“Le comari non parevano avere molta compassione della povera Iside, che a parer loro aveva troppi clienti, più di un consorzio alimentare”.
Una citazione d’apertura di questa recensione a cui non ho saputo resistere. Da Genovese, e non solo per questo, appassionato del grande maestro De Andrè questo passaggio del romanzo di Gianluca Lioni non poteva passare inosservato. Iside è la “Bocca di Rosa” del romanzo “Indagine nell’arcipelago”, il secondo con protagonista il maresciallo dei Carabinieri Reali: Bachisio Tanchis.
Dopo il romanzo “La processione dei fantasmi”, di cui potete leggere la recensione qui, si ritorna in terra di Sardegna, tra l’isola della Maddalena e quella di Caprera. Gianluca Lioni ci propone un nuovo giallo storico in cui Tanchis è alle prese con un presunto suicidio che fin dall’inizio non lo convince.
Siamo nel mese di Luglio 1865 alla vigilia della festa patronale di Santa Maddalena. L’isola è in fermento, molti giungono dalle altre isole dell’arcipelago per assistere alle celebrazioni liturgiche e alla partecipata processione con la statua della Santa portata in adorazione per la città. Bambulla, un giovane ragazzo della Maddalena, approfitta dell’atmosfera chiassosa per recarsi dalla prostituta Iside. Per il ragazzo non è solo un momento di superficiale godimento e piacere, per lui Iside è qualcosa di più. È felice di poter stare con lei, ma quando entra nell’appartamento ciò che lo attende è una scena agghiacciante: la donna è appesa a una trave del soffitto con una corda intorno al collo.
Quando Tanchis interviene è subito chiaro che non si tratti di suicidio. Troppi dettagli sulla scena del delitto non lo convincono. Come spesso succede in questi casi, soprattutto in un momento di festa come quello, le pressioni dall’alto sono subito dirette e precise: trovare un colpevole e archiviare il caso. Per le comari di un paesino come quello, che “non brillano certo in iniziativa” e probabilmente nemmeno di altro, la vita di una prostituta non ha la rilevanza che dovrebbe avere. Ma Tanchis, spinto da una compassione naturale verso una persona che si era dovuta probabilmente sacrificare a una vita indegna, è fondamentale ricercare la verità e assicurare alla giustizia il vero colpevole.
“Quella sera, però, non riusciva a scrollarsi di dosso quel senso di allerta, quell’istinto per cui per troppi anni aveva dovuto prestare attenzione durante le feste, pur cercando di convincersi quanto fosse ormai superfluo.”
Da Maresciallo dei Carabinieri Reali, con molta esperienza alle spalle, la sua indagine fin da subito stringe il “mirino” attorno a coloro che hanno visto Iside per ultimi. La sera della vigilia della festa, i clienti abbondavano, e aiutato da alcuni testimoni oculari, riesce a stilare un elenco di possibili sospettati da interrogare. Inizia un viaggio tra i tanti personaggi che popolano il romanzo: dai marchesi Satta-Balagon, ai membri dell’equipaggio di un vascello della Regia Marina alla fonda nelle acque prospicienti l’isola; dal vetturino Enea Bergamelli, misteriosamente scomparso la sera stessa dell’omicidio di Iside, a un personaggio scomodo come lo spedizioniere Bertossin, che nasconde dietro alla sua principale attività quella di contrabbandiere e usuraio.
In un momento storico in cui il Regno d’Italia si è formato da pochi anni, Garibaldi vive a Caprera da una decina d’anni, contornato da suoi fedeli seguaci e dal figlio Menotti. La situazione politica è instabile, gli equilibri sono fragili e precari, al sud Italia si combatte il brigantaggio, il Governo italiano ha ancora bisogno di spie sul campo, Vittorio Emanuele II necessita di tempo per fissare le dinamiche di potere. I rimandi storici sono diversi, sia a livello politico che di usi e costumi. Moltissimi i personaggi che ruotano attorno alla figura di Garibaldi che, come un astro pur in fase calante, non manca di brillare e attrarre. Mantiene il fascino immutato dell’Eroe dei Due Mondi anche se lo troviamo in nuove vesti di contadino mezzadro, uomo di campagna.
Le atmosfere sono ricreate perfettamente dall’autore anche grazie all’inserimento di termini dialettali che comunque non appesantiscono la lettura. I paesaggi sono descritti con minuzia di particolari, ricreando i profumi e le sensazioni della macchia mediterranea sarda. Le bellezze di isole come Caprera e La Maddalena sono restituite attraverso le parole dell’autore.
“Quando arrivarono in cima, lo spettacolo li ripagò di ogni fatica. Lo sguardo spaziava su La Maddalena, la costa gallurese, le bocche di Bonifacio, per poi perdersi, oltre gli sparuti isolotti dei Monaci, in una sconfinata distesa di blu.”
Tanchis, ancora una volta aiutato dall’inglese giramondo capitano di vascello Daniel Roberts, già conosciuto nel primo capitolo della serie, dovrà sciogliere i nodi della vicenda e ridare dignità a una vittima che non può più chiedere nulla a questo mondo. Sarà necessario scavare nelle acque torbide di diversi personaggi, contrapposte a quelle cristalline del mar di Sardegna, terra selvaggia e incontaminata quanto misteriosa e affascinante.
“Contemplava il mare. Non sapeva nuotare, eppure quel filo d’orizzonte dalle infinite sfumature più che intimorirlo lo seduceva. Avrebbe trascorso ore a riempirsene gli occhi, a respirarlo. Quell’odore di salsedine nelle narici gli istillava una sensazione inebriante, che però non intorbidiva la mente, al contrario la rendeva più tersa. Almeno così credeva.”
Un giallo storico che si legge con facilità, un secondo capitolo in cui il lettore impara a conoscere meglio i personaggi della serie, già presentati con il loro passato nel primo libro della serie. Tanchis e Roberts hanno pagine del loro passato che vengono svelate con incursioni in flashback che incuriosiscono sulle loro figure e le esperienze pregresse. Di certo una serie destinata a continuare con nuovi episodi che ci permetteranno di conoscere meglio i protagonisti e questo angolo remoto di Sardegna in un periodo di transizione così complesso per l’Italia e tutta Europa.
PRO
l’atmosfera ricreata a livello storico, folcloristico e paesaggistico; una scrittura fluida e diretta.
CONTRO
l’introspezione dei personaggi non è marcata, essendo il romanzo non troppo lungo e facente parte di una serie, si riscontra maggiormente nel primo capitolo della serie.
Trama
Isola della Maddalena, 1865. Durante i festeggiamenti per la patrona, gli abitanti dell’isola sono radunati per assistere allo spettacolo pirotecnico e alla tradizionale processione. Ma mentre la folla si diverte tra giochi e bancarelle di ogni sorta, viene ritrovato il cadavere di una prostituta, Gavina Madau, da tutti conosciuta come Iside. Nel frattempo scompare misteriosamente Enea, il vetturino di una delle carrozze pubbliche dell’isola. Ma chi può avere interesse a uccidere una povera prostituta? E per quale motivo Enea, che era in attesa di ricevere un’importante somma di denaro, è sparito? Ancora una volta il maresciallo dei Carabinieri Reali, Bachisio Tanchis, che dopo gli anni della lotta al banditismo pensava di aver trovato alla Maddalena un posto tranquillo, dovrà ricredersi. L’isola è un crocevia di cospiratori, aristocratici, agenti segreti e contrabbandieri… L’indagine condurrà il maresciallo, insieme all’arguto ex capitano della Marina inglese, Daniel Roberts, in un itinerario delle isole sarde, fra mare cristallino, scorci seducenti e abitanti dalle usanze singolari: dal re di Tavolara ai guardiani del faro di Razzoli, sino al più celebre di tutti, l’eroe dei due mondi, Giuseppe Garibaldi, ritiratosi a Caprera dopo l’impresa dei Mille. Partito da un apparentemente “semplice” caso di suicidio, per risolverlo Tanchis sarà costretto ad affrontare losche trame di paese e un complicato intrigo che va oltre i confini dell’isola.