Recensione a cura di Maria Marques
Chi non ha mai pensato, una volta nella vita, quanto sarebbe istruttivo ed emozionante poter conoscere qualche personaggio del passato, poter ascoltare dalla sua voce le motivazioni o i desideri che l’hanno indotto a seguire un cammino e quali sono stati gli ideali, le persone che l’hanno ispirato, trasformandolo nell’individuo che la Storia ci ha tramandato?
Questo saggio ovviamente non permette quanto sopra scritto, ma aiuta ad aggiungere un tassello alla conoscenza di un personaggio che è stato oggetto di ricerca da sempre. Su Giulio Cesare sono stati, infatti, scritti romanzi e innumerevoli saggi che hanno sezionato, quasi scientificamente, il suo agire e, comunque si racconti, la sua biografia è scandita da tappe certe e sicure, poco confutabili salvo che non si ritrovi qualche documento inedito.
Il saggio oggetto della recensione di oggi, s’inserisce nel filone delle biografie su Giulio Cesare già collaudate, ma con un taglio particolare che può permettere di accendere un riflettore diverso sul personaggio. Aldo Noviello è psicologo, professore di psicologia generale e applicata e, appoggiandosi alle teorie della psicologia junghiana, propone una rilettura dell’uomo Giulio Cesare attraverso la scoperta di ciò che l’ha influenzato nel corso dei suoi anni formativi e poi successivamente l’ha guidato nelle scelte che costituiscono la sua storia, come la conosciamo.
“…l’obiettivo di questo lavoro è di analizzare la storia con l’ausilio della psicologia, poiché alla fin fine ogni evento e ogni processo storico hanno pur sempre a che fare con ciò che si verifica nella psiche umana”.
La psicologia analitica di Jung, rileva Aldo Noviello, “per come è concepita e strutturata, bene si adatta a un’analisi a posteriori di un personaggio vissuto secoli fa.” Ecco quindi che, in conformità a quest’approccio scientifico, si apre uno spiraglio che va oltre il semplice susseguirsi delle date e degli avvenimenti, per scavare più a fondo nell’uomo, inteso come protagonista del suo agire.
Secondo quanto il professor Noviello spiega per i profani, nell’introduzione del saggio, la teoria di Jung applicabile in questo caso, si basa su due pilastri fondamentali: l’inconscio collettivo che fa riferimento a elementi comuni presenti nelle culture quindi i miti, le tradizioni religiose, i sogni e gli archetipi. Secondo Jung sono quattro gli archetipi inconsci della personalità necessari per comprendere se stessi.
Basandosi su questi elementi, l’autore inizia a ricostruire ciò che può essersi insinuato nell’animo di Cesare traendolo sia dalla società romana dell’epoca ma anche da personaggi che hanno contribuito alla sua formazione incarnando ciascuno dei valori particolari. Da Gaio Mario che identifica l’elemento della “forza” intesa sia come energia e azione ma anche come equilibrio di giustizia e capacità di essere amati e rispettati dai soldati, a Rutilio Rufo uomo integerrimo che pagò di persona, l’aver impedito agli affaristi romani di arricchirsi alle spalle degli abitanti della provincia a lui affidata, per poi arrivare ai casi estremi delle proscrizioni sillane, a Quinto Sertorio, geniale comandante e naturalmente Alessandro Magno, che rappresenta la gloria, il carisma e la potenza, ognuno di questi personaggi contribuisce a creare l’uomo Cesare, come lo conosciamo attraverso le pagine della storia che, lui stesso, ha scritto.
Dai rapporti con Pompeo e Crasso, a quelli con Cicerone, con Catilina, alle campagne in Gallia, seguendo la logica delle normali biografie, Aldo Noviello affianca considerazioni che mettono in luce l’intelligenza e le capacità di Cesare, la sua abilità nel vedere oltre il momento: ”una visione d’insieme capace di leggere e interpretare il presente al netto degli avvenimenti puri e semplici…La sua era una visione sociologica della realtà: il significato di ogni evento non era mai prossimo a se stesso, ma andava visto come una conseguenza, una stratificazione, una concatenazione di forze e desideri umani; talvolta i principi che governavano tali forze andavano difesi con la spada”.
Una lettura molto particolare che prevede una conoscenza di base della storia romana e della vita di Giulio Cesare, su cui s’innestano le valutazioni a livello psicologico che l’autore evidenzia a corredo di un personaggio cardine della storia. L’approccio è indubbiamente interessante, le valutazioni che ne scaturiscono altrettanto e, la scelta stilistica di seguire parzialmente una normale biografia su cui inserire le valutazioni psicologiche, aiuta il lettore a immedesimarsi in un nuovo modo di avvicinare un personaggio storico.
pro
La possibilità di poter “vedere” un personaggio come Giulio Cesare molto più “umano e normale” con i suoi punti cardine di riferimento, permette un approccio alla storia diverso e molto interessante. La possibilità di applicare la psicologia all’agire e al formarsi di un personaggio storico è affascinante e può spalancare un interessantissimo dibattito interdisciplinare
contro
Premetto che la riflessione in tal senso è puramente soggettiva e legata a una mancanza di formazione di base, ho trovato in alcuni casi difficoltà a collegare la biografia storica a quella più propriamente psicologica. L’evolversi dell’uomo Giulio Cesare attraverso gli archetipi e l’inconscio, non è sempre facile da seguire, sebbene l’autore sia abile nell’esposizione delle argomentazioni.
Trama
La storia non è solo mera rendicontazione di eventi sociologicamente strutturati; al contrario, è il prodotto diretto dell’agire degli uomini, con le loro passioni e le loro debolezze. Chi era, dunque, il Giulio Cesare al di là del mito che ha avvolto la sua figura nel corso dei secoli? Con la mediazione e il contributo della psicologia analitica di Jung, il presente saggio si propone di inquadrare il personaggio alla luce dei concetti di “inconscio collettivo” e “forme archetipe”, alla base dei costrutti cerebrali di ogni persona. Attraverso l’analisi di queste due componenti, dunque, si tenterà di capire prima come si è formato l’uomo Cesare, e come poi è diventato “Giulio Cesare”.