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Historic Travel Reporter – Atri, città d’arte e di Storia

Historic Travel Reporter continua il viaggio estivo alla ricerca dei borghi e dei luoghi più incantati della nostra penisola: oggi Luigia Amico ci racconta la cittadina di Atri, in Abruzzo.

Articolo a cura di Luigia Amico

Avvolta da numerose leggende, la città di Atri, in Abruzzo, vanta natali importanti e molto antichi.
Città nota e decantata da molti autori greci e latini, le testimonianze di ritrovamenti archeologici sembrano far risalire le sue all’Età del Ferro (X-XI secolo) collocando la città nel V Regio del territorio Piceno.

Vista di Atri dall’alto

Fu la prima a fondere dal bronzo moneta propria e alcuni esemplari sono ancora oggi custoditi presso i musei più importati del mondo. In campo militare seppe distinguersi per arguzia e potenza, nel 289 a.c. fu tra le prime città ad allearsi con i romani accelerando il processo di espansione del futuro impero. Leggenda vuole che grazie alla sua importanza strategica, militare e commerciale, Hatria, come era conosciuta nell’antichità, abbia dato il suo nome al mare Adriatico (Hadriaticum) su cui aveva edificato un porto molto importante presso l’odierna foce Vomano, tra Pineto e Roseto degli Abruzzi.

In epoca medievale Atri divenne uno dei centri storici e culturali più importanti dell’Italia centro-meridionale grazie al ducato degli Acquaviva che permise alla città di raggiungere il massimo splendore. Per essersi schierata dalla parte guelfa nella lotta tra Svevi e Papato, Innocenzo IV le conferì il diploma di istituzione della Diocesi e di autonomia comunale. Nel 1393 divenne sede del Ducato degli Acquaviva, casata tra le più importanti del Regno di Napoli, stabilendo la propria sede nella cittadina abruzzese al fine di poter controllare un territorio molto ampio.

Attraverso una passeggiata nel centro storico si percepisce tutt’oggi l’importanza che la città ha avuto nel passato; monumenti, palazzi signorili, innumerevoli musei presenti in vicoli senza tempo e piazze regalano al Corso Elio Adriano un fascino assoluto. Un nome importante quello del corso principale di Atri, intitolato al grande imperatore e sotto il quale sono custodite le strade in basolato romano e pregiati mosaici appartenenti alle ricche domus. Osservando con attenzione gli edifici religiosi e i palazzi nobiliari non si fa fatica a collocare tali strutture nei periodi rinascimentale, Barocco e Neoclassico. La città è “protetta” da una possente cinta muraria e la zona nord è occupata quasi esclusivamente dal percorso belvedere diviso tra mare e montagna e che conduce sino all’unica porta sopravvissuta alle barbarie e piraterie: Porta San Domenico su cui è ancora visibile lo stemma della casata Acquaviva d’Aragona.

Porta San Domenico

LUOGHI DI INTERESSE DA VISITARE AD ATRI

  • Antica filanda cittadina, dove è possibile osservare antichi macchinari utilizzati per tessere la lana
  • Il Duomo della città (1260) al cui interno è possibile trovare cappelle rinascimentali e affreschi
  • L’antico porto di Atri
  • La basilica di Santa Maria Assunta edificata su un precedente tempio dedicato a Ercole (XIII secolo)
  • Il palazzo dei Duci di Acquaviva, oggi sede comunale ma con ancora ben conservato il suo fascino antico
  • Museo archeologico, dove sono custoditi reperti che raccontano la lunga storia della città
Antica filanda cittadina
Il duomo di Santa Maria dell’Assunta
Palazzo Ducale
Museo Archeologico di Atri

Questi solo alcuni dei luoghi senza tempo che la città abruzzese conserva gelosamente.

CUCINA TIPICA E PRODOTTI LOCALI

Atri è famosa non solo per la sua storia ben radicata nel passato ma anche per la produzione artigianale della liquirizia, venduta in tutti i negozi locali e molto ricercata nelle zone circostanti. In Atri i frati domenicani estraevano il succo di liquirizia sin dal medioevo raccogliendo le radici nelle zone circostanti. Una specialità molto conosciuta è il Pan Ducale, un dolce tipico dal 1300 a base di mandorle, cioccolato e liquore da gustare con del vino passito. Altro piatto simbolo della città è “Le Virtù”: la tradizione millenaria vuole che la preparazione di questa pietanza abbia inizio il primo maggio e simbolicamente consiste nel mangiare tutti gli avanzi dell’inverno rimasti in dispensa. La preparazione dura due giorni ed è composta da ortaggi, legumi e pasta con l’aggiunta di pezzi di prosciutto.

CONSIGLIO DI LETTURA

“La decima sacramentale”, giallo storico ambientato ad Atri dell’autore Claudio Angelozzi edito Hatria Edizioni

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