Recensione a cura di Luigia Amico
Mi sono avvicinata alla lettura del romanzo con molta curiosità e interesse vuoi per la trama a me congeniale vuoi per l’argomento particolare e poco conosciuto, almeno per me.
La protagonista indiscussa è una reliquia molto particolare: il ramo a cui si impiccò il traditore Giuda Iscariota. Le vicende prendono vita nella lontana Gerusalemme del 33 d.c.; l’apostolo in preda ai sensi di colpa per il tradimento ai danni del Messia deciderà di impiccarsi. Quel ramo che sosterrà il peso mortale di Giuda sarà recuperato dai Cainiti – setta gnostica del II secolo che veneravano le figure ritenute riprovevoli tra cui Giuda Iscariota per l’appunto- che inizieranno a considerare l’apostolo al pari di un santo.
Con un salto temporale di molti secoli, il lettore si ritroverà nella Francia del 1692. Un duplice omicidio scuoterà gli animi degli abitanti di Lione e spetterà al rabdomante Jacques Aymar (figura realmente esistita) scoprire i colpevoli dell’efferata uccisione. Con l’aiuto della sua “forcella”, un ramo a forma di Y chiamato non molto affettuosamente Sanguinaria, inizierà le sue indagini cercando di risalire al bandolo della matassa e consegnare i fuggiaschi. La particolarità dello strumento di ricerca arriverà all’orecchio del Principe di Condé, nonché capo dei Cainiti, a cui è chiara la provenienza. Finalmente potrà rimettere le mani sulla reliquia del male!
Mentre ancora pencola dall’albero, alcuni uomini tirano giù il corpo di Giuda il traditore, spezzando il ramo a cui si è impiccato e facendone una sacra reliquia del Male. Sono i Cainiti, setta eretica che venera tutti i “peggiori” dell’umanità, secondo l’insegnamento delle scritture.
“Questo legno merita di venir tramandato, quale testimonianza della morte ingiusta di un uomo giusto. Del migliore degli apostoli. Del più ispirato fra gli uomini del tempo di nostro padre Caino.”
2014. La ricerca della reliquia non termina a Lione; dopo l’omicidio del gesuita Martin de Murua altre mani vogliono entrarne in possesso. Mani che hanno peccato e altre che operano per il Bene. Padre Luca Giordano, la sorella Vittoria e il fidanzato Lorenzo dovranno affrontare Monsignore Lisai, attuale capo dei Cainiti, e cercare di recuperare il ramo prima che sia troppo tardi. Bagagli al seguito i protagonisti del filone contemporaneo dovranno spostarsi tra varie località, tra cui la colorata e animata Napoli e l’eterna Roma.
Le reliquie in sé, come le immagini, non sono altro che uno strumento affinché i poveri di spirito e di immaginazione trovino più facilità a entrare in comunicazione con l’invisibile…
In un susseguirsi di colpi di scena, seguiremo le vicende intrise di suspense e momenti adrenalinici. Se di primo acchito i vari salti temporali daranno l’impressione di essere scollegati tra loro, con il proseguire della lettura ogni tassello si incastrerà con l’altro completando un puzzle intricato e mai banale.
Catalogare “Il ramo di Giuda” esclusivamente come un thriller storico è riduttivo, molteplici elementi lo rendono appetibile per un parterre di lettori vasto e vario. Storia e leggenda si intrecciano in un vortice in grado di catturare l’attenzione, passaggi dal sapore esoterico regalano ottimi spunti di riflessione e per ultimo, ma non per questo meno importante, l’impronta sapiente dell’autore regala un arricchimento culturale di degna considerazione. La preparazione e la ricerca certosina di Carlo Animato non passano inosservati, anche ad un occhio non attento e il lavoro di scrittura è permeato di sapienza e conoscenza dell’argomento trattato.
Lo stile adottato per narrare della ricerca della reliquia è fresco, a tratti goliardico e mai ridondante; la struttura narrativa è solida e ben congegnata, di certo non è semplice muovere molteplici personaggi su vari piani temporali ma non ho riscontrato alcuna difficoltà a seguire il filone narrativo.
Dal 33 d.c. al 2014, la bacchetta passerà di mano in mano evidenziando l’eterna lotta tra il Bene e il Male, tra il Sacro e il profano lasciando, in chi decide di intraprendere questo viaggio nel tempo, la voglia e la curiosità di approfondire un argomento poco trattato ma intrigante e intricato.
PRO
Ottimo intreccio narrativo e buona contestualizzazione spazio-temporale. I protagonisti sono caratterizzati in modo approfondito e la lettura procede spedita senza colpi di arresto.
CONTRO
Link cartaceo: Il ramo di Giuda
Link ebook: Il ramo di Giuda
Trama
Un’epica avventura tra fede e eresia. Da Gerusalemme del 33 d.C. a Lione nel 1692 e Roma nel 2014, Il ramo di Giuda svela un oscuro segreto legato al tradimento di Giuda. Unisciti ai protagonisti per scoprire chi fu Jacques Aymar, il rabdomante con un pericoloso potere, e i malvagi Cainiti. Un romanzo che ti terrà incollato alle pagine fino alla sorprendente verità.
Preparati ad essere affascinato dal lato oscuro della Storia!
Gerusalemme, 33 d.C.
Mentre ancora pencola dall’albero, alcuni uomini tirano giù il corpo di Giuda il traditore, spezzando il ramo a cui si è impiccato e facendone una sacra reliquia del Male. Sono Cainiti, setta eretica che venera tutti i “peggiori” dell’umanità, secondo l’insegnamento delle Scritture. Lione, 1692
Un duplice omicidio alla Taverna dell’Alloro spinge le autorità a convocare Jacques Aymar, un rabdomante la cui bacchetta, detta la Sanguinaria, pare abbia la capacità di scovare i criminali. Ma la cosa giunge alle orecchie del dispotico principe di Condé, affetto da licantropia e capo dei Cainiti.
Roma, 2014
Durante la Settimana Santa il gesuita Martin de Murua viene assassinato. Studiava un antico codice sulle sette eretiche, assieme al confratello Luca Giuliano, che chiede aiuto al cognato bibliofilo e alla sorella sensitiva. La scoperta di un disegno raffigurante l’Ultima Cena, ricco di riferimenti cabalistici al “bastone di Giuda”, li sospingerà da Canterbury a Napoli alla ricerca della misteriosa forcella di legno. Ma i pericolosi Figli di Caino sono già sulle loro tracce…