Narrativa recensioni

Il cappello scarlatto – Anna Paola Sanna

Recensione a cura di Maria Marques

Mai più, mai più io ritornerò quello che ero prima. E non sapeva se essere contento per questo, o mettersi a piangere.

Questa è l’amara constatazione di Roland Duprey che, dopo aver ferito gravemente in un duello il suo migliore amico, è costretto a lasciare Parigi. Alla base del loro dissidio nessuna donna, solo diverse posizioni politiche che li vedono allontanarsi sempre più. Entrambi dapprima ferventi repubblicani, l’amico diverrà poi sostenitore di Napoleone III mentre Roland manterrà fede ai suoi ideali.

La fuga precipitosa da Parigi, rubare i risparmi del fratello e dirigersi a sud evitando volutamente le vie più trafficate, le città, passando la notte all’addiaccio, per arrivare a Lione e azzardarsi a leggere un giornale scoprendo che, notizie del duello non ce ne sono, ma altre novità nel frattempo sono intervenute. A Parigi si descrive l’insediamento di Napoleone III e poi le notizie dall’Italia, il papa fuggito da Roma, la convocazione di un’assemblea costituente, le elezioni a suffragio universale che sarebbero state indette e che probabilmente sarebbe state appannaggio dei mazziniani, mentre si diceva che nelle vicinanze della città ormai vi fosse Garibaldia capo di una banda di guerriglieri venuti con lui dalle Americhe”.

La meta di Roland sarà Marsiglia in cui cercare un lavoro, anche a giornata, che gli permetta di avere un nuovo passaporto  e poi di imbarcarsi per l’Italia per difendere la nascente repubblica romana. Le idee che lo animano sono chiare e semplici: “La repubblica…L’uguaglianza di tutti gli uomini. La fratellanza di tutti i popoli. E la libertà”.

Per essere partecipe di questi ideali, occorrerà che Roland Duprey scompaia per sempre e che nasca Louis Barry e sarà con questa nuova identità che il giovane arriverà a Roma, nel 1849, e lì incontrerà Clelia Colonna, una giovane aristocratica sposata con nobile molto più vecchio di lei, appassionata di scultura. Tra i due giovani, scoccherà la scintilla dell’amore e sarà attraverso la loro relazione e i loro occhi che le vicende della repubblica romana e il suo tragico epilogo, si dipanano tra le pagine del romanzo.

Due personaggi di fantasia Clelia e Roland permettono quindi all’autrice, Anna Paola Sanna, di narrare le vicende della Repubblica Romana dalla fuga del papa Pio IX a Gaeta, alla proclamazione della repubblica retta da un triumvirato: Aurelio Saffi, Giuseppe Mazzini e Carlo Armellini sino all’arrivo delle truppe inviate per rispondere all’appello del papa, tra cui quelle francesi guidate dal generale Oudinot. A difesa della repubblica affluirono a Roma, giovani non solo dagli altri stati italiani, ma anche dall’Europa con l’impegno di difendere la democrazia, la libertà. Nonostante l’impegno e le vite umane sacrificate, la repubblica dovette cedere alla superiorità delle truppe che l’accerchiarono, Mazzini scelse la via dell’esilio mentre Garibaldi non accettando la resa, si ritirò verso Venezia portando con sé la moglie Anita, con le tristi conseguenze che conosciamo.

Però pensò Clelia con una fitta in mezzo al petto, che gran privilegio ho avuto: questi mesi sono stati i più intensi, i più dolorosi, i più belli di tutta la mia vita.

Accanto a Clelia e Roland si muovono tutti personaggi storici che contribuirono chi alla riunificazione dell’Italia e chi invece cercò di opporvisi. Alternando le vicende dei due giovani, intrecciandole con la storia, la autrice trasporta in lettore in quel periodo narrato con dovizia di particolari, quasi si trattasse di un saggio. Figure femminili e maschili, emergono tra le pagine del romanzo, alcune note altre meno, tutte mosse dall’amore per un paese non ancora nato, ma vissuto intensamente nel cuore. Da Colomba Antonietti che perse la vita nella difesa contro le truppe francesi a Rosalie Montmasson, l’unica donna a partecipare alla spedizione dei Mille, a Margareth Fuller, corrispondente dall’Europa per il New York Tribune, nonché prima giornalista in una testata rilevante che otterrà l’incarico di regolatrice dell’ospedale Fatebenefratelli e che scrisse cercando animare le coscienze dei suoi lettori: ”Mandate soldi, mandate incoraggiamento, riconoscete come capi e governanti legittimi gli uomini che rappresentano il popolo, che comprendono le loro necessità, che sono pronti a morire o a vivere per il loro bene”, sino alla più nota Cristina Trivulzio di Belgioiso, da Goffredi Mameli a Giuseppe Mazzini a Garibaldi ad Andrea Aguyar, si apre una carrellata sui personaggi del Risorgimento italiano colti in quei cinque, ma intensi mesi, in cui la repubblica romana sopravvisse.

Vacanza era quel tempo nuovo e soltanto loro, inventato apposta dai gesti dell’amore, come una stagione sospesa dal mondo, in una zona franca tra la vita e la morte.

E, se la vicenda della Repubblica romana è storia, come si concluderà la storia d’amore tra Clelia e Roland? Riusciranno a sopravvivere alle devastazioni, alla guerra?

Per scoprirlo dovrete leggere il libro e lasciarvi catturare dalla storia e dallo stile molto particolare dell’autrice che è capace di unire il saggio al romanzo e narrare le vicende con estrema precisione ed eleganza.


PRO

Tralasciando la vicenda di fantasia che può essere accattivante o meno, secondo i gusti personali, vale la pena di leggere questo libro per scoprire come nacque, si sviluppò e si spense la Repubblica romana del 1849 la cui esistenza, strettamente legata ai moti del 1848 che squassarono l’Europa, troppo spesso passata con un breve trafiletto sui libri di storia, ricordando il triumvirato, s’inserisce invece in quel quadro più ampio che portò poi all’unificazione del nostro paese.

CONTRO

Un libro particolare e che all’inizio, non nego, può lasciare il lettore disorientato dai passaggi repentini dalla storia di fantasia alla realtà storica. Dalla narrazione in cui si scende nei particolari della vicenda storica con il taglio da saggio, molto didascalico si passa senza preavviso al romanzo, in un fluire continuo. Dopo i primi passaggi che generano un poco di confusione, lasciando la sensazione di aver saltato qualche pagina, provata in prima persona, ci si abitua. Una volta compreso lo stile adottato dalla autrice, basta lasciarsi trasportare dalla sua narrazione.

Link cartaceo: Il cappello scarlatto
Link ebook: Il cappello scarlatto

Trama

In una fredda notte di dicembre, Roland Duprey è costretto a fuggire da Parigi, dopo aver ferito gravemente il suo più caro amico in un duello. Viaggiando verso sud, il giovane arriva a Marsiglia, dove viene in contatto con esuli mazziniani, che si apprestano a raggiungere Roma. È il gennaio del 1849 e, dopo la fuga del Papa a Gaeta, nella città eterna sta per essere proclamata la Repubblica. Fornito di un passaporto falso (da ora in poi il suo nome sarà Louis Barry), il giovane si unisce ai rivoluzionari, abbandonando per sempre la sua vita precedente. A Roma si trova a condividere con altri giovani il grande sogno del momento. Stringe amicizie, lavora presso una tipografia, partecipa a feste, raduni e discussioni. E mentre si prepara a combattere, in difesa della neonata repubblica, proprio contro un esercito francese, si innamora perdutamente della bella scultrice Clelia, fervente mazziniana e amica della principessa di Belgiojoso. La Roma Repubblicana è protagonista assoluta del romanzo, con le sue strade, le piazze, i palazzi, crocevia in cui agiscono, mossi da passioni e ideali contrastanti, donne e uomini, stranieri e romani, nobili e popolani. Una Roma particolarmente viva in una primavera che esplode. La brutalità della guerra travolgerà le speranze e le vite di tanti che, sostenendo un progetto tanto coraggioso quanto impossibile, per una breve luminosissima stagione, in quella primavera fecero la Storia.

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