Narrativa recensioni

Delitto al Palatino – Andrea Frediani

Recensione a cura di Antonio Tenisci

C’è ancora qualcosa che non sappiamo della storia millenaria di Roma?

Eppure la Città Eterna sorprende sempre con la grandezza della sua solennità. La colta penna di Andrea Frediani scava nella polvere preziosa dell’Urbe portando il lettore nel 357 d. C. quando l’imperatore Costanzo II, figlio di Costantino I, tornato a Roma per celebrare i vent’anni di un regno controverso, intende definire l’affermazione del cristianesimo su tutte le religioni secolari.

Il giorno dell’arrivo a Roma dell’Imperatore, proprio durante la sfilata tra le strade addobbate a festa, avviene l’omicidio di Prisco, un ricco mercante cristiano.

“Un grido di spavento sovrastò all’improvviso il chiacchiericcio della folla. Ne seguì un altro, e un altro ancora. Livia e i suoi compagni volsero lo sguardo nella direzione da cui proveniva il clamore. Più lontano dalla strada, ai margini di una domus che pareva abbandonata, un uomo era sdraiato a terra e delle persone lo attorniavano con le mani nei capelli e l’espressione turbata.”

Testimone della barbara uccisione è il giovane Quinto Aurelio Simmaco insieme alla sua promessa sposa Livia. Il sospettato del fatto di sangue è Vetio Sossiano, difensore della tradizione romana che più volte era stato visto litigare con Prisco per motivi legati alla loro diversa concezione religiosa.

Il protagonista che vorrà in tutti i modi scoprire la verità è un giovanissimo Quinto Aurelio Simmaco che è ricordato per essere poi diventato uno dei più grandi e importanti oratori della storia romana, secondo solo a Cicerone.

Al suo fianco Livia e il mastodontico barbaro Wolfram che farà loro da guardia personale quando i due protagonisti dovranno scendere nelle strade della famigerata Suburra romana, dove ragazzi del loro rango non potevano circolare liberamente senza la paura di essere derubati, o peggio, malmenati o sequestrati.

Il delitto infiamma la città già sollecitata dall’arrivo dell’imperatore, l’esercito insorge nelle strade e gli scontri tra le diverse fazioni religiose si spostano nelle strade.

Il romanzo diventa così di grande attualità e genera una molteplice riflessione. Da un lato la soluzione dell’omicidio da parte di Simmaco, oltraggiato da tutti perché troppo giovane per tenere testa al Senato, dall’altro lo scontro di idee e concezioni diverse tra cristiani ariani e cristiani aderenti alle tesi del concilio di Nicea, in contrapposizione tra loro.

“Simmaco credeva che tutti i cristiani fossero interessati a dare un colpo di spugna sul passato, a giudicare la storia con i loro parametri. Ma Livia era intenzionata a dimostrargli che non era così; esistevano anche cristiani come lei, che applicavano alla lettera il concetto di amore diffuso da Cristo, e sapevano amare l’eredità che avevano la responsabilità di preservare.”

Il dibattito è interessante a livello storico perché fedele anche nell’affrontare il passaggio da una Roma legata alla religione degli Dei che l’ha portata a conquistare il Mondo antico, al nuovo e impetuoso vento riformatore di un cristianesimo così diverso ma anche così affascinante. Una riforma che beneficia di un periodo storico in cui l’Impero Romano era soggetto a diversi attacchi e la decadenza stava già minandone le fondamenta.

Il romanzo così diventa un testo storico imponente che, con la leggerezza di un giallo sapientemente congeniato, descrive un periodo storico forse meno conosciuto ma non per questo meno affascinate.

PRO

Romanzo fedele alle ricostruzioni storiche.

CONTRO

In alcuni capitoli i protagonisti si dilungano in disquisizioni teologiche che rompono un po’ il ritmo.

Trama

Nell’aprile del 357 d.C. Roma, da tempo trascurata dagli imperatori, torna al centro della scena: il sovrano cristiano Costanzo II, figlio di Costantino il Grande, giunge in visita per celebrare i suoi vent’anni di regno. Il prefetto dell’Urbe e il senato, già alle prese con le lotte tra cristiani e pagani, e anche tra gli stessi cristiani già divisi in fazioni, devono fare in modo che tutto fili liscio. Ma proprio durante la sfilata trionfale dell’imperatore, un atroce delitto a sfondo religioso turba l’atmosfera di festa. L’imperatore ne è sconvolto e concede appena due giorni al prefetto per risolvere il caso, prima di colpire con provvedimenti punitivi il partito pagano. Ma più rapido si muove il giovanissimo Quinto Aurelio Simmaco, rampollo di una delle famiglie aristocratiche pagane più in vista della città. Con l’aiuto dell’enorme goto Wolfram e della nobile Livia, sua promessa sposa convertita al cristianesimo, affronta una corsa contro il tempo e una serie di pericoli e sfide, spingendosi fin nei bassifondi della Suburra per tentare di salvare l’onore dei pagani e, con esso, la tradizione che ha reso Roma il centro di un impero grande e invincibile.

Che ne pensi di questo articolo?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.