Recensione a cura di Natascia Tieri
“Il peso della galena” di Laura Lanza è un romanzo che cattura il lettore fin dalle prime pagine, trasportandolo nella Sardegna dell’Ottocento e raccontando la storia della famiglia Sanna, legata indissolubilmente alle vicende delle miniere di Montevecchio.
L’autrice dimostra una grande maestria nel delineare i personaggi, tratteggiandone con finezza psicologia ed emozioni. Il protagonista, Giovanni Antonio Sanna, inizialmente appare come un uomo tormentato dalle difficoltà, sebbene sempre deciso delle scelte prese, tanto da far dubitare il lettore sulla sua capacità di raggiungere gli obiettivi che si è prefissato. È proprio questo aspetto che rende il romanzo così avvincente: pagina dopo pagina, si assiste alla sua tenace ascesa, alimentata da un’incrollabile forza di volontà e da un profondo amore per la sua famiglia.
“Non gli costò particolare fatica raccontarsi, perché era un uomo che adorava parlare di sé quanto Mariette amava ascoltare e meditare su ciò che le veniva detto. Quindi le spiegò con entusiasmo cosa fosse venuto a fare in quella vivace città francese.”
La Lanza non si limita a narrare la storia dei Sanna, ma la intreccia sapientemente con i fatti salienti del Risorgimento italiano, offrendo al lettore un affresco storico ricco di spunti di riflessione. La Sardegna, con le sue miniere e le sue tradizioni, diventa un personaggio a tutti gli effetti, contribuendo a creare un’atmosfera suggestiva e coinvolgente.
“Il caos scoppiato in quel 1848 aveva complicato quella che ormai pareva una facile risoluzione del suo lungo lavoro di mediazione; da mesi 65 mancava solo la firma del re, e Giovanni Antonio non se ne sarebbe andato via da lì quel giorno senza ottenerla. Verrà ricordato a lungo quest’anno, pensò tra sé mentre avanzava.”
Tra i punti di forza del romanzo, spicca la capacità dell’autrice di alternare sapientemente momenti di tensione a descrizioni poetiche, regalando al lettore emozioni intense e riflessioni profonde. La storia di Giovanni Antonio Sanna e della sua famiglia diventa così un inno alla forza dei legami familiari e all’importanza di non arrendersi mai di fronte alle avversità.
“Mariette rifiutava quel bambino che l’aveva invasa; anzi, sentiva di non amarlo, quasi fosse arrivato per rovinarle la vita. Non avesse avuto paura per i racconti che aveva sentito in giro, probabilmente avrebbe chiesto aiuto a una di quelle donne pratiche, quelle che erano in grado di risolvere problemi simili. Molte ragazze, anche di buona famiglia, si erano rivolte a loro.”
“Il peso della galena” è un romanzo che consiglio a tutti coloro che amano le saghe familiari, le storie di riscatto e i romanzi storici. Laura Lanza, infatti, ha sapientemente intrecciato gli avvenimenti storici del risorgimento e della rivoluzione industriale all’interno della saga familiare di Giovanni Antonio Sanna.
Grazie alla sua profonda conoscenza dell’età vittoriana e alla passione per la divulgazione e la rievocazione storica, Laura Lanza ha ben delineato gli avvenimenti dell’epoca e della famiglia Sanna. Negli ultimi anni, ha dedicato il suo impegno alla riscoperta di Giovanni Antonio Sanna, nativo della sua stessa città, consultando atti d’archivio, raccogliendo materiale sia pubblicato che inedito, visitando i luoghi della sua vita e collaborando con altri studiosi. Da queste approfondite ricerche ha preso forma l’idea di creare un romanzo storico che ricostruisse con maestria la potente saga familiare di quest’uomo.
pro
Laura Lanza narra le vicende della famiglia Sanna con grande maestria, creando una storia avvincente che cattura il lettore fin dalle prime pagine. La trama è ricca di momenti emozionanti.
I personaggi del romanzo sono complessi e ben sfaccettati, con le loro debolezze e le loro forze.
La vicenda si svolge nell’Ottocento, durante il Risorgimento italiano, e l’autrice fa un ottimo lavoro nel ricostruire il contesto storico e sociale dell’epoca. Le descrizioni sono vivide e realistiche, e il lettore ha l’impressione di essere
contro
In alcuni momenti, la narrazione può risultare un po’ prolissa e dispersiva. L’autrice si sofferma su dettagli che non sempre sono necessari ai fini della trama, rischiando di allontanare il lettore.
Trama
Il giovane e ambizioso sardo Giovanni Antonio Sanna sfida le convenzioni ottocentesche e riesce a costruire un impero personale grazie alla concessione mineraria ottenuta dal re Carlo Alberto sul campo di battaglia di Peschiera. La sua storia è emblema dell’eterno conflitto tra ricchezza e felicità, che coinvolge anche l’amata moglie Mariette e le quattro figlie: la volitiva Ignazia, la dolce Amelia, l’ingenua Enedina e la caparbia Zelì, quattro donne che cercheranno di ritagliarsi una personale felicità, pagando tutte l’amaro prezzo del peso della galena, il minerale estratto a Montevecchio. La storia della famiglia Sanna procede parallela a quella dell’Unità d’Italia attraverso le capitali di Torino, Firenze e Roma, offrendo un intimo spaccato sulle vicende che hanno caratterizzato il nostro Risorgimento, nel quadro di una rivoluzione industriale che, scardinando il sistema delle antiche ricchezze nobiliari, ha portato all’affermarsi di una nuova potente classe borghese.