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Stella Rossa – Claudio Bolognini

Recensione a cura di Roberto Orsi

“Brigata Stella Rossa la più bella sei tu… di tutto il bolognese la meglio gioventù…E con in testa il nostro comandante noi marcerem dove il Lupo vuol… Canta mitraglia la rumba fulminante noi siam disposti a vincere o morir!”

Storie di guerra, storie di Resistenza. Claudio Bolognini ci racconta, in questo breve romanzo, uno spaccato di Seconda Guerra Mondiale, di quelli scritti da uomini comuni che gettarono il cuore oltre l’ostacolo in nome della libertà.

8 settembre 1943: è la data dell’armistizio tra l’Italia e le Forze Alleate. Uno spartiacque tra il prima e il dopo. Prima i tedeschi sono alleati e amici, dopo diventano invasori e nemici da cui difendersi. Inizia la Resistenza, quella fase del conflitto forse più problematica per la popolazione. Ogni anelito di speranza è rivolto alla cacciata dell’invasore. Un nemico che non ha scrupoli e non si ferma davanti a niente e nessuno. Che tu sia uomo, donna o bambino, non conti nulla. Hitler ordina rastrellamenti, prigionie e deportazioni. I combattenti e i civili italiani vanno avanti come possono.

Tantissimi i luoghi dove viene sparso sangue. Claudio Bolognini sceglie di raccontare la storia della Brigata Stella Rossa. Un gruppo stimato tra le settecento e le ottocento unità, che combattè contro il nazi-fascismo dal novembre 1943 all’indomani, appunto, dell’Armistizio.

“Da buoni fascisti avete seminato lutti e rovine su roba e cose italiane; avete distrutto, al solo scopo di rendervi più servili all’invasore, anni di sudore e fatiche di gente innocua che combatteva solo con la vanga e la zappa. Tali azioni criminose non possono e non devono rimanere impunite.”

L’area è quella dell’Appennino tosco-emiliano, sulle alture di Bologna, tra i comuni di Marzabotto, Monzuno, Grizzana Morandi e territori limitrofi. I componenti della Brigata erano tutti originari di quei luoghi. Al comando Mario Musolesi, detto il Lupo, apartitico e credente, il quale decise di non dare alcuna impronta politica alla Brigata che comandava. Il suo soprannome non nacque come nome di battaglia partigiano, bensì gli fu affibbiato dagli amici di infanzia per il suo carattere e il suo grande coraggio. Da sempre antifascista e contrario alle idee politiche di destra, ben presto viene tacciato di antifascismo. Partecipa alla campagna di Etiopia, ma non è guidato dallo spirito patriottico necessario. Dopo l’Armistizio la logica conseguenza delle sue idee è quella di adoperarsi per organizzare una prima, rudimentale, forma di Resistenza. In gruppo con alcuni amici di infanzia, tra cui colui che viene chiamato “Il Vecchio”, forma la Brigata Stella Rossa che diventerà un’autentica spina nel fianco per le forza nazi-fasciste.

Mario Musolesi “Il Lupo”

Con le azioni di guerriglia tipiche di questi gruppi, come sabotaggi sulle linee ferroviarie e terrestri, agguati ai mezzi di rifornimento delle truppe, liberazione di prigionieri nelle carceri cittadine, danneggiano le forze armate nemiche e ben presto il Lupo diventa un personaggio tra i più ricercati dai tedeschi e dai fascisti italiani.

Proprio in una di queste azioni di liberazione di prigionieri, il lettore fa la conoscenza del giovane Paolo, uno dei protagonisti del romanzo di Claudio Bolognini. Il giovane, incarcerato per un furto di fisarmoniche in un negozio di strumenti musicali, viene liberato da un commando delle brigate e si aggrega alle forze della Resistenza sulle alture dell’Appennino bolognese. L’autore descrive la parabola del giovane Paolo e del suo compagno di avventura Gallo, nel trasformarsi gradualmente in veri uomini, sprezzanti del pericolo, capaci di applicarsi come vedette prima e come protagonisti nelle azioni di sabotaggio poi.

“I detenuti erano ammassati sul cassone e sobbalzavano per le buche. Paolo era il più giovane. Non si era mai addentrato nell’Appennino. Ne aveva intravisto solo gli scorci dalla città, mai aveva visto da vicino boschi, montagne e calanchi. In carcere aveva sentito parlare dei ribelli sulle montagne che sfidavano i tedeschi e fascisti con poche armi e tanto coraggio.”

La vita da sovversivi è complicata, il pericolo sempre dietro l’angolo, difficile avere notizie dei propri cari, si vive come si può, cercando di danneggiare le forze nemiche in attesa che gli Alleati risalgano la penisola italiana e la liberino dagli occupanti tedeschi.

Eppure, c’è tempo anche per le riflessioni, per i sentimenti, per pensare al futuro. Il rapporto con Elena, una giovane sarta che assiste la Brigata per le divise e il sostentamento, è tenero e dona luce a un periodo che fece del grigio la tonalità predominante. I mesi passano e ci si avvicina a quello che sarà definito uno dei crimini di guerra più gravi compiuti contro la popolazione civile: la strage di Marzabotto dal 29 settembre al 5 ottobre 1944, con 1676 decessi totali per mano di nazisti, fascisti e per cause di guerra.

Il libro di Bolognini è intriso di Storia, ci racconta in forma romanzata le eroiche azioni della Brigata Stella Rossa, con i vari componenti che si contraddistinsero per il loro coraggio e il loro sacrificio. Una forma di Resistenza al nemico che coinvolge tutta la cittadinanza dei territori interessati, nessuno escluso. Una comunanza di intenti che anche se un impegno scritto, anima tutti coloro che capiscono essere arrivato il momento di fare qualcosa di più: mettersi in gioco per gli ideali di libertà.

Una Storia vera che ripercorre le gesta di uomini comuni, uomini meno noti alle luci della ribalta, ma ugualmente e forse più importanti di coloro che sono riportati sui libri di Scuola. Storie singole e collettive che non devono essere dimenticate, per rendere onore e giustizia a chi sacrificò la propria vita per la patria e per il futuro.

Pro

Il racconto di una Storia vera, di uomini comuni e di personaggi come il Lupo, realmente esistiti. L’intenzione di ridare dignità e luce a storie meno conosciute

Contro

In alcuni punti abbandona forse troppo la via del “romanzo” per un tono più saggistico con tanti fatti, avvenimenti e personaggi nominati in poche pagine.

Trama

Bologna, 9 agosto 1944. I partigiani liberano dal carcere di San Giovanni in Monte i compagni prigionieri. E per creare confusione aprono le celle anche ai detenuti comuni. Paolo è un ragazzo finito in galera per un piccolo furto, si ritrova così libero ma viene condotto a forza sull’Appennino tra i partigiani della Stella Rossa. Entra a far parte della brigata: conosce il Vecchio, si azzuffa con Gallo, che poi diventerà l’amico inseparabile, assaggia la disciplina del comandante Lupo e soprattutto incontra Elena, la ragazza di cui si innamorerà. Ed è a partire dalla storia d’amore tra Paolo ed Elena che Claudio Bolognini scrive Stella Rossa: un omaggio all’incredibile storia di una banda partigiana capace di tenere testa all’esercito nazista sull’appennino tosco-emiliano. Ma anche destinata a subire, a Marzabotto e nei comuni limitrofi, il terrificante eccidio di Monte Sole: una delle pagine più buie dell’intera Seconda guerra mondiale.

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