Recensione a cura di Laura Pitzalis
Fra le tante cose che mi piacerebbe fare almeno una volta nella vita c’è partecipare al carnevale di Venezia, vestirmi come una dama del ‘700 con tanto di bauta e perdermi in mezzo alla folla festante, in incognito. Proprio come Eloisa la protagonista del romanzo di Lavinia Fonzi “Tra le pieghe del tempo”.
Eloisa finì di indossare l’ampio vestito di Carnevale e si guardò allo specchio. Il riflesso le restituì l’immagine d’una ragazza che sembrava provenire da un’altra epoca … Eloisa accennò un sorriso nel vedersi per la prima volta nei panni di una dama del Settecento. Aveva sempre sperato di poter partecipare al celebre Carnevale di Venezia …
La storia si svolge su due piani temporali, 2019 e 1789, e non perché tramite flashback l’ordine cronologico degli avvenimenti viene interrotto per lasciare spazio alla rievocazione di episodi precedenti, ma perché la protagonista, per un sortilegio generato da un medaglione avuto in eredità dalla nonna, si ritrova nella medesima situazione ma in un epoca diversa, 1789 appunto.
… mentre si allontanava, le parve a un tratto che il medaglione che aveva al collo rilucesse di una strana luce argentea, sotto l’effetto dei raggi lunari … Gli abiti settecenteschi, il Doge, l’aspetto della città… tutto faceva pensare che un’altra epoca avesse preso il posto del suo presente. Ma non era possibile: i viaggi nel tempo si verificavano soltanto nei libri di fantascienza, o nella sua fantasia … “Che giorno è oggi?” “Il 19 febbraio.” “Di quale anno?” … “Siamo nell’anno di grazia 1789.
Con un intreccio dalle tinte un po’ ucroniche, la trama si evolve nella ricerca disperata, da parte di Eloise, del medaglione che le è stato rubato, coadiuvata da Richard Blair, un nobile gentiluomo inglese poeta.
Questo tra azione, amore, intrighi, fughe rocambolesche in una Venezia dicotomica: vivace, allegra, colorata di giorno; tetra, caliginosa, spenta di notte, dove la cupidigia e la malvagità trovano terreno fertile e le tragedie si consumano silenziosamente.
“Tra le pieghe del tempo” è un romanzo dallo stile narrativo scorrevole che rende la lettura molto fluida, dove si parla di storia, di congiure, di viaggio nel tempo, di allegra euforia carnevalesca ma anche un po’ di romanticismo.
Ho apprezzato moltissimo i riferimenti a fatti reali, non solo quelli prettamente storici,
- Il Doge Paolo Renier morì realmente nel febbraio del 1789, durante i festeggiamenti di Carnevale e proprio per non turbare la festa, le autorità della Repubblica di Venezia decisero di tenere nascosta la notizia e di divulgarla solo in un secondo momento.
- È storicamente vero che Lodovico Manin non volesse diventare Doge.
ma anche quelli che riguardano gli aspetti culturali del Carnevale Veneziano del ‘700, aspetti, alcuni a me sconosciuti, che mi hanno incuriosito molto.
Pregevole la descrizione che Lavinia Fonzi ne fa della sua vivacità: le calli, i ponti, le piazze percorse da un fiume di maschere di tutte le forme e fogge, saltimbanchi, pulcinella, marionette; grida, urla, suoni frammisti a risate, musica, canzoni. Un’atmosfera di briosa confusione, giorni di ebrezza e di follia che mi coinvolgono.
Vengo attratta piacevolmente dalle maschere molto in voga all’epoca, oggi quasi del tutto scomparse:
la gnaga, travestimento usato dagli uomini per impersonare figure femminili, completata da una maschera con le sembianza da gatta, che veniva solitamente usata insieme ad una cuffietta bianca;
la bauta, costume composto da più elementi, una maschera bianca, raramente nera, il tricorno, un cappello nero a tre punte, e lo zendale, uno scialle leggero di seta o di pizzo che copriva la testa e le spalle;
il mattacino, una specie di pagliaccio con abito bianco o multicolore, leggero e corto, con in testa un cappello piumato.
Abbracciò con lo sguardo l’intera piazza, delimitata dagli imponenti colonnati delle Procuratie, e affiancata dall’elegante Palazzo Ducale … Maschere di ogni tipo si affollavano intorno alla basilica, camminando avanti e indietro; alcuni uomini indossavano i tradizionali costumi di Arlecchino e Pulcinella, altri erano abbigliati in modo stravagante e si lanciavano confetti. Una gran folla si era radunata accanto all’edificio delle Procuratie Vecchie per assistere a un’esibizione di saltimbanchi: una piramide umana i cui componenti si tenevano in equilibrio l’uno sull’altro fino a raggiungere gli otto piani … “Possibile che non abbiate mai visto Le Forze d’Ercole? Ogni anno, a Carnevale, le fazioni rivali dei Castellani e dei Nicolotti si sfidano in questa prova di forza ed equilibrio
Ben descritto dall’autrice la violenta caccia dei tori, barbara tradizione del carnevale veneziano che si concluse il 22 febbraio 1802 non per la ferocia che veniva esercitata ma perché in quella occasione un palco crollò provocando la morte e il ferimento di molte persone.
Un romanzo che ci regala un piccolo cameo, una guest star, anche se per una piccola parte: Johann Wolfgang von Goethe che incontra Eloise e Richard in una piccola stazione veneziana.
L’uomo si voltò e la fissò un istante con i suoi penetranti occhi azzurri. Ora che gli stava di fronte, Eloisa poté constatare che le sue impressioni erano fondate: lo sconosciuto aveva un’aria incredibilmente familiare. Per quanto fosse assurdo, doveva aver già visto da qualche parte quell’espressione severa e quello sguardo assorto … Aveva parlato in un italiano incerto, dal suono aspro e gutturale, che ne rivelava l’origine straniera e, in particolare, tedesca … La ragazza si apprestò a salutare il turista tedesco quando, colta da una folgorazione improvvisa, esclamò: “Goethe!”.
Un romanzo godibile, quindi, ma, nonostante ciò, ho avuto delle perplessità su alcuni suoi aspetti.
La storia della congiura e la ricerca del medaglione da parte dei protagonisti, me la sarei aspettata più incisiva, più adrenalinica e meno “affrettata” come anche alcune scene della cattura e prigionia mi sono apparse un po’ improbabili.
La caratterizzazione dei personaggi mi è sembrata un po’ superficiale, conosciamo poco o nulla di loro. Alcuni dialoghi rasentano il didascalico e la parlata poco differenziata dei personaggi non mi ha permesso di empatizzare in modo completo con loro.
Queste, comunque, sono valutazioni personali e non atte a svalutare un lavoro, non essendo io un critico letterario ma solo una lettrice che vuole condividere le proprie impressioni.
A chi lo consiglio? A chi vuole leggere un romanzo piacevole senza perdersi in scritture complicate, intricate o troppo dettagliate; alle persone romantiche a cui piace immergersi in epoche del passato e trascorrere qualche ora in assoluta leggerezza.
PRO
La precisa ricostruzione della Venezia settecentesca, la minuziosa descrizione delle maschere e tradizioni del Carnevale veneziano di quel periodo. La narrazione davvero scorrevole che scivola leggera.
Contro
Personalmente avrei preferito un plot più incisivo e adrenalinico. In alcuni punti le scene cambiano troppo velocemente attenuando la tensione della lettura.
Link cartaceo: Tra le pieghe del tempo
Link ebook: Tra le pieghe del tempo
Trama
Eloisa ha sempre desiderato di prendere parte al Carnevale di Venezia, di vestire, almeno per un giorno, i panni di una dama del Settecento. Ospite della cugina Adele, può finalmente realizzare il suo sogno, ma non immagina che, proprio durante i festeggiamenti, un imprevisto cambierà la sua vita. Catapultata inaspettatamente nella Venezia del 1789, si ritrova ad affrontare innumerevoli pericoli, nella speranza di ritrovare il medaglione che ha reso possibile il viaggio nel tempo e che le è stato sottratto. Eloisa trova un valido aiuto in Richard Blair, un gentiluomo inglese giunto a Venezia per motivi misteriosi. Ma la ricerca del medaglione si rivela più complessa del previsto e porta i due giovani a intrecciare le loro strade con quelle di alcuni cospiratori…
Misteri, avventure e romanticismo si mescolano in “Tra le pieghe del tempo”, primo romanzo di una serie che racconta la storia di una ragazza dei giorni nostri che, per caso o piuttosto per destino, è riuscita a scivolare tra le pieghe della Storia.