani donne di talento, aspiranti chimiche e fisiche provenienti dall’Europa orientale, dalla Scandinavia, dalla Russia, dalla Gran Bretagna e persino dal Canada: a tutte loro, Marie insegnò a credere nelle proprie capacità e a dedicarsi con determinazione alla carriera scientifica. Con il talento narrativo che la contraddistingue, Dava Sobel racconta Marie Curie attraverso una lente unica, quella delle donne che in qualche modo sono diventate la sua eredità: dalla francese Marguerite Perey, che ha scoperto l’elemento francio, alla norvegese Ellen Gleditsch, fino a Irène, figlia maggiore di Marie e Pierre, vincitrice del premio Nobel per la chimica nel 1935.
La cartolina
Anne Berest
E/O
In libreria il 29 gennaio
“La cartolina è arrivata nella nostra cassetta delle lettere insieme ai consueti biglietti di auguri natalizi. Non era firmata, l’autore aveva voluto restare anonimo. Da un lato c’era l’Opéra Garnier, dall’altro i nomi dei nonni e degli zii di mia madre morti ad Auschwitz nel 1942. Vent’anni dopo mi sono messa in testa di scoprire chi l’avesse mandata esplorando tutte le ipotesi che mi si aprivano davanti. Questo libro mi ha riportata cent’anni indietro. Ho ripercorso il destino romanzesco dei Rabinovitch, la loro fuga dalla Russia, il viaggio in Lettonia e poi in Palestina, e alla fine il loro arrivo a Parigi, con la guerra e i suoi drammi. Ho cercato di capire perché mia nonna Myriam sia stata l’unica a sfuggire alla deportazione e di chiarire i misteri di cui erano circondati i suoi due matrimoni. Il romanzo dei miei progenitori è anche una ricerca iniziatica sul significato della parola ‘ebreo’ in una vita laica”. (Anne Berest)
Strane
Guillermo Arriga
Bompiani
In libreria il 29 gennaio
Inghilterra, 1781. William Burton è un giovane nobile dal destino segnato: erediterà il titolo del padre, poco importa che abbia una mente curiosa e uno spirito intraprendente che lo porterebbero ben oltre l’angusto perimetro di un’esistenza già disegnata. Sarà un incontro inatteso a cambiare per sempre il corso della sua vita e a far sì che, nonostante il volere della famiglia, William abbandoni tutto per intraprendere gli studi di medicina. Amicizia, amore e coraggio sono alcuni degli ingredienti di un’avventura che ha per sfondo l’ascesa della scienza nel XVIII secolo, con la sua lotta alle convenzioni religiose e sociali, e al centro una carrellata di personaggi unici nel loro essere al limite della normalità. Guillermo Arriaga ci regala uno sguardo sui misteri insondabili della condizione umana e sul concetto di diverso, mettendoci di fronte alle nostre paure più profonde. Sarà l’attitudine alla comprensione di William a fargli capire chi è veramente, e a farlo diventare l’uomo che vorrà; a dire che l’altro – simile o diverso che sia – ci arricchisce e ci definisce.
L’urlo dei gattopardi
Liana Zimmardi
Giunti
In libreria il 29 gennaio
Palermo, autunno 1847. In città l’aria è incandescente: il popolo sta tramando contro i Borboni, e la rivolta è ormai incombente. La marchesina Isabella di Cabrera arriva da Messina carica di speranze e aspettative. Nonostante alla sua famiglia interessi solo che combini un buon matrimonio, lei freme per entrare nei salotti bene e convincere gli intellettuali che l’insurrezione deve servire anche a difendere i diritti delle donne. George Seymour ha lasciato Londra per amministrare le proprietà di famiglia in Sicilia, e adesso è inebriato dalla vitalità, dai profumi, dalla magia di quella terra. Stringe una profonda amicizia con i fratelli Alberto e Leonardo de Martini, che lo introducono alla nobiltà cittadina e agli ideali dei ribelli. George sposa la causa e si lascia travolgere dalla passione per la locandiera Cettina, verace e ardente. Quando però conosce Isabella, amata anche da Alberto, capisce che quella ragazza colta, intelligente e indocile cambierà per sempre il suo destino. Mentre i due si dibattono fra i rimorsi verso Alberto e la nascita di un sentimento ormai impossibile da reprimere, esplodono i moti, travolgendo i destini di tutti i protagonisti nell’inesorabile avanzare della Storia. Un’impetuosa storia d’amore e libertà nel cuore della rivoluzione siciliana del 1848. Una Palermo magnifica, viva e palpitante.
La villa sul fiume
Charlotte Jacobi
Tre60
In libreria il 31 gennaio
Amburgo, 1912. Sofie Brix è un’umile ragazza di campagna. Ha appena consegnato i prodotti della fattoria dove lavora in un lussuoso albergo sul Baltico, quando nell’edificio scoppia un incendio devastante. Anna Nieland, la figlia di un ricco armatore di Amburgo, ospite dell’hotel, rimane intrappolata tra le fiamme e Sofie, coraggiosamente, le salva la vita. In segno di riconoscenza, Anna le propone di diventare la sua dama di compagnia e di lavorare nella villa dove abita con la famiglia. Per Sofie trasferirsi in città è un sogno che diventa realtà, pertanto accetta con grande entusiasmo, ma una volta ad Amburgo deve affrontare diverse difficoltà: da un lato l’ostilità della servitù, invidiosa per il ruolo privilegiato che ricopre e che le consente l’accesso ai “piani alti”, dall’altra i pregiudizi dei Nieland, soprattutto di nonna Gudrun, una vedova anziana e intransigente che non vede di buon occhio la ragazza dalle origini troppo modeste. Tuttavia, grazie alla sua intelligenza e alla sua capacità di adattamento, alla fine il cuore grande di Sofie conquista gli animi di tutti, e tra lei e Anna nasce una forte amicizia. Ma quando, pochi anni dopo, scoppia la Grande Guerra, il destino mescola le carte, riservando alle due ragazze cambiamenti inaspettati che rischiano di vanificare i loro sogni d’amore e progetti di vita.
Le ragazze della scienza. Come quattro donne sono fuggite dalla Germania Nazista e hanno fatto la storia della fisica
Olivia Campbell
Aboca Edizioni
In libreria il 31 gennaio
Negli anni Trenta, la Germania era una fucina del pensiero scientifico ma, dopo che i nazisti presero il potere, le cittadine ebree e le donne furono costrette a lasciare i loro incarichi accademici. Hedwig Kohn, Lise Meitner, Hertha Sponer e Hildegard Stücklen erano scienziate eminenti nei loro campi ma, a causa delle loro origini ebraiche o dei loro sentimenti antinazisti, non ebbero altra scelta che fuggire. Lo straziante viaggio che le condusse fuori dalla Germania divenne una questione di vita o di morte… Lise Meitner fuggì in Svezia, dove poi scoprì la fissione nucleare (anche se il merito fu attribuito solo a Otto Hahn…), e le altre scapparono negli Stati Uniti, dove portarono la fisica avanzata nelle università americane: Hertha Sponer fece progredire lo studio degli spettri di numerosi composti chimici; il brevetto messo a punto da Hedwig Kohn migliorò l’illuminazione e il suo lavoro condusse all’interpretazione quantistica della dispersione ottica; Hildegard Stücklen fu in grado di determinare l’effetto delle radiazioni cosmiche sui meteoriti. A prescindere da dove approdarono, ognuna di loro rivoluzionò il campo della fisica quando sembrava non avessero nessuna possibilità di riuscirci, spronando altre giovani donne a fare lo stesso. Frutto di un accuratissimo lavoro di documentazione durato anni e scritto con una prosa cinematografica, Le ragazze della scienza dà finalmente voce a queste straordinarie donne pioniere: il loro intelletto era altrettanto abbagliante di quello di tutti gli uomini con cui collaborarono, ma dovettero lavorare il doppio per dimostrarlo. Lise Meitner, Hedwig Kohn, Hertha Sponer e Hildegard Stücklen contribuirono a creare, di fatto, la prima generazione di fisiche, mostrandoci inoltre come la sorellanza e la curiosità scientifica possano trascendere i confini e persistere di fronte a difficoltà apparentemente insormontabili.