Narrativa recensioni

Malastrada – Ugo Barbàra

Recensione a cura di Ivana Tomasetti

Dopo aver letto l’ultima pagina avrei voluto chiedere all’autore come sarebbe proseguita la storia; se la stava già scrivendo, che cosa sarebbe accaduto…

Abilissimo nel lasciare la sospensione in bocca.

Prologo ed epilogo restano a fluttuare nella mente riempiendola di domande. Fra l’uno e l’altro si dipana un corposo romanzo che descrive le generazioni dei Montalto. Si tratta del secondo libro della saga, che di sicuro proseguirà in un altro o almeno lo spero.

La trama si svolge tra la Sicilia e l’America e descrive le vicissitudini dei componenti della famiglia e gli affari in cui sono coinvolti: possedimenti di terre, compagnia di navigazione, una banca.

“Quando finalmente Caruso arrivò,… Petrosino vide che aveva al braccio la moglie di Leonardo Montalto. Quel mondo, in fondo, gli mancava. Il lusso di cui si circondavano, le amicizie influenti e le frequentazioni prestigiose, le celebrità che ospitavano erano così in contrasto con il mondo di miseria morale e umana in cui lui si trovava a dare la caccia a criminali di ogni sorta, che a volte si domandava se non avrebbe fatto meglio a restare al servizio della famiglia.”

Il lusso caratterizza la vita dei personaggi, alcuni ancorati all’Italia, altri in America. Sullo sfondo, gli anni in cui la fillossera attacca le viti, in cui l’Italia diventa unita con i risvolti sociali che questo comporta, mentre la delinquenza furoreggia a New York fino ad arrivare al tempo del proibizionismo; non mancano accenni alla guerra boera in sud Africa, ai Pellerossa d’America e alla vita di Joe Petrosino descritta con aderenza alla realtà.

“La crisi della fillossera aveva investito in pieno il paese e i Montalto e i Rizzo erano stati gli unici ad agire per tempo. I loro vigneti, ricostituiti ormai da quindici anni, avevano resistito al parassita e avevano dato vendemmie ricche, ma gli sforzi di Benedetta per convincere gli altri proprietari si erano scontrati con un’indifferenza sconfortante.”

Lo sviluppo logico si àncora ai fatti storici reali in cui si inseriscono personaggi immaginari. L’amore non ricambiato, il figlio di un altro che il marito riconosce mettono in luce un modo di vivere basato sulle apparenze da salvaguardare, tipico del periodo.

Il ritmo continua attraverso le vicende delle figure maschili che si circondano di persone non sempre raccomandabili. Il grande patriarca, Don Antonio, lascia il posto alla moglie Rosaria, donna dal polso di ferro, e gli affari continuano. Tra i figli si distingue Benedetta, padrona che potremo definire “illuminata”, un esempio di attaccamento alla famiglia a costo del sacrificio. Figure femminili empatiche, ben descritte nella loro psicologia.

Tra i figli maschi è “la pecora nera” che ravviva la narrazione, che ci fa assaggiare colpi di scena, che sorprende, pur nella continuità dei suoi atteggiamenti.

“Petrosino impiegò qualche secondo a riconoscere Paolo Montalto: indossava uno smoking su cui, nonostante il gelo, non portava il soprabito. Era terreo e guardava con ansia Enza e Caruso. …Il detective sapeva quali giri frequentava e come viveva da quando era stato estromesso dagli affari della famiglia. Nel suo sguardo notò qualcosa di diverso dal solito. Nessuna traccia dell’aria beffarda che lo caratterizzava. Era paura.”

I personaggi dell’ultima generazione si ritrovano a dover salvare il patrimonio con decisioni sorprendenti e crescono man mano che prendono il posto dei loro padri. L’obiettivo è dare continuità alla famiglia, custodirne i segreti e salvarla dallo sfacelo durante anni difficili, in cui i padroni vedono i contadini insorgere a difesa dei loro diritti e la mafia dilagare non solo in Sicilia.

I personaggi comprimari hanno un ruolo determinante nel consigliare le decisioni, nell’affiancare i protagonisti, nel contrastarli: la cameriera, il carrettiere, il sindacalista, i malfattori, …

L’ambiente, anzi, gli ambienti, sono descritti con minuziosità, le ville di campagna, le strade e le città rimbalzano ai nostri occhi, tra Italia e America, come fossimo presenti nello svolgersi dei fatti; anche il carcere ha un suo ruolo importante. Ciò che colpisce è il dettaglio degli abiti, sia maschili che femminili e la descrizione dei piatti che vengono serviti in tavola, a testimoniare la raffinatezza dei personaggi. Non manca la descrizione di foto di famiglia in cui i protagonisti figurano nei giorni della giovinezza.

La nota di originalità del genere può essere attribuita al fatto che le vicende si svolgono al di qua e al di là dell’Atlantico, coinvolgendo i membri della stessa discendenza, oltre al fatto che il fratello, figura negativa, con le sue malefatte attira a sé le maggiori attenzioni del lettore.

Un altro elemento di novità a mio parere è lo stile: fermo restando che le parole corrono, si nota la tendenza a non chiarire chi stia parlando, chi sia morto, o chi sia il personaggio che abbiamo davanti. Talvolta la scena si spezza e capiamo dopo qualche pagina che il personaggio è stato assassinato. Questa tecnica espressiva costringe a riflettere, a mettere attenzione assoluta nella lettura, a immergersi nella narrazione. È una continua tensione che reca il desiderio di scioglimento attraverso la continuazione della lettura.

Nel prologo e nell’epilogo compare un io-narrante, mentre per il resto il narratore è in terza persona, onnisciente.

La conclusione del romanzo non è presente, le vicissitudini di una famiglia restano in sospeso come in un romanzo a puntate. Ci avvolge il ricordo dei personaggi storici e della loro vita, il ruolo della donna in qualunque estrazione sociale, le responsabilità di imprenditori che hanno cercato di salvaguardare la loro ricchezza come una barca nella tempesta.

Il titolo merita una riflessione: “strada cattiva”, ma anche “dove finiremo?”, un significato negativo che fa ricordare il ciclo dei vinti di Giovanni Verga, pur coi dovuti distinguo.

Ugo Barbàra è uno scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano.

Malastrada – Edizione cartacea
Malastrada – Edizione e-book

PRO

Secondo romanzo di una saga che sa legare a sé il lettore. Analisi psicologica dei personaggi femminili.

CONTRO

Molteplici personaggi costringono a far uso della tabella esplicativa messa a inizio libro. Qualche indugio in descrizioni minuziose non sempre apprezzabili.

TRAMA

I Malarazza hanno conquistato l’America. Alla fine dell’Ottocento l’impero dei Montalto si estende dagli Stati Uniti all’Europa, i loro commerci fioriscono, le loro navi collegano le sponde dell’Atlantico e il loro vino è sulle tavole più prestigiose. Prima di lasciare New York, Rosaria Battaglia ha affidato ai figli Leonardo e Paolo la guida della banca di cui è stata la prima donna presidente, ed è tornata a Castellammare del Golfo con la figlia minore, Benedetta: è lei che un giorno dovrà prendere le redini del ramo siciliano della famiglia. Giovane, bella ed emancipata, Benedetta si innamora di Ignazio Rizzo, che con il padre Vincenzo ha gestito la ricchezza dei Montalto. Ma Don Vincenzo sa che quell’amore, travolgente e viscerale, non deve andare oltre ed è disposto a tutto pur di separare i due giovani. E mentre Benedetta deve affrontare l’allontanamento di Ignazio e la nuova mole di responsabilità, in America la gestione attenta di Leonardo e il suo impegno nel tessere legami con l’alta società newyorkese non bastano a evitare le insidie che si affacciano all’orizzonte. Il rapporto sempre più burrascoso con il fratello Paolo, al contrario sregolato e dissoluto, e l’incombere della Mano Nera minacciano di spezzare gli equilibri familiari.

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