Recensione a cura di Luigia Amico
“Perché mai ho lottato così tanto e così a lungo per farmi strada in un posto che fin dal mio arrivo voleva distruggermi…”
Ci sono storie raccontate, altre sussurrate, storie gridate e storie silenti. Il romanzo che mi è stato affidato in lettura racchiude ogni singolo aspetto sopra citato perché Lily, la protagonista, urlerà con voce tacita tutto il dramma vissuto nella sua triste vita. Come può una voce essere silente? È proprio su questo aspetto che l’autrice riesce a giocare e a vincere una partita drammatica e triste.
Lily, orfana abbandonata in fasce al freddo, salvata miracolosamente da un giovane poliziotto e condotta in un orfanotrofio. Lily, bambina affidata temporaneamente alle cure amorevoli di una umile famiglia di contadini a cui dovrà poi rinunciare perché le regole dell’orfanotrofio sono chiare: compiuti i sei anni bisogna rientrare in struttura. Poco importa degli effetti psicologici devastanti di tale regola a cui ovviamente andrà incontro anche la piccola Lily.
Ma avremo anche una Lily adolescente che, attraverso una sorta di flashback, racconterà ai lettori il dramma, le nefandezze cui è dovuta sottostare nonostante il suo disperato tentativo di ribellione. Soprusi che hanno spinto la ragazza a macchiarsi di un orribile delitto. Nessuno spoiler, fin dalle prime pagine, infatti, Lily confesserà di aver commesso un omicidio omettendo fino alle pagine finali il nome della vittima.
“Era come se la vergogna avesse assunto una forma liquida e le avesse avvelenato il sangue e non sapeva se sarebbe mai riuscita a liberarsene.”
L’intera narrazione ruoterà intorno a questa macabra vicenda e alle motivazioni che hanno spinto la ragazza a compiere un gesto tanto tragico quanto drammatico, Lily vivrà costantemente con il timore di essere scoperta e finire miseramente la propria vita appesa a un cappio. Una vita purtroppo buia e grigia, come grigio è il destino a cui è stata condannata fin dalla nascita; il luogo che avrebbe dovuto accoglierla e proteggerla si rivelerà una prigione da cui è impossibile fuggire.
L’autrice tratteggia il profilo psicologico della ragazza minuziosamente e con competenza, il dolore che accompagnerà la protagonista è tangibile in ogni singola parola restituendo una figura vivida e realistica in ogni tratto. Le vicende che vedono coinvolta Lily sono raccapriccianti; la penna di Rose Tremain non lesina di particolari e dettagli forti e cruenti e questo probabilmente contribuisce a rendere la narrazione coinvolgente nonostante l’assenza di colpi di scena e suspense.
“Lily. Storia di una vendetta” è un libro particolare, leggere di violenze fisiche e psicologiche perpetrate ai danni di bambini non è semplice soprattutto perché la descrizione di tali soprusi è dettagliata e purtroppo reale. Attraverso la voce narrante di Lily, credo che l’autrice abbia voluto rivendicare in certo qual modo tutte le vittime di un luogo realmente esistito, il Foundling Hospital di Londra che vede il padre fondatore in Thomas Coram. Nato per scopi benefici, è risultato essere per tanti bambini l’inferno in terra.
“Per anni e anni Lily aveva mentalmente chiamato quel posto la porta dell’inferno, ma non aveva mai pronunciato quelle parole ad alta voce”
PRO
Stile di scrittura limpido e pulito nonché coinvolgente. Rose Tremain affronta un argomento di non facile elaborazione, ci sono in gioco diversi fattori che potrebbero allontanare un potenziale lettore ma se con una mano porge scene aberranti, con l’altra concede una triste carezza. Purtroppo, le vicende non permettono molti spiragli di gioia. Lily riuscirà a gettarsi tutto alle spalle e ricominciare una nuova vita? Chissà…
CONTRO
A mio avviso è stata una mossa azzardata aver svelato dal principio l’omicidio commesso. Questo ha sacrificato notevolmente l’effetto sorpresa e quel minimo di suspense che la lettura avrebbe potuto regalare. Purtroppo, il lettore riuscirà facilmente ad individuare la vittima.
Trama
Appena partorita, in una notte d’inverno del 1850, la piccola Lily è stata abbandonata ai cancelli di un parco londinese, in balia dei lupi e del gelo notturno. Salvata per caso da un agente di polizia, ha conosciuto per breve tempo il conforto di una casa, prima di essere rigettata nel crudele mondo delle istituzioni vittoriane. Ad attenderla, ora che è cresciuta, c’è la salvezza o la rovina? Cosa accadrà quando l’uomo che le fa battere il cuore scoprirà che Lily è un’assassina? C’è chi passa la sua prima notte di vita in una morbida culla, circondato dall’affetto dei genitori, e chi invece no. Lily Mortimer è stata infilata in un sacco e lasciata ai cancelli di un parco, esposta al gelo e alle bestie feroci. Si è salvata solo per il passaggio fortuito di un giovane agente di polizia. Affidata alle cure amorevoli di una contadina, ha trascorso i suoi primi sei anni di vita tra i luminosi campi del Suffolk, ma poi, come prescritto dalla legge, il grigiore di Londra e la freddezza dell’orfanotrofio l’hanno reclamata indietro. Punizioni, cattiverie e soprusi sono stati a lungo la quotidiana ricetta del Foundling Hospital per soffocare ogni ribellione di Lily e degli altri bambini orfani e indigenti come lei. Ora, a quasi diciassette anni, la giovane è finalmente libera e, grazie alle sue doti nel cucito, ha un impiego gratificante in un emporio di parrucche. In più, un sorriso gentile ogni domenica in chiesa la conforta: che il futuro le riservi finalmente l’attesa serenità? Ma il passato non allenta la morsa su di lei. La assillano sempre gli stessi orribili ricordi, il senso di colpa e la paura della forca. Perché nessuno ancora lo sa, ma Lily è un’assassina… Rose Tremain porta il lettore nella fuligginosa Londra di metà Ottocento, un posto bigotto, spietato e perverso dove i trovatelli vengono trattati come delinquenti e la buona condotta si insegna a urli e sberle, ma dove c’è spazio anche per la gentilezza, per l’amicizia e per l’amore
Ma siete sicuri di aver letto questo libro?
Gentile Laura, sicuramente si, ne siamo sicuri come facciamo con tutti i libri che pubblichiamo su queste pagine del sito TSD. Cosa non la convince della recensione? Siamo aperti a qualsiasi tipo di dialogo e confronto, costruttivo, sui romanzi storici che proponiamo.
Buongiorno a lei, sono il recensore che ha analizzato il libro. Ovviamente le confermo che il libro è stato da me letto molto attentamente e se vuole posso tranquillamente darle tutti i dettagli che ritiene utili (in privato per non spoilerare). Sono aperta a un confronto e le chiedo cosa la lascia perplessa della mia recensione? Quale passaggio non la convince?