Recensione a cura di Raffaelina Di Palma
“La nonna giaceva a faccia in giù nell’acqua, il suo corpo ondeggiava piano in superficie, come una boa, come un giocattolo in plastica gonfiabile, i vestiti erano zuppi e i colori originari apparivano più scuri. Un basso raggio di sole si posò su quel corpo facendo scintillare l’acqua”.
Quella linea che aveva attraversato i decenni, in quel momento si spezzava. Il vuoto in cui precipitava una famiglia si riempiva delle ambizioni, degli errori, dei silenzi e delle scelte di una dinastia.
Cardine della storia raccontata in questo romanzo è la morte della matriarca Vera Lind, in passato celebre scrittrice, che si porta dietro due grandi segreti: un testamento sparito e un manoscritto perduto mai pubblicato. Si crede che in questo manoscritto Vera Lind racconti la verità sul naufragio in cui perse la vita il marito, Thor Falck, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Nella vita di Vera c’è più di un mistero e Sasha, sua nipote, è decisa a scoprirli. In questa indagine viene sostenuta dal giornalista John Berg, un uomo attraente e enigmatico, il quale nutre uno strano interesse verso la famiglia Falck.
“La nonna aveva sempre pronosticato che il patrimonio di famiglia sarebbe scomparso prima di lei. Che cosa intendesse di preciso – se fosse una dichiarazione di immortalità o una maledizione gettata sui discendenti – nessuno avrebbe saputo dirlo con certezza. Non per niente Vera Lind era una scrittrice. Ma di tutte le storie che aveva raccontato, era quella a spaventare di più Sasha”.
I personaggi di questa storia sono di fantasia, ma il romanzo si ispira a una vicenda realmente accaduta: l’affondamento di un espresso costiero nel 1940. La ricostruzione del naufragio dell’Hurtigruteskipet DS Prinsesse Ragnhild, si basa su fonti documentarie e si dipana attraversando la storia della dinastia dei Falck.
Nell’autunno del 1940, l’equipaggio a bordo della nave si stava preparando a salpare verso Nord, partendo da Bodø.
La nave ancora non era andata oltre Landegode, un’isola nella contea di Nordland, quando a bordo si udì un forte boato e la nave saltò in aria.
Edito da Marsilio nella collana Farfalle, Aslak Nore, ne “Il cimitero del mare” ci racconta la storia di questa famiglia e lo fa attraverso la voce di Sasha.
Una narrazione in terza persona che racconta una saga famigliare, quella dei Falck, armatori ricchi e potenti che legarono le proprie sorti a quelle della Norvegia, annodandosi ai misteri, agli intrighi, ai tradimenti e alle incertezze di un Paese intero, lungo un arco temporale che va dalla Seconda Guerra Mondiale agli odierni conflitti in Medio Oriente, passando per la guerra fredda.
Si resta colpiti da questa vicenda per gli aspetti simbolici e il fatto che essi rappresentino un avvenimento esclusivamente norvegese, ma poi ci si accorge che, allo stesso tempo, si amplia e assume un respiro internazionale.
“ <<Perché sei dalla sua parte?>> Gli gridò Sasha. <<Perché urli mamma?>> li interruppe Margot. All’improvviso le ragazzine erano lì, sulla soglia. <<A volte anche gli adulti litigano>> rispose Sasha, accarezzando i capelli della figlia. Inspirò a fondo, la codardia del marito la irritava molto. Perché si era schierato con Olav? E comunque, quello che aveva scoperto le imponeva una scelta: o una corsa in solitaria o un’alleanza alternativa. Al momento la scelta era caduta su quest’ultima opzione.”
Che cosa fa di una famiglia una dinastia? Capacità, spregiudicatezza, abilità? Di sicuro alla base della prodigiosa storia dei Falck ci sono l’audacia e un fiuto imprenditoriale straordinario. Ma non si può parlare di solo talento. C’è una guerra mondiale in atto, i delicati rapporti con il regime nazista, le complesse trattative con tutte le forze in campo, due delle quali lo spionaggio e il traffico delle armi. Tutto ciò porta a menzogne e affari dubbi e discutibili, che rendono la trama travolgente e coinvolgente.
Un continuo altalenare tra intricate vicende proprietarie, morti premature, figli legittimi e illegittimi, ribellioni e guerre di potere, la vita sotto i bombardamenti attraverso il tragico periodo dell’Olocausto.
Una scrittura avvincente e ricca di colpi di scena, l’autore intreccia abilmente il thriller alla saga famigliare, trasportando il lettore in un ginepraio fatto di segreti, rivalità e misteri che, tra passato e presente, non è facile districare.
L’autore scava profondamente nell’anima dei protagonisti, affrontando temi come la sincerità e l’autorevolezza verso la propria famiglia, nell’evolvere degli eventi e degli sconvolgimenti, storici e sociali.
Fino a che punto si è disposti ad arrivare per scoprire la verità? Questa domanda fa da filo conduttore, che si insinua in tutto il libro come una sfida, che il lettore accetta suo malgrado e va avanti con l’ansia di sapere come si concluderà la storia.
I personaggi sono complessi, ma ben delineati. Si assiste alla loro maturità mettendo in evidenza le loro fragilità, sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale, alla ricerca di una presunta chiave della vita.
Sasha è decisa ad andare fino in fondo, determinata a confrontarsi con la scelta tra la lealtà verso la sua famiglia e il desiderio di far conoscere i segreti che potrebbero distruggerla.
È tramontata l’epoca di re e imperatori, ma non quella delle grandi dinastie: “le case regnanti” della nostra epoca sono i protagonisti dell’economia industriale, finanziaria, della moda, dello spettacolo, dell’arte, i loro componenti sono interpreti delle loro stesse vicende che fanno piangere oppure sognare. Sempre in un turbine di denaro, potere, fascino, genio, scandali e tragedie. Famiglie che hanno lasciato profondi segni nelle epoche che hanno attraversato: tracciando un profilo in chiaroscuro di intere generazioni.
Un romanzo carico di suspense; intrigo e dramma, forte e intenso. Con un finale inaspettato.
PRO
Sentimenti dai quali scaturisce più di una domanda: chi siamo? Chi siamo come nazione e come singoli individui? Chi di noi si pone questa domanda incarna l’identità delle proprie origini, per tutelare i valori nei quali crede.
CONTRO
Meno personaggi renderebbero la lettura meno dispersiva e più concentrata.
Trama
Tra i due rami della stirpe dei Falck non corre buon sangue. Un rapporto al veleno che è destinato a inasprirsi con la morte dell’anziana matriarca. Quando Vera, un tempo famosa scrittrice, muore in mare, porta con sé due grandi misteri: quello del suo testamento, che risulta introvabile, e quello di un vecchio manoscritto mai dato alle stampe a cui aveva lavorato in silenzio tanti anni prima. Si dice che in quelle pagine raccontasse del naufragio in cui, durante la seconda guerra mondiale, aveva perso la vita il marito, ma nessuno ha mai potuto leggerle. La nipote Sasha si mette sulle tracce di entrambi, accompagnata nelle ricerche dal giornalista John Berg, un uomo affascinante dal passato poco chiaro, che sembra nutrire versi i Falck un interesse non solo professionale. Nonostante il padre cerchi di dissuaderla, Sasha è decisa a rivelare segreti che potrebbero scuotere dalle fondamenta il potere costruito dalla dinastia in oltre mezzo secolo. La nonna l’aveva avvisata: la verità che Sasha vuole portare alla luce è in conflitto con la lealtà verso la famiglia. Ma che cosa intendeva? In effetti, sono tante le domande senza risposta. Perché una scrittrice di successo smette improvvisamente di scrivere? Quali segreti nasconde la Saga, la potente società dei Falck? E che ruolo giocano nelle loro vicende l’espresso costiero naufragato in seguito a un’esplosione nel 1940 o gli ultimi eventi in Medio Oriente? Menzogne, affari controversi, attività legate ai servizi segreti, un’eredità contesa tra i due rami rivali della stessa famiglia: nella lunga e intricata storia dei Falck non manca nulla, comprese le grandi storie d’amore e i grandi tradimenti, tutto perfettamente calibrato in un romanzo labirintico, che è al tempo stesso un thriller appassionante e un’indimenticabile saga famigliare.