Personaggi Storici

Vlad III “Tepes” Principe della Valacchia, ecco chi era Dracula

Vlad III “Tepes” Principe della Valacchia, ecco chi era Dracula!

Vlad III nasce nel 1431 a Sighisoara in Transilvania, secondogenito di Vlad II Dracul principe della Valacchia e membro del sacro ordine del Drago, un ordine fondato dall’Imperatore Sigismondo nel 1418 allo scopo di proteggere la cristianità del sacro romano impero dalle continue minacce della potenza Ottomana.

Il suo patronimico, Dracula, deriva in realtà da un fraintendimento.
Suo padre, il principe o voivoda Vlad II di Valacchia, nel 1428 in quanto membro dell’ordine del Drago (drac, in ungaro), era conosciuto come Vlad Dracul, mentre suo figlio fu detto Vlad Draculea, ovvero “figlio di Dracul”. Nella mitologia rumena, però, la figura del drago non esisteva e il termine dracul designava il diavolo: per questo in rumeno Vlad II divenne “il figlio del diavolo”.

Il soprannome, dunque, avvalorò la leggenda sulla crudeltà e l’animo sanguinario di Vlad III, nota già alle cronache dell’epoca che lo raccontavano come un principe appassionato di torture e morti lente, che per cena beveva il sangue delle sue vittime o v’inzuppava il pane. Si calcola che nei tre periodi in cui governò, per un totale di appena sette anni, mise a morte 100mila persone, nella maggior parte dei casi per impalamento. Per questo motivo dal XVI secolo fu noto come Vlad Țepeș, Vlad l’Impalatore.

Il primo regno

Ad appena tredici anni fu mandato alla corte ottomana insieme al fratello Radu, come ostaggio o garanzia di sottomissione. Suo padre Vlad II, infatti, aveva stretto un’alleanza con i turchi che gli costò l’amicizia del reggente di Ungheria, János Hunyadi, di origine valacca. Nel 1447 questi organizzò un’offensiva contro Vlad con il sostegno dei boiardi valacchi, nobili filoungari. Il risultato fu la morte del voivoda e del figlio Mircea.

Irritato per la perdita del suo alleato in Valacchia, il sultano ottomano Murad dichiarò suo figlio Vlad Draculea pretendente al trono. Lo rilasciarono e gli fornirono un esercito con il quale riuscì a riconquistare il trono di Valacchia con il nome di Vlad III Dracula. Ma governò per soli due mesi (ottobre e novembre): János Hunyadi costrinse Dracula a cedere il trono e fuggire da suo cugino, il principe di Moldavia Bogdan II, mentre sul trono di Valacchia fu  rimesso Basarab II (il pretendente del clan Danesti)

Nel mese di ottobre 1451, Bogdan fu assassinato. Le turbolenze derivanti in Moldavia costrinsero Dracula a fuggire in Transilvania e cercare la protezione del nemico della sua famiglia, János Hunyadi. Colpito dalla vasta conoscenza di Vlad della mentalità e meccanismi interni dell’impero ottomano, come pure dal suo odio per il figlio del sultano, János Hunyadi si riconciliò con il suo rivale e lo fece suo consigliere. Intanto Basarab II aveva istituito una politica favorevole ai Turchi, mentre János Hunyadi aveva bisogno in Valacchia di un uomo più affidabile. Di conseguenza, János Hunyadi accettò l’alleanza con il suo nemico ritenendolo l’adeguato candidato ungherese al trono della Valacchia. Dracula divenne vassallo di János Hunyadi e ricevette in cambio i ducati transilvani di Faragas e Almas, già appartenuti a suo padre. Dracula rimase in Transilvania, sotto la protezione di János Hunyadi, fino al 1456, quando ebbe l’occasione di riprendere la Valacchia da Basarab II.

Riuscito, infatti, ad assicurarsi il supporto del Re d’Ungheria Ladislao il Postumo, invase la Valacchia, uccise Basarab II, che intanto si era allalleato con gli Ottomani, e riprese il trono della Valacchia.

Il secondo regno

Iniziò allora la sua fase di governo più lunga, dal 1456 fino al 1462, che gli garantì la fama sinistra di cui godette presso i contemporanei tanto quanto i posteri. 

Vlad trovò la Valacchia in uno stato miserabile: la guerra continua aveva provocato il dilagare della criminalità, la produzione agricola era ridotta e il commercio era scomparso. Occorreva ristabilire l’ordine, la prosperità ed una economia stabile, indispensabile per resistere ai nemici esterni. Quando arrivò al potere, Vlad III Dracula, sapeva che la causa principale delle condizioni miserabili della Valacchia era dovuta all’oziosità dei Boiardi e sapeva anche che questi avevano congiurato per ottenere la morte di suo padre e di suo fratello maggiore. La maggior parte delle più raccapriccianti atrocità associate con il nome di Dracula si svolsero in questi anni.

A Vlad occorse quasi un decennio per vendicarsi dei Boiardi; completò l’operazione una Domenica di Pasqua intorno al 1457. I Boiardi più anziani e le loro famiglie furono immediatamente impalati. Da quel momento venne chiamato da tutti “Vlad l’Impalatore”.

Vlad intendeva stabilire il suo potere su una base moderna e assolutamente sicura. Assegnò le posizioni nel suo consiglio, tradizionalmente appartenenti ai boiardi più anziani, a persone di origini oscure, che sarebbero state fedeli a solo lui. Per gli incarichi minori, sostituì i boiardi con cavalieri, contadini liberi ed alcuni stranieri.

Dal momento che i Boiardi della Valacchia erano legati ai Sassoni di Transilvania, nel 1459 Vlad agì anche contro di loro, eliminando i loro privilegi commerciali, razziando e incendiando le città di Sibiu, Brasov e Kronstadt ed impalando i loro abitanti sulle colline circostanti. La lotta contro i Sassoni era motivata sia dalla necessità di proteggere il commercio della Valacchia, sia perché loro davano supporto ad altri pretendenti al trono della Valacchia.

Fu anche durante questo periodo che Dracula svolse le sue più famose prodezze militari contro i turchi. Nel 1459 la Valacchia controllava il suo lato del Danubio, ma anche il sultano Maometto II voleva avere il controllo del fiume, visto che, attraverso il fiume, da tutto il Sacro Romano Impero potevano essere lanciati gli attacchi navali contro il suo impero. Il 26 settembre 1459, Papa Pio II chiese una nuova crociata contro gli ottomani e il 14 gennaio 1460, al congresso di Mantova, il Papa proclamò ufficialmente una crociata della durata di tre anni. Tuttavia l’unico leader europeo che mostrò entusiasmo per la crociata fu Vlad l’Impalatore, che il Papa teneva in grande considerazione. Nello stesso anno Maometto II inviò da Vlad i suoi ambasciatori, perché ritardava a pagare il tributo di 10.000 ducati e 500 giovani ragazzi da mandare in Turchia. Oltre al rifiuto di pagare i tributi ai turchi Vlad rispose con una provacozione verso il sultano facendo inchiodare il copricapo alla testa degli ambasciatori che si erano rifiutati per motivi religiosi di scoprirsi in sua presenza, iniziando una crociata personale con il supporto del Re d’Ungheria Hunyadi Matyas.

Nel frattempo, il Sultano ricevette un rapporto dalle sue spie che lo informava dell’alleanza di Vlad l’Impalatore con il Re d’Ungheria Hunyadi Matyas. Il sultano sapeva di non poter fermare l’alleanza, così tentò di rapire Vlad l’Impalatore con un pretesto. Egli inviò il bey di Nicopoli, Hamza Pasha, per mettere in scena un incontro diplomatico con Vlad l’Impalatore a Giurgiu, ma con l’ordine di fargli un’imboscata e, successivamente, portarlo a Costantinopoli.

Vlad l’Impalatore venne avvisato dell’agguato ed organizzò un altro agguato a suo vantaggio. Hamza Pasha portò con sé 1.000 cavalieri e quando attraversò il passaggio di Giurgiu, Vlad  lanciò un attacco a sorpresa. I valacchi circondarono i turchi e, con i loro fucilieri, spararono sulla spedizione fino a che quasi tutti vennero uccisi. I piani turchi erano stati sventati e quelli che erano stati catturati, vennero impalati; ad Hamza Pasha toccò il palo più alto, visto il suo alto rango.

Nell’inverno tra il 1461 ed il 1462, Vlad sferrò un attacco a sorpresa a sud del Danubio, si mascherò come un turco, catturò la fortezza e la distrusse. Vennero uccisi oltre 24.000 turchi, impalati e impiccati a comporre una terrificante foresta di cadaveri.
I cristiani vennero risparmiati e molti di loro furono trasferiti in Valacchia. Durante questo conflitto, la prima moglie di Vlad incontrò la morte.

Vlad, infatti, aveva sposato una nobildonna della Transilvania, dalla quale ebbe almeno un figlio, Mihnea cel Rau, che più tardi sarebbe stato principe di Valacchia (1508-1510). La prima moglie di Vlad l’Impalatore morì durante l’assedio del Castello Poienari, che era stato circondato dall’esercito ottomano guidato da Radu. Un arciere, dopo aver visto dietro una finestra l’ombra della moglie di Vlad l’Impalatore, tiro una freccia con un messaggio in cui avvisava Vlad l’Impalatore che l’esercito di Radu si stava avvicinando. L’arciere turco era una spia di Vlad l’Impalatore che si era convertito all’Islam per sfuggire alla schiavitù. Dopo aver letto il messaggio, la moglie di Vlad l’Impalatore, si gettò dalla torre in un affluente del fiume Arges che scorreva sotto il castello. Secondo la leggenda, si dice che lei: “avrebbe preferito che il suo corpo marcisse e fosse mangiato dai pesci dell’Arges, piuttosto che essere condotto in una prigione turca”. Oggi, l’affluente si chiama Raul Doamnei (il “fiume della Madonna”, in memoria della principessa suicida).

Nell’aprile del 1462, il sultano Maometto II organizzò un esercito di circa 60.000 uomini e 30.000 irregolari sferrò una controffensiva e, attraversando il Danubio, si diresse verso Targoviste. Maometto II venne salutato da una foresta di pali sui quali Vlad  aveva impalato l’esercito ottomano precedente. Il principe di Valacchia non fu in grado di fermare gli ottomani che occuparono la capitale Târgoviste il 4 giugno 1462. Successivamente, fece ricorso alla guerriglia, con piccoli attacchi e imboscate. Il più famoso di questi attacchi avvenne durante la notte tra il 16 ed il 17 giugno, quando l’armata di Vlad l’Impalatore attaccò, provocando il panico nel campo principale turco, e dove lo stesso Vlad l’Impalatore tentò di assassinare Maometto, anche se il tentativo di assassinio fallì.

L’attacco di Vlad l’Impalatore fu celebrato tra le città Sassoni della Transilvania, da Genova e da Venezia ed anche dal Papa. Un inviato da Venezia, dopo aver appreso la notizia presso la corte di Hunyadi Matyas, espresse grande gioia e disse che tutta la cristianità doveva celebrare la vittoriosa campagna di Vlad l’Impalatore. Anche i Genovesi, da Caffa, lo ringraziarono perchè la sua campagna li aveva salvati da un attacco di circa 300 navi che il sultano aveva pensato di spedire contro di loro. Molti turchi ora temevano Vlad l’Impalatore e lasciarono la parte europea del loro impero per trasferirsi in Anatolia. Non essendo in grado di sottomettere Vlad l’Impalatore, e demoralizzati alla vista dei loro compagni impalati, gli Ottomani abbandonarono la Valacchia e lasciarono il fratello di Vlad l’Impalatore, Radu, come responsabile della guerra. Radu finalmente riuscì a costringere Dracula a fuggire in Transilvania nel 1462. Radu conquistò anche la fiducia della nobiltà che era stata allontanata da Vlad e, nel mese di agosto 1462, concluse un accordo con Hunyadi Matyas che, a Buda, imprigionò Vlad l’Impalatore, e lasciò a Radu il trono della Valacchia.

Nel 1476, Vlad recuperò il ruolo di erede al trono di Valacchia. Ma il suo terzo regno durò poco: fu abbattuto da un’imboscata turca.

La sua testa fu esposta a Costantinopoli e il corpo seppellito nel monastero del lago Snagov.

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