Curiosità

15 e più curiosità sul Tour de France

È partito ieri da Firenze il Tour de France, e questa del 2024 è una edizione storica in senso pieno: è la prima volta in assoluto che parte da una città italiana, (Firenze) e inedito sarà anche il finale che, a causa delle Olimpiadi di fine luglio a Parigi, eccezionalmente si concluderà a Nizza anziché nella capitale francese.
Un evento storico che si inserisce in una secolare competizione ciclistica all’origine molto diversa da quella di oggi e noi di TSD abbiamo pensato di raccontarvi qualche curiosità che la riguarda e che forse non vi aspettate.
Insomma, vi abbiamo preparato un CurioStory molto ricco!
Saliamo in sella e iniziamo!

Radici e inizi del Tour de France

Il primo Tour de France si tenne nel 1903 – e nacque con uno scopo ben preciso: vendere più giornali.
Ebbene sì: fu creato e sponsorizzato dal giornale sportivo francese L’Auto (in origine L’auto-Vélo), che vedendo le sue vendite in clamoroso declino, sperava che un evento del genere, concentrando l’attenzione su una corsa di resistenza racchiusa intorno al paese, avrebbe catturato l’attenzione del pubblico e incrementato così le vendite.
Ma prima ancora di arrivare a questo, dobbiamo raccontarvi un’altra storia, quella delle radici del Tour de France (e che spiegano anche perché il giornale sportivo era in crisi)
Sembra che tutto sia da ricondurre all’affare Dreyfus (quello di cui si racconta anche in Assassini! L’ultima notte di Zola di Jean-Paul Delfino e recensito da TSD qui), uno scandalo politico che infiammò e divise la Francia di fine Ottocento.
Tra coloro che ritenevano colpevole Dreyfus c’era il Marchese Jules-Albert De Dion, proprietario della De Dion-Bouton, una casa automobilistica francese, che si mise a capo di una manifestazione piuttosto accesa che richiedeva la colpevolezza di Dreyfus.

Perché la maglia del Tour de France è gialla?

Il più importante quotidiano sportivo francese all’epoca, Le Vélo, dell’editore Pierre Giffard, riteneva Dreyfus innocente e i suoi principali sponsor, tra cui de Dion, non apprezzarono. Quest’ultimo, nel 1900, decise, insieme ad altri antidreyfusardi come Edouard Michelin, di finanziare Henri Desgrange – un famoso ciclista comproprietario di un velodromo – che creò un quotidiano sportivo rivale, L’Auto-Vélo. E dato che il quotidiano Le Vélo era pubblicato su carta verde, Desgrange scelse per il suo una carta gialla, colore che caratterizzerà la maglia del vincitore. Maglia che fu introdotta per la prima volta all’edizione del Tour del 1919 indossata per la prima volta il 19 luglio alla partenza dell’undicesima tappa Grenoble-Ginevra da Eugène Christophe.
Ma torniamo in carreggiata e proseguiamo verso la prossima tappa del Tour.
L’Auto-Vélo non ebbe molta fortuna, come abbiamo detto all’inizio le vendite erano sempre più in calo, da qui l’idea del principale giornalista di ciclismo, il ventiseienne Géo Lefèvre – che Desgrange aveva assunto dal quotidiano rivale – di creare questo Tour di ciclismo intorno alla nazione. Ed ebbe ragione.

Il primo in assoluto Tour de France si svolse nel 1903, inizialmente organizzato su cinque tappe vide l’aggiunta di una sesta (Tolosa) per interrompere la lunga traversata del sud della Francia, dal Mar Mediterraneo all’Oceano Atlantico. E fu un successo con decine di migliaia di persone radunate a Parigi per assistere alla sua tappa finale (proprio come oggi).
Ma moltissime cose rispetto al 1903 non sono più le stesse.

Il Tour de France tra ieri e oggi

La lunghezza complessiva: le sei tappe del 1903 coprivano 2.428 chilometri (oggi siamo a 3.498 chilometri)
Alcune tappe si svolgevano di notte, su strade accidentate e non asfaltate.
I corridori partecipavano singolarmente, senza il supporto di una squadra.
I ciclisti non erano obbligati a gareggiare nelle sei tappe in cui si componeva il tour, e avevano dai 2 ai 3 giorni di riposo tra ciascuna di esse.
Per poter competere nella classifica generale bisognava pagare 10 franchi francesi, oppure si poteva pagare anche solo 5 franchi francesi per accedere ad una sola tappa.
Il vincitore del primo Tour de France fu Maurice Garin, spazzacamino part-time.

Garin stabilì anche un record: vinse con uno scarto di quasi tre ore sul secondo. E da allora tale vantaggio non è mai stato eguagliato
La vincita? 3.000 franchi, equivalenti a circa 12.000 euro di oggi. (Mentre oggi il Premio ammonta a 500.000; una tappa ne vale 11.000)
Prima della maglia gialla, a indicare il leader della classifica c’era una fascia verde al braccio.

L’alimentazione di un corridore del Tour de France ieri e oggi

Da sempre, naturalmente, in forma e allenati, i ciclisti del Tour de France avevano, però, una visione assai diversa della preparazione e della dieta pre-gara.
L’alcol era imprescindibile per molti corridori, anche durante la gara. Lo stesso Maurice Garin era un appassionato di vino e sigarette e amava fermarsi in diversi bar lungo il percorso per “fare rifornimento”. Nel 1935, quasi tutto il gruppo si fermò per bere qualcosa con la gente del posto!
L’esercizio fisico assai faticoso richiedeva molte calorie e soprattutto carboidrati, ma alla nascita del Tour non c’era tanta preoccupazione e attenzione ai valori nutrizionali. Motivo per cui Henri Cornet, vincitore del Tour de France del 1904, preferiva una dieta che comprendeva molta cioccolata calda, tè, champagne e budino di riso.

Le biciclette

Erano molto più pesanti rispetto a quelle di oggi e senza marce (ovvero a velocità singola) cosa che rendeva i percorsi in salita molto più faticosi da percorrere.
Maurice Garin correva senza indossare il casco, (naturalmente all’epoca non esistevano) e su una bici che pesava 18 kg, dal telaio in acciaio e cerchi in legno.

In più, correndo da soli (quindi senza senza macchine di squadra o biciclette di ricambio) si avvolgevano addosso pneumatici e camere d’aria di ricambio come cinture di munizioni per essere pronti a inevitabili forature.

I tifosi

Le prime tappe richiamavano soprattutto gente del posto che usciva a guardare ed era molto solidale con i corridori della loro città natale. Forse anche troppo.
Successe, infatti, che nel 1904, diverse centinaia di tifosi cercarono di aiutare Antoine Fauré gettando chiodi e vetri sulla strada e attaccando i suoi rivali, con un corridore che perse persino i sensi.
Per riportare l’ordine, gli ufficiali di gara dovettero sparare con le pistole in aria.

Il primo vincitore italiano del Tour de France

Si chiamava Ottavio Bottecchia, e vinse il Tour nel 1924 indossando la maglia gialla dal primo all’ultimo giorno e difendendola a ogni tappa.
Era un muratore del Friuli e divenne un mito del ciclismo.

Sulla sua morte, avvenuta il 15 giugno del 1927, ancora si dibatte se sia avvenuta in seguito a un incidente (fu ritrovato, il 3 giugno agonizzante e in stato di semi-coscienza nella zona dove era solito allenarsi) o qualcuno volle la sua morte?
Il mistero è ben raccontato in questo articolo del mensile Treviso 30 news, a cui vi rimandiamo per scoprirlo

Sapevate tutte queste cose sul Tour de France?

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