Recensione a cura di Mara Altomare
“Erano gli scacchi un’imitazione della vita o era la vita un’imitazione degli scacchi?”
Il cavaliero errante di questo romanzo è Giovanni Leonardo Bona di Cutro, conosciuto anche come “Il Puttino”, noto come il più grande scacchista del XVI secolo, di fama internazionale: il primo campione di scacchi d’Europa e del mondo, incoronato nel 1575 alla corte di Re Filippo II di Spagna.
Già la copertina del libro ci introduce alla sua più epica impresa contro il grande giocatore spagnolo Ruy Lopez, partita memorabile immortalata nel dipinto dal titolo “Sfida scacchistica alla corte di Spagna”, del pittore Luigi Mussini.
Leonardo è un uomo affascinante e di grande personalità, dedito allo studio meticoloso del gioco, ambizioso e intraprendente nella sfida ai più grandi scacchisti della sua epoca; un giocatore che mantiene salda la sua umiltà e dignità di fronte alle sconfitte e non si arrende; che non ostenta la sua superiorità, anche umiliando i rivali.
Un cavaliere che rispetta le donne e non si tira indietro di fronte alla chiamata alle armi. Un personaggio che, pur conoscendo gli ambienti più elevati dell’aristocrazia europea, non dimentica le sue origini, e che ancora oggi la sua città natale di Cutro in Calabria, conosciuta proprio come “Città degli Scacchi”, continua a ricordare con omaggi e celebrazioni.
Ma ciò che dà a questo romanzo una notevole originalità, è il fatto che il protagonista, più che un uomo, è il gioco, anzi “IL NOBIL GIUOCO”, degli scacchi. Anche un giocatore principiante, leggendo, rimane affascinato dal modo in cui gli scacchi prendono vita e ci possono trasportare in un’epoca lontana nel tempo, restituendoci temi attuali.
Grazie agli scacchi, raccontati come una metafora dell’esistenza, si intrecciano alla perfezione l’epoca rinascimentale, grandi personaggi storici e la ricerca interiore che ognuno di noi può compiere insieme a Leonardo, un’esperienza che tutti i lettori possono toccare con mano e che permette a tutti noi di diventare “erranti”.
“Si sentiva come il Pedone che passo dopo passo s’inoltra verso il mondo con l’ambizione di trasformarsi in qualcosa di più alto”
Grande e profonda è poi l’attenzione rivolta alle figure femminili, fin dalle prime pagine!
Dalla zingara, la donna dagli occhi verdi e splendenti, che con le sue parole suggestive e profetiche incanta e turba Leonardo: il suo alone di mistero lo accompagnerà per anni e i suoi enigmi si scioglieranno e chiariranno solo alla fine dell’ultimo capitolo! Le donne che Leonardo ha amato, l’amore sfuggito, l’amore vissuto e quello perduto, ognuna di loro ricordata per il colore degli occhi…
Un omaggio alle donne, descritte con l’anima della Regina degli scacchi: proprio lei, che si muove in tutte le direzioni, percorre il campo in lungo e in largo dominando la scena. Lei che è temuta dal re avversario, ma è protezione e forza per il suo re: la donna che consente la vittoria! Non a caso siamo nell’epoca delle grandi Caterina d’Aragona, Isabella di Castiglia, Elisabetta Tudor, Caterina dei Medici, Maria Stuart.
“…e la Regina della scacchiera era essa stessa il Destino o era colei che lo annuncia, come del resto la Zingara gli aveva annunciato il suo? Forse la Regina e la Zingara erano due facce della stessa cosa?”
Leonardo è il cavaliere errante, come un pedone sulla scacchiera, il Puttino viaggia e ci porta con lui in tutte le città in cui ha vissuto e giocato, dalla sua Cutro, alla Roma papale, Genova, Madrid e Lisbona, distinguendosi anche nella famosa battaglia di Lepanto. Luoghi descritti sapientemente nei paesaggi e nelle atmosfere, in cui Leonardo incontra personaggi storici di grande valore e con i quali intrattiene amicizie importanti. Non sapevamo che questi suoi amici fossero anche grandi giocatori e appassionati di scacchi! Don Giovanni d’Asburgo, Marcantonio Colonna sono solo alcuni dei nomi più noti.
E l’aspetto più emozionante della lettura è assistere alle loro partite, cogliere le strategie, soffrire con Leonardo se perde, esultare per lui se vince! Partite descritte come battaglie… e noi lettori come pubblico partecipe all’interno delle nobili sale dell’Escorial di Madrid o nella residenza romana di Marcantonio Colonna!
“Un cuore temerario cerca sempre la Gloria e la Verità, sia di fronte al Turco, sia negli occhi di una donna; e ha una donna nel cuore, sempre, nella battaglia come sulla scacchiera.”
Anche i giocatori meno esperti possono accogliere questo romanzo come un invito a trovare i significati più profondi che da secoli si celano in una scacchiera, un luogo dove tutti possiamo sfidarci e scoprire la meraviglia del significato più profondo e storico di ogni singolo pezzo.
Vi siete mai chiesti perché le case e i pezzi sono bianchi e neri? Perché il Re è al centro? E da dove viene la denominazione “Alfiere”? E poi cosa c’è dietro la parola “Torre”? E perché il cavallo si muove a L?
Possiamo trovare le risposte tra le pagine di questo libro, scoprendo quanta storia sia racchiusa dentro a una partita. In un’epoca in cui in Italia le arti rinascimentali hanno innalzato la nostra cultura, è sorprendente scoprire come anche il gioco abbia fatto la sua parte!
PRO
Una cornice storica perfettamente descritta che fa da sfondo alla biografia senza mai appesantirla
CONTRO
Trasposizione di alcuni documenti e corrispondenze in lingua originale del tempo che a volte rallentano la lettura
Trama
In un Mediterraneo che si fa teatro di scontri di civiltà e potenze, Giovanni Leonardo Bona, scacchista calabrese detto “il Puttino”, attraversa un XVI secolo in subbuglio, forte della propria abilità scacchistica. Nel dipanarsi del racconto, vicende che hanno plasmato la storia europea e mediterranea s’intrecciano con l’evoluzione del protagonista nel nobil giuoco e nella vita, incrociandosi con l’ardimentoso spirito dei tempi, e nutrendosi della vivida commistione del Cinquecento tra fervore religioso, discipline ermetiche e spinta verso il futuro.