Narrativa recensioni

Vola Golondrina – Francesco Guggini, Loriano Macchiavelli

Recensione a cura di Roberto Orsi

“Vola Golondrina”, vola rondinella. Loriano Macchiavelli e Francesco Guccini festeggiano le nozze d’argento, artisticamente parlando, con questo nuovo romanzo a 25 anni di distanza dal loro primo lavoro insieme: Macaronì.

Ancora una volta i due autori danno prova della loro grande capacità, se mai ce ne fosse stato bisogno, ma soprattutto della perfetta simbiosi nella scrittura a quattro mani. Il romanzo, edito da Giunti, riporta il lettore nel cuore dell’Appenino tosco-emiliano nel paese di Montefosco proprio al confine tra le due regioni.

“Di lì a pochi giorni ci sarebbero state le prime calde elezioni del dopoguerra, elezioni che erano diventate scontro di mondi, di civiltà, e la gente aveva altro per la testa a cui pensare. Ma quella notte, alle due e mezzo, non c’era nessuno in giro, nemmeno un cane vagabondo, nemmeno un gatto in amore, nemmeno un ubriaco a cantare canzoni disperate e svociate”

È il 1948, alla vigilia delle prime elezioni politiche della neonata Repubblica Italiana, il silenzio della notte fonda è squarciato dal rombo di un sidecar e dal canto di uno sconosciuto che disturba il sonno dei paesani. La scena si ripete più volte, ma nessuno riesce a intercettare quest’uomo venuto da chissà dove. Finchè una mattina, un’anziana donna del paese, trova un cadavere coperto da un telo all’interno di una stalla al Poggetto Di Sotto; poco lontano il sidecar di chiaro stampo militare. Nessun documento o dettaglio che possa far risalire le forze dell’ordine all’identità della vittima.

Nel 1972 un’altra vigilia di elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento Italiano, le prime elezioni anticipate della nostra Storia dopo che il Presidente della Repubblica Giovanni Leone sciolse le camere prima della scadenza naturale della legislatura. Ardito Richeldi, ex camerata fascista della prima ora, originario di Montefosco, torna in paese per la sua propaganda elettorale, ma non arriverà all’esito delle elezioni: il suo corpo viene ritrovato senza vita nella sua abitazione, due colpi di pistola lo hanno freddato all’ora di cena.

Penelope Rocchi, per tutti Lope, giornalista originaria proprio di Montefosco, ormai trasferitasi a Bologna dove lavora per una testata locale, viene inviata sull’Appennino per saperne di più. Anche in questo secondo delitto, le forze di polizia brancolano nel buio. Richeldi, uomo politico di spicco e rilevanza nazionale, poteva avere più di un nemico. Oltretutto risultava essere indagato dalla Procura di Bologna per possibile affiliazione ad alcune organizzazioni mafiose.

È un clima teso quello degli anni ’70. Lo scontro ideologico tra sinistra e destra, tra anarchici e neofascisti, tra comunisti e liberali, si muove su un filo di rasoio molto sottile, creando una instabilità pronta a sfociare in scontri di piazza e guerriglia urbana e non. Questo il clima che si respira nel giorno del funerale del camerata Richeldi: squadriglie di giovani estremisti di destra si scontrano con le bande di anarchici e comunisti. Il paese è nel pieno della rinascita e del boom economico all’indomani del secondo conflitto mondiale e le tensioni non mancano anche in un piccolo paese come Montefosco.

Lope ritorna nel paese natio e si ritrova in quel mondo fatto di piccole grandi cose: l’officina locale di Rivo Bassi, detto Gambetta a causa di una ferita rimediata in guerra, a cui tutti si rivolgono per i problemi tecnici ai loro mezzi; l’osteria del paese dove “al cameriere suona strano che una donna possa ordinare una grappa a fine pasto – di solito sono i mediatori di vacche a berla”; la fabbrica di paese dove gli operai faticano a resistere alla bellezza di una donzella “straniera”; la locanda delle sorelle Turini, Sofia e Argia, il cui motto è “Accoglienza famigliare, economica, situata in pieno centro…”.

“Attorno a lei nulla era cambiato. Gli anni erano passati e tutto sembrava identico a quello che si era lasciata alle spalle, assieme ai brutti ricordi. Uguali le strade e le case, uguali i bagolari, un po’ cresciuti, forse, dell’unico viale alberato che conduceva alla piazza principale, al cui centro stazionava una fontana perennemente asciutta. Uguale la gente che vi camminava attorno, poca a quell’ora di mattina, volti tra i quali non era più in grado di riconoscere nessuno.”

Un mondo fatto di persone comuni, ognuno con i suoi fantasmi, le insicurezze e le paure che si portano dietro. Un passato che, prima o dopo, torna a sedersi al tavolo di gioco con i suoi “conti” da regolare.

Lope indaga sui due omicidi avvenuti a distanza di più di vent’anni: un paese troppo piccolo per due morti inspiegabili pur così lontane nel tempo. Che ci sia un nesso tra le due vittime? Parlando e interrogando tutti i protagonisti della vicenda, Lope scava nei meandri della Storia e raggiunge il 1936 ai tempi della Guerra Civile Spagnola che vide contrapposte le forze repubblicane del governo agli schieramenti nazionalisti guidate da una giunta militare in cui si distinse molto presto il generale Francisco Franco.

Diversi italiani, tra anarchici e comunisti, anche per sfuggire alle persecuzioni del governo fascista in Italia, trovarono rifugio tra Francia e Spagna, e si schierarono durante il conflitto tra le Brigate Internazionali, in difesa della Repubblica. Tra loro, anche due protagonisti del nostro romanzo, le cui vicende si intrecciano nei quarant’anni di Storia raccontati dai due autori.

“Uno degli effetti più agghiaccianti che la guerra ha avuto su di me è stato farmi capire che la stampa di sinistra non è meno ipocrita e disonesta di quella di destra”.

Vola Golondrina parte come un giallo ma assume ben presto la connotazione del romanzo storico dalle tinte noir. La risoluzione dei due casi passa in secondo piano, mano a mano che le vicende si intrecciano e Lope scopre i legami tra i personaggi. Ci si rende quasi conto che non è più importante trovare un colpevole, quasi non interessa più, ma si rimane avvinti dalla forza narrativa dei due maestri.

Lope è una donna forte, decisa, ironica e “cazzuta”. Ha la risposta pronta in ogni frangente, sa tenere al proprio posto il collega borioso e sciupafemmine a cui non le manda certo a dire. In una società, quella dei primi anni Settanta, ancora molto maschilista, Lope è un personaggio atipico, molto più moderno di quanto potremmo immaginare.

Il forte senso di giustizia e di riscatto la guidano in questa indagine che in fin dei conti non è nemmeno sua e non la riguarda da vicino. Le tessere del puzzle vanno rimesse in ordine perché non tutto è come sembra e quei conti con il passato, prima o dopo, tornano sempre a riscuotere quanto dovuto.

Pro

La narrazione è fluida, scorrevole, i tre piani temporali ben organizzati e amalgamati tra loro. I personaggi scoprono il loro essere più intimo con l’avanzare del racconto. Il contesto storico e le sue atmosfere sono perfettamente ricostruiti. Una storia equilibrata e affascinante.

Contro

Nessuno

Trama

Montefosco, paese dell’Appennino Tosco-Emiliano, pochi giorni prima delle elezioni del 18 aprile 1948. Il silenzio notturno è rotto dal rumore di una moto lanciata lungo la strada principale, mentre il suo guidatore canta a squarciagola con un accento straniero. Questo episodio si ripete per diverse notti, fino a che in una casa abbandonata viene trovato il cadavere di un uomo ucciso barbaramente, accanto alla sua motocicletta, una vecchia Guzzi GT 17 con sidecar. Bologna, 1972: in maggio le elezioni decreteranno l’inaspettato successo del Movimento sociale italiano- Destra nazionale. La giovanissima giornalista Penelope Rocchi, detta Lope, deve tornare a Montefosco, dove è nata, per scrivere un pezzo su Ardito Richeldi, candidato nelle liste del MSI e coinvolto in uno scandalo legato al finanziamento di gruppi neofascisti. Ardito è stato ucciso dai colpi di una Ruby, pistola degli anni ’30 di fabbricazione spagnola ormai sparita dalla circolazione. Spagna, 1936. Allo scoppio della guerra civile il comunista italiano Pedro e l’anarchico Bakunin – fuggiti dalle persecuzioni fasciste attraverso la Francia – si sono uniti alle Brigate Internazionali: è qui che Pedro ha incontrato la militante Golondrina, se ne è innamorato e con lei ha dato vita alla piccola Maria… C’è un filo rosso che unisce questi personaggi e le loro storie: toccherà a Lope Rocchi trovarlo, stringerlo tra le dita, riavvolgerlo fino a far luce su ogni evento. Perché solo le donne e gli uomini che sanno fare i conti con i fantasmi del passato sono davvero liberi.

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