Articolo a cura di Hermann von Salza.
T.S.D. è uno dei luoghi privilegiati su Facebook sui quali si discute di argomenti interessanti invece che limitarsi a spammare, ed è proprio l’aver assistito a una discussione (intesa come dibattito e non come controversia) inerente alle fonti, che ho concepito l’idea di contribuire con un “articolo” alla vivacità di pensiero che caratterizza questo gruppo. Fatta questa necessaria premessa veniamo al primo argomento: quali fonti per il romanzo storico e perché.
Le fonti
Molte volte l’obiezione che si solleva nei confronti dei sostenitori del romanzo storico fortemente documentato è: “si tratta di un romanzo e non di un saggio”. Verissimo, però una delle “magie” del romanzo storico è proprio quella di tentare di far rivivere al lettore un’avventura, calandolo in un’atmosfera del passato. Se poi il nostro lettore, purché non se ne sia accorto durante la lettura, scopre che una parte di ciò che gli è stato raccontato, e lui ha vissuto quasi fosse vero, si rivelasse basata su una menzogna dovuta a un grossolano errore storico? Credete forse che non perderebbe gran parte del suo fascino?
Mettetevi nei panni di un lettore ignaro condotto da una scrittrice o uno scrittore a guardare con gli occhi “innamorati” di Lorenzo de’ Medici la moglie e a rimembrare con nostalgia quando la conobbe nei giardini di Villa Borghese. Quel lettore poi scoprirà che Lorenzo non amava affatto sua moglie, che la conobbe a Firenze il giorno del suo matrimonio e che detti giardini nascono oltre 150 anni dopo. Vi sono poi casi clamorosi di manoscritti che non diverranno mai un libro pubblicato da un editore serio perché contengono errori incredibili (tipico quello di cibi provenienti dalle Americhe collocati sulle tavole del XII secolo), ma qui entreremmo nell’aneddotica.
Stabilito questo principio base della necessità della documentazione, veniamo a ben più spinosa questione: quali fonti? Meglio un saggio storico o il web? Qui è necessario fare molta attenzione: a prima vista infatti chiunque sarebbe tentato di credere che il saggio sia di gran lunga preferibile al web, io invece vi chiedo di pazientare ancora qualche riga e lasciare che vi spieghi perché, a mio modesto parere, non è così semplice come si possa immaginare. Chiunque abbia un minimo di dimestichezza con la metodologia della ricerca storica sa che essa si basa su alcuni principi fondamentali: tra questi principi il cardine principale è Il confronto delle fonti, orbene se è pur vero che chi scrive un romanzo non ha l’obbligo del rigore storico di chi scrive un saggio tale confronto delle fonti resta un principio ineludibile per la ricerca storica qualsiasi sia lo scopo per cui viene fatta. Il web pertanto, se usato con criterio, ci permette in molti casi di accedere a più fonti e di documentarci direttamente.
Faccio un esempio: Se abbiamo letto su un saggio: “Alessandro IV appena salito al soglio pontificio sconfessa il predecessore Innocenzo IV per quanto riguarda la “politica” nei confronti della contrapposizione tra secolari e regolari“, il web ci permette, senza chiedere particolari permessi, di accedere ad almeno un paio di “raccolte di bolle papali” dalle quali attingere (se il nostro latino ce lo permette) direttamente alle parole di “Alexander episcopus servus Dei”. Per riassumere se usare come base le informazioni di wikipedia, si rischia di essere tratti in inganno e un saggio storico è una fonte insostituibile, adoperare il web come supporto è un buon metodo per snellire il lavoro ed arricchirlo tramite un confronto delle fonti.
Le classificazioni
Non sono mai stato un fautore delle classificazioni, in special modo di quelle rigide e ancor di più in letteratura, che a mio avviso poco si presta alle operazioni di catalogazione.
Fatta questa necessaria premessa, che serve a sgombrare il campo da possibili dubbi su un eventuale universalità del mio personalissimo criterio di classificazione che andrò a illustrarvi nelle prossime righe, vi voglio fare partecipi di questa sorta di tassonomia bibliografica che uso per orientarmi nel vasto mare dei libri correlati alla storia.
Romanzo di ambientazione storica
Considero tale un romanzo che pur collocandosi in un generico periodo storico (ad esempio si può vagamente immaginare che sia ambientato nel XVIII secolo dagli usi e costumi) si astiene dal far interagire i propri personaggi di fantasia con personaggi realmente esistiti e allo stesso tempo i riferimenti temporali e spaziali sono altrettanto vaghi.
Thriller storico
I libri che appartengono a questo sottogenere possono essere sviluppati secondo diverse modalita, ma hanno tutti la componente storica comune. Possono essere ambientati nel passato, in un determinato periodo storico, oppure strutturati su due linee temporali diverse: ai nostri giorni e nel passato, un passato fondamentale ai fini della risoluzione del mistero.
Romanzo storico vero e proprio
La storia è collocata in un periodo preciso, si lega indissolubilmente a fatti storici realmente accaduti, il più delle volte compaiono personaggi storici che interagiscono con quelli di fantasia.
Per ognuna di queste “categorie” considero che si possa adottare un metro di giudizio diverso per quanto riguarda la correttezza/coerenza storica. Se per la categoria che definisco romanzo di ambientazione storica mi accontento di una coerenza generica (se l’autore lascia intuire che il secolo in cui è ambientato è il XVI, mi accontenterò di non sentire sfrecciare auto o aerei nei cieli, ma non pretenderò l’accuratezza dei dettagli del mobilio e del vestiario).
Da un thriller storico (il cui scopo principale è quello della soluzione del mistero) mi aspetto molta coerenza proprio riguardo questo aspetto e chiedo che le inevitabili forzature che si fanno alla storia – quella con la S maiuscola – siano plausibili e verosimili (Se baso il mio romanzo su un fatto storico non posso stravolgerlo per piegarlo alla mia storia, ma devo agire laddove vi sia incertezza e quel che affermo non possa essere confutato dai fatti altrimenti rischio di togliere credibilità a tutto il romanzo il quale non deve essere vero ma credibile sì).
Dall’ultimo genere preso in considerazione, ossia il romanzo storico con una precisa datazione e interazione fra personaggi storici e personaggi di fantasia pretendo molto di più, i personaggi di fantasia devono essere plausibili e veri, se voglio il supereroe/la supereroina meglio che scriva un fantasy o un romanzo d’avventura. Per quanto riguarda poi i personaggi storici realmente esistiti devono essere coerenti con il vero personaggio non accetto ad esempio che un personaggio storico conosciuto che non era affatto innamorato della moglie la guardi con “occhi sognanti” solo per esigenze di romanzo (fallo innamorare di una sconosciuta è molto più plausibile).