Narrativa recensioni

Il più giovane dei re – Valentina Cambi

Recensione a cura di Maria Marchesoni

Se osserverete le mie parole, allora proteggerete il mio paese. Se alimenterete il fuoco nel focolare,non violerete le mie parole. Se invece, non alimenterete il fuoco nel focolare, allora avverrà che la Serpe avvilupperà Hattusa”.

La terra di Hatti è colpita da una misteriosa epidemia che falcidia indistintamente i sovrani e il popolo.

Ultimo ad ammalarsi, è il sovrano Arnuwanda, il quale ben conscio dell’impossibilità di salvarsi e già privato del suo erede dal morbo, di concerto con i suoi famigliari, sceglie come suo successore, l’ultimo figlio di primo rango di Suppiluliuma, suo fratello Mursili.

Giovane, felice del suo ruolo di “Gal Mesedi”, Comandante delle Guardie del corpo del Re, Mursili non ha nessuna velleità di salire al trono, pago della sua vita tranquilla al fianco della moglie e dei figli. Tuttavia non potendo rifiutare quanto gli è offerto dal re morente, Mursili si troverà a prendere in mano le redini del potere nel paese di Hatti mentre altri, nella sua stessa dimora, tramano alle sue spalle. Più importante di tutto, è però scoprire perché il paese sia devastato dall’epidemia, giunta dall’Egitto:

La morte aleggiava nelle strade, nelle case e nei templi, continuando a stroncare vite come fossero nugoli di mosche spazzate via da una folata di vento. Le campagne erano sempre più afflitte dall’epidemia e il bestiame soffriva la stessa crudele sorte degli uomini”.

Mursili non si tirerà indietro davanti a nessuna delle responsabilità che il ruolo di sovrano gli farà incontrare sul suo cammino, acquisendo sicurezza nel suo ruolo: ” Devi dimostrare a tutti che sei il Gran Re e che sei degno di sederti sul trono …” e affrontando le rivolte delle tribù Kaska, che approfittando della giovane età del sovrano e contando sulla sua inesperienza, si sollevarono contro il regno Hittita. Con il benvolere degli dei, le armate di Mursili disperderanno i Kaska, affronteranno gli Ahhiyawa egli altri popoli che si tenteranno di opporsi agli Hittiti, facendo sì che il nome del sovrano incuta, al solo pronunciarlo, timore.

Romanzo atipico nel panorama di quelli storici, che riporta l’attenzione su un popolo poco presente nei romanzi di questo genere, permette al lettore di scoprire usi e costumi poco noti, intrecciandoli con le vicende di Mursili II sovrano vissuto tra il 1340 a.C. circa e il 1295 a.C. e con i popoli che affrontarono le armate hittite, opponendosi al loro dilagare.

Gli ingredienti per un romanzo avvincente ci sono tutti, il tradimento, le credenze magiche, le campagne militari e l’amore per due donne diverse, la gelosia, il profondo senso religioso che pervade un popolo e, Valentina Cambi, l’autrice, vi aggiunge la sua competenza con una profonda conoscenza della lingua, della storia di un popolo.

Pur rappresentando il primo volume di una saga, con i limiti che ne conseguono, mantenendo sospesi molti punti interrogativi, primo fra tutti se Mursili riuscirà a scoprire perché il suo popolo è colpito dall’epidemia, quale sarà la fine della “cattiva” che con il suo sorriso seducente ammalia tutti, nascondendo un animo da serpe, la lettura del romanzo trasporta in un passato e in una civiltà poco nota, dettagliata con estrema accuratezza e rigore storico.

Un libro, i cui personaggi con i loro pregi e difetti, rendono quanto mai vivida e reale una civiltà poco nota, in cui si percepisce che il potere logora chi lo detiene e chi lo ambisce, allora…esattamente come oggi.

“La pietà è ciò che rende grande un re, non te lo dimenticare mai”.

Pro

Un romanzo che permette di avvicinarsi a un popolo che difficilmente s’incontra nelle letture storiche.

Contro

L’eccessivo utilizzo di termini in lingua hittita, nonostante le numerose note a piè di pagina e il dizionario finale, possono rallentare la lettura, creando un poco di confusione nel lettore. Inoltre l’uso di qualche termine, talvolta troppo moderno, risulta un po’ forzato in un romanzo che è comunque una lettura affascinante.

Trama

Mursili, l’ultimo dei figli di primo rango del Gran Re Suppiluliuma, sa di non essere destinato al regno ed è felice che quella responsabilità sia spettata a suo fratello, il primogenito, molto più grande di lui e valoroso guerriero. Mursili ha potuto infatti, seppur giovanissimo, sposare la ragazza che amava e dedicarsi al culto degli dèi e allo studio. Non si è mai tirato indietro in battaglia, come il ruolo di GAL MEŠEDI, Comandante delle guardie del corpo, richiede, ma la libertà ha sempre avuto per lui un grande valore. Più del potere.
Il giorno in cui suo fratello, il re Arnuwanda, lo fa chiamare al proprio cospetto nella sala delle udienze, il luogo delle cerimonie e degli incontri più importanti, Mursili comprende che qualcosa sta accadendo. E, infatti, in pochi attimi, la sua vita viene sconvolta per sempre. Il sovrano sta morendo a causa della micidiale epidemia che da qualche anno sta falcidiando il suo popolo, e ha deciso, insieme agli altri fratelli e alla regina, vedova del padre, che l’erede al trono sarà Mursili stesso. A lui spetterà reggere il glorioso regno di Hatti, che i suoi avi hanno valorosamente costruito e difeso dalle invasioni del nemico, tenendo Assiri, Egizi e i turbolenti Kaska lontani dai confini.
Mursili ha diciannove anni e sente di non essere pronto per quel ruolo con le responsabilità che serba in sé. Ma nessuno può contraddire il volere del re, per il popolo di Hatti anello di congiunzione tra gli dèi e gli uomini. Così Mursili accetta il proprio destino. Ma in molti non credono nel suo valore e trameranno per rovesciare il regno, mentre altri gli offriranno affetto, sperando in cambio di ottenere la gloria. Lo aspetta una strada impervia, tra tradimenti e seduzioni, mali scagliati dagli dèi e antiche profezie.
Ma lui sarà il più giovane dei re.

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