Dicembre è arrivato, si respira aria natalizia. Avete già pensato ai doni da mettere sotto l’albero? Che ne dite di regalare e regalarvi qualche bel libricino fresco di stampa? Ai titoli ci pensiamo noi! Provate a dare una occhiata, sicuramente il libro adatto a voi è li che vi aspetta…
Lo scettro di Priamo
Simone Fiocco
Bakemono Lab
In libreria il 1° dicembre
Roma, 1675. La Città Eterna è in festa per il giubileo, ma tra le ombre dei vicoli più remoti una presenza inquietante si muove silenziosa. E’ il marchese Palombara, un uomo ossessionato dalle antiche reliquie conosciute come Pignora Imperii e dalla sua sacra missione: riportare Roma ai fasti di un tempo. In cerca di un erede, il marchese trova nel giovane Aurelio un apprendista e lo conduce nella sua misteriosa villa, dove alchimia e potere si intrecciano in modo oscuro e pericoloso. Ma Aurelio non è solo un discepolo : il suo destino è quello di diventare l’artefice di una trama segreta che si dipana nei secoli, manipolando la storia da dietro le quinte. Ora, nel presente, il suo nome è Angelo Aurelio Spinnatus, e il suo piano è vicino al compimento. In questo ultimo, avvincente capitolo della trilogia dei Pignora Imperii, vengono svelate le verità sulle misteriose reliquie, in un crescendo di suspense, intrighi e colpi di scena. Roma è destinata a sprofondare nel caos o qualcuno riuscirà a fermare il marchese?
La ballerina
Matilde Serao
Basalto Edizioni
In libreria il 1°dicembre
Carmela Minino è una ballerina di terza fila al teatro San Carlo. Non particolarmente bella, né aggraziata, vive di riflesso la belle époque di Napoli dove sciantose, alta società e giornalisti affollano i caffè concerto più alla moda, sognando agi e allori che la vita pare non averle riservato. In un’epoca in cui le ballerine sono dive venerate, Minino soffre stenti e privazioni in una camera ammobiliata alla Pignasecca, vicino ai Quartieri Spagnoli, esposta ai pettegolezzi e alle chiacchiere dei vicini, nonostante la sua profonda religiosità e la sua specchiata onestà. Canzonata dalle sue colleghe perché nubile, finisce col cedere alle lusinghe di un uomo che non ama solo perché sembra genuinamente interessato a lei, prima di dimostrarsi un approfittatore. Compromessa, consumata dalla crudeltà del palcoscenico e senza sbocchi, Carmela rimane sola, incapace persino di immaginare una vita migliore.
Gli occhi di Modì. Parigi anni Venti
Renata Freccero
Araba Fenice
In libreria il 2 dicembre
Un romanzo freschissimo, attento alle vicende storiche dei personaggi, ricco di pathos e di amore per il suo protagonista, Amedeo Modigliani. Un gioiello raro, da leggere anche e soprattutto per immergersi dal vivo in un’epoca artistica straordinaria, forse unica. “Nel 1985 incontrai per la prima volta, de visu, le opere di Modigliani, in occasione dell’importante mostra da me organizzata a Torino: “Modigliani incontri italiani”. Leggendo il romanzo, uscito dalla fervida fantasia di Renata Freccero, la mia mente è corsa, inevitabilmente, a quella mia lontana esperienza e ai ritratti di alcuni dei personaggi frequentati da Modigliani… Mentre leggevo, mi apparivano i volti di Chaïm Soutine, Paul Guillaume, Léopold Szborowski, Jeanne Hebuterne, Béatrice Hasting che grazie alla prosa di Renata Freccero, mi apparivano come vecchi amici ritrovati. La suggestione modiglianesca del racconto, leggendo di luoghi e artisti che erano diventati parte del mio vissuto, mi ha fatto scattare la molla che mi ha costretto a divorare la lettura di questo delizioso inno, non solo a Modigliani, ma soprattutto a Parigi. Una Parigi in parte ormai perduta ma che riesce ancora, nonostante tutto, a mantenere e preservare quel suo fascino inesauribile, unico e indiscusso.” dalla Prefazione di Vincenzo Sanfo “Mi sono trasferito nel 1906 in questa città dove accade tutto, ero pieno d’entusiasmo e avevo una discreta somma di franchi. Lavoravo da mattino a sera alla ricerca di qualcosa che altri non hanno ancora fatto, ma non sono riuscito. Le mie opere non interessano, ho finito anche i soldi dei vaglia inviati da mia madre e da mio fratello Emanuele. Ho solo debiti”. “Perché non torni in Italia?” “Oggi lo spazio dell’arte è a Parigi”. Maud si alzò dal canapè per prendere le molle e ravvivare il fuoco del camino che si stava spegnendo, intanto cercava di trovare le parole migliori per rincuorare Dedo: “Mi pare che tu, nonostante tutto, abbia un’inspiegabile energia. Hai un progetto chiaro: non cedere fino a quando la tua grandezza sarà riconosciuta”.
Julia, la strega di Siligo
Antonietta Uras
IoScrittore
In libreria il 3 dicembre
Julia non è come tutte le altre ragazze del paese: i capelli crespi e indomabili, il corpo vigoroso seppure disarmonico, non ha paura di girare per il bosco di notte, seguendo la luna, e di osservare i riti e le danze dei nomadi che si accampano appena fuori dall’abitato. Julia non ha timore delle grotte, che si sussurra conducano negli abissi della terra, dritte all’inferno. Soprattutto Julia possiede il “dono” ereditato dalla nonna, unica vera guida della sua giovane esistenza anche dopo la morte, attraverso i sogni. Grazie a lei la ragazza impara a conoscere i segreti delle erbe, come dosare odori e veleni per guarire le malattie e apprende le formule per prevedere e allontanare un destino maligno, per rassicurare le madri e aiutare i raccolti: è una guaritrice, una figura preziosa in una piccola comunità rurale. Ma anche pericolosa, perché nella Sardegna di fine Cinquecento, sotto il diretto dominio della Corona di Spagna, il clero e le autorità civili non esitano a soffocare, attraverso l’Inquisizione, qualsiasi forma di diversità e indipendenza, con terrore e brutalità. Basteranno dunque i pettegolezzi e l’invidia di alcune comari per la sua influenza sempre crescente, perché venga evocata l’immagine più spaventosa e sia emessa la condanna più terribile in quest’epoca tormentata: questa donna è una strega. Gli abusi, le torture, le sofferenze che ne seguiranno colpiranno Julia con durezza senza però piegare il suo spirito e appannare il suo sguardo, fino all’imprevedibile, straordinario finale. In perfetto equilibrio tra Storia e fiction, basato sugli atti del processo conservati negli archivi di Madrid, il racconto potente e provocatorio di una figura eccezionale ed emblematica sullo sfondo di una terra antichissima e affascinante.
Natività. Madre e figlio nell’arte
Vittorio Sgarbi
La nave di Teseo
In libreria il 3 dicembre
Un viaggio attraverso i secoli, riccamente illustrato, alla scoperta non solo di capolavori imprescindibili, ma del legame più antico e profondo del mondo, la Natività, che allude, nella stessa misura, al mistero della vita di ognuno di noi e al rapporto dell’uomo con Dio. Dalle Natività e Annunciazioni disincarnate e divine, con il cielo infuso d’oro, dell’arte bizantina, Vittorio Sgarbi ci conduce attraverso la rivoluzione della pittura moderna, che ha rappresentato una natività sempre più terrena, sempre più vicina alla vita. Ma la conquista della verità per questo soggetto così misterioso e suggestivo non è stata lineare: la storia dell’arte indica ripensamenti e ritorni, cortocircuiti continui tra ideale e reale. Da Giotto a Simone Martini, da Piero della Francesca a Raffaello, da Michelangelo a Caravaggio e Rubens fino ad alcune suggestioni dell’Ottocento e Novecento, da Courbet a Segantini, a Pietro Gaudenzi, Vittorio Sgarbi non solo ci racconta l’arte da un punto di vista inedito, quello della Natività, ma mostra come essa abbia saputo individuare le infinite sfumature dell’atto più divino che l’essere umano può compiere: il dono della vita. Tra pittura, scultura, ma anche cinema e letteratura, questo viaggio, infine, ci lascia intravedere i mille, labirintici volti della femminilità, quali solo la grande arte può rappresentare. “La Natività è il principio di tutto. La sua sintesi è nella immagine della Madre che tiene in braccio il Bambino: essa non mostra il potere di Dio ma la semplicità degli affetti, in Giotto come in Pietro Lorenzetti, come in Vitale da Bologna, come in Giovanni Bellini, come in Bronzino, come in Caravaggio. Maria nell’atto della maternità non è una maestà lontana, in trono, che tiene in braccio un bambino che è già divino: è semplicemente, nella maggior parte delle rappresentazioni, una mamma con il figlio. Per questo la maternità di Maria non è un tema religioso ma un tema umano. Il soggetto è semplicemente la vita”.
La Luna. Miti, scienza e mappe
A cura di Matthew Shindell
Einaudi
In libreria il 3 dicembre
Il nostro rapporto con la Luna è sempre stato sospeso tra scienza e leggenda; gli antichi da un lato intuivano e studiavano il suo ruolo all’interno di fenomeni terrestri come le maree e, dall’altro, si lasciavano sedurre immaginando i suoi influssi magici e le creature fantastiche che la abitavano. E ancora oggi, malgrado i potentissimi telescopi e le missioni spaziali, a chi non è capitato di indulgere in fantasticherie osservando la Luna splendere di luce riflessa nel buio della notte? “La Luna” ci accompagna in un viaggio tra i miti, che dalle origini dell’umanità ha ispirato l’astro più vicino al nostro pianeta, e le conquiste scientifiche che nel corso degli ultimi sessant’anni ci hanno permesso di esplorarlo e conoscerlo più a fondo. Un viaggio che parte dagli antichi Egizi e, passando tra suggestioni astrologiche, arte, letteratura e cinema arriva ai robot che oggi portano avanti la ricerca spaziale; un itinerario da percorrere accompagnati dalle mappe originali elaborate in preparazione della missione Apollo del 1969.
Samurai. La guerra dell’anno del Drago. La caduta dello shogunato e la restaurazione Meiji
Francesco Dei
Diarkos
In libreria il 4 dicembre
Tra gli eventi cruciali della storia del Giappone, la guerra Boshin, la “Guerra dell’anno del drago” del 1868-1869, segnò la restaurazione imperiale Meiji e la fine del governo feudale dello shogun, il capo supremo dei samurai. Alla base della rivolta, che rese possibile il sovvertimento del potere, fu un nuovo tipo di samurai: lo shishi (“uomo dagli alti ideali”), sostanzialmente povero, emarginato e senza padrone (rōnin) che, deluso dal regime feudale, decise di passare all’azione. Mosso da una volontà di ferro forgiata dalle avversità, fornì la piattaforma e il braccio armato per la rivoluzione, guidata dalla corte imperiale e dai ceti borghesi emergenti. Non si trattò, tuttavia, di un conflitto tra vecchio e nuovo, ma di uno scontro tra fazioni la cui rivalità risaliva ai tempi della battaglia di Sekigahara del 1600: entrambi i contendenti desideravano lo stesso obbiettivo, ovvero quello di traghettare il Paese verso la modernità, e vinse la fazione che seppe maggiormente apprendere l’arte occidentale della guerra. L’élite della casta guerriera dei samurai, pallido ricordo rispetto al suo glorioso passato, mancato l’appuntamento con la storia, si avviò così verso un lento e inesorabile declino, entrando però nella leggenda. Esplorare questa storia, ricca di intrighi politici, duelli, delitti, battaglie e personaggi memorabili, in un periodo di profondo mutamento dove tradizione feudale e modernità convivevano, costringe a immergersi in un racconto avvincente che continua ancora oggi ad affascinare. Nel libro di Francesco Dei emerge un epico dramma che ha ridefinito il corso della nazione nipponica.
Il mormorio del mare
Valerio Villoresi
Minerva Edizioni
In libreria il 4 dicembre
Gli amori, gli intrighi, le avventure, i misteri, i sogni, le passioni in una spy story, cruda e vera, dell’Ottocento. Una storia di duchi, marchesi e contessine, di “buzzurri”, eretici, prelati, assassini, grandi ricchezze, povertà feroci e tesori nascosti. E la leggenda di un ingegnere, Eugenio Villoresi, “zuccone” ligio ai precetti di san Paolo, e del “suo” canale osteggiato dai poteri forti ma provvidenziale per i popolani della Pianura Padana. Questo romanzo svela, 140 anni dopo, i retroscena del riscatto della “nobiltà papalina” sui “caldarrostai del Nord” mediante l’utilizzo di capitali “illeciti” salvati su ordine di papa Pio IX dai provvedimenti di confisca della “manomorta”.
Il medico vagante. Viaggio per l’Europa del XVI secolo
Ferrante Della Porta
Compagnia Editoriale Aliberti
In libreria il 4 dicembre
La Repubblica Veneziana agli inizi del XVI secolo. Il giovane Candido è costretto ad abbandonare il suo luogo di nascita, a ridosso delle montagne più impervie dell’estremo confine nord-orientale della Serenissima. Dopo aver trovato rifugio in un monastero di monaci certosini, una volta raggiunta l’età adulta Candido decide di perseguire il suo desiderio di conoscere il mondo e di studiare. Si reca prima a Venezia e poi a Ferrara, dove realizza il suo sogno conseguendo il dottorato in arte medica. Dopo aver messo su famiglia, percorre un’Europa martoriata da tumulti religiosi e da torme di eserciti armati in movimento, soggiornando nei centri più vivi di fermenti culturali come Basilea, Anversa e Malines. Ripresa la via del ritorno in patria troverà rifugio a Cles, nei pressi di Trento, il luogo ideale per coltivare la sua passione per le piante medicinali. Dopo essersi adoperato contro la terribile peste del 1575, concluderà il viaggio della vita tra le sue amate montagne, ultimo porto delle sue feconde inquietudini. Dopo “Il sogno dell’imperatore” e “Storia di un eretico impenitente”, “Il medico vagante” completa la trilogia di Ferrante Della Porta: un autore capace di muoversi tra Storia e finzione e di rivelarci pagine poco conosciute – o del tutto ignote ai più – di quel periodo straordinario che furono gli albori della modernità in Italia e in Europa.
Gli Etruschi. Il misterioso popolo all’originale dell’Italia
Sprea Editori
In libreria il 4 dicembre
La collana racconta -attraverso articoli di facile e immediata lettura – la storia di alcune delle più affascinanti civiltà nell’evoluzione dell’umana: imperi, popoli e culture che, già migliaia di anni prima di Cristo hanno concorso – ciascuna con i propri ideali, credo, identità, usanze, economie e strutture socio-politiche – a delineare ciò che sono oggi i Paesi occidentali e mediorientali. Un’eredità remota nel tempo sorprendentemente feconda, raffinata e innovativa, che attraverso fonti storiche e letterarie, ritrovamenti archeologici e manufatti artistici non smette di stupire ed essere oggetto di studio. Imperi millenari, come nel caso dell’Antico Egitto, dei Sumeri e dei Greci e civiltà spesso ammantate da falsi miti e leggende, come per gli Etruschi o i Barbari, all’origine della stessa Italia. I volumi restituiscono un ritratto sintetico e curioso tanto delle vicende storiche quanto della vita quotidiana e delle diverse tesi interpretative elaborate nel corso dei secoli dagli studiosi che si sono dedicati a svelare e comprendere la genesi e il tramonto di Antico Egitto, Mesopotamia, Greci, Etruschi, Celti, Barbari e Vichinghi.
Il tempo che fugge
Robert Brasillach
Edizioni Settecolori
In libreria il 4 dicembre
Un’isola incantata delle Baleari, due bambini, René e Florence, cugini fra loro ed entrambi orfani, un tutore bizzarro, un’infanzia selvaggia con un Eden terrestre come spazio e un arco temporale che arriva all’adolescenza e che quel paradiso è chiamato a scandire. Il primo a lasciarlo sarà René, sedicenne studente che si trasferisce in quella Parigi del primo Novecento che pochi come Robert Brasillach hanno saputo raccontare. Porta con sé il bagaglio di un bohémien di provincia pronto a infiammarsi più per le immagini che per le idee. È un istintivo, un eterno in-seguitore di chimere… E Florence? Già nei giorni magici maiorchini ha confusamente avvertito che sarà René l’amore di una vita e per la vita: trasferitasi anche lei a Parigi, ha atteso fiduciosa e finalmente René è tornato… Romanzo del tempo e sul tempo, della memoria e sulla memoria, della giovinezza e sulla giovinezza, Brasillach trasforma quest’ultima non in un’età, ma in una concezione del mondo che, in quanto tale, annuncia sempre nuove aurore. Delinea un’estetica della vita che è anche un’etica, vale a dire un modo di affrontare l’esistenza e con “Il Tempo che fugge” ci dà il suo capolavoro.
Hieronymus Bosch. L’artista del diavolo
Massimo Centini
DIARKOS
In libreria il 4 dicembre
Hieronymus Bosch (1453-1516) è ancora oggi un artista avvolto da un’aura di mistero. La sua biografia, la sua arte e la sua poetica convivono in una sorta di osmosi paradossale, non chiarita nelle sue fitte trame. Figlio di un tempo travolto dalle guerre civili e di religione, esprime soprattutto le ombre dell’universo in cui ha vissuto, documentandolo con lo stridore prodotto dal contrasto tra la ricerca di un linguaggio artistico assolutamente originale e le cupe contingenze della società coeva. Bosch ha riversato nelle sue opere un dolore, una tragedia che non sembrerebbero averne però travolto la vita, quella di un buon cattolico, agiato, tutto casa, bottega e confraternita di Nostra Signora, di cui fu uno dei principali e tra i più munifici esponenti. Eppure in numerosi suoi dipinti vi è un brulicante universo di mostruosità, di soggetti e ambienti weird che hanno fatto spendere fiumi di inchiostro per sorreggere correlazioni con il satanismo, l’alchimia, la magia nera e l’eresia. Malgrado il grande successo incontrato, oggi non vi è ancora un’interpretazione univoca in grado di definire con precisione cosa intendesse descrivere con la sua arte. Questo libro prova a raccontare Bosch con un linguaggio accessibile, che consente di effettuare una seria e attenta analisi della relazione tra l’artista e la sua opera. Inoltre, nelle pagine del libro si analizzano anche alcune delle sue opere più emblematiche ed enigmatiche: tale analisi consente di effettuare dei viaggi all’interno di un’arte in cui allegoria e simbolo danno sostanza a un tessuto pittorico bello e mostruoso, nel quale purezza e peccato si stringono in un magma che prova ad adularci, invitandoci a percorrere itinerari sui quali non sempre è facile scindere il bene dal male.
Le sei età dell’uomo
Massenzio Gilberti
Gruppo Albatros Il Filo
In libreria il 5 dicembre
È appena un bambino Rodolfo, figlio di Ottone, conte di Wittelsbach, quando vede per la prima volta Federico il Barbarossa. Da lui riceverà in dono la croce aurea, ma prima di ricongiungersi al suo futuro imperatore, Federico II, dovrà crescere e maturare, affrontando vicissitudini che lo tempreranno nell’animo. Attraversando Le sei età dell’uomo, l’autore ci offre un excursus di formazione individuale nonché collettiva. “Le sei età dell’uomo – cammino aperto a tutti – sono una conquista interiore di posizioni sempre più solide; sino a trasumanare, per coloro che ne hanno il coraggio.” Una storia affascinante che narra, tramite una scrittura curata e fortemente evocativa, un viaggio interiore di crescita e cambiamento.
Sherlock Holmes. Il mostro del lago (Il Giallo Mondadori Sherlock)
Philip Purser-Hallard
Mondadori
In libreria il 5 dicembre
Il piccolo paese di Wermeholt, sperduto fra boschi e montagne del Lake District, non è forse la località più adatta a una vacanza. Sul cupo centro abitato, costruito con la tipica ardesia nera in riva a un lago, incombe un alto sperone di roccia che dà al paesaggio un aspetto vagamente minaccioso. Accanto allo specchio d’acqua sorge una chiesa circondata da un cimitero, con lapidi vecchie anche di secoli e una statua del santo patrono assalito da un drago terrificante. Giunto nella zona per un soggiorno di tutto riposo, fra lunghe escursioni e momenti conviviali, il dottor Watson stenta a rilassarsi come vorrebbe. Un po’ per l’atmosfera opprimente, cui contribuisce la malcelata ostilità dei paesani; un po’ per la presenza insolita di un’équipe di ricercatori impegnati in un progetto segreto. Che ci fanno da quelle parti uno studioso di folclore popolare, un anatomista e un paleontologo? Quando poi, in un gelido mattino, il ritrovamento di un corpo ridotto a brandelli suscita nella comunità una sorta di superstizioso sgomento, il buon dottore non ha dubbi sul da farsi. Manderà immediatamente un telegramma a Sherlock Holmes.
Cliché
Carme Karr
Bonfirraro
In libreria il 6 dicembre
“Cliché” di Carme Karr, pubblicato per la prima volta nel 1906, è una raccolta di ventitré racconti che segna una pietra miliare nella storia della letteratura catalana e rappresenta una svolta decisiva nella carriera dell’autrice. Considerata una delle figure più influenti della sua epoca, Karr rompe con le convenzioni della narrativa tradizionale, offrendo ai lettori una scrittura fresca e incisiva, che fonde la tecnica fotografica emergente con l’introspezione psicologica. I suoi racconti analizzano in profondità le problematiche sociali e culturali del tempo, dalla condizione femminile al matrimonio, dalla prostituzione alla vita urbana e ai suoi disagi. Karr utilizza la metafora della fotografia per catturare le sfaccettature della realtà, rivelando con uno sguardo critico le contraddizioni della modernità. Ogni racconto è una finestra aperta sulla vita quotidiana e una denuncia delle ingiustizie sociali, con particolare attenzione alla condizione della donna, vessata da aspettative borghesi e ruoli di genere oppressivi. Con la sua scrittura visionaria, Karr invita i lettori a riflettere sulle norme e sugli stereotipi che governano la società e propone una visione alternativa, dove la libertà e l’autonomia delle donne diventano centrali. Cliché si pone come una sfida alle convenzioni dell’epoca, proponendo un linguaggio diretto, carico di simbolismo e significati profondi. La forza di Carme Karr risiede nella sua capacità di trattare con maestria temi delicati e complessi, senza mai perdere di vista la dimensione umana e il desiderio di cambiamento. Questa raccolta, ancora attuale, è un capolavoro di denuncia sociale e di impegno culturale, che conferma l’autrice come una delle voci più innovative e coraggiose del suo tempo. “Cliché” continua a emozionare e a ispirare, portando avanti un messaggio di emancipazione e di lotta contro le ingiustizie, che parla con forza alle nuove generazioni. «Un manifesto per la libertà e l’emancipazione delle donne, che sfida le norme sociali dell’epoca. La condizione femminile, il matrimonio e la prostituzione: Karr svela le contraddizioni della modernità con una prosa tagliente e innovativa.»
Il disordine delle famiglie. Potere, ordine pubblico e controllo sociale
Arlette Farge
Michel Foucault
Donzelli
In libreria il 6 dicembre
Mariti violenti, mogli infedeli, figli dissipatori, apprendisti indisciplinati: sono i bersagli delle richieste di reclusione indirizzate al sovrano in Francia fino al XVIII secolo, a cui il re faceva seguire una ‘lettre de cachet’, un’ordinanza per imprigionare o esiliare i soggetti incriminati. La pratica delle ‘lettres de cachet’ fu poi abolita durante la Rivoluzione francese perché considerata simbolo dell’arbitrio del sovrano. I documenti che Michel Foucault e Arlette Farge scoprono negli Archivi della Bastiglia, qui raccolti in sezioni tematiche, raccontano tuttavia una storia diversa: là dove credevano di trovare l’implacabile collera del sovrano, il filosofo e la storica incontrano invece le passioni del basso popolo. Le ‘lettres’ si rivelano non lo strumento di un potere anonimo e oppressivo che si abbatte dall’alto sui sudditi, ma una pratica nelle mani del popolo, in grado di usare le tecnologie del potere per reprimere condotte che minano la tranquillità familiare e, di conseguenza, l’ordine sociale, innescando così un meccanismo in cui repressione privata e mantenimento dell’ordine pubblico si intrecciano efficacemente: un potere dunque ramificato, che circola a ogni livello della società. Pubblicati per la prima volta in italiano, questi documenti colpiscono per l’intensità dello stile, per una certa «bellezza patetica», come scrive Arlette Farge nella postfazione alla presente edizione: «Si trattava di persone, di corpi, di pensieri, di gridi messi a nudo, inviati “alla grandezza del sovrano”, nei quali degli “esseri miserabili” rappresentavano la propria vita davanti al potere». L’analisi di queste suppliche rappresenta una tappa importante nella costruzione foucaultiana della storia dei dispositivi di controllo, mostrando quanto le relazioni familiari siano a pieno titolo parte della «microfisica del potere».
L’acquetta di Giulia. Mogli avvelenatrici e mariti violenti nella Roma del Seicento
Simona Feci
Viella
In libreria il 6 dicembre
Nella Roma di metà Seicento, pochi anni dopo l’epidemia di peste, viene scoperta in modo rocambolesco l’esistenza di una rete di avvelenatrici: alcune preparano un veleno “perfetto”, conosciuto in tutta Italia come l’«acqua tofana», altre lo acquistano e se ne servono per liberarsi dei loro mariti. È il più clamoroso fatto di cronaca nera del secolo e uno dei pochissimi complotti tutti al femminile della storia. La trama collettiva che viene alla luce ci accompagna nelle pieghe di una città barocca dove trovano posto tutti gli elementi di un potenziale romanzo: amore e veleno, violenza, crimine e morte, sotterfugi ed esibizionismo, denaro e solidarietà. Pronte a sfidare il potere dei padri, il sapere dei medici e l’azione degli inquirenti, le protagoniste e le loro storie offrono uno straordinario passepartout per raccontare la condizione delle donne nel secolo di Artemisia Gentileschi, della monaca di Monza, di Cristina di Svezia.
Sulla lingua di Leonardo. E altri studi dai libri d’abaco a Galileo
Paola Manni
Cesati
In libreria il 6 dicembre
Il volume è dedicato agli albori della tradizione tecnico-scientifica italiana da Leonardo a Galileo, passando per la cultura abachistica e la Summa di Luca Pacioli. Il nucleo più cospicuo dei contributi è incentrato sulla lingua di Leonardo da Vinci, indagata attraverso il corpus dei suoi autografi, depositari di una vera miniera terminologica, ma anche testimonianza di una scripta dai caratteri peculiari, che richiede di essere esplorata a fondo sotto l’aspetto grafico, fonomorfologico e sintattico-testuale. Direttamente connessi al lessico della meccanica leonardiana, e utili al suo inquadramento storico, l’ampio studio sulla terminologia delle macchine nei testi a stampa di epoca rinascimentale, e il saggio che, muovendo da alcuni termini galileiani, ne mette a fuoco la linea di continuità che li lega alla produzione del Vinciano. Nel volume è compreso anche un intervento che l’Autrice ha dedicato a Galileo accademico della Crusca e alle prime definizioni di stampo galileiano che entrano nel Vocabolario.
La leggenda di Ulisse. Il più furbo di tutti gli eroi
Sara Prossomariti
Newton Compton Editori
In libreria il 6 dicembre
Segui Ulisse, l’astuto re di Itaca, mentre naviga tra mostri mitici, dee seducenti e sfide mortali nel suo tentativo di tornare a casa dopo la guerra di Troia. Ogni pagina è un’avventura, piena di intrighi, coraggio e stratagemmi per ingannare i nemici e superare tutti gli ostacoli. Dal gigantesco ciclope Polifemo all’irresistibile canto delle sirene, dai vortici di Scilla e Cariddi alla magia, tanto potente quanto terribile, dell’affascinante Circe: insieme al suo equipaggio, Ulisse dovrà affrontare un viaggio pieno di deviazioni e pericoli, e sopportare dieci anni in balia di venti e tempeste, prima di poter riabbracciare la sua amata moglie Penelope. La sua è un’avventura che ha resistito al tempo e continua a incantare lettori di tutte le età. Questo libro ne ripercorre le tappe, conducendoci nei luoghi reali che hanno ispirato il mito e il poema omerico e svelando tutti i segreti che l’hanno reso un capolavoro immortale della letteratura.
Il valoroso re dall’ingegno proverbiale e il suo lungo viaggio per tornare a casa.
L’Odissea come non l’avete mai letta.
Celestina. Il mistero del volto dipinto
Marco Scardigli
Interlinea
In libreria il 6 dicembre
Un delitto carico di mistero si compie in una notte di nebbia in una città di provincia durante la Belle époque. Una donna è trovata morta seminuda in casa sua, con il viso dipinto di nero. È conosciuta come Celestina, una escort d’alto bordo. Le indagini vengono affidate al funzionario Deodato Marchini, che crede fortemente nel progresso scientifico, applicato anche nelle ricerche di polizia, ed è affiancato da un capitano dell’esercito, giocatore e bevitore incallito. Insieme incontrano un’affascinante sarta con un matrimonio sfortunato. In principio c’è diffidenza tra loro ma poi nasce un rapporto stimolante e i differenti punti di vista aiutano a trovare il bandolo della matassa fino a risolvere il caso, tra colpi di scena, curiosità dell’epoca, momenti divertenti e occasioni per riflettere sulla storia che ha riflessi attuali. Questo romanzo giallo è il primo di una serie che con Évelyne si è aggiudicato il premio Selezione Bancarella.
L’Ottocento delle attrici. Da Carlotta Marchionni a Eleonora Duse
Laura Mariani
Viella
In libreria il 6 dicembre
Dall’esclusione al protagonismo e all’esercizio del potere: in nessun campo le donne hanno compiuto un percorso tanto significativo come nel teatro. E in nessun secolo come nel lungo, turbolento Ottocento questo protagonismo si è imposto: le attrici dominavano la scena, dirigevano le compagnie, rappresentavano un modello per la loro indipendenza e per l’esperienza accumulata nella frequentazione della sfera pubblica, mentre le donne diventavano più visibili, maturavano nuove esigenze e cominciavano a organizzarsi politicamente. Il libro indaga questo panorama ampio e variegato, proponendo infine quattro biografie che evidenziano il cortocircuito fra arte e vita che caratterizza il teatro in rapporto alla società: Carlotta Marchionni che crea il modello dell’attrice moderna, Adelaide Ristori che conquista il mondo, Giacinta Pezzana esponente dell’emancipazionismo e Eleonora Duse, la più grande, che guarda al Novecento.
Ritorno a Harlem
Claude McKay
Edizioni Theoria
In libreria il 6 dicembre
Quando Jake Brown si arruola nell’esercito americano durante la Prima guerra mondiale, viene trattato più come uno schiavo che come un soldato. Dopo aver disertato, vive a Londra fino a quando alcuni episodi di violenza razziale non lo spingono a tornare a Harlem. Qui la sua vita si svolge tra il lavoro come cameriere e la relazione con la prostituta Felice, in un vortice di personaggi vivaci, rozzi e dediti a ogni tipo di piacere. Scritto con brutale accuratezza, Ritorno a Harlem è stato il primo bestseller di uno scrittore afroamericano.
Questo corpo è un uomo. Quaderni 1945-1948
Antonin Artaud
Neri Pozza
In libreria il 6 dicembre
Nell’ospedale psichiatrico di Rodez (1943- 1946) e nella casa di cura del dottor Delmas a Ivry (1946-1948), Antonin Artaud riempie 404 quaderni di scuola a quadretti con febbrili, disordinate annotazioni a matita e a penna, intercalate da schizzi e disegni a volte sovrapposti alla scrittura. Da questa mole imponente, che non è possibile definire un’opera, Lucia Amara ha composto una antologia, scegliendo 21 quaderni e ordinandoli secondo cinque categorie, che corrispondono a temi e concetti che ritornano ossessivamente nel pensiero di Artaud di quegli anni: “corpo”, “Dio”, “soffio”, “nome”, “teatro”. Operazione legittima, se lo stesso Artaud aveva estratto dai quaderni i testi che saranno pubblicati da Paule Thévenin nel 1978 col titolo “Suppôts et Suppliciations” e tanto più giustificata, dal momento che, senza minimamente alterarle (i quaderni sono riprodotti integralmente), riesce a rendere in qualche modo leggibili annotazioni in apparenza caotiche e asistematiche. «La cavalcata abracadabrante del corpo attraverso i totem di una cultura crollata ancor prima d’aver preso corpo» – come Artaud definisce in “Suppôts et Suppliciations” la sua «revisione ansimante» della cultura occidentale – non soltanto non ha perso nulla della sua inquietante attualità, ma ci obbliga anche a una resa dei conti che sappiamo di non poter più prorogare.
Le Repubbliche marinare
Arsenio Frugoni
Morcelliana
In libreria il 6 dicembre
La bandiera navale italiana, al centro del tricolore, riporta i quattro stemmi di Amalfi, Pisa, Genova, Venezia: le “repubbliche” che segnano la grande tradizione marinara della nostra storia. Il libro, riccamente illustrato, conduce il lettore nelle vicende, nelle arti e nelle tradizioni che hanno caratterizzato queste città, protagoniste della storia del Mediterraneo, per la loro mediazione tra Occidente e Oriente. Come scrive l’autore, esse rappresentano “una parte non piccola della storia d’Italia, ma anche, per i tesori di civiltà che le flotte, nella fitta spola tra paesi raffinati e rozzi, antichi e nuovi, offrirono a tutti i popoli, mediatrici di costumi, di progresso, di cultura, una parte certo cospicua della storia dell’umanità.” Introduzione di Franco Cardini.
Lezioni di storia della Chiesa
Daniele Menozzi
Morcelliana
In libreria il 6 dicembre
Nel 1973 la casa editrice Morcelliana ha pubblicato l’Introduzione alla storia della Chiesa di Hubert Jedin, autore del grande manuale da lui coordinato e continuamente ristampato. In assonanza con quel classico si propone questo nuovo volume dello storico Daniele Menozzi, nell’intento di dare adeguata informazione e formazione a chi voglia effettivamente studiare la Storia della Chiesa sulla base di aggiornati criteri della ricerca. Il volume, succinto e innovativo, intende raggiungere questo scopo fornendo gli elementi fondamentali per la conoscenza dello statuto della disciplina, i suoi strumenti di lavoro (enciclopedie, manuali, riviste), le fonti (a stampa, visive, sonore, audiovisive), gli archivi in cui sono depositate, i metodi con cui si possono oggi mettere in opera.
La Scala. Architettura e città
Pierluigi Panza
Marsilio arte
In libreria il 6 dicembre
Nel volume “La Scala. Architettura e città”, Pierluigi Panza racconta la storia architettonica del Teatro alla Scala, dalla nascita con Giuseppe Piermarini agli scenari attuali con Mario Botta a quelli futuri. Il teatro è sempre stato specchio delle trasformazioni della città, della società, del gusto e le ha, a sua volta, determinate. La pubblicazione, edita da Marsilio Arte, ripercorre la storia dell’edificio dai tempi di Maria Teresa d’Austria a quelli di Napoleone, poi del Regno d’Italia e della Repubblica. Rispetto per la storia e spirito di innovazione sono stati gli elementi dello sviluppo del teatro attraverso trasformazioni strutturali, tecniche ed estetiche che lo hanno mantenuto fedele alla propria identità, pur modernizzandosi e modellandosi ai riti e ai costumi dei tempi. Nella prefazione, Dominique Meyer sottolinea il perfetto equilibrio tra sobrietà e opulenza, nonché l’efficienza tecnica di un luogo che ha contribuito a rendere Milano un raffinato e prestigioso polo artistico-culturale nel panorama europeo. Meyer instaura un parallelismo tra la società milanese, «più preoccupata del fare che dell’apparire», e la struttura architettonica dell’edificio. Il volume, introdotto da Mario Botta, si articola in 11 capitoli, che ripercorrono più di tre secoli di storia: costruito nel 1776, il Teatro nasce a seguito di due distruzioni e due rifiuti. La prima distruzione fu accidentale – l’incendio del teatro che sorgeva all’interno di Palazzo Ducale (poi chiamato Palazzo Reale), la seconda fu voluta – la decisione di abbattere la chiesa di Santa Maria alla Scala. I rifiuti furono quelli di Luigi Vanvitelli e Christoph Willibald Gluck, i quali permisero l’arrivo alla corte di Milano, rispettivamente, di Giuseppe Piermarini (1734-1808) e Antonio Salieri (1750-1825). Il racconto di Panza prende in esame le tappe fondamentali e le vicissitudini del Teatro, passando per l’epoca risorgimentale e romantica, il Novecento sino alla contemporaneità. Particolare attenzione è dedicata all’ultimo ventennio, caratterizzato da continue opere di ammodernamento, restauri e ampliamenti. Durante l’intervento di realizzazione del 2002 e 2004 Mario Botta ha realizzato i due nuovi volumi dell’ellisse e della torre scenica, mentre l’interno è stato oggetto di un restauro conservativo e del rifacimento del palcoscenico. Ora si sta concludendo la seconda fase dei lavori, con gli ammodernamenti che richiede la società globale e con l’apertura della nuova torre su via Verdi, all’interno della quale la Sala prove dell’orchestra è uno scrigno alto quattordici metri, posto a meno diciotto dal livello stradale. Il volume è arricchito da un cospicuo corredo fotografico e didascalico, indispensabile per comprendere l’evoluzione di un edificio: schizzi, disegni, bozze di progetti, fotografie degli esterni e degli interni, rendering sono alcuni degli strumenti adoperati per rendere la pubblicazione un vero e proprio omaggio a quello che Stendhal definiva «il più bel teatro del mondo».
L’amico incauto di Raskolnikov
Oscar Nicodemo
Arkadia
In libreria il 6 dicembre
“L’amico incauto di Raskolnikov” è un romanzo drammaticamente moderno che, attraverso la ricerca e il recupero di un linguaggio essenziale, tanto ispirato quanto ragionato, racconta e sperimenta la sacralità della passione, fino a sviscerarne aspetti inauditi. La passione per la natura del luogo che si abita, per l’ideale a sostegno della propria esistenza, per la donna di cui si cade innamorati, come capisaldi di una letteratura che si propone alla stregua di un’esperienza intellettuale e allo stesso tempo artigianale, quale narrazione del mistero insondabile dell’anima esposta alla tragedia della propria libertà. Sullo sfondo di una città (inesistente?) della costa del meridione d’Italia, Jacopo, protagonista e voce narrante, viene a trovarsi, fatalmente, in un corpo a corpo con i dèmoni della sua vita, dove il timore di smarrire il senso della bellezza e dell’incanto, verso la superficie delle cose, diventa affannosa e complessa resistenza. Il filo conduttore che intreccia l’intera azione letteraria è dato dalla scissione dell’io: Jacopo/ Raskolnikov (sì, Raskolnikov, proprio lui, il personaggio dostoevskiano, qui, rivisitato), lo scontro tra un io impacciato e uno sfrontato, covo dell’inespressa bassezza che si annida nel profondo dell’animo umano.
La corsa per Trieste
Geoffrey Cox
LEG Edizioni
In libreria il 6 dicembre
Nella primavera del 1945 Trieste divenne meta contesa dell’avanzata di due eserciti che parallelamente risalivano verso la città: da est la Quarta Armata Jugoslava, da ovest il 13° Corpo alleato che inquadrava soldati di diverse nazionalità, provenienti da tutto il mondo. Tra di essi la punta avanzata era costituita dalla 2a divisione di fanteria neozelandese, venuta in Italia dagli antipodi e forse, come ricorda Mario Silvestri in una ormai classica introduzione, “la migliore fanteria esistente al mondo”. L’Autore, all’epoca Chief lntelligence Officer di questa divisione comandata dal generale Bernard C. Freyberg, ne tratteggia l’azione travolgente in grado di fiaccare ogni residua resistenza nemica. Finalmente la corsa si conclude a Trieste, che appare subito come un inaspettato groviglio di uomini, ideali, armi, etnie. Il destino italiano o jugoslavo della città trasforma questo angolo periferico dello scacchiere internazionale in un momento di dura verifica degli equilibri diplomatici post-bellici. La corsa per Trieste è un grande reportage che si colloca ai vertici della memorialistica legata alla Seconda guerra mondiale.
Il demone in noi
Sabahattin Ali
Carbonio Editore
In libreria il 6 dicembre
Istanbul, anni Trenta. Sul traghetto che attraversa il Bosforo Ömer, studente di filosofia, incontra Macide, aspirante pianista, e i due si innamorano all’istante. Una notte Macide decide di fuggire di casa e Ömer la accoglie nella pensione dove vive, presentandola a tutti come sua moglie e introducendola nella sua cerchia di intellettuali. Ma presto le ristrettezze economiche e l’incertezza sul futuro segnano il loro rapporto, portandolo alla dissoluzione, e Ömer, deluso dalla vita, si abbandona ad avventure pericolose, mentre si convince sempre di più che il suo male di vivere sia colpa di un demone interiore… Sullo sfondo della Istanbul bohémienne dei primi anni della Repubblica Turca, Sabahattin Ali ritrae con straordinaria maestria il dissidio interiore di Ömer, antieroe alle prese con le sfide della vita adulta e piccolo-borghese. Tradotto per la prima volta in italiano, un grande classico della letteratura turca che a ottant’anni dalla pubblicazione continua ad affascinare i lettori di tutto il mondo.
La strega del Novecento. Storie vere di donne coraggiose. Processi, ricette e pratiche
Monia Montechiarini
Intermedia Edizioni
In libreria l’8 dicembre
Davvero le streghe e la magia hanno smesso di comparire all’interno dei documenti storici nel Settecento? Uno strabiliante caso realmente accaduto di ‘stregoneria’ del Novecento è al centro del processo celebrato contro una giovane donna accusata. Cosa scatenò la reazione per cui fu arrestata? Da chi o da cosa voleva proteggere la sua famiglia? Un’indagine storica complessa riscrive la storia di tanti personaggi meno noti, ridando voce alle vittime delle ingiustizie ancora nascoste negli archivi.
«Sono stata alla scuola della Terra» è la risposta di Emma una delle accusate per condotte criminali ricostruite nel caso dell’ultima strega del Novecento, unico nel suo genere. Un’indagine sui procedimenti contro le donne che, sebbene nelle perizie risultino di «buona indole», furono processate e recluse per aver compiuto presunte azioni «mostruose». L’autrice svela storie autentiche, dove i Reali Carabinieri registrano la presenza delle «maghe» e i mostri assumono sembianze umane, lontane dalle antiche divinità soccorritrici delle partorienti. Conosceremo strabilianti creature femminili di origine precristiana e del Medioevo, fanciulle «vergini» fino all’ombelico ma dalla coda squamosa e lunghi artigli ereditati successivamente dalle streghe, quando «diabolicamente uccisero de molte creature». Il libro svela i veri motivi delle denunce sporte contro donne coraggiose le cui vite furono sconvolte poiché «fatturate per altrui maleficio» o costrette a difendere il proprio onore perché ritenute di «facili costumi» dopo gli stupri. L’autrice esplora pratiche e superstizioni ancora vitali nel mondo magico religioso delle aree rurali sopravvissute fino alla grande guerra: amuleti «giovevoli contro le malattie e i fulmini», formulari, falcetti, piante e pietre magiche, valide protezioni sia contro il diavolo che i nemici invasori, in casa e al fronte.
Un anno con Platone
Monica Ferrando
Neri Pozza
In libreria il 10 dicembre
Il mito, la verità, il dolore, l’opinione, l’invidia, la conoscenza, la virtù, l’immagine, la mimesi, l’uguaglianza, il corpo, l’anima, il nòmos e la legge scritta, la giustizia e l’ingiustizia, il linguaggio, l’illusione, la sofistica, la musica, le arti, la terra, la politica e la necessità, la città giusta, la morte, la scienza, la natura umana, la filosofia, il pensiero, il bene: il pensiero platonico è una «foresta spessa e viva» e con questo annuario Monica Ferrando ci indica uno dei tanti possibili sentieri per addentrarci in questa sterminata selva. Ogni giorno, l’autrice e il filosofo ci pongono di fronte a molteplici domande, grazie a passi del testo platonico commentati e accostati al pensiero di antichi e moderni. Dialogo e confronto sono, d’altra parte, in Platone un metodo e un’esigenza – non per nulla Diogene Laerzio lo definiva «il vero inventore del dialogo», colui a cui attribuire sia il primato dell’invenzione che il magistero dello stile – e dal confronto tra Platone e i suoi pari, tra Platone e i dilemmi del contemporaneo, a emergere è la voce viva e presente di un filosofo che come nessun altro ha nutrito la cultura occidentale. Una voce varia, spesso provocatoria, che implica l’esposizione dell’ascoltatore a un urto e, spesso, un successivo e salutare cambiamento di rotta. Alla fine di Un anno con Platone a esserci rivelato sarà un mondo altro, o forse un altro modo di abitare il nostro.
Fairy Legends. Racconti di fate e tradizioni irlandesi
Thomas Crofton Croker
A cura di Francesca Diano
Neri Pozza
In libreria il 13 dicembre
Irlanda! Terra di ribelli e sognatori, di intricati misteri e conflitti sanguinosi, di creature fantastiche e temibili che aleggiano su ogni sorgente, vallata, altura. Un’isola dalla natura impetuosa, il cui carattere modella quello della sua gente, ancora oggi intimamente legata ai suoi antichi costumi. Per questo, il volume che avete tra le mani non è solo il riflesso dell’anima di un popolo, ma anche una mappa dell’identità irlandese, il tassello mancante nella storia della letteratura europea. Pubblicata nel 1825, e tradotta subito in tedesco dai fratelli Grimm, Fairy Legends è la prima raccolta organica di leggende della tradizione orale irlandese, curata da T. Crofton Croker, geniale pioniere e protagonista ingiustamente dimenticato del Romanticismo. Fu Croker infatti a inventare un vero e proprio metodo per sistematizzare queste storie, tramandate prima di lui solo dai narratori della nobile tradizione celtica dello seanchaí. Così le creature magiche dell’isola verde escono dalla pagina e diventano immortali: fate, gnomi, elfi e banshee sono i protagonisti indiscussi della narrazione, nonché, forse, i primi veri abitanti di quel luogo incantato. In questa edizione completa a cura di Francesca Diano, corredata da un esemplare apparato critico e arricchita da uno scritto dei Grimm inedito in Italia, Fairy Legends riunisce per la prima volta le tre parti dell’opera a cui Croker ha dedicato la vita, avverando il suo sogno di un unico testo fondativo. A duecento anni dalla prima edizione, l’omaggio a una terra amata, l’antologia esaustiva che ha saputo dare forma compiuta e longevità alle voci d’Irlanda.
Il fantasma dell’abate
Luisa May Alcott
Mattioli 1885
In libreria il 13 dicembre
Accusato di frode e di giocare d’azzardo, Maurice Traherne deve stare molto attento alle sue mosse, se vuole vincere il cuore della sua innamorata, Octavia, e riconquistare la fiducia di coloro che credono in lui. Scritto da Louisa May Alcott con lo pseudonimo di A. M. Barnard, “Il fantasma dell’abate” è una novella in cui, con magistrale abilità narrativa, l’autrice sviluppa le tematiche dell’amore, della tentazione e della redenzione in un intreccio appassionante, con uno sfondo natalizio. Maurice Treherne, rimasto invalido in seguito a un naufragio e misteriosamente diseredato dallo zio, è profondamente innamorato di sua cugina Octavia, una ragazza affascinante e virtuosa, ma la sua condizione gli impedisce di sperare in un possibile futuro insieme a lei. Tormentato da un conflitto interiore, Maurice si ritrova allo stesso tempo intrappolato in una rete di segreti di famiglia, inganni e rivalità. In un crescendo di suspense, tra l’alternarsi di atmosfere soprannaturali e romantiche, con tocchi da thriller, Il fantasma dell’abate ci mostra l’abilità narrativa della Alcott e la sua capacità di creare, allontanandosi dallo stile delle opere per cui è più conosciuta al grande pubblico, dei piccoli capolavori.
Cinema fra le donne
Giorgio Scerbanenco
La nave di Teseo
In libreria il 13 dicembre
A Milano, la Pia Casa garantisce ospitalità gratuita alle donne con gravi problemi economici e personali: è un luogo in cui rifugiarsi, ma anche il primo passo per trovare un proprio posto nel mondo, e ricominciare a vivere. Cristina, Maria, Franca, Anna e Gertrude sono solo alcune delle anime alla deriva che popolano l’ostello: ognuna di loro ha una storia che non vuole raccontare e da cui, inevitabilmente, continua a fuggire. Un passato che, di tanto in tanto, si ripresenta più forte e feroce. La loro routine è scompaginata quando una troupe cinematografica arriva nella casa per girare le scene di un film, a cui le donne sono chiamate a partecipare. Il cinema porta i suoi sogni e le sue illusioni tra le mura della Pia Casa, che si anima di una nuova, e pericolosa, irrequietezza. In una Milano fredda, nebbiosa, frenetica, che non fa sconti a nessuno, Giorgio Scerbanenco scandaglia con meticolosa precisione, sensibilità e umanità i pensieri e le emozioni delle protagoniste di questo romanzo. Originariamente uscito a puntate sulle pagine del “Corriere della Sera” tra il dicembre 1942 e il gennaio 1943, “Cinema fra le donne” dimostra, una volta di più, l’incredibile talento di Scerbanenco nel raccontare come gli esseri umani possano perdersi negli abissi, ma anche trovare la forza impensabile per salvarsi. Prefazione di Cecilia Scerbanenco.
La patria del ribelle
Alessandro Broglia
Transeuropa
In libreria il 15 dicembre
Nel tumulto del 1945, un ex professore comunista dal fervore ideologico eccessivo guida una brigata partigiana eterogenea: un medico cattolico con un passato imbarazzante, una giovane donna entusiasta ma inflessibile e un adolescente di nobili origini privo di esperienza. Tra discorsi infuocati, scontri interni e paure profonde, affrontano una missione per cui non sono del tutto pronti. “La Patria del Ribelle” è un’esplorazione delle dinamiche umane sotto pressione, un viaggio tra ideali contrastanti e la cruda realtà della lotta per la libertà.