Quarta sfida di questo primo turno eliminatorio del Torneo Autori TSD Autunnale! Il primo turno come da regolamento prevede quattro sfide dirette in modalità “Intervista doppia”. Abbiamo sottoposto cinque domande a ognuno dei partecipanti e le metteremo a confronto per voi lettori. Al termine dell’intervista trovate il sondaggio per votare l’autore o l’autrice che vi ha convinto di più con le sue risposte. Chi otterrà più voti passerà il turno! Buon divertimento!
chiara montani vs marina colacchi simone
Come scrittrice, qual è il tuo più gran difetto e qual è la tua miglior virtù?
C.M.: Basta un’occhiata alla mia scrivania per rendersi conto della mia scarsa predisposizione per l’ordine, un difetto che mi porta spesso a vagare fra pile di libri infarciti di post-it e appunti estemporanei alla ricerca di qualcosa che con un database organizzato potrei trovare in un clic. Il mio disordine creativo d’altro canto può anche trasformarsi in virtù, perché mi permette di lavorare senza dipendere da un luogo strutturato. E gli snodi di trama appuntati sul bordo di un giornale o sul retro di uno scontrino, al pari dei capitoli dettati allo smartphone mentre sono impegnata in tutt’altro, talvolta si rivelano proprio fra i passi più riusciti del libro.
M.C.S.: Difetto : pensare di aver controllato bene il mio lavoro quando è finito e non dare un’ultima occhiata…
Virtù: essere meticolosa fino all’eccesso nel descrivere fatti storici e nel riprodurre ambienti, costumi e usi dell’epoca nella quale mi sono calata.
Perché hai scelto di dedicarti proprio al romanzo storico?
C.M.: Un po’ è colpa di mia madre la quale, da grande appassionata di storia, mi ha cresciuta raccontandomi così tanti dettagli e gossip sui personaggi del passato che ho cominciato a percepirli quasi come persone di famiglia. Aggiungiamo che l’epoca presente mi è sempre andata un po’ stretta e che romanzi e period drama sono sempre stati un bellissimo modo per salire su una macchina del tempo. Poi ho scoperto che sedermi al posto di guida rendeva il viaggio ancora più entusiasmante.
M.C.S.: Perché fin da bambina la Storia è stata la mia passione. Adoravo leggere opere che quelli della mia età neanche sapevano esistessero e soprattutto leggevo le note in calce, quelle che meglio di altre citazioni chiarivano il “gossip” dell’epoca. La mia vita è stata tutta una ricerca degli avvenimenti storici attraverso le note di commento.
Scegli un personaggio storico e fagli una domanda
C.M.: Dopo aver tanto pensato a lui, non posso che cominciare dirigendo la mia macchina del tempo dritta nel laboratorio di Piero della Francesca e, tenendo a bada le mille altre domande che vorrei rivolgergli, chiedergli qual è il vero significato della Flagellazione di Urbino. Naturalmente prima gli racconterei qualcuna fra le quasi cinquanta interpretazioni, tutte diverse fra loro, su cui critici e storici dell’arte si sono spaccati la testa per oltre un secolo. Sono convinta che ne sarebbe divertito.
M.C.S.: A Lorenzo de’ Medici chiederei : “la sorte ti ha scelto come capofamiglia di una grande stirpe per essere Signore di Firenze, diplomatico, mecenate. Attività nelle quali sei stato supremo e per questo denominato Magnifico. Ma sei stato anche banchiere, professione nella quale non ti sei espresso al meglio, il Banco dei Medici con te iniziò la strada del fallimento. Ma tu in realtà cosa desideravi fare ?”
Prendi un personaggio contemporaneo e portalo in una epoca passata: qual è questa epoca e perché proprio in quella?
C.M.: Restando nel campo che più mi appassiona, si potrebbe prendere un artista contemporaneo, per esempio Damien Hirst e spedirlo nel Rinascimento insieme a qualcuna delle sue opere. Avrebbe senz’altro molti argomenti in comune con Leonardo da Vinci, il quale a sua volta sarebbe estasiato nel trovarsi davanti uno squalo o una mucca in formaldeide. E chissà quali nuove idee nascerebbero dall’incontro fra il teschio tempestato di diamanti di Hirst e la leggendaria lira d’argento a forma di teschio di cavallo che si narra sia stata donata da Leonardo al duca di Milano.
M.C.S.: John Fitzgerald Kennedy e lo porterei proprio nel Rinascimento all’8 aprile 1492 quando muore Lorenzo de’Medici. In quel momento Firenze, l’Italia, l’Europa vengono private dell’”ago della bilancia”. Per quasi cinquanta anni i Medici non emergono più dall’abisso in cui Piero, primogenito del Magnifico e Clarice Orsini, li ha gettati. La sua ignavia permette la discesa in Italia di Carlo VIII di Francia e l’inizio delle funeste guerre che sconvolgono la Penisola. Firenze più e più volte cambia “padrone”mentre Carlo V vi pone i suoi occhi predatori. Resistono nell’immagine medicea le donne della famiglia, tutte eccezionali personaggi del Rinascimento e i Papi Leone X e Clemente VII, figlio il primo di Lorenzo, spurio l’altro di Giuliano. Fino a che all’orizzonte non spunta Cosimo, un ragazzo che a meno di 18 anni (1537) ha già le idee chiare non foss’altro perché è figlio di Giovanni delle Bande Nere, un focoso Medici del casato cadetto dei Popolani e di una ostinata nipote di Lorenzo. Ecco in questi circa cinquanta anni di vuoto politico e diplomatico prima dell’avvento di quello che sarà Duca e poi Granduca Cosimo I , Firenze e l’Italia potevano esser sostenute da un John Fitzgerald Kennedy, uomo dotato di intelligenza superiore e da una naturale propensione alla diplomazia tali da affrontare le sfide della Storia con coraggio e umanità. Un “Magnifico” del nostro tempo.
Con quale grande scrittore del passato avresti voluto scrivere un libro a 4 mani?
C.M: Da amante dei libri cosiddetti page-turner, direi decisamente Alexander Dumas padre. La sua penna era capace di tenere tutta la Francia col fiato sospeso in attesa del seguito dei suoi romanzi pubblicati a puntate, al punto da far affermare a un critico che i malati aspettavano l’ultimo episodio prima di morire. Riuscire a carpire qualcuno dei suoi segreti sarebbe come trovare io stessa il tesoro di Montecristo. E poco importa se molto probabilmente finirei a sgobbare dietro le quinte come uno dei ghostwriter che pare Dumas fosse solito assoldare al suo servizio.
M.C.S.: Sicuramente Dumas padre, più vicino al mio modo di scrivere. Autore che peraltro portò a termine a 4 mani con Auguste Maquet proprio il Conte di Montecristo ed altre opere. Ma non disdegnerei lavorare con Victor Hugo…
Giunti alla fine di questa breve intervista chiediamo al pubblico di TSD di esprimere il proprio gradimento scegliendo tra Chiara e Marina rispondendo a questo sondaggio. Chi delle due vi ha convinti di più?