Narrativa recensioni

La meccanica degli spiriti – A. J. West

Recensione a cura di Luigia Amico

“La morte è soltanto l’inizio.”

La meccanica degli spiriti”, edito Neri Pozza, è uno di quei romanzi che, vuoi per la trama oltremodo intrigante, vuoi per la copertina accattivante e geniale, attira l’attenzione e la curiosità del parterre di lettori.

Le atmosfere gotiche, grigie e cupe dell’ambientazione spazio/temporale avvolgono le pagine intrise di mistero, esoterismo e spiritismo, elemento quest’ultimo predominante e protagonista indiscusso.
L’autore A. J. West, per il suo romanzo, trae ispirazione dalla vera storia che ha visto coinvolto “l’ingegnere degli spiriti” William Jackson Crawford, docente universitario che ha dedicato parte della sua vita allo studio e all’applicazione dell’ingegneria allo spiritismo.

Nel romanzo viene descritto come un uomo ordinario, a tratti banale e per alcuni versi irritante, almeno è questa l’impressione iniziale. Conduce una vita priva di spinte emotive, sposato e con tre figli al seguito; purtroppo, un evento esiziale sconvolgerà il ménage familiare e questo sarà il punto di non ritorno.
La perdita di un figlio
è psicologicamente devastante, un genitore non dovrebbe sopravvivere a un figlio, il dolore acceca anche le menti più razionali e sarà proprio il tormento che spingerà la già sofferente signora Crawford nell’occulto mondo delle sedute spiritiche, affidando il suo labile raziocinio alla medium Kathleen Goligher, spiritista in voga ai tempi delle vicende narrate passata in poco tempo da sconosciuta a fenomeno di fama internazionale.
Lo sdegno iniziale dell’ingegnere alla scoperta di questa abitudine lascerà presto il posto allo sconcerto; William Crawford parteciperà a una seduta spiritica e il vortice di eventi inspiegabili cui assisterà, azionerà in lui un meccanismo da cui sarà difficile staccarsi: riuscire a dimostrare, attraverso l’applicazione della scienza, se le suddette sedute sono frutto di un ginepraio o se i sussurri e le eteree presenze sono reali.

Il tavolo continuava a fluttuare in una serie di onde che si susseguivano invisibili. Non sentivo alcun movimento intorno alle gambe. L’unica sensazione nelle braccia e nelle mani era la solita elettricità tra le dita. “

La narrazione, dopo un iniziale decollo incerto, acquista velocità e dinamismo attirando la mente in un turbine da cui risulta difficile riemergere. Illusione e verità si rincorrono unendosi, in determinati momenti, in una danza ammaliante e magnetica, questo risulterà “fatale” per il lettore che si ritroverà costantemente in bilico tra razionalità e illogicità.

Questa volta non c’erano ombre illusorie, né angoli oscuri, né spazi invisibili. La soffitta era piena di un chiarore bruciante, inesorabile, sbiancata come un obitorio e, che fossero una compagnia di angeli o di delinquenti, ero pronto a cominciare la mia dissezione.”

La meccanica degli spiriti” è un libro che va sorseggiato per godere a pieno dei profumi esoterici sprigionati dalle parole vergate nero su bianco; A.J. West caratterizza minuziosamente ogni singolo personaggio sottolineando con decisione ogni minima sfumatura della sfera psico/cognitiva, non idealizza e non demitizza, semplicemente riporta in vita personaggi umani con le loro debolezze e ossessioni.


Willian Jackson Crawford è una figura tuttora avvolta dal mistero, almeno per chi come me ha avuto il piacere di incontrarlo solo ora; un personaggio probabilmente finito nel dimenticatoio ma che grazie al lavoro certosino di ricerca dell’autore, ritorna in auge in un avvincente romanzo. Non si tratta di una biografia ma piuttosto di un viaggio in un’epoca lontana, lì dove superstizione e irrazionalità prendevano il sopravvento sulla logica.

Ma pensandoci bene, quanto siamo lontani da tutto ciò?


PRO
Libro avvincente che si lascia leggere con trasporto, bravissimo l’autore a seminare dubbi e perplessità per poi ribaltare totalmente le carte in tavola.

CONTRO
Come già accennato poc’anzi, partenza un po’ sottotono per poi acquisire ritmo nel momento in cui si riescono ad inquadrare personaggi ed eventi.
Finale forse un po’ sopra le righe, in alcuni punti ho avuto l’impressione che le vicende assumessero contorni surreali ma riflettendo…quello che ai nostri occhi appare surreale lo è realmente?

Link cartaceo: La meccanica degli spiriti
Link ebook: La meccanica degli spiriti

Trama
“Belfast, 1914. Finita l’era vittoriana, Inghilterra e Irlanda sono scosse dai cambiamenti. L’inaffondabile Titanic è affondato ormai da due anni, e la morte che ha portato con sé ha alimentato la passione – diffusa specialmente nella classe media – per occultismo e spirisimo.
Uomo di scienza ma tribolato da infiniti problemi economici, William Jackson Crawford fa parte proprio di quella stessa classe in ascesa. Ingegnere, professore al Municipal Technical Institute di Belfast, è certo che non appena terminerà di scrivere il suo nuovo libro il successo giungerà e, con quello, la fine dei problemi. A interrompere la sua tranquilla vita familiare, tuttavia, giunge la tragedia: la morte dell’unico figlio maschio spinge prima la moglie e poi William stesso nelle spire del circolo di Kathleen Goligher, giovane medium dagli straordinari poteri che impazza in città. Da uomo di scienza qual è, William non può mettere da parte lo scetticismo e la razionalità che accompagnano da sempre la sua esistenza, eppure non può neanche negare ciò che vede e sente: durante le seance, voci dall’oltretomba raccontano segreti mai svelati, riportando a galla traumi di un passato forse non così ben sepolto. Ben presto, dunque, la sua unica missione diventa provare la scientificità del soprannaturale: William Jackson Crawford diventerà l’ingegnere degli spiriti e il suo nome sarà ricordato per sempre. Quello che William non sa, però, è che sta per entrare in un gioco dove ingannati e ingannatori si scambiano continuamente di ruolo, fino a giungere a quella che potrebbe essere la fine… o forse solo un ultimo esperimento.
Ispirato alla vicenda reale di William Jackson Crawford e della medium Kathleen Goligher, La meccanica degli spiriti è un romanzo gotico che, con una svolta degna del miglior prestigiatore, prende infine le sembianze di una riflessione sulla repressione, la superstizione e la violenza psicologica in un’era in cui le meraviglie del progresso scientifico non lasciavano immaginare restrizioni al campo del possibile.
E se la morte fosse solo un inizio?

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