Recensione a cura di Raffaelina Di Palma
Nel 1709, a Colonia, venne fondata la prima fabbrica di profumi al mondo. A fondarla fu Giovanni Battista Farina, fratello del profumiere Giovanni Maria. Emigrato a Colonia, affittò un primo negozio dove, con il fratello, iniziò con i beni di lusso: guanti profumati, foulard, fazzoletti ricamati. Soltanto in seguito l’acqua di Colonia diventerà il prodotto cardine della società. Il profumo nato con il nome di “Aqua Mirabilis”, si deve quasi sicuramente a Giovanni Paolo Feminis, cugino dei fratelli Farina, con il quale avranno controversie legali che porteranno rivalità e odio tra le due famiglie.
Giovanni Maria Farina decise di creare il profumo perfetto che lui chiamò “Eau de Cologne,” che conquistò subito tutte le corti, i re, i principi d’Europa, che impazzivano per il suo aroma; brioso e leggero.
Premiamo il tasto rewind e “trasferiamoci” nel 1692, a Santa Maria Maggiore, nella Val Vigezzo.
“Il bambino, d’istinto, con l’unghia tentò di scalfire la buccia per sentire meglio l’odore che si preannunciava intenso, inebriante. Il cugino Paolo, un giovane uomo dagli occhi color sottobosco e un rovescio di riccioli rossi, gli strappò il frutto di mano. «Lo dicevo io che sei l’unico sveglio in questo posto, anche se sei solo un marmocchio. Hai capito subito dove sta il tesoro. Ma adesso basta, è prezioso, non sai quanto l’ho pagato».”
Con questo romanzo, edito da Rizzoli, Eleonora Recalcati ci fa immergere nella scia magica del mondo del profumo e la sua straordinaria invenzione. Una viva testimonianza di una vicenda lunga e irta di difficoltà. Siamo tra la fine del ‘600 e gli inizi del ‘700.
La Val Vigezzo fa parte di un gruppo di sette valli che si espandono dalla Val d’Ossola. Le loro montagne ricoperte di boschi, sono immerse tra i profumi inebrianti della natura. Sullo sfondo di questa visione, l’autrice ci racconta l’incredibile vicenda di Giovanni Maria Farina e la sua famiglia.
La storia non è soltanto un racconto biografico è anche un viaggio sensitivo: ci si relaziona con quel mondo con tutti i cinque sensi, permettendo di andare oltre la lettura, che evoca immagini vive e quasi si “sentono” gli aromi attraverso le parole dell’autrice che, con la sua penna, le “stempera” come colori su una tela, facendolo diventare quasi un viaggio introspettivo: condividendo le stesse paure e gli stessi dubbi del protagonista.
“Giovanni avvicinò il naso e riconobbe l’aroma agrumato che aveva percepito addosso alle fanciulle mascherate e nella bottega. Certo era fresco, rinfrancante, ma gli mancava qualcosa, quell’elemento impalpabile, immateriale, che permetteva a un odore di legarsi per sempre, nella memoria, nelle rughe di un volto o di spalancare la fantasia su regni idilliaci e dorati.”
Giovanni Maria è il punto chiave di questo romanzo. Scopre, da piccolissimo, di avere un talento speciale: riconoscere e individuare la ricchezza, la fragranza degli odori della natura, per lui è un’attitudine naturale che lo affascina e lo spinge a cercare continuamente nuove varietà di essenze. Riconosce ogni odore dai quali si sente attratto in maniera irresistibile.
Il caso vuole che anche il cugino, Paolo Feminis, più grande di lui di qualche anno, condivida la sua stessa passione. Di ritorno da un suo viaggio in Calabria, gli mostra una nuova pianta ancora sconosciuta: il bergamotto. I due cugini passano tutto il loro tempo chiusi nella cantina, colma di alambicchi e ampolle di vetro, a creare gli elisir con i quali Paolo spera di fare fortuna. Le loro figure evocano un’attrattiva remota della scienza e dell’alchimia.
In tal senso si sviluppa una energia stimolante tra maestro e allievo fino a che il loro rapporto si interrompe quando Paolo decide di lasciare la valle per far conoscere nel mondo “l’Aqua Mirabilis:” il tonico curativo a base di agrumi che ha inventato. Giovanni Maria vive questo addio come un abbandono. Si resta catturati dalla lettura, dal contrapporsi dei sentimenti del protagonista che si sente messo da parte, tradito. Le loro strade si dividono, ma malgrado le difficoltà prosegue caparbiamente per la sua strada da solo. Non ha vita facile Giovanni Maria Farina.
Dopo la morte della madre, la nonna lo porta con lei a Venezia, distillatrice a sua volta, gli insegna l’applicazione e le tecniche della distillazione alcolica per armonizzare le sue essenze. E proprio da Venezia la sua vita inizia un percorso impensato e con molte sorprese.
Tra le calli intrise di miasmi e profumati fiori, incontra la donna che condizionerà le sue scelte: Rosalba Carriera, la pittrice più famosa dell’epoca. Ma il loro sarà un rapporto lungo e contorto.
Venezia sarà la città dalla quale spiccherà il volo per un’avventura più grande.
“Ho portato la vostra luce nel grigiore di questa terra fredda. Il mio profumo ricorda un mattino veneziano di primavera, dopo la pioggia. E al centro ci siete voi, splendente, sotto l’albero di limoni dei Grimani. Centinaia di cittadini a Colonia e in tutta l’Alemagna porteranno addosso il ricordo che ho di voi.”
La sua vita è una vera epopea in un caleidoscopio di difficoltà, genialità, storie d’amore e arte da cui scaturisce una lunga ricerca per una miscela di profumi divenuta poi indispensabile nella vita, soprattutto dei nobili, per coprire i cattivi odori corporei (all’epoca l’igiene era molto scarsa). Ovunque nelle città, le strade emanano effluvi spiacevoli, dalle finestre si getta ogni tipo di rifiuto. Le toilette in casa arriveranno molto più tardi.
Del suo viaggio, da quel piccolo villaggio montano alle corti europee, l’autrice fa un’accurata descrizione dei luoghi storici, degli ambienti nei quali si muove il profumiere, ne descrive la profonda conoscenza delle evoluzioni emotive e umane che tormentano il protagonista.
“La certezza istintiva che aveva determinato la sua partenza aveva lasciato spazio alla paura di ciò che lo attendeva.”
Con una forza appassionante, Giovanni Maria rinnova e trasforma le essenze in una rivoluzione olfattiva dando il via a una nuova era nel mondo della profumeria. Ci fa entrare in punta di piedi in una epopea tutta italiana: penetra nella sua mente l’inventiva di quella che era, ed è tutt’ora, una vera arte: amalgamare i profumi alla personale genialità.
Questo libro contiene un messaggio potente: è una lode al talento umano attraverso cui invita a riflettere su come la tenacia possa condurre alla realizzazione dei sogni, anche quelli che ognuno di noi coltiva in segreto.
“Un caos di parole e fragranze ignote lo attraversa come una musica. Si sente vivo e giovane, lontano dai rimpianti e dalla malinconia dei giorni precedenti. Sorride, vedendo una coppia ballare una gavotta, sulla scia di un ritmo immaginario.”
Pro
Uno spaccato storico ricco di “essenze” che ci fa rivivere anche gli splendori e le decadenze delle Corti europee dell’epoca.
Contro
Nulla
Trama
1692, Santa Maria Maggiore. Tra le montagne boscose della Val Vigezzo , il piccolo Giovanni Maria Farina scopre presto di avere un talento speciale. Gli succede annusando la natura che lo circonda, e poi i suoi familiari, ognuno con il suo particolare profumo. Riconosce gli odori, Giovanni, ne è irresistibilmente attratto, e il destino vuole che anche il cugino più più grande, Paolo Feminis – che in Calabria ha scoperto una nuova pianta, il bergamotto – condivida la sua passione. I due passano ore in una cantina laboratorio colma di alambicchi e ampolle, a creare gli elisir con cui Paolo spera di fare fortuna. Finché, un giorno, le loro strade si dividono. Paolo lascia la valle per portare in giro ”l’Aqua Mirabilis,” il tonico curativo a base di agrumi che ha inventato e Giovanni, che è solo un ragazzino, si sente abbandonato da quello che considera il suo maestro. Così, quando la nonna Caterina lo invita a Venezia, nello splendore della laguna apprende da lei come applicare le tecniche della distillazione alcolica al suo grande amore: le essenze. E lì, tra le calli impregnate di umori e profumo di rose, incontrerà la donna che cambierà la sua vita: la più grande pittrice del suo tempo, Rosalba Carriera. Ma il viaggio per realizzare il suo sogno è tortuoso e imprevedibile e lo porterà prima a Colonia, poi nelle corti più sfarzose dell’Europa settecentesca, che impazziranno per la sua rivoluzionaria creazione: il primo profumo moderno.