Araldica Viaggio nella storia

Rubriche del lunedì: Araldica – la città di Milano e i suoi simboli

La bandiera

La bandiera del Comune di Milano è costituita da una croce rossa su sfondo bianco.

Così recita lo Statuto di Milano che riporta la blasonatura di tutti i simboli di Milano.

Nella Storia della città si sono succeduti diversi vessilli, molto spesso raffiguranti gli emblemi delle famiglie che in quel momento regnavano sulla città (che prendeva il nome di Vexillum Civitas).

La bandiera con la croce di San Giorgio (Vexillum publicum) affiancava sempre lo stemma della famiglia nobile al potere. L’origine della bandiera bianca con croce rossa al centro affonda nella leggenda, anzi due.

le leggende della nascita delle bandiere

La prima vuole che la croce di San Giorgio fosse stata donata ai milanesi da Papa Gelasio I nella guerra contro Teodorico, re degli Ostrogoti. Tale circostanza, però, è priva di qualunque verifica storica o fonte che la certifichi.

Un’altra leggenda sostiene che questo vessillo fosse stato usato dai crociati milanesi per la conquista del Santo Sepolcro in Terrasanta. Anche in questo caso non esiste un documento storico che lo accerti: non ci sono testimonianze della presenza di simboli araldici milanesi al tempo della Prima Crociata.

La più antica testimonianza che cita la bandiera di Milano nella forma di una croce rossa in campo bianco è del 1155: appare in una lettera spedita dai tortonesi ai consoli di Milano. Su questo documento la bandiera di Milano è una croce con le braccia che si allargano alle estremità.

Questa primigenia bandiera, che ha dato poi origine al vessillo moderno, è raffigurata su un bassorilievo presente un tempo su Porta Romana medievale, che è stata demolita nel 1793: tale bassorilievo è stato salvato dalla distruzione ed è ora esposto al Castello Sforzesco.

Per quanto riguarda la croce, i milanesi scelsero questo soggetto come loro simbolo in omaggio a Gesù Cristo: non ebbe quindi origine, come si potrebbe credere, dalle crociate, dal Sacro Romano Impero o dal Papato.

Il primo evento storico che portò alla ribalta e alla notorietà questo simbolo della città di Milano ebbe luogo nel 1160 quando sul Carroccio della città svettava «un grandissimo vessillo bianco colla croce rossa». Tale emblema fu utilizzato anche durante la famosa Battaglia di Legnano (29 maggio 1176) tra le città della Lega Lombarda e l’esercito del Sacro Romano Impero di Federico Barbarossa. La Lega Lombarda decise di farsi rappresentare dal vessillo della città di Milano, simbolo che, dopo la vittoria sull’imperatore, divenne simbolo di autorità, autonomia e indipendenza di molte città del nord Italia.

Dal 1859 anche la stessa Provincia di Milano lo accolse come base del proprio stemma, che poi andrà a modificarsi fino a quello attuale presente dal 1992 e in seguito adottato dalla città metropolitana di Milano.

Lo stemma

“Lo stemma della Città di Milano è araldicamente così descritto: d’argento (bianco) alla croce di rosso, cimato di corona turrita (un cerchio d’oro aperto da otto pusterle), e circondato ai lati nella parte inferiore da fronde verdi di alloro e di quercia annodate con un nastro tricolore.”
Lo stemma di Milano è stato approvato con decreto del Capo del governo del 19 marzo 1934

Il gonfalone

Eseguito su disegno di Giuseppe Arcimboldi e Giuseppe Meda, il gonfalone venne realizzato a ricamo e tempera con inserti preziosi dai ricamatori Scipione Delfinone e Camillo da Posterla. L’opera, alta 5 metri e larga 3,50, venne commissionata dalla Magnifica Comunità di Milano nel 1565 e terminata nel 1566. L’8 settembre di quell’anno, infatti, il Gonfalone fu mostrato ai cittadini e benedetto dall’arcivescovo Carlo Borromeo. Da testimonianze iconografiche sappiamo che rimase in uso fino alla fine dell’Ottocento.

Su entrambe le facce compare Sant’Ambrogio, il patrono di Milano. Egli sorregge con la mano destra lo staffile, suo tradizionale attributo allusivo alla cacciata degli Ariani, con la sinistra un pastorale molto elaborato, simbolo del suo ruolo vescovile. Le sontuose vesti di Ambrogio sono ornate da riquadri con scene di Annunciazione e dai Santi Pietro, Paolo e Barnaba, figure che ritornano nel nodo del pastorale a forma di piccolo tempio. La mitria ha inserti di pietre preziose policrome. Il patrono di Milano è incorniciato da un arco a tutto sesto, mentre alle sue spalle un edificio è ornato da scene con storie della sua vita.

Restaurato una ventina di volte, è custodito oggi all’interno del Castello Sforzesco, nella Sala del Gonfalone.

Il gonfalone di Milano è decorato da due onorificenze. Milano è stata la prima, tra le ventisette città decorate di medaglia d’oro come “benemerite del Risorgimento nazionale”, ad essere insignita da questa onorificenza per le azioni altamente patriottiche compiute dalla città nel periodo risorgimentale (inteso dalla Casa regnante dei Savoia, che concesse a Milano questa onorificenza, come il periodo compreso fra il 1848 e il 1918).

Il capoluogo lombardo è anche tra le città decorate al valor militare per la guerra di liberazione; in particolare è insignita della medaglia d’oro al valor militare per i sacrifici subiti della sua popolazione e per la sua attività nella Resistenza partigiana durante la seconda guerra mondiale.

La scrofa seminalanuta

Forse pochi sanno la storia di questo simbolo della città di Milano. L’origine di questo simbolo, una scrofa con pelo particolarmente lungo nella parte anteriore (da qui l’aggettivo di semilanuta), risale al VI secolo a.C.

Dagli scritti di Tito Livio risulta che la storia della scrofa derivi dall’arrivo di alcune tribù celtiche in pianura padana. Belloveso, nipote del re celtico Ambigato, giunto in nord Italia trovò una regione paludosa e inospitale. Consultò l’oracolo per decidere in quale posizione stabilire il nuovo insediamento. La risposta fu quella di cercare una scrofa semilanuta: in quel luogo sarebbe sorta la nuova città.

I Celti, che lo consideravano un animale sacro, si misero alla ricerca e, una volta trovato un esemplare che pascolava, si stanziarono e crearono un nuovo insediamento.

La scrofa semilanuta divenne per molti anni a seguire  il simbolo della città  fino a quando, in epoca medievale, i Visconti lo sostituirono con il celebre biscione.

Il biscione

Il biscione è riconosciuto come simbolo della famiglia Visconti fin dall’XI secolo. Solitamente si presenta con la testa coronata e ripiegato a formare una specie di S a moto continuo, mentre è intento a divorare un uomo.

L’uomo in bocca al biscione, sebbene sia araldicamente definito come “ingollato”, potrebbe essere anche interpretato come una figura nascente dall’animale, richiamando simboli più antichi di fertilità terrestre che il serpente, essere ctonio, bene interpreta.

Attorno alla figura del Biscione e alla sua origine, nacquero diverse leggende:

una di queste sostiene che Azzone Visconti, non essendo stato morso da un serpente che si era infilato nel suo elmo, decise, come emblema di buon auspicio, di adottare il serpente come simbolo araldico della famiglia;

un’altra riguarda il drago Tarantasio, la cui tana si trovava nei pressi del lago Gerundo. La bestia con l’alitosi, che faceva venire la febbre gialla ai bambini e poi se li mangiava, fu uccisa da Umberto Visconti, che salvò così un bambino dalla bocca del terribile animale;

in ultimo, Desiderio, re dei Longobardi e antenato presunto dei Visconti, la cui testa fu attorniata a mo’ di corona da un serpente, il quale si allontanò, anche in questo caso, senza mordere. Il monarca longobardo avrebbe, quindi, adottato il serpente come simbolo da tramandare ai suoi successori.

Da sempre considerato simbolo di prestigio e potere, è probabilmente quello che identifica di più la città di Milano anche oggi. Lo si può trovare all’interno delle chiese di Sant’Eustorgio e di Sant’Ambrogio, in Stazione Centrale e nel Duomo ma lo si trova anche in tanti altri punti della città.

La Madunina

La statua, posizionata sulla guglia del duomo di Milano nel 1774, è alta 4,16 metri, si compone di 33 lastre di rame che la rivestono e di 6.750 fogli di oro zecchino utilizzati per la doratura, per un peso di 399,2kg.

LA tradizione, trasformata poi in legge, impone che nessun edificio milanese superi l’altezza di 108,5 m e quindi possa considerarsi più in alto della Madonnina del Duomo.

La Madonnina non è soltanto un simbolo religioso, ma un importante segno civico per Milano.

Durante le 5 giornate, nel 1848, venne issato il tricolore sulla statua e la vista rincuorò i milanesi, risvegliando il loro orgoglio portandoli alla vittoria.

Ancora oggi, nelle giornate di eventi religiosi e civili, la bandiera sventola in cima al Duomo.

Fonti

https://it.wikipedia.org/wiki/Simboli_di_Milano#:~:text=Lo%20stemma%20della%20Citt%C3%A0%20di,annodate%20con%20un%20nastro%20tricolore.

http://www.brandmilano.org/lo-stemma-di-milano/

https://artidecorative.milanocastello.it/it/content/il-gonfalone-di-milano

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