verrà aperta solo nel 8113?
Sì, avete letto proprio bene, anno 8113. Recita così il cartello apposto su una strana stanza.
“Non aprire prima del 28 maggio 8113”
Ma come, direte voi, TSD ci parla del futuro e non più di Storia?
No, non siamo impazziti, né il nuovo anno appena iniziato ci ha fatto cambiare piano editoriale, vi sveliamo l’arcano in questo primo CurioStory del 2024.
Quando, nel 1923, Howard Carter aprì la fin ad allora inesplorata tomba di Tutankhamon, il presidente della Oglethorpe University di Atlanta, Thornwell Jacobs, ne rimase molto colpito, al punto da iniziare a ragionare sulla potenziale perdita di tracce del nostro tempo, della nostra storia. Si rese conto, infatti, che senza l’apertura della camera di Tutankhamon poco o nulla si sarebbe saputo della civiltà egizia. Ed ebbe timore che la stessa sorte toccasse al suo (e nostro) tempo.
Così costruì una capsula del tempo per conservare testimonianze di come fosse la vita nel Ventesimo secolo, dando vita al progetto della Crypt of Civilization, che Jacobson prospettò in un annuncio per radio sulla NBC nel 1937, realizzando la più antica e grande capsula del tempo esistente, cosa che gli è valsa il titolo di “padre delle moderne capsule del tempo” nonché il primo ad adempiere al “dovere archeologico” per offrire agli storici del futuro dei reperti a cui poter fare riferimento.
La cripta oggi è coperta da un tetto in pietra dello spessore di tre metri e mezzo.
Il sito era una vecchia piscina incorporata nelle fondamenta del Phoebe Hearst Memorial Hall, uno degli edifici in stile gotico del complesso universitario. Lunga 6 metri, alta 3 e ampia altrettanto fu impermeabilizzata e sigillata con una porta di acciaio inossidabile. I contenitori in cui si trovano gli oggetti sono fatti di acciaio inossidabile e vetro e sono stati riempiti di gas inerte per evitare l’ossidazione.
Quando la stanza verrà aperta, lo scopritore cosa vi troverà?
L’interno assomiglia molto a un’antica tomba egiziana: non ci sono mummie ma solo artefatti umani.
– 800 opere di letteratura (tra cui La Bibbia, la Divina Commedia, l’Iliade) conservate su microfilm, accompagnate da un lettore elettronico e da uno a manovella, nel caso in cui, all’epoca in cui la cripta sarà aperta, non esista l’elettricità;
– registrazioni di personaggi storici dell’epoca, tra cui Hitler, Mussolini, Stalin e Roosvelt, registrazioni del clarinettista Artie Shaw, film che mostravano eventi fotografati dal 1898 in poi, oggetti donati da tutto il mondo, tra cui una copia della sceneggiatura originale di Via col vento; un piccolo modello di Paperino;
– un manichino maschile e uno femminile, una lampada tascabile, un rasoio elettrico, un reggiseno, un mestolo da cucina, un rotolo di carta argentata, un carro armato giocattolo e un paio di collant da donna;
– una serie di illustrazioni di tutte le invenzioni più significative, tra cui strumenti medici e mezzi di trasporto d’aria e di mare. Anche cose che persino i bambini della nostra generazione fanno fatica a riconoscere, come cinque tubi catodici, un pezzo di tessuto d’amianto e una calcolatrice tascabile;
– oggetti scientifici e copie dell’Atlanta Journal con notizie sui primi anni della Seconda guerra mondiale;
In pratica, niente di valore né gioielli, ma un campione rappresentativo dell’epoca, ma anche della conoscenza raggiunta e acquisita relativa ai 6000 anni precedenti. Un vero e proprio tesoro, pronto per essere ritrovato dagli uomini del futuro.
Thornwell Jacobs, tuttavia, si rese conto che probabilmente ci sarebbe stata una barriera linguistica tra lui/noi (morti) e chiunque l’avesse trovata, di conseguenza i libri all’interno della capsula sarebbero stati solo degli inutili fermacarte.
Ma trovò la soluzione che chiamò ”integratore di linguaggi“. Un dispositivo a manovella mostrava immagini di oggetti, così come il nome di quell’oggetto scritto in inglese. Una voce sul fonografo avrebbe pronunciato il nome ad alta voce, allo stesso tempo.
Mentre il mondo era impegnato nella seconda guerra mondiale, il caveau fu sigillato, con la nota che Jacobs aveva lasciato nella cripta.
“Il mondo è impegnato a seppellire la nostra civiltà per sempre, e qui in questa cripta la lasciamo a te”.
Perché aprirla proprio nel 8113?
La cripta fu infatti sigillata il 25 maggio 1940, in una solenne cerimonia. Jacobs spiegò che nel 1936 – quando concepì l’idea – erano trascorsi 6.177 anni dalla creazione del calendario egiziano. Ne dovevano dunque passare altrettanti per l’apertura della capsula.
Se siete curiosi di conoscere tutti gli oggetti contenuti nella cripta, trovate la lista completa al seguente link