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Le interviste di TSD: Lorenzo Beccati

Intervista a cura di Maria Marques

Oggi il salottino di TSD ritrova un autore che abbiamo già avuto il piacere di ospitare: Lorenzo Beccati è tornato in libreria con i suoi romanzi e una nuova casa editrice: AltreVoci Edizioni.

Nato a Genova, nel quartiere di Cornigliano è un autore televisivo e scrittore, collaboratore stretto di Antonio Ricci è celebre per i suoi doppiaggi e per aver dato voce al Gabibbo nel programma televisivo Striscia la notizia, è anche la voce dei doppiaggi di Paperissima con il celebre tormentone “ti voglio bene, dobbiamo stare… vicini vicini!”.

Secondo un aneddoto raccontato da Beccati la voce del Gabibbo sarebbe quella di un ex-ergastolano che lavorava come piastrellista, con un atteggiamento di meraviglia e stupore, che si andava a mescolare con il tipico comportamento dei ragazzi della periferia genovese di quando Beccati era giovane.

Ha ricevuto premi quali il Burlamacco e il premio alla satira per Striscia la notizia. Ha dichiarato che non esiste un segreto dietro il suo successo, ma tanto lavoro misto ad una naturale simpatia: ad esempio da quando il Gabibbo è nato non ha avuto bisogno di ridisegnarsi, difatti è stata la satira di una politica in continua mutazione che gli ha concesso il rinnovamento gratuito.

Risulta essere contrario a una televisione troppo spontaneista, difatti anche se concorda con alcuni atteggiamenti naturali che un personaggio può avere, è convinto che bisogna prepararsi il lavoro, come ai tempi del Drive in che si arrivava a lavorare 22 ore consecutive per essere sicuri di avere le giuste battute sui giusti personaggi.

Autore di programmi televisivi di successo e scrittore. Quando è nata la tua passione per la scrittura?

Appena dopo il mio amore per la letteratura. Ho cominciato a quindici anni con Pirandello! Io, come molti autori ho cominciato prestissimo a lavorare in piccoli cabaret e scrivevo i pezzi del repertorio. Facevo anche parte della compagnia del “teatro quartiere di Oregina”, capitanato dal grande Sergio Alloisio, e mi occupavo anche dei testi. Più avanti ho composto i monologhi per Carlo Pistarino al Drive In. Da lì la chiamata di Antonio Ricci e non mi sono più fermato.

Che cosa ti ha portato ad avvicinarti ai gialli storici tanto da iniziare a scriverli?

Per chi conosce Genova, la storia si respira a ogni angolo, soprattutto nel centro storico. Io mi ci immergevo ogni volta che potevo e la curiosità ha fatto il resto.

Che cosa rappresenta per te la Storia?

Per sapere chi siamo dobbiamo necessariamente scoprire da dove veniamo. È un modo per comprendere a pieno il presente. Nel nostro lavoro quotidiano a Striscia la Notizia ci misuriamo con la stretta attualità e rifugiarsi nelle pieghe della storia è un modo per prendermi una pausa dal mondo.

Pimain, Petra e non ultimo il Grifo, per citare alcuni tuoi personaggi, sono sensibili ma determinati, abili a sopravvivere in una Genova fredda e distante. Come sono nate le loro storie? Che cosa ti ha ispirato?

Difficile dire dove si prendono le idee. Letture, fantasia, un incontro, un ricordo, una suggestione. L’unico è Pimain di cui so con certezza da chi ho preso lo spunto: me stesso. Ho raccontato più volte che da piccolo i miei genitori, per andare al lavoro in campagna, erano costretti a rinchiudermi in una porcilaia. I maiali non mi hanno mangiato e io li ho ringraziati col “Guaritore di maiali”.

I tuoi personaggi ti hanno mai “rubato la penna”, scrivendo in modo diverso le avventure cui li avevi destinati?

Certo! I miei personaggi cartacei sono prepotenti e spesso deviano verso una destinazione diversa da quella verso cui li stavo conducendo. Vi assicuro che mi capita spesso di finire la sessione di scrittura del pomeriggio senza sapere che cosa combineranno i miei personaggi. Di solito li lascio in un casino e poi, curioso, aspetto il giorno dopo per vedere come se la caveranno.

Lorenzo autore televisivo e scrittore, quanto l’uno influenza l’altro?

Direi che lo scrittore è quello che deve molto all’autore. Dal mio lavoro a Striscia la Notizia ho mutuato di certo il mio stile: frasi brevi, ritmo, parole scelte con cura, dubbi, catturare il lettore come fosse un telespettatore.

Tra tutti i tuoi romanzi, da persona esperta dei ritmi e del mondo della televisione, quale vedresti meglio trasposto sul piccolo schermo?

Tra i complimenti che ricevo dai miei lettori, bontà loro!, la frase che mi sento ripetere di più è“ Sembra di leggere un film”. La mia scrittura è molto “visiva”, le descrizioni puntigliose e le trame con molti colpi di scena. Non mi piace annoiarmi leggendo i libri degli altri, così nei miei certo di evitarlo. Buona lettura. Non ai miei lettori, ma ai miei complici.

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