“Sei proprio una Santippe” si dice di una donna dal carattere bisbetico e polemico. Ma perchè si dice cosi?
Santippe fu la moglie di Socrate, nata probabilmente intorno al 440 a.C. . Il matrimonio con Socrate si pone intorno al 420 a.C. quando il filosofo aveva una cinquantina d’anni. Santippe forse proveniva da una famiglia illustre, gli studiosi l’hanno dedotto da due elementi, a cominciare proprio dal suo nome che in greco è composto dai termini xantos che significa “biondo, fulvo” e ippos “cavallo” ed è proprio quest’ultimo particolare che lo pone tra i nomi tipici delle famiglie nobili.
Inoltre secondo una tradizione ateniese, al figlio primogenito s’imponeva il nome del nonno più illustre e nel caso della coppia, che ebbe tre figli, il primo fu chiamato Lamprocle, il nome del padre di Santippe, mentre il nome del nonno paterno, Sofronisco, fu imposto al secondogenito.
La signora ebbe davvero un caratterino così “spinoso”? Platone nel Fedone la descrive come moglie devota e madre amorevole, rispettata dal marito; Senofonte invece, nel Simposio, fa descrivere a Socrate la moglie come: ”la donna con cui fra tutte è più difficile andare d’accordo”, anche se poi aggiunge che proprio questo suo carattere, poco accomodante, l’ha attratto più della sua bellezza.
Con Senofonte si inizia a delineare per Santippe, la fama di donna bisbetica, cui faranno eco altri scrittori antichi. Attraverso una serie di aneddoti che vanno dal lancio di un dolce, dono di Alcibiade, per terra, al rovesciare una brocca d’acqua o peggio ancora il contenuto di un vaso da notte, sulla testa del marito, la bizzosa Santippe emerge con tutto il suo caratterino che poco si confà a una moglie e madre ateniese, silenziosa e quasi evanescente. La misoginia greca ha giocato un ruolo fondamentale nel descriverla, enfatizzando così la capacità di sopportazione di Socrate e, così, la fama di donna dal carattere difficile si cucì intorno a Santippe tanto da seguirla nei secoli sino ai nostri giorni. Anche Shakespeare la nomina ne “La Bisbetica domata” sia pure costei orribile come l’amore di Fiorenzo, vecchia come la Sibilla e bizzosa e bisbetica come la Santippe di Socrate..”.