Recensione a cura di Valeria Lorusso
Siamo a Chicago nel 1910, parecchi anni dopo la Guerra di Secessione, e l’autrice ci introduce subito la prima protagonista del romanzo, Olivia Davenport, che insieme alla sorella Helen, alla cameriera Amy-Rose e all’amica Ruby Tremaine sono le quattro voci narranti.
Olivia, Helen e il fratello John sono i figli di William Davenport, un ex schiavo che grazie alle sue capacità riesce a far fortuna e a creare un’azienda che produce carrozze. L’agiatezza lo eleva al rango di persona che conta entrando a far parte dei circoli esclusivi della ciità.
Olivia grazie alle conoscenze paterne conosce Jacob Lawrence, un giovanotto inglese con un notevole patrimonio, Tra i due nasce una simpatia e tutti pensano che presto annunceranno il loro fidanzamento.
Helen ama i motori e preferisce passare il suo tempo nell’officina di casa piuttosto che dedicarsi ad attività più femminili. E’ proprio lei a risolvere i guasti di cui ne ssuno riesce a trovare la soluzione e spera insieme al fratello di poter trasformare l’azienda familiare in produttrice di automobili.
Amy-Rose, cameriera delle due ragazze, da sempre innamorata di John Davenport, sogna di aprire un proprio salone di bellezza per donne nere e diventare una donna d’affari.
Ruby Tremaine è una ragazza romantica, amante del lusso, che spera di poter sposare John Davenport facendo felici i suoi genitori che non navigano in buone acque e stanno sostenendo grosse spese per la campagna elettorale a sindaco del padre di Rose.
Davenport si ispira alle vicende teali di Charles Richard Patterson che da essere schiavo divenne un imprenditore affermato e rispettato. Su questa figura è stato creato William Davenport.
“Il padre era stato uno schiavo, come prima di lui lo erano stati suo padre e sua madre, e i suoi nonni, per generazioni, Non parlava mai di quel periodo”:
Conosciamo le quattro ragazze e seguiamo le vicende raccontate da loro stesse in modo alternato, lo stile è chiaro e il linguaggio aderente al periodo narrato.
Le protagoniste sono tutte ragazze moderne ed emancipate, coraggiose, capaci di prendere delle decisioni importanti per le loro vite. Aspirano ad un’avvenire con a fianco un uomo scelto da loro e con cui costruire un futuro, affrontando l’ignoto per raggiungere il proprio sogno. E’ un romanzo in cui si esaltano le donne e la loro capacità di affrontare gli ostacoli che la vita pone loro di fronte, superandoli con forza, tenacia e un pizzico di dolcezza.
Di contro le figure maschili non ne escono sempre bene, in alcuni casi mi sono sembrati inconcludenti e incapaci di combattere per quello in cui credono.
E’ un romanzo in cui gli affetti familiari e l’amicizia rivestono un ruolo essenziale e questo è uno degli aspetti vincenti della storia.
Un altro aspetto rilevante è la battaglia per la conquista dei diritti civili dei neri. Nonostante con il termine della Guerra di Secessione la schiavitù fu abolita per legge, in realtà negli stati del Sud continuava a imperversare il razzismo grazie alle leggi di Jim Crow.
“Olivia lesse le leggi in vigore nello stato da cui proveniva l’avvocato, l’Alabama. Ogni frase cominciava con le parole – è illegale – in grassetto e annullava uno dei diritti che lei aveva sempre dato per scontati: ai neri era proibito entrare in edifici frequentati dai bianchi, possedere attività commerciali e condividere spazi con i bianchi”.
Il colore della pelle continuava ad influenzare la politica privando i neri delle libertà conquistate con il sangue e la sofferenza nella guerra civile. Anche negli stati del Nord il razzismo era presente come si evince chiaramente proprio in apertura del romanzo. Ecco quindi le pacifiche marce di protesta che spesso si concludevano nel sangue a causa della repressione esercitata dalla polizia.
“Siamo qui per dimostrare solidarietà ai fratelli e sorelle del sud. Ricordate che questa è una manifestazione pacifica e che oggi non ci sarà nessun gesto violento”
Davenport è il primo capitolo di una serie, a maggio del 2024 dovrebbe uscire la seconda parte e non nascondo che sono molto curiosa di sapere come si evolveranno le vicende delle protagoniste.
Non mi resta che attendere con trepidazione.
PRO
- Trama scorrevole
- Protagoniste empatiche
CONTRO
- Aver dato ampio spazio alle vicende sentimentali delle ragazze
Trama
Chicago, 1910: i Davenport sono una delle pochissime famiglie nere a godere di un’immensa ricchezza e di uno status sociale elevato. Una fortuna creata con coraggio e intraprendenza dal capostipite William, un ex schiavo che anni prima è fuggito al Nord e ha finito col fondare la Davenport Carriage Company determinando per sé e i suoi figli un destino ricco di opportunità. Immerse in un mondo sfavillante fatto di palazzi imponenti, vestiti magnifici, balli sfarzosi e pregiudizi duri a morire, le giovani della famiglia sono alla ostinata ricerca della propria strada. C’è Olivia, la sorella maggiore, pronta a compiere il suo dovere sposando un uomo perbene e che tutto si aspetta tranne che un incontro imprevisto faccia vacillare le sue certezze. C’è Helen, la minore, più interessata a riparare automobili che a innamorarsi e mettere su famiglia. Poi, accanto a loro, c’è Amy-Rose, l’amica d’infanzia delle due ragazze e ora diventata la loro cameriera personale, che sogna di aprire un’attività in proprio e di sposare l’uomo di cui è innamorata da sempre. Infine Ruby, la migliore amica di Olivia, spinta dalla famiglia a conquistare il cuore di un ragazzo proprio mentre qualcun altro sta già iniziando a conquistare il suo. Ispirata dalla vera storia di C.R. Patterson, Marquis punta il riflettore su un periodo spesso trascurato della storia afroamericana.