In Cina, gli imperatori erano considerati di “derivazione” divina, ma questo fin dalla sua nascita, mentre la definizione di “celeste impero” è più tarda, risalendo, infatti al XVII secolo.
A coniare questa definizione furono dei missionari gesuiti intorno al XVI e XVII secolo.
Studiosi come Matteo Ricci, (che visse in Cina dal 1582 fino alla sua morte. avvenuta intorno al 1610) cercarono di spiegare la complessa cultura cinese e il sistema di governo imperiale agli europei e per farlo fecero ricorso a termini che enfatizzavano la grandezza e la sacralità della civiltà cinese.
Il nome «Celeste Impero» rifletteva molto bene l’ammirazione e il rispetto che molti occidentali nutrivano per l’antica Cina ma, soprattutto, riassumeva la concezione tradizionale dei cinesi verso il proprio Paese visto, appunto, come il «Regno di Mezzo» sotto il mandato del Cielo. Gli imperatori, infatti, erano considerati dai loro sudditi come figli del Cielo, con un legame sacro con le divinità, incaricati di mantenere l’armonia tra i due regni e la supremazia sugli altri Paesi proprio in virtù del loro «status» divino.