Narrativa recensioni

Maledizione Notre Dame – Barbara Frale

Recensione a cura di Laura Pitzalis

Maledizione Notre Dame” è il quarto libro di una saga, scritta da Barbara Frale per la Newton Compton Editori, che riporta allo scontro nel mondo cristiano tra Filippo IV, il Bello, re di Francia e la Chiesa con il ricchissimo Ordine dei Templari a lei alleato.
Un periodo storico complesso, aggrovigliato, insanguinato e doloroso avviato nel 1300 dal re di Francia e concluso nel 1314, a fine novembre, con la sua morte avvenuta in circostanze misteriose.
Circostanze misteriose” che ci rimandano immediatamente alla maledizione lanciata pochi mesi prima dall’ultimo Gran Maestro dei Templari, Jacques de Molay, condannato al rogo dal sovrano senza il consenso del papa.
Prima di spirare, davanti alla cattedrale di Notre Dame con lo sguardo rivolto a papa Clemente V e a Filippo IV, artefici dell’annientamento dell’Ordine, proferì queste parole:

Coloro che ci hanno condannato ingiustamente, saranno molto presto convocati davanti al Tribunale divino. E che la casa di Francia sia maledetta fino alla tredicesima generazione.

Questo grande scontro lega i quattro libri di Barbara Frale, “I labirinti di Notre-Dame”, “I sotterranei di Notre-Dame”, “La torre maledetta dei Templari”, “Maledizione Notre-Dame”: una visione nel corso del tempo, in ogni libro momenti diversi come diversi sono i motivi del conflitto, un immenso complotto che si costruisce giorno per giorno. D’altra parte, dice la Frale, la complessità degli eventi accaduti non poteva essere riassunta in un unico romanzo, si sarebbero persi quei dettagli solo apparentemente secondari che però condizionano più di quanto si possa immaginare i grandi eventi della Storia.

In “Maledizione Notre Dame” siamo nel 1302 durante il papato di Bonifacio VIII, forse nel momento più complesso e drammatico quando si arriva allo scontro tra lui e il re di Francia, quindi un momento difficile e irrequieto.
Il titolo colpisce subito, un titolo chiaro perché in due parole comunica immediatamente l’atmosfera gotica del libro: Notre-Dame e Maledizione
Notre Dame simbolo di Parigi e di tutta la Francia, custodia di misteri veri o immaginari, testimone di tragici eventi: è sul suo sagrato di pietra che il bandito Lanius, in incognito, lascia le vittime della sua giustizia clandestina e privata.

“… Ne avevano viste ben altre, da rivoltare le budella; perciò, si sentivano leggeri, contenti di non aver dovuto raccogliere i pezzi obbrobriosi di quello che un giorno era stato un uomo di carne e di sangue, una persona di grande autorità e potere, perché Lanius mieteva le sue vittime solo nell’Olimpo di coloro che erano inarrivabili per la giustizia ordinaria.”

Notre Dame, spettatrice e testimone di tragici eventi, luogo dove convergono interessi e poteri, scrigno che racchiude il segreto alchemico per eccellenza. Un simbolo che la Frale rende protagonista nel suo romanzo unendo la fiction con la verità della Storia, attingendo alla leggenda, perché in un romanzo la leggenda è di casa, con la “Porta del diavolo”,

La più bella, quella che i parigini dicevano fosse stata forgiata dal geniale e maledetto fabbro Biscornet in una sola notte, con l’aiuto del Maligno.”

Alcuni dei personaggi saranno costretti a chinare la testa per passare attraverso un grave patimento, un momento drammatico, forse il peggiore della loro vita, che può essere paragonato alla Porta dell’Inferno, la Porta del Diavolo. Personaggi avvolti, quindi, dalla Maledizione, l’altra parola che compone il titolo, che sono:

Filippo il Bello che spesso nelle pagine della Storia appare come carnefice ma che in realtà fu, per tanti aspetti, anche lui vittima, vedrà il suo esercito, il più potente, meglio preparato e temibile di tutto il mondo cristiano, decimato in modo brutale, sgominato e umiliato da un manipolo di tessitori e artigiani fiamminghi che non avevano neanche la spade. Alla battaglia di Courtrai, la battaglia degli speroni d’oro, Filippo IV non partecipa apparendo, in questo modo, come il più ignobile dei vigliacchi.

Dimagriva a vista d’occhio; una vergogna soffocante gli chiudeva lo stomaco … Non poteva morire di fame nell’ignominia totale. Si era dato una scadenza: doveva capire com’era stato possibile il disastro di Courtrai … “Non pensavano a fare prigionieri, figli del demonio!”, si ripeteva fino all’ossessione, incapace di credere a tanto sfacelo. “Niente riscatto. Ammazzavano e tagliavano gole, godevano nel sentirsi la faccia schizzata dal fiotto caldo del sangue più nobile di Francia. Roberto d’Artois, Giacomo di Châtillon, Pietro Flotte il Cancelliere, come tanti altri. Tutti morti. Tutti scannati nel fango di Courtrai, tinto di rosso. E il pavimento della cattedrale è ricoperto dagli speroni d’oro strappati a quei morti …”

Maddalena Caetani, nipote del Papa Bonifacio VIII, rapita da sicari sconosciuti che la portano via dalla sua famiglia, dalla sua esistenza usuale. Rinchiusa in una vettura, lanciata lungo strade impervie, va verso una destinazione ignota, un destino che nessuno conosce.

Dante Alighieri fa un sogno premonitore che Arnaldo da Villanova, medico di papa Bonifacio VIII e alchimista, interpreta come un presagio infausto: sarà esiliato, addirittura con un’accusa di stregoneria e perderà tutto, i beni, la sua Patria e i suoi familiari saranno in pericolo.

La Maledizione

“Maledizione Notre-Dame” è un thriller storico, piuttosto nero sotto certi aspetti, dove la Frale con uno stile narrativo chiaro e scorrevole, trasforma la Storia in un romanzo molto dinamico con pagine d’azione, sorprese, tensione in un atmosfera gotica, quasi lugubre.
Devo confessare, però, che nei primi capitoli la storia mi è sembrata in po’ ingarbugliata, ho avuto difficoltà a seguire la trama tanto che più volte ho dovuto rileggere le pagine per riuscire a mettere a fuoco i vari personaggi e i diversi fatti. Poi piano piano che procedevo con la lettura tutti i tasselli sono andati al loro posto, tutto si chiarisce e arrivo a un finale che non mi aspetto ma che ho apprezzato molto.
Meravigliosa la descrizione dei personaggi assolutamente grandiosi nella loro umanità. La Frale li rende, con i loro difetti, la loro avidità e sete di potere ma anche con la loro gentilezza e sincerità, figure magnetiche ricche di fascino e prestigio. Uno su tutti Filippo il Bello, figura tragica e ambigua allo stesso tempo. Il re maledetto attraverso il quale la disgrazia arriva sulla dinastia capetingia, ricco di tante ombre e poche luci, legato a cospirazioni, tradimenti, segreti d’alcova, anatemi e roghi, che ha fatto la felicità degli appassionati del Medioevo.
Quello che la Frale ci presenta è un re che si accanisce contro tutti per assicurare l’indipendenza e la grandezza del regno, allora al culmine della sua potenza. Con una freddezza contenuta, riesce a nascondere i propri sentimenti e a dominare quasi tutte le emozioni. Ma un cuore ce l’ha, un cuore che batte per la patria e per sua moglie Giovanna di Navarra, altro bellissimo personaggio, donna tosta che farà di tutto per salvare Filippo anche a costo di perderne il rispetto e l’amore.

La regina era in guerra contro un nemico ignoto che impegnava tutte le sue risorse. In genere ciò succedeva quando Giovanna percepiva un grave pericolo aleggiare intorno a suo marito; allora si trasformava in una leonessa, un drago sputafuoco, una forza della Natura. Avrebbe combattuto fino all’ultimo sangue per tirare re Filippo IV fuori dai guai; in quelle circostanze, era del tutto inutile metterla in guardia sui rischi che stava correndo.

Che dire ancora? Che consiglio il libro perché, bravissima a giocare tra realtà e finzione, Barbara Frale ci porta a un tempo passato, ne riprende il filo, lo sbroglia, lo analizza con grande obiettività e ci regala un romanzo, specchio fedele di cose davvero sofferte e vissute, assolutamente da leggere.


PRO
Stuzzica il lettore con la sua miscela di storia e creatività, per un viaggio ricco di intrighi e pericolo.
Il risvolto umano e sentimentale che Barbara Frale riesce a far venire fuori dalle pagine di questo romanzo.

Contro
Il ruolo di Dante Alighieri nel romanzo. Non sono riuscita a capire la sua presenza, da molti ritenuta fondamentale, all’interno del romanzo. Forse mi è sfuggito qualcosa.

Link cartaceo: Maledizione Notre Dame
Link ebook: Maledizione Notre Dame

Trama
Parigi, 1302. C’è una maledizione che aleggia sulla porta sinistra della facciata di Notre-Dame, quella forgiata dal geniale fabbro Biscornet con l’aiuto del Maligno: chi la attraversa nelle notti di luna nera può evocare lo spirito del fabbro e chiedere il suo aiuto per compiere imprese impossibili a un comune mortale. A questa leggenda pensa il re di Francia Filippo il Bello, proprio in una notte di luna nera. Una minaccia inimmaginabile incombe sul suo regno, e per allontanarla il sovrano è disposto a tutto, anche ad attraversare quella soglia maledetta. Nello stesso momento, a Roma, il sonno di Dante Alighieri è turbato da un incubo: una foresta oscura, popolata di fiere e attraversata da un sentiero che conduce a una terribile porta… È la porta dell’Inferno, che lo attende come un sinistro presagio di dannazione. Quando la giovane Maddalena Caetani, nipote di papa Bonifacio VIII, scompare misteriosamente nel nulla, i sospetti si addensano proprio su Dante, che ha lasciato Roma pochi giorni prima. L’Alighieri intende vendicarsi di Bonifacio VIII che ha favorito la sua condanna all’esilio? Oppure è stato il re di Francia a ordinare quel sequestro, per tenere il papa sotto ricatto? Qualcuno ha davvero attraversato la porta maledetta di Notre-Dame e stretto un oscuro patto con il demonio. Un nemico senza volto si muove nell’ombra, deciso a scatenare una guerra all’ultimo sangue tra Filippo il Bello e Bonifacio VIII, pronto a sacrificare senza il minimo scrupolo tutte le vite innocenti che serviranno per raggiungere il suo scopo. Il re di Francia, il sommo poeta e un oscuro patto col demonio…

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