Nel mese di Maggio si tiene la Fiera Internazionale del Libro e per omaggiare questa manifestazione che conclude quest’oggi l’edizione 2024, vi proponiamo la storia dei simboli della città che la ospita: Torino.
La bandiera
La bandiera del Piemonte venne realizzata per la prima volta il 15 agosto 1424 per conto di Amedeo VIII detto il Pacifico, dapprima Conte di Savoia e poi il primo ad assumere il titolo di Duca di Savoia. Il vessillo che i Piemontesi chiamarono subito il “drapò” fu originariamente destinato al figlio primogenito del duca, in occasione della concessione del titolo di Principe di Piemonte, appannaggio dell’erede al trono.
La bandiera è composta da una croce bianca o argentata sullo sfondo rosso, detta anche la croce di San Giovanni Battista – il santo protettore della città di Torino. La croce è sormontata da uno dei simboli araldici per eccellenza, il lambello, che simboleggia la primogenitura.
Il lambello dello stesso colore azzurro che contorna la bandiera, è composto da un listello orizzontale, a forma di corona rovesciata, dal quale pendono tre gocce stilizzate di forma trapezoidale che rappresentano i tre casati delle famiglie nobili, che hanno governato il Piemonte: gli Angiò (dinastia francese), gli Acaia, e i Principi di Savoia. Il bordo della bandiera è del colore della famiglia reale dei Savoia: l’azzurro. Spesso è anche decorata con delle frange dorate, che ricordano i raggi del sole.
La bandiera della citta di Torino ha stampato sui quattro riquadri dei tori rampanti ed è cosi descritta:
— orlatura esterna gialla; drappo azzurro diviso da croce bianca in quattro quartieri, entro ciascuno dei quali dovevasi effigiare un toro “furioso” (rampante) giallo e rivolto verso l’asta; in alto, al di sopra del toro del primo quartiere, un nastro svolazzante bianco con la scritta “Auxilium meum a Domino” (Il mio aiuto viene dal signore).
Notizie della prima insegna è del 1693, di questa bandiera non esiste una riproduzione grafica ma è nota la descrizione contenuta nel contratto che ne ordinava la confezione. La prima bandiera della quale si dispone di un disegno è quella dell’Assedio del 1706, il cui disegno è conservato in un album di bandiere e uniformi dell’Esercito sardo del 1722 in cui viene indicata quale “Bandiera della Città di Torino”.
Ancora oggi si può vedere la bandiera issata sulla facciata del palazzo del Comune. Il vessillo in questione risale alla battaglia dell’assedio del 1706 che vide le truppe savoiarde vincere su quelle francesi.
lo stemma
Lo stemma della Città di Torino è costituito da uno scudo azzurro a cui è sovrapposto un toro furioso d’oro, con le corna d’argento.
Una leggenda narra che un toro in tempi remoti avrebbe salvato gli abitanti del posto da un temibile drago. Senza dubbio è una leggenda accattivante, ma la verità sull’origine del nome della città di Torino rimane comunque un’altra.
Nel medioevo infatti, l’araldica, decideva, vista la moltitudine di analfabeti, di associare ad un determinato simbolo una persona o una qualsiasi entità. Per rendere più semplice il riconoscimento, solitamente, veniva scelto una figura che ricordava il nome, nel caso di Torino, per assonanza il Toro che venne definita appunto figura parlante.
Lo stemma è sormontato da una corona a nove perle.
La prima immagine del toro come identificazione di Torino risale al 1360 e la si trova nel Codice della catena, libro che era fisicamente incatenato ad una colonna, nell’androne del palazzo di Città , dove l’animale risultava rappresentato al passo. Ma dovettero passare altri 300 anni prima che il Toro entrasse ufficialmente nello stemma del Torino.
Andando poi avanti con gli anni il toro cambierà la propria posizione non più tranquillo ma furioso, ritto sulle zampe posteriori, e il colore delle sue corna diventando argentate, a rappresentare i fiumi Po e la Dora.
Per quanto riguarda invece la corona comitale posta a capo dello scudo bisogna andare al 1619, quando Torino divenne contessa di Grugliasco tanto da permettersi quindi il copricapo con le nove palle.
La corona comitale è stata oggetto di numerosi cambiamenti , il più significativo nel 1811 da parte di Napoleone che la sostituirà con una corona murale con torri e aquila, in seguito verrà tolto per ripristinare nuovamente la corona comitale storica.
IL GONFALONE
Oltre alla bandiera a rappresentare la città c’è anche il gonfalone una sorta di bandiera però più lunga e verticale attaccata su un lato ad un’asta d’orata.
All’innesto del puntale sull’asta del gonfalone è annodato un nastro con i colori della bandiera nazionale, frangiato d’oro.
La descrizione del gonfalone è:
«Drappo di azzurro.»
Il gonfalone della citta di Torino è decorato con una medaglia alle Città Benemerite del Risorgimento Nazionale consegnata il 1º maggio 1898 e con una medaglia d’oro al valor militare consegnata il 29 maggio 1959.
la mole antonelliana
Simbolo architettonico della città di Torino, la Mole Antonelliana fu inizialmente concepita come Sinagoga, prima di essere acquistata dal Comune per farne un monumento all’unità nazionale. Progettata e iniziata dall’architetto Alessandro Antonelli nel 1863, venne conclusa solo nel 1889. Era, all’epoca, con i suoi 167 metri e mezzo d’altezza, l’edificio in muratura più alto d’Europa.
Nel 1961, in occasione delle celebrazioni per il Centenario dell’Unità d’Italia, venne inaugurato l’Ascensore panoramico che, rinnovato nel 1999, ancora oggi permette di salire fino al tempietto, a 85 metri d’altezza e ammirare la straordinaria vista sulla città e sull’arco alpino che la circonda. E’ possibile la salita a piedi lungo le scale dell’intercapedine della cupola fino alla Terrazza panoramica.
Per anni fu l’edificio più alto di Torino, superato oggi da due moderne torri. Dal 2000 al suo interno ha sede il Museo nazionale del cinema.
la basilica di superga
La costruzione della Basilica iniziò nel 1717, ma la genesi di questo luogo ha una data antecedente ben precisa: il 2 settembre 1706. Torino era stata assediata dalle forze franco spagnole, il duca di Savoia Vittorio Amedeo II e il principe di Carignano Eugenio di Savoia salirono sul colle di Superga per osservare Torino assediata dai franco-spagnoli. Vittorio Amedeo giurò che, in caso di vittoria, avrebbe edificato un monumento alla Madonna. E così fu: le truppe piemontesi prevalsero e Vittorio Amedeo mantenne il voto affidando la progettazione dell’edificio a Filippo Juvarra.
In epoca moderna, un altro evento ha segnato la Basilica rimanendo nell’immaginario collettivo: la “tragedia di Superga”, con lo schianto dell’aereo che il 4 maggio 1949 trasportava il Grande Torino. Da allora, questo posto è, in certe notti buie, anche uno dei luoghi più inquietanti di Torino.
il castello del valentino
Il soprannome storico di questo palazzo è “la Versailles di Torino”, e in effetti il paragone è calzante. La sua costruzione risale al Seicento, quando la giovane Madama Cristina, ben prima di diventare molto religiosa, volle un palazzo in cui celebrare feste e ricevimenti in “campagna”, fuori dalla città, nel quartiere di San Salvario.
porta palatina
Questa antichissima fortificazione faceva parte del primo accampamento romano da cui è nata la città, di cui era la Porta Principalis Dextera, poi Doranea in epoca medievale.
Il nome di “porta palatina”, invece, così come quello della piazza di porta palazzo, si devono invece a uno dei più antichi edifici di Torino ancora in piedi, il Palazzo Longobardo (o Casa del Senato), in piazza IV Marzo. Ancora oggi, l’impressione che fa la Porta Palatina fa ben comprendere l’imponenza che doveva avere questo posto agli albori della storia di Torino.
Fonti
https://it.wikipedia.org/wiki/Mole_Antonelliana
https://www.torinotoday.it/attualita/luoghi-simbolo-torino-monumenti.html/pag/2