Recensione a cura di Maria Marques
Confesso che la mia conoscenza degli avvenimenti della seconda guerra mondiale è limitata alle nozioni principali, non è un periodo storico in cui amo addentrarmi perché troppo vicino a noi e intriso di sentimenti dolorosi, ma dopo aver letto questo libro, sono stata conquistata dall’ottica particolare in cui l’autrice, Chiara Montani, inquadra gli avvenimenti bellici di cui il nostro paese è stato protagonista.
Inutile negare che la guerra sia presente in questo romanzo, raccontando gli anni che vanno dal 1942, ai drammatici momenti che seguirono l’armistizio del 1943, alla Repubblica di Salò, sino alla avanzata degli Alleati e al conseguente ritiro delle armate tedesche, è impossibile prescinderne. Intriso di drammi, dolore e sangue è quindi lo sfondo della vicenda che vede come protagonista Aida, una giovane restauratrice che, cercando di attribuire la paternità ad un dipinto che riproduce una scena mitologica, verrà a trovarsi coinvolta in prima linea nelle fila di coloro che si oppongono, non solo a parole ma anche con i fatti, alla guerra.
Mi riferisco a studiosi, esperti d’arte, restauratori che tentano in tutti i modi di salvaguardare il patrimonio artistico.
“Infatti non si fa altro che impacchettare: i dipinti dentro le casse, i palazzi, le statue e le chiese dietro armature. E per maggior sicurezza, tutte quelle già costruite con legno e sacchi di sabbia fra breve saranno sostituite da strutture in mattoni, così da scongiurare anche il rischio d’incendi.”
Ho sempre pensato al conflitto bellico nella sua essenza nuda e cruda e, l’unico particolare che avesse a che fare con il mondo dell’arte italiana, era il bombardamento della abbazia di Montecassino, ma riflettendo sull’immenso patrimonio artistico che possediamo, incluso quello privato, ci si rende conto immediatamente della vastità e della quasi impossibilità di salvarlo tutto e degli sforzi che sono stati compiuti.
Avevo già sfiorato l’argomento grazie a due film, il primo che narrava l’attività dei Monuments Men americani e l’altro, invece, una toccante ricostruzione delle battaglie legali intraprese da una signora americana per ottenere che le venisse restituito un quadro di Klimt trafugato dai nazisti e passato poi nelle mani dello stato austriaco, ma si trattava di eventi fuori dall’Italia, mentre nelle pagine di questo romanzo si parla di luoghi, di musei, di opere d’arte che fanno parte non solo della cultura mondiale ma soprattutto della nostra storia.
Come è stato tutelato il patrimonio artistico del nostro paese durante i drammatici anni della guerra?
Il padre della protagonista, difendendo le scelte apparentemente a favore del regime di un amico, delinea in modo preciso la situazione:
”La sua decisione…è motivata dal preciso intento di proteggere il nostro patrimonio artistico, che purtroppo non è mai stato in pericolo come in questo momento…Da quanto mi ha raccontato, l’ambasciata tedesca solo nell’ultimo anno ha acquisito un’enormità di beni, arredi e opere d’arte da antiquari compiacenti e da collezionisti privati, il più delle volte forzati alla vendita. Molte delle opere erano vincolate, ma i tentativi del ministro Bottai di fermarne l’esportazione si sono infranti contro le pressioni governative. Filippo d’Assia, il genero del re, è a capo della commissione per le acquisizioni e, a ogni sua richiesta, la strada viene regolarmente spianata dal ministro degli esteri Ciano, quando non da Mussolini in persona. Se la maggior parte dei pezzi è destinata ad arricchire le collezioni private di Hitler e Göring, non mancano altri gerarchi pronti ad approfittare della situazione, in un’emorragia che rischia di non avere fine”.
Alla protagonista che si trasferisce a Venezia, perché una volta restaurato, il quadro potrebbe essere attribuito al Tiziano, viene offerto di collaborare per difendere le opere d’arte dallo scempio che si va perpetrando. Aida accetterà e da quel momento la sua vita non sarà più la stessa.
La guerra incomberà in tutti i modi accanto a lei, in modo plateale attraverso i bombardamenti e i difficilissimi spostamenti con i treni sottoposti agli attacchi dell’aviazione, le fughe con i membri della Resistenza, ma anche in modo più subdolo, affrontando spie, controspionaggio e scoprendo che gli stessi ufficiali nazisti utilizzano le opere d’arte come garanzie di salvezza quando gli Alleati, risalendo la penisola, decreteranno la sconfitta dell’esercito tedesco chiuso tra loro e i partigiani.
Ma, nel libro c’è molto di più. La ricerca delle prove, per attribuire la paternità al quadro ritrovato, permette all’autrice di descrivere molte opere d’arte attraverso la voce di un professore “… non solo del nostro miglior insegnante di storia dell’arte, ma uno dei principali esperti del Rinascimento veneziano” e, i dipinti di Tiziano, appaiono dinanzi ai nostri occhi sfolgoranti di pigmenti, di ombreggiature, mentre Venezia con la sua luce particolare emerge dalle pagine come una trina di vetro fragilissimo, percorsa dalle ombre della guerra: ”Niente confini, niente punti fermi, nessuna direzione privilegiata per la luce. Solo un infinito e cangiante tessuto connettivo, che colma ogni spazio vuoto con la sua mobile continuità”.
Accanto a questa luce, a quest’arte che sublima la bellezza, che unisce animi e cuori, il mondo continua il suo percorso di distruzione dividendo le persone in nome delle ideologie che non guardano più in faccia gli esseri umani, facendo piombare tutto nell’oscurità. Il dramma della deportazione degli ebrei, le divisioni tra i membri delle famiglie tra chi seguiva diverse ideologie, il timore di esprimere liberamente le proprie idee, gli arresti di cittadini inermi, Aida affronterà tutto questo, con una determinazione e un coraggio senza pari.
Tanti i temi che s’intrecciano tra le pagine del romanzo, tutti resi abilmente dalla penna dell’autrice che dipinge i suoi personaggi di fantasia facendoli interagire con quelli storici, tra gli altri il generale Wolff, Rodolfo Siviero, Mussolini per citarne alcuni, donando loro spessore e credibilità, il tutto supportato da uno stile perfetto che avvince il lettore, pagina dopo pagina, facendolo partecipare all’avventura umana di Aida sino alla soluzione finale del mistero che avvolge il quadro che, come un deus ex machina involontario, servirà a svelare ben altro…
Un libro da leggere per riflettere su un periodo drammatico della storia dell’umanità, ma anche per scoprire e conoscere che, le opere d’arte che ammiriamo nei musei, sono sopravvissute alla guerra, grazie al sacrificio e alla perseveranza di molte persone e, che la ricerca di quante sono ancora disperse, non si è mai interrotta.
Trama
Lago di Garda, 1942. Appena rientrata sulle sponde del suo amato lago dopo una lunga assenza, Aida si imbatte in uno straordinario ritrovamento: un misterioso quadro, interamente ricoperto da uno strato di pittura nera. Aida è una restauratrice e la sua missione diviene quella di riportare alla luce il dipinto che intuisce essere nascosto sotto l’anonima superficie. Ciò che scopre va oltre ogni aspettativa: mai avrebbe immaginato di trovarsi davanti a un autentico Tiziano. È profondamente convinta che si tratti del maestro veneziano, ma deve scovarne le prove. Così si avventura per le calli di una Venezia cupa e ingrigita sulle tracce del grande pittore. La accompagna un esperto d’arte dalla personalità sfuggente e dalla dubbia reputazione. Aida non si fida di lui, ma al contempo è affascinata dal suo carisma e dalle sue parole, capaci di farla viaggiare attraverso i secoli. Ha bisogno di quell’uomo per portare a termine le sue ricerche, rivelatesi più complesse del previsto. Nel frattempo, nubi inquietanti si addensano all’orizzonte. Il mondo dell’arte è sotto assedio. I tedeschi sono collezionisti senza scrupoli, pronti a gettare ombra sulla bellezza del mondo e un colonnello nazista avido di potere intuisce che Aida non è solo una restauratrice, ma una paladina segretamente impegnata a proteggere l’inestimabile patrimonio di un paese dalla storia millenaria e gloriosa. Nel drammatico scenario dell’Italia occupata, dove la difesa dell’arte dalle distruzioni e dai furti diventa una delle molte facce della Resistenza, Aida dovrà fare appello a tutto il suo coraggio per riuscire non solo a salvare il dipinto di Tiziano, ma anche la sua stessa vita. Dopo “Mistero della pittrice ribelle” Chiara Montani regala ai suoi lettori una nuova protagonista forte e combattiva. Sull’affascinante sfondo di Venezia e del lago di Garda, complotti e segreti si dipanano intorno a un quadro misterioso.