Recensione a cura di Raffaelina Di Palma
“Venghino signori, venghino”. Questo congiuntivo, ormai desueto, veniva usato con enfasi plateale, quando alle fiere si invitavano i passanti a visitare il tendone delle donne barbute, dei nani, dei giganti, denominati “meraviglie umane”; scattava un meccanismo che catapultava quasi automaticamente in quello spettacolo considerato, ai tempi, il più bello del mondo!
Il circo: un’arte antica, dimenticata e non sempre capita. Un mondo crudele, ma anche magico e ricco di valori!
Quando ho iniziato la lettura de “Il Circo delle Meraviglie”, edito da Giulio Einaudi editore, fin dalle prime pagine ho capito che era uno di quei libri che quando lo inizi devi proprio finirlo. Elizabeth Macneal, l’autrice, ci accompagna in questo mondo quasi scomparso, eppure, straordinariamente, ancora presente. Un mondo rutilante di luci, di colori, di roboanti suoni, che raggiungono il cuore con un effetto dilagante. Una sorta di testimonianza di uomini che non si pongono limiti, fino a che le sofferenze diventano troppo grandi: allora si entra in un regno dove l’orrore si fa assoluto.
Una storia, quella di Nellie, che tiene con il fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina.
L’autrice riesce a dare corpo alle angosce dei personaggi mettendo a nudo la loro anima. Una prosa ricca e coinvolgente, non comune, mai scontata: coinvolgendo il lettore in una danza macabra, tra sfruttamento e responsabilizzazione, fino a chiedersi chi siano i veri mostri di cui avere paura.
“Tutto ha inizio con la locandina affissa a una quercia.
-Il Circo delle Meraviglie di Jasper Jupiter! – grida qualcuno.
– Che cos’è?
– Il più grande spettacolo sulla faccia della Terra!”
Tra la folla che si era radunata davanti a quella locandina, Nellie era riuscita a scorgerne un frammento e ne era rimasta affascinata. L’attiravano quei colori vividi, era ipnotizzata dallo scintillio di quelle lettere: se le impresse nella mente.
Nell’Inghilterra di metà Ottocento, siamo nel 1866, divampava la febbre del circo: un vero e proprio boom in quello scorcio di secolo. Il freak show, (spettacolo strano) vittoriano, faceva della diversità fisica una forma di spettacolarità e di intrattenimento.
I freak show consistevano nell’esibizione di persone con un aspetto anomalo, quali ad esempio l’altezza, rare malformazioni fisiche, gemelli siamesi, mangiafuoco, mangiaspade, la presenza di malattie come l’ipertricosi: esagerato sviluppo dei peli generalizzato, oppure circoscritto a una determinata zona del corpo, da qui il fenomeno della donna barbuta.
Venivano venduti dalle famiglie ai circhi perché ritenuti iettatori o venivano tenuti nascosti, reclusi in casa: nessuno doveva sapere. Erano un “disonore” per le famiglie.
Nellie guardava i ragazzi e le ragazze che iniziavano a formare le coppie, si scambiavano parole sussurrate, ridevano. A lei, “uno scherzo della natura”, tutto ciò era negato. Nel suo piccolo villaggio persino suo padre l’aveva additata come una iettatrice, fin da quando era nata: avevano paura persino a sfiorarla: sarà contagiosa?
Impostori che cercavano di venderle creme e unguenti “miracolosi” che l’avrebbero liberata da quelle terribili macchie. Gli sguardi crudeli delle persone di passaggio, una vita penosamente vissuta: seppure lei cercasse di rendersi invisibile.
“Nell-ie, Nell-ie. Suo fratello la sta chiamando , ma Nellie non risponde. Ha gli occhi sull’uomo che percorre al galoppo la cresta della scogliera, il collo chino sulla criniera del cavallo. Prova un impulso contrastante di richiamarlo indietro, di farsi guardare come l’ha guardata prima. L’immagine di lui con l’acqua che si infrange alle ginocchia, il cavallo spaventato con la bisaccia piena di manifesti. << Credevo che stessi annegando >>. Il ricordo è così intenso che, quando si volta verso la spiaggia, si sorprende di trovarla deserta. E allora affonda le nocche nella carne delle cosce, ricorda come l’ha guardata sguazzare nell’acqua. Magari ora sta ridendo di lei, proprio come ha fatto Lenny. << Facci vedere una verticale! Prima che arrivino le altre attrazioni >>.”
Ma nonostante l’ironia di Lenny il breve incontro col cavaliere sconosciuto darà una svolta alla sua vita. In quella Inghilterra di metà Ottocento una passione viva per il circo trascinava tutta la nazione. Fiumi di gente affluivano nelle piazze spinti dall’attrazione per i domatori di leoni, le acrobazie dei trapezisti e, soprattutto attratti dalle soprannominate “meraviglie umane”: nani, giganti, uomini farfalla.
Quando in un piccolo villaggio costiero del sud, il Circo delle Meraviglie di Jasper Jupiter, piantò il suo tendone, la vita di Nellie venne completamente stravolta.
In quelle sue “voglie” che le deturpavano il corpo rendendola diversa e perciò isolata dalla comunità, l’abile impresario intuì ingenti guadagni. Suo padre la vendette per venti sterline.
“Mi dispiace, ripete suo padre, in continuazione, mentre la trascinano per strada con i piedi che scavano solchi sul terreno. Là sarai più felice, Nellie. Qui non c’è niente per te.”
Nell’addio del padre c’è qualcosa di straziante. Tutta la storia di Nellie è struggente: questo personaggio smuove emozioni intime, molto forti.
Portata via con la violenza, strappata all’affetto del fratello e all’oblio di una vita di raccoglitrice di violette, il circo la portò in tournée, in pochissimo tempo diventò Nellie Moon: persino la Regina Vittoria volle assistere ad un suo spettacolo. Ma la sua fama non poteva e non doveva superare quella del suo impresario: e qui la storia cambia corso…
Toby e suo fratello Jupiter, Nelllie e suo fratello Charlie, insieme con le altre attrazioni del circo creano un fil rouge che diventa protagonista della storia che, prima si srotola, seguendo l’ambizione dei personaggi, ma poi si riavvolge intorno a loro stessi riportandoli al posto che si erano scelti.
PRO
Il mondo del circo raccontato in maniera differente: sentiamo nostre le problematiche dei protagonisti.
CONTRO
Gli animali nei circhi; è una crudeltà.
Trama
Nell’Inghilterra di metà Ottocento la febbre del circo travolge la nazione. Fiumane di gente e, soprattutto, le cosiddette << meraviglie umane >>: nani, giganti, donne barbute e uomini farfalla. Quando in un povero villaggio costiero del sud compare il tendone del Circo delle Meraviglie di Jasper Jupiter, la vita della giovane Nellie cambia per sempre. Nelle voglie che le costellano il corpo rendendola diversa dagli altri, e dunque emarginata dalla comunità, l’esperto impresario vede la promessa di lauti guadagni. Perciò, strappata la ragazza all’affetto del fratello e all’anominato di una vita da raccoglitrice di violette, la porta in tournée per tutto il Paese. L’ambizione di Jasper Jupiter non conosce limiti. Come un novello dottor Frankenstein o un moderno Dedalo, è deciso a costruirsi con la proprie mani la chiave per la notorietà: per questo si circonda di una collezione di inediti << mostri >>, meraviglie per gli occhi e per il cuore, in quanto portatori di storie avventurose e commoventi. Comincia così la scalata al successo della protagonista che, da povera e reietta ragazza di provincia, nel giro di pochissimo tempo diventala grande Nellie Moon, stella indiscussa dello spettacolo. A Londra viene descritta come l’ottava meraviglia del mondo, tutti desiderano una statuetta a sua immagine e somiglianza e persino la Regina Vittoria vuole vederla esibirsi. Purtroppo fama non è sinonimo di libertà, e quando il successo di Nellie minaccia di oscurare quello del suo impresario, la storia cambia: nessuno può mettersi tra Jasper Jupiter e i suoi sogni di gloria.